Battipaglia non era più la stessa. Allora piansi in quella Piazza . Oggi invece, quando ci passo alzo gli occhi verso quella finestra.
BATTIPALIA – Sono trascorsi 40 anni da quel fatidico 9 aprile del 1969. L’anniversario dei moti di Battipaglia. Ero un giovane studente del “Fabio Besta” e in quel giorno c’ero anche io. Scendemmo in piazza con la solita generosità dei giovani a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, che scioperarono contro la chiusura del Tabacchificio e dello Zuccherificio.
La chiusura di quelle Aziende, anche considerandone l’indotto, metteva in crisi l’intera città, tenuto conto che circa la metà della popolazione ne traeva la loro unica fonte di guadagno.
Lo Sciopero Generale fu l’unica conseguenza possibile e fu sentito e partecipato da tutta la città, anche da noi studenti, e molti di noi benché non fossimo di Battipaglia avvertimmo la necessità di partecipare in quanto riconoscevamo l’importanza per l’economia cittadina di quei due opifici.
Lo Sciopero Generale era sentito anche per un’altra ragione, era l’occasione per dare la solidarietà alle tabacchine che da ben una decina di giorni occupavano lo stabilimento di S. Lucia. Sulla Città aleggiava lo spettro di una crisi, che aveva già toccato con la chiusura alcune industrie di trasformazione conserviere e che si preannunciava drammatico per migliaia di lavoratori che inevitabilmente avrebbero perso il loro posto di lavoro.
L’occupazione dello stabilimento di S. Lucia, lo Sciopero Generale con la mobilitazione di tutta la Città, dagli operai, ai commercianti, agli studenti, furono una risposta straordinaria ma ben presto vi furono momenti di tensione e, come spesso accade, successivamente sfociarono in veri e propri moti. Battipaglia divenne un teatro di violenti scontri, si alzarono le barricate e si bloccarono tutte le vie di uscita e di accesso, si occupò la Stazione ferroviaria. La Polizia caricò, e quella che doveva essere una grande giornata di solidarietà verso chi voleva mantenere il proprio posto di lavoro si trasformò in una insurrezione popolare.
Il bilancio: due morti, centinaia di feriti, decine di automezzi bruciati (della Polizia e di privati) e danni incalcolabili. La polizia sparò e persero la vita Carmine Citro, studente diciannovenne colpito alla testa, e Teresa Ricciardi, una professoressa trentenne colpita al cuore da un proiettile mentre era affacciata insieme a suo fratello alla finestra.
In quel giorno, passato tristemente alla storia, la notizia si diffuse in fretta in tutti gli angoli della Città e la rabbia prese il posto della ragione fino a degenerare. Per avere ragione di una Città ferita e inferocita ci vollero, per le forze dell’ordine, all’incirca una ventina di ore.
Battipaglia non era più la stessa. Allora piansi in quella Piazza. Oggi invece, tutte le volte che ci passo alzo gli occhi verso quella finestra.
Nell’occasione presso il Salone del Comune di Battipaglia ci sarà un dibattito con la partecipazione: del Commissario Prefettizio di Battipaglia Alfonso Noce; la Storica della Fondazione “Di Vittorio”, Gloria Chianese; Carlo Ghezzi, Presidente della Fondazione “Di Vittorio”; Mario Vignola, Senatore della Repubblica; Giuseppe Cacciatore, Docente universitario; Franco Tavella, Segretario generale CGIL Salerno; Michele Gravano, Segretario generale CGIL Campania. Concluderà Stefania Crogi, Segretario generale FLAI CGIL NAZIONALE. Nel corso del dibattito saranno ascoltate le testimonianze di Silvana e Liliana Citro, sorelle del giovane Carmine e sarà proiettato un filmato dell’epoca.
L’iniziativa si inserisce in un percorso più articolato che continuerà fino a maggio quando, a Salerno, si svolgerà un convegno con importanti ospiti del mondo della cultura, della politica, del giornalismo, del sindacato.