Cariello chiarisce sulla vicenda della “Progressione verticale” dei dipendenti comunali

Gridare sempre allo scandalo, pensare sempre che vi siano corrotti, scorrettezze, marcio, imbrogli non è salutare e non aiuta a leggere bene i processi democratici che si manifestano intorno a noi.

Facciano ammenda tutti coloro i quali hanno responsabilità politiche e istituzionali.

Comune di Eboli

EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente nota a firma del Consigliere Comunale Massimo Cariello, circa alcune dichiarazioni di stampa relativamente alla Sentenza del Consiglio di Stato che da ragione ai dipendenti comunali, interessati alla Progressione verticale della carriere.

E’ evidente che ci fa piacere che il Consigliere Cariello, faccia una precisazione sulla vicenda anche perché spesso presi dalla politica, ci si lascia trascinare su altri terreni che con la politica, quella vera, nulla hanno a che vedere.

Questo episodio però deve servire a tutti, e a Cariello per prima, che prima di rilasciare dichiarazioni e prima di fare affermazioni bisogna informarsi, per evitare di gettare acqua sul fuoco, specie quando si tratta di provvedimenti che toccano le persone, e specie quando questi provvedimenti, nelle loro definizioni, non ci piacciono. Ci vuole poco in questa confusione e in questo paese a buttare dubbi e fango sulle Istituzioni, seriamente provate, da continui attacchi che ad ogni livello, a partire dal nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a finire alle dichiarazioni abbastanza improvvide fatte in un comizio da cariello, passando da quelle che a suo tempo ha fatto il Presidente della Provincia Edmondo Cirielli, a proposito delle vicende legate ad Alberigo Gambino.

Dobbiamo imparare a rispettare le decisioni assunte da organi Istituzionali anche quando sono contrarie alle nostre aspettative, se veramente non vogliamo finire di distruggere il nostro impianto democratico. Gridare sempre allo scandalo, pensare sempre che vi sia stato un intervento poco corretto, indicare sempre che dietro gli atti vi sia qualcuno che scorrettamente li ha orchestrati, pensare sempre che vi siano corrotti, non è salutare per nessuno e non aiuta a leggere bene i processi democratici che pure sono dinamici e che intorno a noi si manifestano.

Cariello faccia ammenda e ne facciano ammenda tutti coloro i quali hanno responsabilità politiche e istituzionali.

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Nessuno si senta intoccabile.

Massimo Cariello

Resta poco comprensibile la reazione spropositata di chi, in questi giorni, sta alimentando la polemica sulla vicenda giudiziaria inerente al concorso per le progressioni interne dei dipendenti comunali. Se in un paese libero esprimere dubbi – e mai condannare o accusare -, o solo commentare è motivo di tanto odio e di reazioni tanto aspre, allora vuol dire che qualcosa non va. Ed il problema è a monte, da riscontrare in quell’assetto di chiusura e di intoccabilità che a volte sembra trasparire dai comportamenti e dalle espressioni di chi in questi giorni grida e sbraita, quasi si sentisse violato, toccato nell’intimo.

I tecnicismi ai tecnici, i giudizi ai giudici, la politica ai politici. Le mie considerazioni sono state e restano esclusivamente politiche e volte, al contempo, alla salvaguardia dei diritti di tutti i dipendenti comunali, quelli vincitori del concorso e quelli che, invece, hanno sollevato dubbi ed eccezioni sull’esito del provvedimento. Questo il ruolo che la politica – ed in primis l’amministrazione di una comunità – deve assumere come garante di tutti i componenti della società, siano essi dipendenti pubblici, siano essi liberi professionisti. Tutt’altra cosa sono i risvolti processuali su cui non ho mai inteso mettere lingua se non esprimendo perplessità in merito alle due sentenze emesse. Tutto qui.  Un semplice e legittimo parere espresso da una parte politica.

Le reazioni scomposte non fanno bene alla città: rischiamo di dare un’immagine sbagliata, chiusa, elitaria quasi, della macchina comunale. Cosa che mi guardo bene dal diffondere, in quanto credo che (con le opportune migliorie in termini di informatizzazione ed adeguamento tecnologico) Palazzo di città sia il cuore pulsante di tutto il territorio. Lì dove si progetta, si pianifica, si traducono in concreto le linee politiche e le istanze dei cittadini.
Soprattutto la macchina amministrativa è il luogo dove vengono erogati i servizi, dove regna e vige la trasparenza, dove front office efficienti ed ospitali fanno sì che ogni singolo ebolitano non si senta lasciato solo dalle istituzioni. Nel rispetto per le funzioni di ogni dipendente, ribadisco, ho espresso un parere su una vicenda che ha interessato l’intera organizzazione della pianta organica che forma quella macchina che garantisce l’intercettazione di fondi e finanziamenti, la produzione di certificati e documenti, insomma la vita della nostra città.

Sarebbe semplice, a questo punto, concludere annunciando il ricorso a soluzioni simili a quelle prospettate da chi, in queste ore, a mezzo stampa continua ad alimentare la polemica.
Dico solo che, per quanto espresso in precedenza e come rappresentante di un’opposizione costruttiva ma che prima di tutto è chiamata svolgere il ruolo di controllo e garanzia nei confronti del governo cittadino, saremo e continueremo ad essere vigili su tutto.
Ce lo chiede la città. Controlleremo l’operato di ogni singolo amministratore e funzionario (con tanto di presenza attiva, o meno, nella vicenda elettorale appena trascorsa), ogni atto emanato, a partire da sei mesi fa. Ricopriremo il nostro ruolo politico in modo attivo e concreto, perché è la funzione che siamo stati chiamati a ricoprire, il servizio che dobbiamo alla città. Ce lo chiedono gli ebolitani.

Massimo Cariello
Capogruppo MCD

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