Acerra: le prescrizioni rinviate

Rimandata l’applicazione delle prescrizioni sulla: radioattività, del rilevamento dei fumi ai camini, determinazione delle emissioni di mercurio, prelievo dei microinquinanti organici.

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Acerra : le prescrizioni rinviate

di Erasmo Venosi

Un esempio di cose da evitare per risolvere i problemi ambientali del territorio, evitando il reiterarsi di episodi come quelli di Terzigno oggi, e Scanzano, Valle di Susa ieri, è rappresentata dalla vicenda dell’inceneritore di Acerra.

Le autorizzazioni dell’impianto sono la Valutazione d’impatto ambientale (VIA, direttive 335/86 11/97 e dlgs 152/2006) e l’autorizzazione integrata ambientale (Aia, direttive 61/96, 1/2008 e dlgs 59/2005). La Via dovrebbe consentire l’inserimento dell’opera in un territorio, al fine di prevenire impatti non accettabili.

L’Aia valuta il processo industriale e l’uso delle migliori tecniche disponibili, dell’ubicazione geografica e delle condizioni locali dell’ambiente, fissando i valori limite di emissione. Le prescrizioni rappresentano gli strumenti che Via e Aia “usano” per raggiungere gli scopi di “compatibilità ambientale” (VIA) e “minimizzazione integrata degli impatti durante la produzione” (AIA).

Integrata perché opera sulle emissioni in atmosfera, acqua e suolo e tiene conto delle condizioni locali dell’ambiente. Dal verbale di collaudo dell’inceneritore di Acerra emergono mancate attuazioni delle prescrizioni. L’adempimento alle prescrizioni comporta per la Pubblica amministrazione l’obbligo dell’intervento sul “soggetto inadempiente”. Impone l’adeguamento dell’opera o intervento, stabilendo i “termini e le modalità” (Testo unico ambientale).

Va inoltre osservato che il parere di Via è del 2005, e che l’Aia sembra non essere stata la conseguenza di un’istruttoria della Commissione Aia e con decreto del ministero dell’Ambiente, ma l’esito del provvedimento del Vicario del Sottosegretariato di Stato per l’emergenza rifiuti in Campania, recante “Contenuti e modalità dell’autorizzazione integrata ambientale”.

Eppure le norme sull’Aia risalgono al 2005 e specificamente per il settore dei rifiuti, i contenuti dei documenti di Bref (BAT Reference document) editi da Centro Siviglia dell’UE e con le quali il ministero dell’Ambiente ha redatto le Linee Guida emanate 3 anni fa. Eppure nella definizione dei limiti di emissione le norme Aia obbligano a tener conto del Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria elaborato dalla Regione nel 2005.

Appare mancante l’assolvimento dell’art. 7 comma 7 del Dlgs 59/2005 che recita: “L’autorizzazione integrata ambientale contiene le misure relative alle condizioni diverse da quelle di normale esercizio, specie per le fasi di avvio e di arresto dell’impianto, per le emissioni fuggitive, per i malfunzionamenti, e per l’arresto definitivo dell’impianto”. Rimandata l’applicazione delle prescrizioni sul rilevamento della radioattività, l’installazione di un secondo strumento per il monitoraggio dei fumi ai camini, la determinazione in continuo dell’emissione di mercurio, l’installazione di una modalità di prelievo in continuo dei microinquinanti organici. Infine alla tipologia di rifiuti da utilizzare (prescrizione Via) sono stati aggiunti quelli con codificazione europea “19” e “20” : le frazioni organiche stabilizzate (Fos) e i “rifiuti urbani non differenziati” e “rifiuti urbani non specificati altrimenti”.

Erasmo Venosi
dal quotidiano Terra del 26 ottobre 2010

1 commento su “Acerra: le prescrizioni rinviate”

  1. Tempo fa ho parlato con un tecnico della gasificazione il quale ha sostenuto che i gasificatori, oltre a produrre byogas dai rifiunti, senza che questi abbiano bisogno di essere trattati, non emettono sostanze nocive – socrattutto Co2 – e che le ceneri residue diventato ottima materia prima per un loro reimpiego nell’edilizia o in altri settori.
    Mi piacerebbe aprire un dibattito pubblico attraverso il Vostro blog su questo argomento. Anche perché, dopo la devastazione di Pontecagnano, tra poco si comincerà a parlare di nuovo della mega discarica di Serre e di un impianto ci compostaggio nel Comune di Eboli.
    P.S.: I sette milioni di ecoballe sono ancora lì, al loro posto, e la Campania è la Regione più inquinata del Mondo.
    Buon Lavoro.

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