La cucina italiana Patrimonio Unesco: tra storia, economia e sfida alla contraffazione

La cucina italiana Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Un patrimonio culturale che diventa un eccezionale motore di crescita per il Paese ma che va accompagnato e tutelato dalla classe politica, come da tutte le componenti della società civile italiana.

Cucina Italiana-Patrimonio Immateriale Unesco

di Marco Naponiello per POLITICAdeMENTE

ROMA – La recente ufficializzazione del riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio Immateriale dell’UNESCO non è solo un riconoscimento culturale, ma un’occasione per guardare con orgoglio e responsabilità al ruolo che la tradizione gastronomica gioca nell’economia e nell’identità nazionale.

La forza di questa tradizione nasce da lontano: dalle mani dei nostri nonni e dei nostri avi, da chi ha custodito sapori, tecniche e prodotti che rischiavano di scomparire. Non sono stati solo i grandi chef o i grandi marchi ad alimentare la nostra fama, ma soprattutto i piccoli artigiani, i produttori, i mastri casari, gli agricoltori e allevatori che, con passione e dedizione, hanno continuato a tramandare saperi unici.

Oggi quei prodotti e quegli saperi non sono soltanto radici culturali, ma pilastri economici. Il settore agroalimentare italiano rappresenta circa il 15% del PIL nazionale, includendo la filiera dalla produzione primaria fino alla trasformazione e distribuzione.

Sul fronte dell’export, il valore dei prodotti agroalimentari italiani continua a segnare record storici. Le esportazioni nel 2024 hanno sfiorato i 70 miliardi di euro, quasi raddoppiando rispetto a dieci anni fa e confermando il Made in Italy come uno dei brand più richiesti al mondo. Questi numeri parlano di un appeal globale che va ben oltre i confini nazionali e che sostiene occupazione, innovazione e sviluppo nelle regioni italiane.

Una parte significativa di questi risultati è trainata dai prodotti con Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP), che da soli confluiscono in oltre 12 miliardi di euro di esportazioni, con incrementi rilevanti in molti mercati internazionali.

Tuttavia, l’espansione non è priva di ostacoli. Una delle principali sfide per il sistema agroalimentare italiano resta la contraffazione e l’“Italian Sounding”: prodotti che imitano nomi italiani ma che non hanno alcuna origine o qualità italiana autentica. Coldiretti ha stimato che il giro d’affari globale di questi prodotti falsi può arrivare fino a 120 miliardi di euro all’anno, danneggiando i produttori reali e confondendo i consumatori.

Questa battaglia contro la contraffazione non è solo economica ma anche culturale: proteggere l’autenticità significa tutelare le storie, i terroir e le identità locali che rendono la cucina italiana un patrimonio unico al mondo.

Il riconoscimento UNESCO diventa così un’opportunità per rafforzare politiche di tutela della qualità, incentivare l’innovazione nella filiera, sostenere i piccoli produttori e promuovere all’estero ciò che di più autentico l’Italia ha da offrire. In un mondo sempre più globalizzato, preservare ciò che ci rende unici è una responsabilità collettiva, ma anche una straordinaria leva di crescita economica e culturale.

Roma, 12 dicembre 2025

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