Nasce LAB²O un Laboratorio Architetture “aperto”

Le Città possibili ai tempi del Covid. E dall’idea al progetto all’opera, dallo Studio al laboratorio: Nasce LAB²O Architetture.

Nelle intenzioni dei fondatori di LAB²O Architetture: Luigi Manzione, Massimiliano Cuccarano e Luca Coraggio; Architetti e sognatori, c’è quella non di creare uno studio professionale che si aggiunge agli altri esistenti, ma una struttura plurale, operativa su diversi campi e in modalità differenti. Un’Agorá aperta, plurale, per offrire nuovi orizzoni per continuare ad osare. 

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Da Pierluigi Nervi e Riccardo Morandi a Gae Aulenti, Renzo Piano, Massimiliano Fuksas. Dall’architettura moderna a quella post-moderna, dalla progettazione monumentale tecnocratico-funzionale a quella fantasiosa, spinta e rappresentativa. Due filosofie che nel corso dei secoli si sono sempre confrontate con alterne fortune, ma che hanno fatto dell’Italia un immenso parco architettonico, alimentando le sfide, sempre più interessanti e sempre più raggiungibili tendendo ai sogni, sogni poi tradotti in realtà.

Ed è proprio questa sfida a tenere alto il profilo che rende la professione dell’Ingegnere e quella dell‘Architetto, anche queste nel tempo toccate da alterne fortune, interessanti e affascinanti e se la prima è razionale, l’altra è emozionale, fino ad essere costrette a convivere e rendendosi conto che la complessità dei progetti che detteranno l’agenda del terzo millennio richiedono sforzi multidisciplinari. Ed è proprio questa necessità che ha spinto un gruppo di professionisti, giovani architetti ma di “lungo” corso, se si pensa alle loro esperienze anche internazionali, a realizzare un Laboratorio di architettura con l’intenzione di realizzare uno spazio aperto da mettere a disposizione degli Enti pubblici e Privati. E così Luigi Manzione, Massimiliano Cuccarano e Luca Coraggio hanno fondato LAB²O Architetturehttps://www.lab20architecture.com/lab20/ Un’Agorá aperta, plurale, per offrire, attraverso i suoi spazi di discussione, nuovi orizzoni per continuare ad osare.

Pierluigi Nervi-Gae Aulenti-Roberto Morandi

«L’architettura vive una crisi profonda.  -secondo Manzione, Cuccarano e Coraggio Lo scenario controverso di questa epoca pandemica non induce all’ottimismo; intravediamo tuttavia segni di resistenza e di ripresa. Segni di un futuro migliore nel quale vogliamo e dobbiamo credere. Da ciò nasce l’idea di un laboratorio per pensare e fare architettura: uno spazio aperto di riflessione e di confronto in cui sia possibile continuare a coltivare l’idea di un futuro per l’architettura e per gli architetti.

È sempre più evidente il deficit di qualità nelle nostre città, negli spazi pubblici, negli spazi lavorativi e domestici. Un deficit certamente da affrontare con gli strumenti della politica, ma con l’apporto dell’architettura intesa come realtà complessa e molteplice. Mai come ora occorre dunque essere, allo stesso tempo, rigorosi e visionari, riflessivi e pragmatici. – proseguono i fondatori di LAB²O ArchitetturePiù che “regista”, l’architetto per noi è un mediatore. Appare superata l’idea di una figura che compendia in sé l’intero spettro delle conoscenze per il progetto e per la costruzione. È necessaria, piuttosto, la capacità di coordinare e di orientare strategicamente un insieme sempre più ampio di competenze, più o meno specializzate. Aspiriamo a ritrovare (o ricreare) le condizioni per un’architettura concreta, attraverso un lavoro multidisciplinare finalizzato alla produzione di idee, spazi, manufatti.

Consideriamo il laboratorio come luogo – materiale e mentale – in cui sperimentare un approccio aperto verso l’esterno e basato sulla partecipazione e sulla condivisione. Piegati spesso dalle difficoltà, molti architetti hanno progressivamente ridimensionato le proprie aspettative, alimentando modi di operare individuali e in ordine sparso. Resistendo a questa tendenza, è per noi essenziale fare rete. Non nel senso di autopromozione generica, di visibilità astratta sui social media, vuota vetrina misurata dal numero di like. Puntiamo invece sui valori della collaborazione, del dialogo, del confronto con coloro i quali si riconoscono – anche solo in parte o in un determinato momento – nelle motivazioni e negli obiettivi del nostro progetto. – Aggiungono Manzione, Cuccarano, Coraggio – L’apertura che proponiamo non è solo disciplinare e professionale, ma culturale e intellettuale. Il laboratorio è il luogo di una sperimentazione costante, fecondata dalla esplorazione di territori prossimi e complementari all’architettura (arte, fotografia, video, scrittura, etc.) e dalla contaminazione con altri saperi e pratiche. Per questo, attribuiamo grande importanza alla formazione continua, a partire dai temi e dai problemi con cui ci confrontiamo quotidianamente, seguendo anche i percorsi di un pensiero laterale e divergente. E questa formazione (e autoformazione) si alimenta grazie ai molteplici contributi provenienti dalla “comunità di pratica” che ci proponiamo di promuovere in base ad una visione condivisa.

Renzo Piano-Massimiliano Fuksas

Tendiamo in genere a vedere le manifestazioni estreme del fare architettura: le esibizioni più o meno muscolari delle archistar o le piccole realizzazioni di chi lavora in mezzo ad innumerevoli difficoltà. Con spirito critico e inventivo, noi puntiamo ad orientare il nostro impegno su un territorio intermedio: non un’aurea mediocritas, ma un atteggiamento disponibile all’ascolto e in fase con i contesti, gli interlocutori, gli operatori, le istituzioni, i cittadini. – Aggiungono ancora i fondatori di LAB²O Architetturehttps://www.lab20architecture.com/lab20/ Il laboratorio tende a conseguire la qualità al minor costo. Non ci interessa la retorica del “less is more”; la nostra scommessa è piuttosto la concretezza del “fare più con meno”. Può sembrare un’utopia, ma siamo convinti che nel mondo in cui viviamo sia invece l’unica strategia eticamente e poeticamente perseguibile. Occorre una buona dose di coraggio: oltrepassare gli schemi consolidati e, soprattutto, reinventare ogni giorno il nostro lavoro di architetti. 

Consideriamo pertanto la qualità non solo in termini formali o prestazionali, ma come un valore globale. Un valore conseguibile, i cui benefici sono tangibili. Non un valore aggiunto, ma una opzione vantaggiosa da ogni punto di vista (funzionale, formale, costruttivo, sociale). Il laboratorio individua e propone, anche da questo punto di vista, percorsi e obiettivi chiari e perseguibili. Spinti dalla riflessione, dalla sperimentazione (anche manuale e artigiana), dalla curiosità, crediamo fortemente nel superamento costante dei limiti interni ed esterni. Facciamo proprio, in questo, un habitus permeato dalla modestia e dal rigore, nella convinzione che la frontiera del sapere e della pratica si sposta ogni giorno più avanti. – Concludono Luigi Manzione, Massimiliano Cuccarano, Luca CoraggioRiteniamo inoltre necessario superare il conformismo e l’omologazione a cui sembrano destinarci più di un ventennio di cultura e di progetto digitali. Per noi è fondamentale la distinzione tra l’architettura come fine ed il digitale (strumenti, tecniche, immagini) come mezzo. È essenziale ricostituire un metodo di elaborazione e di rappresentazione che, invitando a varcare i limiti di ciò che è rappresentato, rimetta in discussione la presunta oggettività e la ricezione passiva dei modelli computerizzati. In questa prospettiva, ci proponiamo di contribuire a ripensare l’architettura quale conformazione di spazi e di forme per la vita rivoluzionata dal digitale».

 DOMANDE PER CAPIRE

D – Un altro sito di architettura, o studio professionale, nasce improvvisamente mentre in molte realtà territoriali è in corso un dibattito in coincidenza con le recente elezioni amministrative. Cosa è il Lab20architecture o cosa non è?

R – È un laboratorio di architettura che opera concretamente sul territorio e che nesce da una  elaborazione che ci ha profondamente coinvolti a partire dal 2020. Hai citato anche le ultime vicende elettorali: il lavoro e la riflessione che conduciamo e il dibattito che contribuiamo a stimolare hanno una dimensione intrinsecamente politica, ma non legata a scadenze particolari.

D – Ma la Politica è progetto del territorio e la visione programmabile del futuro immaginato.

R – Politica nel senso che, in base ad un approccio progettuale inclusivo, vogliamo proporre soluzioni a problematiche. Soluzioni che abbiano una reale incidenza sulla città e sulla periferia, sugli spazi pubblici e privati, puntando sempre a coniugare al meglio qualità, economia, benessere (individuale e collettivo).

D – Quindi una via intermedia tra il “laboratorio” organizzato e uno spazio di discussione e di dibattito aperto?

R – Di certo possiamo dire cosa non è: non è uno studio professionale che si aggiunge semplicemente a quelli esistenti, ma una struttura plurale, operativa su diversi campi e in modalità differenti. Una struttura che, esplorando nuovi metodi di progetto, coinvolge nelle sue iniziative altre persone, colleghi, imprenditori, amministratori, cittadini, secondo una visione aperta e collaborativa.

D – È una formula che sembra alludere a strade o a modi nuovi, ammesso che esistano. Quale è la molla? Cosa accomuna voi tre?

R – La novità nasce da un’esigenza reale, sempre più avvertita nell’attuale epoca pandemica dal mondo professionale: la necessità di fare rete, di creare team caratterizzati da competenze multiple, da esperienze diversificate. È questa l’idea che ci accomuna e che ha fatto nascere il progetto di un laboratorio di architettura come spazio collettivo in cui si pratica una continua sperimentazione.

D – Un luogo non luogo di partenza e di arrivo alla ricerca di soluzioni nuove, praticabili, condivisibili? 

R – La frontiera del sapere e della pratica si sposta ogni giorno più avanti, quindi occorre mettere in campo tutte le possibili sinergie per superare gli schemi consolidati e immaginare un’architettura ricca di possibilità e di qualità. Un’architettura estesa alle diverse scale: dagli spazi privati a quelli pubblici, dalla città al territorio.

D – Un laboratorio aperto e in continua evoluzione? Enello specifico attualmente su cosa state lavorando?

R – Abbiamo in corso una serie di attività riferite ai tre campi di cui ci occupiamo come laboratorio: ricerca, progetto e azione. Stiamo lavorando sul tema dello spazio del gioco inteso, oltre il semplice concetto di standard, come luogo a misura di bambino, sintesi di architettura, verde e infrastruttura ludica.

Quindi una operazione che parte dai bambini e dai luoghi a loro dedicati per giungere a tutti gli spazi da immaginare, recuperare e attrezzare per i vari soggetti che abitano gli spazi urbani?

In cantiere, un’ipotesi di rigenerazione urbana in un comune della provincia e un progetto per un concorso internazionale di progettazione in ambito UE.

D – Dai piccoli spazi alle grandi aree urbane? Studi e progetti che implicano anche una conoscenza e un approfondimento delle socialità, e una ricerca. 

R – Sul lato della ricerca, abbiamo inoltre avviato una serie di studi su alcune aree urbane di comuni, tra cui anche Eboli, studi non accademici ma con una proiezione operativa, che intrecciano architettura, urbanistica e paesaggio.

D – Un’approccio che vi pone, nella vostra Città, anche come interlocutori attivi nei processi programmatici che la dovranno attraversare nei prossimi cinque anni.

R – Riguardo al complesso che comprende architettura, urbanistica e paesaggio, che denominiamo “azione”, ci stiamo infine attivando con diverse figure, associazioni e istituzioni in vista di eventi e iniziative intorno ai temi della rigenerazione urbana, del riuso, della partecipazione. In sintesi, il nostro è un lavoro orientato a leggere le situazioni, anche distanti tra loro, da punti di vista diversi, individuando le sollecitazioni e le potenzialità in vista di nuovi assetti e scenari.

CONTATTI

Luigi Manzione

Tra la ricerca (PhD Università di Parigi 8) e il progetto (alle diverse scale), dal 1996 il mio lavoro si muove nei territori dell’architettura, della città e della periferia, con consulenze per enti pubblici e partecipazioni a concorsi nazionali e internazionali,  oltre che una esperienza di insegnamento di progettazione urbana (ENSA Parigi-La Villette).

l.manzione@lab20architecture.com

Massimiliano Cuccarano

Convinto della necessità del progetto quale strumento specifico capace di generare visioni più ampie (fino alle modificazioni del territorio), il mio lavoro privilegia da sempre esperienze progettuali collettive e concorsuali in Italia e all’estero. Libero professionista dal 2005.

m.cuccarano@lab20architecture.com

Luca Coraggio

Considerando l’architettura come una opportunità di contaminazione tra formazione (FAUP Oporto; Seminario itinerante Villard) e professione, il mio lavoro, nel pubblico e nel privato e dall’oggetto al territorio, si concentra sulla progettazione e sul restauro, con la partecipazione a concorsi nazionali ed internazionali e con uno sguardo rivolto, più di recente, alla trasformazione urbana partecipata.

l.coraggio@lab20architecture.com

Eboli, 4 dicembre 2021

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