“Ritratti di città” di De Seta, il fuori programma di “Primavera Einaudi”

Giovedì 12 aprile, ore 17,30, Fondazione Menna Salerno, presentazione del libro “Ritratti di Città” di Cesare de Seta.

L’incontro, un fuori programma a “Primavera Einaudi 2012” sarà coordinato dal Presidente del Centro Europeo Beni Culturali, Sen.  Andria, con l’autore interverranno il Presid. della Fondazione,  Trimarco e la Prof.ssa Lenza.

SALERNO – Eccezionale fuori programma a “Primavera Einaudi 2012”. La rassegna letteraria, organizzata dal Comune di Salerno – Assessorato alla Cultura, dal Punto Einaudi di Salerno e dall’Associazione culturale “Koinè” per i cento anni dalla nascita di Giulio Einaudi, giovedì 12 aprile, alle ore 17.30, presso la Sala Conferenze della Fondazione Filiberto Menna (sita in via Lungomare Trieste, n. 13 – Salerno), ospiterà lo storico dell’architettura, dell’arte e scrittore Cesare de Seta, che presenterà il libro “Ritratti di città”.

All’“incontro speciale” con l’autore prenderanno parte il Presidente della Fondazione e Docente di Storia della Critica d’Arte all’Università degli Studi di Salerno, Prof. Angelo Trimarco, e la Preside della Facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli e Docente di Storia della Critica e della Letteratura Architettonica, Cettina Lenza. L’incontro sarà coordinato dal Presidente del Centro Europeo per i Beni Culturali, Sen. Alfonso Andria.

Impegnato da oltre 40 anni sulle questioni dell’iconografia urbana, sulla nascita e diffusione del ritratto di città, con il suo lavoro editoriale de Seta vuole narrare in maniera articolata ed ariosa un itinerario che ha costruito a partire dal 1969, anno in cui ha pubblicato la “Cartografia della città di Napoli”. «La rappresentazione della città – afferma l’autore ha retto ad ogni sovvertimento di potere, ad ogni evento della storia: basti solo pensare quanti sono stati coloro che hanno governato e dominato le città di cui si è parlato».

«Liberi comuni, città-Stato, papi, re, imperatori, principi – continua Cesare de Seta si sono succeduti vorticosamente al governo delle città, ma il “ritratto di città” è rimasto uguale solo alla logica che l’ha prodotto, come se esso possedesse una forza ed una capacità di persuasione che nessun potere ha mostrato con tanta determinazione sul filo di molti secoli. In molte incisioni sono stati, di volta in volta, abrasi e sostituiti i nomi dei committenti o di coloro ai quali il “ritratto” era dedicato, damnatio memoriae assai più rara in affreschi o dipinti: sintomo evidente del trascorrere impetuoso della storia e degli uomini che la fanno. Ma l’immagine è rimasta fedele solo a se stessa e si è trasformata, quando si è trasformata, assecondando solo la propria intima ed incoercibile ragione che l’ha prodotta. E questa sua straordinaria resistenza a qualunque potere della storia ha qualcosa di magico ed affascinante».

Il ritratto di città è la forma più alta di celebrazione del potere urbano, sia esso quello di un re, di un papa, di un principe o di un mecenate, e nasce nel Rinascimento con l’invenzione rivoluzionaria della prospettiva. I primi ritratti di città sono databili all’ultimo trentennio del Quattrocento e la loro manifesta intenzione è quella di mettere in scena la bellezza, la prosperità e la grandezza di capitali dell’Occidente come Firenze, Roma e Napoli.

L’interesse per queste immagini si propaga a macchia d’olio in tutta l’Europa e non c’è città, sia essa capitale o dominante, che non ambisca a un manifesto ideologico e politico, che in molti casi ha intrinseche qualità d’arte. Questo studio ricostruisce la mappa dei ritratti dal Rinascimento al secolo dei Lumi, sia in senso geografico che tecnico ed artistico. Con l’invenzione della stampa il genere conosce un’eccezionale fortuna da cui nascono i primi Atlanti di città, dal Münster ai Merian, a Braun e Hogenberg: sillogi con intenzioni universalistiche che hanno lo scopo di far conoscere città di ogni paese. Sovrani e principi si appassionano a questo soggetto e commissionano affreschi per adornare i loro palazzi.

Lentamente il baricentro della produzione iconografica si sposta dall’Italia alla Svizzera, alla Germania e all’Olanda, e poi in Francia, Spagna e Inghilterra. Il 600 vede il trionfo di questo genere con ritratti incisi e dipinti di città sempre più precisi e ampi. Pittori come El Greco, Didier Barra e Jan Bruegel scendono in campo con tele affascinanti. Con l’evoluzione scientifica della topografia si giungerà, infine, a realizzare grandi piante di città che hanno una funzione non solo celebrativa, ma anche amministrativa, fiscale e politica per il controllo delle masse urbane. Il lento divorzio tra arte e scienza diviene così definitivo.

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Cesare De Seta

Cesare De Seta

Ordinario di Storia dell’Architettura all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea, Cesare de Seta ha insegnato a vario titolo ed in diversi periodi della sua attività al Courtauld Institut of Art di Londra, al Politecnico di Zurigo, alla Columbia University di New York. Nel 1980 fu nominato Directeur d’études presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales a Parigi, dove insegna periodicamente. Dirige il progetto “Atlas de la ville européenne, Maison des sciences de l’homme” a Parigi. Nel 1994 è stato nominato Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. È, inoltre, critico d’arte del quotidiano “La Repubblica” e del settimanale “L’Espresso” e scrive per la maggiori riviste, italiane e non, di storia dell’arte.

I suoi interessi sono rivolti prevalentemente alle arti tra Settecento e Novecento, alla storia urbana ed alla storia del paesaggio. Tra i numerosi volumi, tradotti in diverse lingue, si segnalano tra gli altri: “L’Italia del Grand Tour. Da Montaigne a Goethe” (Electa 1998), “Hackert” (Electa 2005), “Il secolo della borghesia” (Utet 2006), “Le lettere e le arti” (Aragno 2006), “Viale Belle Arti” (Bompiani 2006), “Roma. Cinque secoli di vedute” (Electa 2006), “Bella Italia. Patrimonio e paesaggio tra mali e rimedi” (Electa 2007), “Perché insegnare la storia dell’arte” (Donzelli 2008), “Vedutisti e viaggiatori in Italia tra Settecento e Ottocento” (Bollati Boringhieri 2010), “La città europea” (Il Saggiatore 2010), “Il fascino dell’Italia nell’età moderna” (Raffaello Cortina 2011) e “Ritratti di città” (Einaudi 2011).

Dirige per Laterza la collana “Le città nella storia d’Italia” e ha curato per la Storia d’Italia Einaudi i volumi “Il Paesaggio” e “Insediamenti e territorio”. Ha, inoltre, curato prestigiose mostre in Italia ed all’estero. Tra queste si ricordano: “Grand Tour. The Lure of Italy”, Tate Gallery, Londra – Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1997-98; “Hackert”, Reggia di Caserta, 2007; “España en el Mediterráneo. La construcción del espacio”, Biblioteca Nacional, Madrid, 2006-07.

Per info e contatti:
Associazione Koinè, C.so Mazzini 22 – 84013 Cava de’ Tirreni (Sa); e-mail: segreteria@koine.us; web: www.koine.us

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Salerno, 7 aprile 2012

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