Presunte vessazioni nei confronti di studentesse. Ciro Verdoliva (DG AOU Ruggi): «Questione già denunciata all’Autorità Giudiziaria. Ora il protagonismo mediatico rischia di compromettere eventuali indagini».

POLITICAdeMENTE
SALERNO – Ancora Presunte vessazioni da parte di docenti nei confronti di studenti presso l’azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi di Salerno. “presunte” come sottolinea il Direttore Generale Verdoliva, pur non sottovalutando il caso ha adottato i provvedimenti necessari a fare luce pur non procurando allarmismi.
In questo caso si tratta di “vessazioni” nei confronti di studentesse in altri casi come quelli che ci riportano al caso Maffulli i “vessati” erano studenti. Si ricorderà come in quel caso si sviluppó un finimondo. Intanto va ricordato anche che il professore napoletano Nicola Maffulli, ordinario di Ortopedia e Traumatologia alla Sapienza e Direttore dell’Unità Operativa Complessa dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma, se ne fuggí da Salerno, e Salerno perse quel medico che è considerato il ricercatore più influente al mondo nel campo dell’ortopedia e della medicina dello sport.
E così dopo aver perso il Prof. Maffulli, Primario della Clinica Ortopedica, val la pena ricordare anche la vera e propria fuga di Cardiochirurghi Severino Iesu, Cafarelli, Miele, Masiello, Mastrogiovanni, che di fatto svuotarono la Torre Cardiologica di Salerno, e a tale proposito si ricorderà come d’imperio, a suo tempo, questa fu divisa in due, con altrettanti 2 Primari: Iesu ed Enrico Coscioni, facendo ridere tutta la cominità scientifica d’Italia.
E prima di Maffulli, Iesu e gli altri, va ricordato quello, non di meno grave, che successe con il bravissimo Neurochirurgo Luciano Brigante, travolto da imboscate di quel mondo di “ospedalieri guastatori” salernitani che lo costrinsero ad abbandonare Salerno trovando la sua realizzazione in uno degli Ospedali più importanti del Mondo negli Emirati Arabi, laddove esegue interventi di grandissimo valore come faceva al Ruggi.
E così tornando alle “presunte vessazioni” odierne e alla cautela che le ha accompagnate da arte del DG Verdoliva, ci dispiace dover rilevare che tutte queste storie servono solo a minare un clima, purtroppo tesò che non aiuta la sanità pubblica, la quale più che veleni è sospetti avrebbe bisogno di più personale, più fondi, più fiducia, e di più difesa del sistema sanitario pubblico. Ora immaginiamo che gli organi inquirenti facciano subito, ma veramente subito chiarezza e unisca i responsabili sia se appartenenti all’azienda e sia se non lo sono.
Bisogna fare in fretta, perché nessuno vuole stare in un covo di vipere.
«Non appena sono venuto a conoscenza, tramite una nota formale pervenuta alla Direzione Generale nei giorni scorsi – unica destinataria della missiva – di presunti comportamenti di vessazione nei confronti di studenti del corso di laurea in Ostetricia, ho immediatamente provveduto a segnalare i fatti all’Autorità Giudiziaria, riconoscendone la potenziale gravità e ritenendo doveroso che ogni eventuale accertamento sia svolto nelle sedi competenti». Lo dice Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ruggi d’Aragona, in merito a quanto riportato dagli organi di stampa.
L’Azienda Ospedaliera Universitaria sottolinea che situazioni tanto delicate – non appena segnalate – sono, sin dal primo momento, oggetto di attenta valutazione e di approfondimento diretto da parte della Direzione Generale, che agisce sempre con tempestività, responsabilità e nel pieno rispetto delle procedure nonché con la massima riservatezza. Nessuna segnalazione che riguardi il benessere degli studenti, dei professionisti o dell’utenza viene mai sottovalutata, né rimandata: la tutela delle persone resta la priorità assoluta. In questa fase, confidiamo pienamente nel lavoro dell’Autorità inquirente e restiamo a completa disposizione per ogni utile collaborazione, nel rispetto della riservatezza dovuta e delle persone coinvolte.
«Ritengo invece grave e inopportuno – prosegue Verdoliva – il protagonismo con il quale si tenta di strumentalizzare vicende tanto sensibili, diffondendo notizie ai mass media in un momento in cui gli Organi inquirenti – a seguito della mia segnalazione o di altri canali che hanno ritenuto di interessarla – potrebbero essere già a lavoro per valutare o operare nel rispetto del segreto istruttorio. Tale esposizione rischia di compromettere l’efficacia di azioni già eventualmente attivate e di condizionare l’eventuale lavoro dell’Autorità Giudiziaria, alla quale spetta ogni valutazione».
Salerno, 31 ottobre 2025
 
					





