Via libera dal Governo all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

Letta: il Parlamento approvi il ddl in tempi rapidi o si rischia la credibilità.

Il finanziamento pubblico ai partiti sarà abolito graduale, spalmato nell’arco di tre anni e sarà ridotto al 60% il primo anno, al 50% il secondo anno e al 40% al terzo anno, per poi essere abolito del tutto.

Palazzo Montecitorio
Palazzo Montecitorio

ROMA – Via libera del Consiglio dei ministri all’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. A dare l’annuncio dell’approvazione del ddl è il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che in un tweet ha spiegato che con la nuova legge sul finanziamento ai partiti è abrogato il finanziamento pubblico e si passa “all’incentivazione fiscale dei contributi dei cittadini“.

Se il ddl verrà approvato senza modifiche dal Parlamento, l’abolizione del finanziamento sarà graduale, entrerà a regime totale tra tre anni, nel 2017, quando terminerà l’erogazione del rimborso già previsto per le elezioni di quest’anno. Il disegno di legge sull’abolizione dei finanziamenti ai partiti “sarà approvato in poco tempo“, ha affermato il premier, Enrico Letta.

“Il Cdm oggi ha approvato la fine del finanziamento pubblico ai partiti. E’ un passo importante, abbiamo mantenuto questa promessa. Passiamo oggi al sistema dei contributi volontari con incentivazione fiscale. Questo sistema avrà bisogno del tempo prima di mettersi in azione”, ha aggiunto.

Letta: il Parlamento approvi il ddl in tempi rapidi o si rischia la credibilità
“L’abolizione dei finanziamenti è contenuta nel disegno di legge, questo è un risultato importante. Confido nel fatto che il Parlamento l’approvi rapidamente”, ha detto il presidente del Consiglio. Questo disegno di legge serve per ridare “credibilità” alla politica, ha osservato.

Enrico-Letta
Enrico-Letta

“Sono sicuro e convinto che tutte le forze politiche siano impegnate” all’approvazione del disegno di legge, ha detto Letta sottolineando “la coesione politica della maggioranza” che, ha concluso Letta,è stata importante su questo tema. Voglio ringraziare i partiti perchè è un passo che i cittadini aspettavano”.

Il premier: “Maggioranza compatta”
“L’approvazione ‘salvo intese’ è legato a un controllo che deve fare la Ragioneria generale dello Stato, ma i nodi politici erano già stati sciolti la scorsa settimana. La coesione politica della maggioranza su questo è stata molto importante”, ha detto il premier Enrico Letta, rispondendo a una domanda sul ddl di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. “E’ un passo che i cittadini italiani aspettavano e sono convinto che i cittadini non aspetteranno troppo tempo che le Camere approvino questa legge”.

Riduzione a tappe
Il primo anno la riduzione dei rimborsi sarà al 60% e proseguirà in modo graduale scendendo al 50% il secondo anno e al 40% al terzo. Il ddl fissa una serie di regole di trasparenza, di democrazia interna e la presenza di uno statuto, ma anche di bilanci certificati, come condizioni per usufruire delle agevolazioni e degli incentivi fiscali.

Diversamente da proposte di legge circolate nei giorni scorsi, come la Finocchiaro-Zanda, si tratta di condizioni non per presentarsi alle elezioni ma solo per usufruire di donazioni dei cittadini e servizi da parte dello Stato.

La contribuzione dei cittadini, fissata al 2 per mille, partirà quindi solo dal 2016. Fonti ministeriali spiegano anche che il finanziamento pubblico sarà sostituito da tre fonti di aiuto: detrazioni, libera scelta dei cittadini con il 2 per mille e servizi, come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi.

Lo stop ai finanziamenti non piace a tutti
“Ci dovrà essere per forza di cose un periodo transitorio, perchè esattamente legato alla transitorietà con cui arriveranno i finanziamenti dei privati”, ha detto il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, al termine del Consiglio dei ministri.

Il ddl, ha aggiunto Maurizio Lupi, è l’“attuazione dei principi che avevamo approvato in Consiglio dei ministri, una completa e assoluta rivisitazione del finanziamento dei partiti, dove non ci sarà più il finanziamento pubblico ma il contributo da parte dei privati con agevolazioni fiscali”.

Lo stop ai finanziamenti non piace a tutti: “Il governo sbaglia perchè non ha una linea è una risposta alla demagogia, al qualunquismo e al populismo. Non affronta i nodi veri della vita politica di un paese avanzato”, dice lo storico tesoriere dei Ds e oggi parlamentare del Pd, Ugo Sposetti.

 “C’è una riserva su tutto”. Nunzia De Girolamo  risponde così a chi le chiede una previsione sull’anno fiscale di entrata in vigore del ddl sul finanziamento dei partiti. “Non è stato fissato. C’è una discussione in atto  c’è una riserva”, ha ribadito il ministro sottolineando che “sarà il parlamento a decidere”.

“In attesa di conoscere il testo del Consiglio dei ministri sul finanziamento dei partiti non posso fare a meno di confermare quello che ho già detto – aggiunge – Fabrizio Cicchitto del Pdl – si passa da un estremo all’altro. Da un eccesso di finanziamento pubblico alla sua sostanziale abolizione che a mio avviso avrà solo effetti negativi”.

Contrario anche Altero Matteoli, secondo cui l’abolizione del finanziamento “è un errore che potrà avere serie ripercussioni sulla qualità della nostra democrazia e spero che il Parlamento possa correggerlo evitando di cedere alla demagogia e al clima attuale”.

Roma, 1 giugno 2013

5 commenti su “Via libera dal Governo all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti”

  1. Visto che manca un pezzo di informazione, che come al solito guarda caso è proprio quella che riguarda la posizione del MoVimento Cinque Stelle, mi prendo la libertà di aggiungerla io, per dare completezza all’informazione:
    L’abolizione che non c’è #leggetruffa

    Dopo la propaganda elettorale di Letta che con un tweet annunciava di aver eliminato il finanziamento pubblico, oggi scopriamo la verità: per quest’anno non si toccano. Ma dovrebbe avvenire nel 2017 “quando terminerà l’erogazione del rimborso già previsto per le elezioni di quest’anno”. I partiti saranno “aiutati” con servizi come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi. Quindi i partiti dal 2017 non gestiranno più soldi? Illusi: “ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito (IRE) a favore di un partito” e “i fondi non espressamente attribuiti dai privati attraverso l’opzione del due per mille, saranno distribuiti ai partiti proporzionalmente alle somme stanziate in via esplicita”. L’importo totale a disposizione dei partiti potrebbe addirittura aumentare. Il finanziamento esce da una parte e entra dall’altra. I soldi dei cittadini continueranno ad arrivare e i partiti a mangiare. Il M5S ha mantenuto fede alle promesse elettorali e ha rinunciato completamente ai 42 milioni di soldi pubblici che gli sarebbero spettati. I partiti non sono riusciti a fare altrettanto. “Questa è una “legge-truffa”, una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti.”

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  2. Non era meglio dire nella legge che il rimborso spettava dietro presentazione di documenti giustificativi, leggasi fatture, e il non speso ritornava all’ Erario?
    Contrariamente a quello che cercano di farci credere, non c’è alcuna abolizione del finanziamento pubblico ai Partiti,per la cronaca l’abolizione del finanziamento pubblico ai Partiti è stato sancito con un referendum popolare.
    Capisco che un finanziamento, in cifra ragionevole sia necessario, ma se, avendo cambiato il modo del finanziamento pubblico, si dice che l’hanno eliminato CI SI INALBERA perchè insultano l’intelligenza dei cittadini.
    Capisco che un finanziamento, in cifra ragionevole sia necessario, ma se, avendo cambiato il modo del finanziamento pubblico, si dice che l’hanno eliminato mi incavolo perchè insultano l’intelligenza dei cittadini.
    i Partiti, oltre a continuare ad accaparrarsi il finanziamento pubblico, stanno aumentando, i contributi a fondo perduto per i gruppi parlamentari di Camera e Senato e per i singoli deputati e senatori.
    se la parola tornasse agli elettori, l’80 per cento e forse più degli attuali ‘inquilini’ di Montecitorio e Palazzo Madama non verrebbero più eletti.
    p.s. La maggior parte delle cose proposte dal M5S sono anche proposte dal sindaco di Firenze Renzi, e a mio avviso la credibilità e la serietà di Renzi sono di gran lunga superiori a quella di Grillo

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  3. Inoltre Sergio Rizzo, che non è notoriamente un “grillino”, scrive un ficcante articolo sul Corsera (quotidiano notoriamente non sulle posizione del M5s) che è molto interessante leggere.
    Anticipo solo una frase, “Dare 20 mila euro in beneficenza consente di detrarre al massimo 542 euro; a un partito 6.500”.
    Ecco l’articolo:
    http://www.corriere.it/politica/13_giugno_01/finanziamenti-politica-vantaggi-errori_85e9856c-ca81-11e2-ac00-d808e70c9e2d.shtml

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  4. Ogni cittadino riporterà per iscritto la sua volontà di devolvere il 2 per mille ad un partito in occasione della presentazione del 730. Vi risulta che in questo modo oltre che averci censito per la nostra fede religiosa o laica (8 per mille) ora saremo censiti anche per la nostra fede politica? Poi chi ci dice che quel denaro veramente andrà ai partiti e non faranno in percentuale come per l’8 per mille? Ed ancora se un imprenditore ha intenzione di devolvere denaro ad un partito (col rischio di farsi nemici quando il vento cambia) e poi può detrarlo dalle imposte, la detrazione altro non è che tributi pagati in meno allo Stato. E questo, secondo voi, non è un modo per camuffare ancora una volta il finanziamento ai partiti visto che è comunque lo Stato a pagare?

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  5. Abolizione del finanziamento pubblico for dummies

    Capitan Findus Letta ha detto: “Il finanziamento pubblico ai partiti è un tema su cui si deciderà. A chi non piace la proposta presentata ieri, ne faccia altre”. Quanto presentato dal governo non ha abolito nulla nè ha intaccato il portafoglio dei partiti, nonostante stamattina i giornaloni affermassero il contrario. E’ una giravolta semantica, come quella dei “rimborsi elettorali” dopo il referendum del 1993. Il MoVimento 5 Stelle ha già depositato un disegno di legge il cui concetto è semplice e lo scandisco in tre parole comprensibili anche per gli stoccafissi: ABOLIZIONE – FINANZIAMENTO – PUBBLICO. Che vuol dire: i partiti non devono gestire soldi pubblici. Le attività si possono finanziare con micro donazioni private, come ha dimostrato il M5S. Il 31 luglio, mentre finiranno I fondi per la cassa integrazione, i partiti si spartiranno milioni di euro di finanziamenti pubblici pagati dai cittadini. Solo il M5S ha mantenuto fede alla promesse elettorali e ha già rifiutato i 42 milioni che gli sarebbero spettati. Pdl e pdmenoelle dovrebbero fare altrettanto anzichè propinare agli italiani l’ennesima legge truffa.

    Quanto a Renzi, stendiamo un velo pietoso. Un sindaco eletto per fare il sindaco, pagato per fare il sindaco, passa il suo tempo a girare per l’Italia scimmiottando il camper, incontrando i vari Berlusconi, Briatore, creando un abisso di incoerenza tra le cose che dice che si dovrebbero fare e quelle che lui fa in prima persona. Per la politica italiana la coerenza è sempre un optional, che imita la battuta dei preti. Mai una volta che si vedesse un politico che prova ad applicare su sè stesso e sui suoi comportamenti privati e pubblici quanto va dichiarando in giro per il globo terracqueo. Ma noi italiani siamo fatti così, ci beiamo delle belle parole, e quanto più dorate sono le note che risuonano alle nostre orecchie, tanto più siamo gasati e contenti. Occhi per vedere, invece, completamente spenti, ammalati di una cataratta incipiente che ci impedisce di vedere oltre pochi centimetri dal nostro naso.

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