Coordinamento PUC. Vitolo si dimette, ma dal Direttivo PD

L’Architetto Vitolo, non rinuncia al coordinamento del nuovo PUC, e messo alle strette dal PD si dimette dal Direttivo Sezionale. 

La scelta era tra la professione e la politica: O continuare ad essere un componente dell’organismo politico e quindi rifiutare l’incarico professionale conferitogli dall’Aministrazione Francese; O accettarlo ma rassegnando le dimissioni dall’incarico di componente della Direzione politica del PD.

Cecilia Francese – Nicola Vitolo

POLITICAdeMENTE

BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che l’Architetto Nicola Vitolo, componente del Direttivo sezionale del Partito Democratico di Battipaglia, ha inviato al Presidente, alla Segreteria, al gruppo dirigente del Circolo del PD di Battipaglia per rassegnare le proprie dimissioni dal Direttivo cittadino, all’indomani della sua nomina da parte dell’Amministrazione Comunale a supporto del Nuovo PUC della Città di Battipaglia. Dimissioni seguite ad una serie di polemiche e dopo pressioni da parte dello stesso Direttivo cittadino PD che invitavano lo stesso Vitolo a fare una scelta: O continuare ad essere un componente dell’organismo politico e quindi rifiutare l’incarico professionale conferitogli dall’Aministrazione Francese; O accettarlo ma rassegnando le dimissioni dall’incarico di componente della Direzione politica del PD.

E Vitolo messo alle strette si è dimesso, ma si è dimesso dal Direttivo, affidando le sue dimissioni alla lettera che segue: «Il Sottoscritto Nicola Vitolo, componente del Direttivo del Circolo PD di Battipaglia, rassegna le proprie dimissioni dall’Organismo in indirizzo. Tuttavia, corre l’obbligo fare chiarezza in ordine alle polemiche scaturite in relazione alla mia nomina di supporto per la formazione del PUC del Comune di Battipaglia e dall’averla accettata con scienza, coscienza, dignità e, soprattutto, per via dell’amore che mi lega al mio territorio. – scrive nella sua lettera ai vertici del suo Partito – Chiarimento dovuto, se non altro, per evitare imbarazzo nei confronti del Partito Democratico; in riferimento alla richiesta da parte di una Amministrazione dove il PD è all’opposizione.

In più occasioni e, ampiamente in anticipo, è stata discussa la posizione del sottoscritto – anche all’interno del gruppo dirigente – rispetto a questo impegno, che non aveva e non ha nulla a che vedere con il coinvolgimento del Partito Democratico. – prosegue Nicola Vitolo – Ho manifestato la Responsabilità di guardare al bene comune anche quando può significare un sacrificio personale.

Tanto è che la propria disponibilità era vincolata a due condizioni: 1) gratis, 2) il partito in questo percorso, non doveva essere coinvolto. – prosegue ancora Vitolo – Ho tentato, senza riuscirci, di evidenziare che era ed è necessario ridiscutere la disciplina per cambiare mentalità, per formare e condividere un nuovo modo di pensare l’urbanistica, di redigere un piano e di confrontarsi con la città, nella consapevolezza dell’urgenza e della necessità di costruire un solido sostegno Politico e Sociale, capace di durare un tempo sufficiente.

La Pianificazione -non l’edilizia- entra nella vita della città attraverso un miscuglio eterogeneo di azioni, la cui coerenza, o incoerenza, quando riesce, prende vita nel Piano e matura come può nella gestione quotidiana. – aggiunge l’Architetto Vitolo – La Pianificazione è composta da un insieme di azioni che modificano l’organizzazione del territorio, intervenendo sulla distribuzione della popolazione e delle strutture produttive e delle infrastrutture di servizio e sui sistemi di relazioni. – Conclude Nicola VitoloUn Piano Urbanistico approvato ha valore di legge locale per guidare i cambiamenti, ma anche un pessimo piano o la sua assenza, significa un accordo politico, un modo per fare urbanistica fuori da ogni controllo. Il PUC è un sogno che si concretizza nel tempo. Se non ora quando. Pertanto, rammaricato, prende atto di una decisione che accetta benché la ritenga incomprensibile».

È veramente singolare, quello che accade dalle parti del PD. Poi, specie a Battipaglia, succede di tutto e sono anni che i Dem collezionano sconfitte. Tanto che ad ogni appuntamento elettorale regalano il Comune ai propri avversari politici, e così di volta in volta nei suoi percorsi ondivaghi e incentrati tutti sull’appartenenza, si badi, non al Partito, ma alla corrente dominante del Governatore De Luca e dei suoi vari “cerchi” perde pezzi importanti tra i suoi dirigenti e conseguentemente perde voti e immagine. Prima Davide Bruno da Segretario cittadino a Super Assessore dell’Amministrazione Francese, poi Egidio Mirra da Capogruppo storico del PD, costretto a candidarsi in una lista civica ora Assessore con la Francese, senza contare quanti si sono allontanati nella più totale indifferenza della classe politica dominante, ora il colmo dei colmi tocca a Nicola Vitolo che addirittura è stato costretto a scegliere tra la sua professione e l’incarico politico di componente del Direttivo Sezionale per evitare (sic) imbarazzi politici, avendo egli accetrato nella sua Città un’incarico professionale, vieppiú senza compenso, dall’Amministrazione della Sindaca Cecilia Francese.

È singolare, perché questo Partito, in Campania e non solo, per come è strutturato, sembra essere più una organizzazione di potere che una comunità politica. Organizzazione che si basa sulla assoluta fedeltà al “Capo” e sulla base della fedeltà si disegna il percorso dei singoli, vuoi se devono ricoprire incarichi di sottobosco politico e vuoi se debvano essere indicati nelle rappresentanze istituzionali elettive o non, ed ora apprendiamo che un qualsiasi componente del Partito, per evitare “inbarazzi” non deve accettare incarichi professionali da chicchessia che non sia conferito dal Partito Democratico. Ma come per ogni regola c’è sempre una eccezione e l’eccezione è l’amore. L’amore ha dato il via libera all’ex Ministro Francesco Boccia, neanche a farlo apposta Commissario politico regionale del PD, quello che nell’espletare il suo incarico ha consentito, nella formulazione delle candidature, una mattanza di personalità politiche locali, consegnando tutti i posti in lista sicuri a chicchessia, indicati da Letta e De Luca, desertificando la rappresentanza parlamentare salernitana e campana ora rappresentata solo da Piero De Luca.

Ebbene secondo il PD l’ex Ministro Boccia, per la deroga concessagli, poté innamorarsi e sposare l’ex Ministro del Centrodestra Nunzia De Girolamo, in quel caso non vi era nessun “imbarazzo”. E che dire di tutte le deroghe concesse ai leader politici nazionali che hanno eletto mogli, mariti, figli, fidanzate ecc?

Purtroppo il Partito Democratico ha perso i buoi ed è ora in cerca delle corna, ed è talmente arroggante che pensa di disporre anche delle vite delle persone che gli girano intorno e come nel caso di Vitolo arrivare al punto di costringere Nicola Vitolo a scegliere tra un posto di componente del direttivo sezionale e quello di un incarico professiobale. Si immagina con questo, che qualsiasi incarico, anche professionale che gestisce questo partito è subordinato all’appartenenza e alla ubbidienza. Forse il PD poteva cogliere l’occasione di mettere in imbarazzo l’Amministrazione comunale, sottolineando come questa per risolvere i suoi problemi, tecnici e perché no politici, debba di volta in volta ricorrere a personalità estranee al “giro” della Francese, che tra l’altro avendo nel corso del tempo rafforzato la sua natura civica può rivolgersi e scegliere chiunque ritiene possa essere utile.

Battipaglia, 29 novembre 2022

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