Eboli: Una Città in declino

Scuola-Vincenzo-Giudice-Eboli
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Eboli aveva un suo ruolo nella Piana del Sele, un ruolo che ormai appartiene alla vicina Battipaglia. Andando nostalgicamente indietro nel tempo, questa città era: una “palestra”, “fucina” di leaders politici di rilievo; era Città degli studi, con i suoi innumerevoli Istituti, tra i quali, il prestigioso Liceo Classico Perito e l’Istituto Agrario Fortunato e numerosi Convitti. Aveva una forte vocazione agricola, con numerose industrie agroalimentari e di trasformazione, supportata da una Fiera Campionaria di tutto rispetto. Città, con un Ospedale pubblico, uno Ospedale e una Clinica privata e due centri di riabilitazione. Città che vedeva una presenza imponente dello Stato, con molti dei suoi Uffici periferici e un dinamismo privato con attività artigianali, un commercio fiorente, tanti cantieri e tante gru. Attrattori che la rendevano luogo di convergenza di un’area vasta che comprendeva Alburni, piana del Sele e Vallo di Diano. Si veniva ad Eboli anche solo per passeggiare, per fare spese, si comprava casa. Si veniva ad abitare. Si voleva un collegamento forte con questa città e con i suoi abitanti. Eboli, con le sue caratteristiche era una cerniera naturale tra Salerno e Potenza.

Nel tempo, una serie profonda di cambiamenti ne hanno inevitabilmente segnato il declino. Così, indipendentemente dalle realtà vicine, che sono cresciute e sono diventate vere e proprie realtà economiche, ci si è messa anche l’azione demolitrice di alcuni “buontemponi” politici, che nella ossessione di cambiare per forza le cose, poco per volta, hanno distrutto ogni cosa. Man mano che si sono sbagliate le politiche, si è perso pezzi di “rappresentanza”, e così: via fabbriche e industrie stagionali di trasformazione; via le gru; via cinema e discoteche; via i convitti; via gli artigiani; è sempre in bilico la sezione staccata del Tribunale; sta per prendere il volo anche l’Agenzia delle Entrate; del mercato ortofrutticolo non se ne parla nemmeno; del polo Agroalimentare si sono perse le tracce; la fascia costiera è completamente abbandonata a se stessa; il porto-isola o canale che sia, è nelle mani o meglio, nelle volontà del Sindaco di Salerno De Luca, che intende dismettere e de localizzare l’attuale porto Commerciale. Un’altra spallata: l’improbabile realizzazione dell’Ospedale Unico della Piana del Sele, che vorrebbe unificare le due strutture di Eboli e Battipaglia. “Nobile” iniziativa voluta dal Direttore Generale Pagano e, in un primo momento, spalleggiata anche dai Sindaci Melchionda e Barlotti, salvo poi a pentirsene successivamente. Intanto è un’operazione che ridimensiona, e non poco, l’Ospedale di Eboli. Troppo tardi per pentirsene.

La città sembra essere abbandonata a se stessa. Le strade, provinciali e comunali, quelle del centro e quelle di periferia, sono impraticabili, piene di buche, sconnesse, con marciapiedi rovinati o inesistenti, piene di erbacce e in taluni casi con fogne che scorrono a cielo aperto, cumuli di immondizia ai bordi delle strade. Sembra di stare a Beirut. Come se non bastasse ci si mette anche la sicurezza cittadina. La cronaca quotidiana ci ricorda giorno per giorno cosa accade e ci dice anche che questa città ha un alto tasso di microcriminalità e uno dei più alti tassi di delinquenza minorile. Insomma un declino inarrestabile.

E’ una priorità assoluta cercare di fermare questa paurosa decadenza.

E’ indispensabile ricostruire un tessuto cittadino ormai scomposto e ripristinare a tutti i costi un’agibilità sociale fortemente compromessa. E’ una priorità cercare di mettere in moto l’economia e non “muovendo” o “rimuovendo” qualche indirizzo dello strumento urbanistico. Non sarà una variante urbanistica a modificare il destino di questa città. Non è una priorità costruire alloggi in un terreno alluvionale (fontanelle), a meno che non si voglia costruire una “mini Venezia”, con tutte le chiacchiere che si possono alimentare. Non è con il realizzare un consorzio tra gli operatori interessati che risolve il problema della fascia costiera, è come rinunciare a indicare una strategia e peggio ancora è come dire: affidiamo le pecore al lupo. Non è realizzando una serie di Centri Commerciali che risolve il problema del rilancio della città; queste strutture, se realizzate, sono in diretta concorrenza con la Città. Cosa si guadagna in termini infrastrutturali e occupazionali, se non qualche posto part-time a 600-800 euro mensili, qualche incarico professionale e qualche contratto di subappalto? Che utile ne ricava la cittadinanza, da un accordo tra pochi, che coinvolge anche il Comune, per “risolvere” la questione delle terre dell’Istituto Orientale, a diverso titolo “tenute” da alcuni operatori? Che utile c’è essere invasi da pannelli pubblicitari 3×6, magari pure abusivi, in tutta la città se non il fastidio di un spiacevole inquinamento ambientale e magari un favore a chi li ha installati? Che senso ha realizzare una società che tende a valorizzare il patrimonio comunale, partendo da valutazioni ridicole?

Quelle valutazioni parziali e a ribasso, sono costate decine di migliaia di euro. Una spesa che si poteva evitare. Si è ammesso candidamente che ci si è tenuti bassi col valore per pagare meno tasse. E’ come dire: dichiaro 10 per non dichiarare 100 tutto a spese dell’erario. Con queste premesse è difficile fidarsi in futuro di chi allegramente altera le cose. Qualcuno spieghi seriamente, aldilà dei tecnicismi che hanno portato alla manovra di riequilibrio contabile, dietro questi disavanzi quali motivazioni ci sono: chi ha ordinato e come e perché sono state spese quelle somme; se ci sono altri debiti; se è un costume utilizzare questo sistema; se c’è la “compiacenza” di qualche Capo settore, per aggirare le normali previsioni di bilancio e se dietro ogni singola manovra c’è un diritto negato a qualche cittadino? Perché questi errori devono essere “spalmati” come “normali” aggiustamenti a spese dei cittadini e non individuare eventuali responsabilità personali e politiche? Qualcuno ci spieghi perché il destino di questa città lo devono disegnare i privati? Perché il pubblico (l’Amministrazione) arretra così tanto a favore dei privati? I Progetti di finanza possono essere un’occasione, ma non necessariamente l’unica occasione. Possono essere una risorsa, se opportunamente guidati, non percepiti come un’aggressione al territorio, un indietreggiare o addirittura una resa da parte dell’Amministrazione. E’ qui che finisce la dabbenaggine e iniziano le responsabilità. E’ qui che le nuove figure istituzionali a cui devono far riferimento le Amministrazioni (il Direttore Generale, i convenzionati, i nominati nelle Società partecipate) che dovrebbero funzionare in maniera prospettica e dare uno slancio, reperendo fondi, attraendo capitali, risolvendo problemi e rendendo snelle le procedure. Quando questo non accade, si corre il rischio di aspettare il treno su un binario morto e si colgono tutte le mortificazioni del declino.

Eboli, 13 dicembre 2008

3 commenti su “Eboli: Una Città in declino”

  1. caro Massimo, scusa il tono confidenziale, tutto queste verità cerco di diffonderle e farle comprendere da un sacco di tempo…. in modo costruttivo, ho creato un progetto specifico per la rinascita culturalee sociale della nostra città, il progetto si chiama ebolidiva e trova la sua momentanea collocazione tra le pagine del giornale di eboli, per il momento, finchè non riesco a formare una solida rete di persone che amano davvero la propria terra, tutto si svolge in una pagina di giornale, cerco di dare ai lettori delle pillole di quotidianetà interessandomi a fatti e personaggi all’apparenza di poco peso, ma che, con la loro minima importanza ed il loro costante impegno, riescono a tenere ancora in vita, anche se in forma abbastanza minore rispetto alle potenziolità risapute, questa nostra bellissima città!
    il progetto ebolidiva esiste da qualche mese e tra le tante cose si è anche interessato alle importanti opportunità offerte dal C.T.P., ho accompagnato personalmente dei ragazzi e delle persone nelle aule della matteo ripa per i corsi inerenti al diploma di terza media ( operazione fallita a quanto sembra), colloaborando, dunque, ad operare per costruire una società più sensibile alle dinamche del territorio ed agli sviluppi di questa società.
    in ogni caso, trovi eboli diva nel giornale di eboli, nel blog ebolidiva.blogspot.com e in facebook nel gruppo ebolidiva.
    ciao ed auguri per questa nuova avventura…….

    cosimo avigliano

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  2. Caro Cosimo, niente è perduto, ricordalo, l’importante è essere costanti e crederci, i risultati verranno. Seguo il tuo impegno e credo che riusciremo anche a far raggiungere un minimo risultato ai ragazzi per i quali ti sei impegnato. Grazie per l’augurio e buon lavoro anche a te.

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