“Dopo di Noi”. Restituiti i fondi. L’Amministrazione chiarisce

“Repetita Iuvant”: L‘Amministrazione Conte risponde alla polemica sui fondi restituiti del “Dopo di Noi”; E “scarica” le responsabilità sulle “persone con disabilità che non hanno supporto familiare”

Comune di Eboli

POLITICAdeMENTE

EBOLI I progetti per il “Dopo di Noi” sono personalizzati e vanno presentati dalle persone con disabilità che non abbiano supporto familiare. – si legge in una nota stampa di Palazzo di Città – Tali soggetti possono avvalersi, per la presentazione dei progetti, del supporto degli enti del terzo settore. Non è dunque l’ente comunale, né il Piano di zona, a poterli formulare. Al Piano di zona, cui spetterà materialmente erogare i fondi, spetta l’istruttoria e il controllo delle domande.

Cosa è dunque accaduto nel corso degli ultimi anni? – prosegue la nota – Nel susseguirsi dei vari avvisi tra il 2017 e il 2020 le risorse assegnate ammontavano a circa 400mila euro. Al primo avviso pubblicato dal Piano di zona pubblicato nel 2018 sono stati approvati 8 progetti. 

La direzione regionale per le Politiche Sociali rigettò 1 istanza, ne sospese una seconda e qualche tempo dopo un terzo soggetto venne a mancare. Di conseguenza rimasero attivi 5 progetti. Per questi venne approvato lo schema di contratto per l’importo complessivo di 200mila euro.

Non appena la Regione Campania ha provveduto alla liquidazione della prima somma di euro 140mila in favore dell’ambito, – aggiunge ancora la nota comunale – ha chiarito che essa poteva essere liquidata ai beneficiari in qualità di acconto del 70% e che per la liquidazione finale di quanto stanziato in loro favore occorreva la rendicontazione delle spese. L’acconto è perciò stato liquidato il 30 gennaio 2020, poco dopo aver ricevuto materialmente le somme liquidate dalla regione. È stata quindi chiesta la rendicontazione ai beneficiari attraverso gli Ets curatori dei progetti, non potendo altrimenti né giustificare le somme già erogate né procedere alla liquidazione del saldo. I giustificativi delle spese – relativi solo alla parte di progetto già liquidata in acconto – sono pervenuti al Piano di zona solo nel mese di agosto 2023. I progetti, probabilmente a causa del periodo pandemico in cui ricadevano, sono stati attuati solo in parte. Senza la rendicontazione non è stato perciò possibile liquidare fino a poco tempo fa le somme restanti. Nel frattempo la Regione ha assegnato ulteriori risorse residue – cioè non utilizzate –  ed è stato pubblicato dal Pdz un nuovo avviso per la presentazione di ulteriori progetti “Dopo di Noi”. Si giunge così all’avviso del 9 ottobre 2019. Per tale avviso gli interessati hanno individuato per presentare le domande gli enti del terzo settore (Pro Handicap, DpiCampania, Coop. Sociale Anche noi). Le domande sono state presentate prive dei requisiti richiesti – mancava addirittura il piano finanziario. A quel punto il Piano di zona ha chiesto la necessaria integrazione delle domande non potendo, altrimenti, procedere all’istruttoria.

L’integrazione e i documenti richiesti, nonostante la disponibilità dell’ufficio a supportare gli Ets e gli utenti nelle fasi del procedimento, non sono mai pervenute.

Di qui la richiesta della Regione della restituzione dei fondi rimanenti. 

I fondi, comunque, potranno essere riassegnati a fronte di nuovi avvisi regionali che, come gli Ets ben sanno, sono periodici. Non sono dunque da ritenersi perduti. Tuttavia anche per i prossimi avvisi sarà necessario presentare progetti circostanziati, completi degli allegati richiesti e, successivamente, della necessaria rendicontazione delle spese ammissibili, precisamente elencate nel programma regionale “Dopo di Noi”.

Katia Cennamo

«È un peccato non aver potuto assegnare tutti i fondi del “Dopo di Noi” – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali Katia Cennamoma i requisiti richiesti dalla Regione per accogliere i progetti sono stringenti e perché vengano approvati e finanziati è necessario rispettarli. Per questo vengono richieste le integrazioni, proprio per dare la possibilità di migliorarli e renderli più aderenti al bando. Ma se le integrazioni richieste non giungono o non rispondono a quanto necessario, insomma se i progetti non risultano finanziabili, all’ente non restano alternative. Per la trance persa credo che molti problemi siano anche dovuti alla pandemia che rese difficile proseguire il cammino iniziato. Ma stiamo parlando di progetti, fondi e azioni politico amministrative che risalgono a qualche anno fa. Per quanto riguarda il mio assessorato guardiamo ai prossimi bandi che non mancheranno, con l’auspicio che la collaborazione col terzo Settore possa migliorare e superi le sterili polemiche del passato»

L’Amministrazione, dunque, – conclude la nota stampa di Palazzo di Città – ribadisce la propria contrarietà a becere strumentalizzazioni politiche su atti e fatti di cui gli stessi soggetti che hanno rilasciato dichiarazioni sono perfettamente a conoscenza.

Ed è qui che il “repetita iuvant” al quale si affida l’Amministrazione per scolpevoliezarsi, si trasforma in quel “cane che si morde la coda” immaginando non sia la sua. Fatto sta che olte quei 242mila euro restituiti vi sono anche altri 88mila euro dei progetti dei “Centri estivi” mai utilizzati e restituiti. Sarebbe interessante leggere le fantasiose attribuzioni di responsabilità.

Altro che strumentazioni “becere”, anche nel caso del “Dopo di Noi“, come negli altri, si evidenzia come per l’Amministrazione comunale, quando qualcosa non va bene: è sempre colpa degli altri; indicando per prima addirittura i soggetti interessati al “dopo di noi”, cioè le persone con disabilità che non hanno supporto familiare, colpevoli questi (sic) di non essersi attivati, ci si dica come avtrebvero potuto. Dopo si è passati alle possibili difficoltà causate dal periodo pandemico, e anche in questo caso bisognava facilitare le cose ed attivarsi al massimo, e dopo ancora agli enti del terzo settore (Pro Handicap, DpiCampania, Coop. Sociale Anche noi), attribuendo loro altre responsabilità che al contrario in quella famosa determina che restituisce i fondi al Ministero non vi è traccia se non, ma per altri motivi, ad altre circostanze, come si riporta qui di seguito.

Estratto dalla Determina di restituzione Fondi Dopo di Noi

E così emerge che non è stato dato seguito alla nota regionale. È forse questa circostanza che ha determinato gli slittamenti e le successive difficoltà di riagganciarsi alle incombenze progettuali e burocratiche? Confrontando le date, pare proprio di si. Resta comunque il dispiacere di aver negato attenzione a chi ne aveva ed ha bisogno e quello che il Comune o lo stesso Piano di Zona S3 ex S5 non si è attivato per evitare disagi.

Insomma secondo la narrazione della presente nota vi è un concorso di colpe, alle quali, ammesso ci siano state, il Piano di Zona S3 ex S5 ha risposto sottolineando la sua “terzietà” mostrandisi così un Ente freddamente burocratizzato, fino a lasciare senza alcun servizio persone abbisognevoli di cure e servizi di cui al Progetto “Dopo di Noi” sperando nessuno di questi muoia come nel caso succitato, eppure POLITICAdeMENTE nel suo articolo come dal link “https://www.massimo.delmese.net/204021/progetto-dopo-di-noi-il-comune-restituisce-i-fondi/” esplicava bene i concetti di fondo che ispiravano la Legge, l’uso dei fondi, i soggetti interessari e le modalità, ricordando vieppiú come in passato questo non è accaduto e non vi era nessun intento “becero” nell’evidenziare qualche mancanza, qualche responsabilità prima che queste ultime diventino colpe gravi e gravissime specie quando gli effetti negativi non toccano le persone bisognose. Val la pena però evidenziare che in questa storia la giovane Assessora Cennamo non ha responsabilità se non quella di trovarsi ora a guidare un settore delicato, settore mal guidato, specie se prevalentemente guidato da funzionari burocrati e da politici faziosi. 

Eboli, 14 febbraio 2024

1 commento su ““Dopo di Noi”. Restituiti i fondi. L’Amministrazione chiarisce”

  1. Ma dovrebbero essere loro a dare delle informazioni gli enti del terzo settore sono serventi e non sta loro neanche scrivere il piano sociale non vorremmo che ci troviamo un’altra volta nella sostanza un piano di zona convenzionale dove si deroga tutto alle cooperative altrimenti Che senso ha avuto fare il consorzio?
    Soldi pubblici per un esercizio privato dello stesso non ci sembra giusto o no?
    Quindi il dado è tratto: Si commissari il piano di zona.!

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