Premio Campiello a Donatella Di Pietrantonio

Il 55° Premio Campiello va a Donatella Di Pietrantonio con “L’Arminuta” edito da Einaudi.

Alla scrittrice di origini abbruzzesi Donatella Di Pietrantonio di professione Dentista pediatrica ha avuto 133 voti sui 282 arrivati dalla Giuria Popolare dei Trecento Lettori Anonimi, è andato il Campiello 2017 con una storia estrema in cui la maternità, l’amore e l’abbandono prendono corpo nella vita di una ragazzina di tredici anni.

Campiello 2017-Donatella Di Pietrantonio
Campiello 2017-Donatella Di Pietrantonio

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

VENEZIADonatella Di Pietrantonio con L’Arminuta” edito da Einaudi, ha vinto la 55/ma edizione del Premio Campiello. La scrittrice ha avuto 133 voti sui 282 arrivati dalla Giuria Popolare dei Trecento Lettori Anonimi. «Voglio portare questo premio in Abruzzo, nella mia regione che viene fuori da un anno orribile, che ha subito terremoti, valanghe e incendi» ha detto l’autrice. Nella vita dentista pediatrica, la Di Pietrantonio ha scritto una storia estrema in cui la maternità, l’amore e l’abbandono prendono corpo nella vita di una ragazzina di tredici anni. Tutto si svolge nell’Abruzzo, la terra d’origine della scrittrice. «L’Arminuta vive anche uno shock linguistico, quello dall’italiano al dialetto che è una delle componenti più importanti della sua discesa agli inferi. Questo è anche un romanzo di formazione» ha aggiunto.

Al secondo posto Stefano Massini con qualcosa sui Lehman, un romanzo ballata su una famiglia di finanzieri che ha «costruito un’epopea sbagliando, cadendo, rialzandosi, andando avanti. Non esiste una vittoria che non nasconda il germe di una sconfitta e viceversa» come ha spiegato l’autore che ha avuto 99 voti. Al terzo posto Mauro Covacich con il romanzo sulla sua Trieste e sui confini La città interiore (La nave di Teseo), che ha avuto 25 voti e dopo di lui Alessandra Sarchi con La notte ha la mia voce, 13 voti, secondo titolo Einaudi nella cinquina e all’ultimo Laura Pugno con`La ragazza selvaggia (Marsilio), 12 voti.

Al Gran Teatro La Fenice di Venezia è arrivata anche Rosetta Loy, alla quale è stato assegnato il riconoscimento Fondazione Il Campiello alla carriera. «Giovani non fidatevi delle notizie che avete al momento. Dovete approfondire per diventare adulti coscienti. Purtroppo siete insidiati da tutte le parti con la tecnologia. Dovete difendere la forza meravigliosa del vostro pensiero» ha detto. Felicissima di tornare dopo tanti anni al Campiello, la Loy, che vinse il premio nel 1988 con Le strade di polvere ha raccontato: «Quando ho saputo del Premio Fondazione Il Campiello è stata una cosa veramente sorprendente. Io pensavo di essere aldilà, di aver oltrepassato il limite. Pensavo di non viaggiare più e invece mi sono detta: andrò a Venezia».

Emozionato Andrea Zancanaro che si è aggiudicato la 22/ma edizione del Campiello Giovani, riservato ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 22 anni, con il racconto Ognuno ha il suo mostro, storia di un incontro tra due lucidi disagi psichici. La Giuria dei Letterati, presieduta da Ottavia Piccolo, lo ha premiato «per la capacità di delineare in uno stile semplice e piano, in poche pagine, due personalità distinte e parimenti eccentriche».

Ai giovani si è rivolto anche Roberto Vecchioni, nella Giuria dei Letterati. «C’è un mondo esterno e un mondo interno e c’è il tempo dell’orologio e quello che abbiamo nell’anima, il nostro. Dovete vivere nella verticalità. Non preoccupatevi dei premi, il primo lo avete dentro di voi. La felicità nella vita è una alternanza di gioie e dolori. Non è l’imperturbabilità». E Philippe Daverio: «dobbiamo trasformare questa città per migliorare l’Europa».

Venezia, 11 settembre 2017 (da La Stampa)

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