Omicidio Kennedy: Da Eboli nuove e sconcertanti rivelazioni di un marines

Ufficiale americano rivela i motivi che spinsero gli Usa ad uccidere John Fitzgerald Kennedy il35° presidente degli Stati Uniti d’America.

Intervista choc sul mondo degli affari lungo l’asse Italia-Usa che passa anche per Eboli e le rivelazioni sull’operazione “Mantide Bianca”. Tante domande, poche risposte. Dodici cartelle scritte, solo una accettata e pubblicata. Ecco il contenuto rivisto e riletto.

John-Fitzgerald-Kennedy-35th-president-
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di Gerardo Sorgente
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Pubblichiamo il seguente articolo di Gerardo Sorgente, sebbene il contenuto oltre che essere delicato e pericoloso per i suoi contenuti, stravolge e riscrive la storia di uno dei più efferati delitti che ha sconvolto il mondo intero e sicuramente hanno inciso in maniera determinante sui destini del mondo, quello di John Fitzgerald Kennedy, il 35° Presidente degli Stati Uniti d’America.

gerardo sorgente
gerardo sorgente

In che modo? Sapremo mai le politiche internazionali come si sarebbero svolte se non vi fosse stato l’omicidio di quell’uomo che sembrava aver aperto una porta nuova nel dialogo tra i popoli e tra i potenti? Le rivelazioni che l’Ufficiale americano di passaggio per Eboli che ha affidato a Sorgente i suoi segreti, rispondono realmente a quei disegni o sono il frutto della fervida fantasia di un militare americano? Questo Albert è un personaggio reale o anche questo è il frutto di una Spy story degna di un romanzo di successo che racconta intrighi internazionali, affari ciclopici, nuovi assetti politici, guerre sotterrane, conflitti planetari e supremazie di lobbye sui singoli Stati?

Non lo sappiamo, ma per la delicatezza dell’argomento ci fa anche piacere si possa catalogare questa intervista nel mondo della fantasia, mettendoci a riparo da possibili reazioni o azioni. Del resto in un Paese come l’Italia, che non riesce mai a chiudere le indagini che nella sua giovane democrazia hanno coinvolto uomini, istituzioni e destini politici, accogliere questi scorci di verità, che tra l’altro passano proprio per questa Italia e in una piccola cittadina come Eboli rende la storia quano più inverosimile che mai anche se sappiamo con tutte le certezze che la realtà supera di gran lunga la fantasia.

Intanto, buona lettura.

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Intervista all’Ufficiale americano Albert

Tra Eboli e dintorni vive l’uomo che sparò uno dei colpi al 35° presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. Tre spari udirono i presenti tirati in rapida successione quel 22 novembre di 50 anni fa. Da allora il destino del mondo è cambiato, il destino degli americani è cambiato. In meno di sei secondi fu eseguito in modo perfetto un piano ordito nelle spaziose stanze del potere della nazione più potente  del mondo, gli USA. Tre colpi sputati da un Carcano made in Italy misero fine all’esistenza terrena di un uomo che con il suo carisma e fascino riuscì a stregare tutti,  e che con le sue idee stava per indirizzare i passi del colosso americano su binari e frontiere del tutto nuove per quel periodo, ovviamente le logge massoniche ciò non lo permisero e oggi come ieri sarebbero disposte a inscenare teatrino dai contorni foschi solo per proteggere i loro capitali.

lee-harvey-oswald
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Il copione ufficiale recita che a sparare fu Lee Harvey Oswald, un ex marine con le rotelle fuse, amante del comunismo e delle armi a cui fu concesso di andare in Russia (ex URSS) e tornare negli USA  nel periodo della Guerra fredda. Il giorno dell’uccisione di JFK è stato considerato dagli analisti come “il salto nel vuoto della democrazia USA”, quel giorno gli incappucciati fondatori del complotto, decisero che la corsa al potere non doveva subire nessuna battuta d’arresto e che davanti al dio denaro nessuno, nemmeno il presidente degli Stati Uniti di America poteva permettersi di dissentire.

Ieri come oggi la morte di gente innocente viene letta come un male necessario al bene della causa comune, ignota al resto del mondo, ovviamente. Criminalità, massoneria e servizi segreti strinsero un patto col diavolo, quest’ultimo rappresentato da una parte della politica italiana che dall’altra parte dell’ oceano dettò i ritmi dell’operazione.

L’uomo che partecipò al complotto contro JFK, scoperto e smascherato ha deciso di rilasciarmi un’intervista che potrebbe far luce sul mistero più affascinante di tutti i tempi. Una identità scoperta senza l’appoggio di nessun Servizio, un incontro casuale avvenuto mentre si giocava un classico biglietto del lotto. Ciò ha incuriosito sono stati i numeri tutti riconducibili ad eventi significativi dell’assassinio di Kennedy

john-kennedy-assassinio
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Ciò ha incuriosito sono stati i numeri tutti riconducibili ad eventi significativi dell’assassinio di Kennedy. Dal numero di matricola sul bossolo alla marca del fucile che uccise il presidente, un Carcano modello 91 di fabbricazione italiana. Cogliendo a volo l’attimo di ilarità dell’ex ufficiale è partita l’idea di seguirlo e di osservarlo da lontano, con discrezione, arrivando finanche ad utilizzare un travestimento.

Consapevole di un eventuale incontro spiacevole con il bureau statunitense e della sua forte presenza sul territorio della piana del Sele per via dei vari obiettivi sensibili (sconosciuti alla popolazione ma non ai Servizi di intelligence). Sette mesi fa ho intervistato Albert (nome in codice)  che di anni ne ha 78 (in pratica coetaneo di Oswald) alto un metro e novanta robusto al punto da far paura nonostante l’età. Fisico atletico e muscoloso, con i suoi occhi azzurri, per mesi ha trascorso ore a passeggiare in piazza della Repubblica e a visitare alcune chiese e non per fede. I suoi occhi se potessero infrangere quel giuramento  potrebbero  raccontare storie e azioni di guerra. Alberto vive al centro, fa corsa e pugilato tutti i giorni.

Una volta smascherata la sua identità, mi ha concesso un breve incontro con la promessa di un addio come poi è stato. L’appuntamento è in un in bar di Salerno, al riparo da telecamere di videosorveglianza. Seduto con le sue mani potenti sfiorava le pagine nuove di un libro di letteratura in lingua inglese. Dopo i convenevoli, minimi e costretti, sono partito subito con le mie domande. Da subito il mio pensiero è stato “hai davanti un ufficiale in congedo dei servizi americani”. Prima di iniziare mi ha vincolato ad una promessa che io fedelmente ho rispettato ovvero di divulgare la seguente intervista dopo il 15 febbraio del 2014 ovvero esattamente sei mesi dopo il nostro incontro.

Quella che leggerete vi spingerà a pensare molto probabilmente  è sicuramente una bufala, una cosa campata in aria frutto dell’immaginazione o di un colpo di sole;  ma quello che tu penserai a me poco importa. Poco importa se tu ci creda o meno. Leggila e poi dimenticala. Un giorno forse non tanto lontano si risolverà uno dei misteri più intriganti della storia. Il tutto è avvenuto in modo confidenziale dunque non aspettatevi grandi cose e se siete intelligenti i motivi li potete anche immaginare. Arrivando al nocciolo riporto fedelmente le parti più leggere, le altre verranno divulgate nei prossimi mesi. ………Forse.

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Sig. Albert, che grado ricopriva il giorno in cui JFK fu ucciso?

Il mio grado era Maggiore, ed ero a capo di un reparto speciale, che essendo ancora operativo non può essere nominato. La mia squadra era composta da ben dieci persone. Uomini scelti e ben addestrati a difendere il proprio paese oltre ogni situazione e contro ogni aggressione armata. Avevamo il compito di eliminare tutti coloro che erano di ostacolo alla crescita degli USA. Premetto che l’eliminazione di un bersaglio rappresentava solo la fase finale e forse anche la più semplice del nostro lavoro. Quando questa squadra riceve un incarico la parola fallimento sparisce come le nostre identità. Un obiettivo diventa vitale e noi la questione Kennedy l’abbiamo risolta con questo tipo di mentalità. Da subito ti dico che anche se sono in pensione nelle mie parole inserisco ancora termini in codice in modo che se la mia nazione dovesse avere bisogno di me attraverso l’NSA sanno dove trovarmi. Ora con i social è molto più semplice, una volta fittavamo lo spazio del necrologio del giornale nazionale più letto, in questo modo ci assicuravamo di comunicare la nostra posizione in modo preciso e sicuro. Non potevamo utilizzare il telefono allora e non lo facciamo nemmeno adesso. Sembra assurdo quello che sto per dirti ma da una pagina di giornale potevamo comunicare tra noi membri della squadra senza sbagliarci di un millimetro.

Albert-
Albert-

Come mai ha scelto  la città di Eboli?

Anche se in buona forma fisica, purtroppo ho una brutta malattia che debilita il mio corpo, siccome penso di stare all’ultimo girone della mia esistenza posso tranquillamente affermare che in zona avete un posto coperto dal massimo segreto militare in cui una speciale agenzia americana, in sinergia con il vostro Stato hanno creato uno speciale laboratorio dove sono in grado di fare di tutto  come il fare viaggiare, un umano, avanti e dietro nel tempo. Voi italiani siete specialisti su certe cose, vi frega solo la poca lealtà alla vostra nazione e alla bandiera. Gli ultimi anni della mia carriera li ho trascorsi a difendere questa macchina che Io stesso ho avuto modo di sperimentare.

In che senso?

La creazione di questa macchina è avvenuta circa quaranta anni fa e ne ebbi la possibilità di sperimentarne la potenza come premio per aver portato a termine con successo la missione con nome in codice “Mantide bianca”, quella appunto studiata per uccidere il presidente Kennedy. Mia madre era morta di infarto, ma solo a fine missione venni avvisato di della perdita. Noi militari specializzati abbiamo un rapporto strano con la morte, è fedele compagna di viaggio, ma evitiamo di stringerle la mano. Siccome la missione era andata bene, a Washington mi proposero un qualcosa che al momento mi sembrò assurdo: rivedere e parlare con mia madre defunta ero il top della forza USA e non potevano permettersi di perdermi e dunque pensarono bene di farmi quel regalo. Sulle prime rimasi interdetto e volevo quasi tirare un pugno sul muso all’ufficiale superiore che me lo propose. Pensai al classico farmaco che una volta iniettato dara allucinazioni e cose simili, poi scoprii che non era cosi. In silenzio chinai il capo, in segno di accettazione. Mi bendarono e ammanettarono  rividi la luce artificiale tre ore dopo ed era quella di un laboratorio, che allora era super segreto, oggi invece saprei arrivarci anche in bicicletta. Ovviamente non è visibile, bisogna sapere dove guardare e conoscere il sentiero. Attorno a me vi erano due ragazzi che avrei potuto stendere in meno di un minuto per quanto erano sottili. Uno di loro, capelli corti e occhi verdi mi prese delicatamente sotto braccio e mi spiegò cosa stavo per vivere era un ingegnere nucleare di stanza in Campania. L’altro uno psichiatra. Tutti e due messi insieme  forse non arrivavano a 50 anni. Perfettamente cosciente mi misero in posizione per entrate in una macchina a forma piramidale, passai attraverso una specie di tunnel che emanava una forte luce bianca, prima di lasciarmi andare completamente  l’altro ragazzo, un tenente,  mi passò un calendario tascabile e un giornale in cui era indicata la data di partenza, nel darmelo mi fornì anche precise indicazioni:  “quando sarai nel periodo che tu vorrai, tirarlo fuori, cosi eviterai di impazzire”. Mi congedai, pensai al mese e all’anno in cui volevo essere e mi incamminai; piano piano il calore e l’odore di zolfo diventavano sempre più forte. Ad un tratto mi venne da chiudere gli occhi, e nel frattempo pensavo a quello che volevo e dove volevo trovarmi una volta oltrepassato il tunnel. Il mio colonnello mi disse che si trattava solo di un esperimento, null’altro nessuna indicazione in merito, nessun approfondimento. Dopo pochi istanti mi trovai di fronte mia madre che era in perfetto stato di salute. L’abbracciai e ci parlai, dopo un poco  svenni e mi risvegliai nel letto del mio alloggio in perfetta forma fisica.

Come trascorre il suo tempo oggi che è in pensione?

Adesso sono un colonnello del Corpo della Marina americana in congedo che ha deciso di trascorrere gli ultimi giorni della sua vita in piena tranquillità tra il sole e il verde, e questa parte dell’Italia è quella che mi ispira maggiormente, anche perché se dovessi trovarmi nei guai, la prima base militare americana dove potermi rifugiare dista pochi chilometri da Eboli. Le mie giornate sono dedicate interamente allo studio della storia e della letteratura, tre volte a settimana pratico tiro con l’arco, i restanti curo il mio corpo: corsa, boxe e pesi. Vivo solo, la mia famiglia è divisa, ho due figli uno vive in Canada e l’altro nel Regno Unito. Sono vedovo. E devo tenere d’occhio i posti strategici che voi avete in zona. Eboli è piena di agenti infiltrati e di mercenari,  ma  in pochi lo sanno.

Suona strano che una città in affanno come Eboli è obiettivo di agenzie governative

Questo è proprio uno dei motivi per cui a pochi chilometri dalla vostra piazza accade di tutto e nessuno sa niente. Avete obiettivi militari sensibili in cui si applica il codice della massima segretezza. Prima di fare una qualsiasi azione degli specialisti in tecniche comportamentali vengono inviati in un posto per studiarne la popolazione: gusti, tendenze del momento, orientamento politico, sblocchi stradali, vie di accesso e di fuga. E proprio studiano la popolazione locale, che ho compreso che gli stessi ebolitani non conoscono quello che si cela nelle opere d’arte della loro città e nelle chiese.  Sono tutti impegnati a parlare e in pochi a lavorare. Il territorio ha subito degli stravolgimenti enormi, avete un numero di extracomunitari e comunitari dell’ex blocco sovietico superiore alle altre regioni. E mentre questo per la popolazione non è un pericolo per le organizzazioni di sicurezza governative lo è decisamente, per questo controlliamo tutto e tutti. Eboli è una terra ricca di informazioni militari, è un crocevia di culture. In tre chiese: dietro al alcune statue si celano incisioni importanti e qua siamo al livello dei Templari e del Santo Gral.

Di cosa si occupava quando era in servizio?

La risposta temo di non poterla dare ma per coerenza dell’intervista fornirò la risposta in modo criptico in cui menti illuminate potranno e sapranno trovare le dovute risposte: “Nella lunga storia del mondo, solo a poche generazioni è stato concesso il ruolo di difendere la libertà nell’ora del massimo pericolo. Io non esito a questa responsabilità, Me ne rallegro. Non credo che nessuno di noi vorrebbe scambiare il posto con qualsiasi altro popolo o qualsiasi altra generazione. L’energia, la fede, la devozione che portiamo in questo sforzo illumineranno il nostro paese e tutti coloro che lo servono, e il bagliore di questo fuoco può davvero illuminare il mondo. E così, miei concittadini: non chiedete al paese ciò che può fare per voi, ma chiedetevi che cosa potete fare voi per il vostro paese. Miei concittadini del mondo: non chiedete quello che l’America farà per voi, ma quello che insieme possiamo fare per la libertà dell’uomo. Se siete cittadini americani o cittadini del mondo, chiedeteci gli stessi alti standard di resistenza e di sacrificio che vi chiediamo. Abbiamo coscienza del traguardo che vogliamo raggiungere, la storia giudicherà ll nostro operato, ma andiamo avanti per portare la terra che amiamo in completa sicurezza, chiedendo a Dio la Sua benedizione e il Suo aiuto, ma sapendo che qui sulla terra saremo noi a lavorare perché ciò avvenga”. Le nuove generazioni troppo distratte dai social  non sanno che a leggere  quel discorso fu il 35° presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy il 20 gennaio 1961 giorno in cui giurò di difendere la Costituzione e servire il popolo americano. Le mie mansioni sono celate in quel discorso ed esiste un modo noto agli specialisti militari per tirale fuori.

Perché JFK è stato ucciso?

Senza scendere nei particolari, JFK come tutti lo chiamavano era un uomo tutto di un pezzo le cui idee erano innovative spaventavano coloro i quali volevano mantenere gli equilibri intatti. I rapporti ufficiali parlano di tre colpi sparati in rapida successione da Lee Harvey Oswald,  tre colpi che in meno di 6 secondi, cambiarono le sorti di una nazione. Quel 22 novembre il mondo fermò la Casa Bianca cambiò rotta, iniziando di fatto a percorrere strade e sentieri nemmeno pensati fino ad allora. La CIA e l’FBI si affrettarono a chiudere le indagini, alzando un polverone e delle teorie complottiste da dare in pasto  alla stampa e  all’opinione pubblica. Questa è disinformazione.  Lyndon Johnson, il nuovo presidente istituì subito una commissione d’inchiesta, composta da ben sette delle più importanti personalità del Congresso, e guidata dal presidente della Corte Suprema, Earl Warren, una farsa storica. Gli storici e amanti della teoria del complotto, arrivarono a provare orgasmi sensazionali nel leggere i documenti ufficiali, all’epoca dei fatti accessibili a pochi intimi. La verità è che esiste uno spazio fisico in cui la Mafia italiana e la Mafia Usa utilizzano per spostare capitali e creare guerre. Non mi si fraintenda il senso, qua non parliamo di rozzi sicari ma di uomini con una certa cultura che dalle loro poltrone decidono del potere di intere nazioni. Questi uomini sono a capo di importanti industrie di produzione di mezzo mondo per loro i soldi non sono un problema il problema è quello di gestire la noia e lo fanno facendo scoppiare conflitti bellici un poco ovunque nel mondo. La vita delle persone conta poco se di mezzo ci sta il dio denaro. Purtroppo Kennedy doveva morire perché le sue idee erano come dire troppo free nel senso di rivoluzioni e di ridimensionamento di esercito e uomini questo senza pensare alla sporca faccenda di Cuba. Era una brava persona e si sa che questo tipo di uomini non muoiono mai nel letto di casa propria. Oggi come venti anni fa il mondo è un sorvegliato speciale qualcuno ignora che i Servizi e le agenzie governative sono ovunque ben ramificate  infatti la strategia è quella di sparire sotto gli occhi di tutti. La Cia capì da subito che Kennedy rappresentava una minaccia per qual concetto di libertà tutto americano, infatti durante il periodo della Guerra Fredda iniziò, grazie a forti finanziamiti da parte di privati, delle tecniche di condizionamento mentale che miravano al controllo del pensiero, in questo modo si voleva modificare l’idea che la popolazione aveva del Presidente, mettendolo in discussione e di fatto facendo perdergli il consenso rendendolo più debole. Di fatto ciò non avvenne perché la famiglia del presidente era molto forte e in qualche modo riuscì a contrastare il tutto. Se si fosse astenuta, forse,  non sarebbe morto. Ritornando al programma di ricerca  la Cia battezzò il MKUTRA, un vero manuale per il lavaggio del cervello delle masse i generali ricevettero finanziamenti consistenti. Ellen Herman disse in uno dispaccio che tra il ’45 e il 78 l’ Esercito Usa sponsorizzò diverse ricerche in campo psicologico. Si parlava di investimenti per circa 15 milioni di  dollari in un solo anno. Ora immaginate quante bustarelle e quanti pescecane giravano attorno a quell’osso!. Poco prima che JFK venisse uccise il finanziamento arrivo a 25 milioni di dollari gran parte da spendere in armi e divise il presidente si oppose fin da subito e in quel momento firmò la sua condanna a morte. il resto dei fatti lo puoi trovare falsamente descritto nei libri di storia. Io ho sottratto dei documenti che abilmente ho nascosto in varie chiese della città: in tre in particolare che poi risultano essere anche obiettivi strategici militari.

E di Oswald, cosa mi può dire?

Che quel pazzoide era l’uomo perfetto al ruolo di capro espiatorio: ex soldato, comunista confuso, uomo violento dall’animo turbolento, insomma il personaggio perfetto a cui fare il lavaggio del cervello per fargli credere che L’America stava per essere invasa. Fu applicato sulla sua fragile mente quel programma di manipolazione mentale sopra brevemente descritto. Come il toro si infuria per il colore rosso, la sua mente esplodeva al nome del presidente Kennedy. Ma lui non sarebbe stato in grado di sparar un solo colpo nemmeno alle giostrine specie dopo una attenta manipolazione mentale. Era un bersaglio che doveva essere poi eliminato e fu fatto usando un altro cialtrone al soldo dell’FBI, Jack Ruby (Rubenstein era il cognome ufficiale) noto negli ambienti della prostituzione come jack il visionario. Fu incastrato in modo magistrale. Jack lo uccise mentre Oswald era tenuto sotto braccio da due detective e dunque impossibilitato nel difendersi. La CIA fece in modo che lo stesso Jack si sarebbe dovuto introdurre  nel garage del dipartimento della polizia e fare fuoco: cosi avvenne. Due colpi stroncarono la vita del presunto assassino di JFK. Ruby venne arrestato e la CIA non mantenne nemmeno la promessa di farlo scarcerare, mori di tumore nel 1967. Tre individui vennero eliminati applicando tecniche psicologiche tutte basate sulla strategia del terrore. Mi fermo. Oltre non posso andare.

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Le domande e le risposte  sono state selezionate in modo anomalo e strano, dallo stesso ufficiale. Il tutto è avvenuto in una fredda mattina dove neanche il sole aveva il coraggio di mostrare il suo volto alle genti.

Eboli, 13 agosto 2014

14 commenti su “Omicidio Kennedy: Da Eboli nuove e sconcertanti rivelazioni di un marines”

  1. Mi dispiace per questo agente super segreto ma su una cosa ha sbagliato dicendo “Eboli è piena di agenti infiltrati e di mercenari e pochi o sanno”. La devo smentire caro Mister X. Sappiamo chi sono. Sappiamo nomi e cognomi e molti di questi siedono in consiglio comunale.

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  2. anche l’attentato di Papa Giovanni fu architettato ad Eboli. E non solo , è quasi certo che prima di piazzale che mussolini fu ucciso alla 167 e poi fu trasferito a piazzale loreto , all’epoca già era attivo quel fustigatore dei costumi che va alla ricerca delle malefatte di martino. Vi dirò di più, i promessi sposi, Dante , li scrisse tra il paterno e for o burg; don enzo abbondio e don rodrigo martino non volevano che la fiorillo si conuigasse con il fascio comunistello , già traditore all’epoca. PER QUESTO EBOLI MI PIACE ASSAI, ANCHE IN UN MOMENTO ECONOMICO COSì DIFFICILE TROVIAMO QUALCUNO CHE CI FA RIDERE

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  3. mi sembra un pesce di aprile spostato nel periodo della canicola,molto complottista,ma va di moda!…
    in soldoni,ma di,di concreto,di realista,forse l’ego del giornalista?
    mah,anche le bufale ci vogliono nel web,fanno colore.

    ps..avvistata una sirena a campolongo ed un alieno sul monte di eboli!

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  4. Leggere certe cose in queste ultime battute estive mi fa piacere. Noto che in città nonostante tutto ci sono persone, come questo Gerardo, che davvero hanno il coraggio di scrivere quello che gli passa per la mente. Vera o meno gli faccio un applauso per come é stata strutturata e poi almeno posso leggere ma cosa diversa. Questa ha strappato dei sorrisi a me e ala mia comitiva. Stiamo pensando di farne della storia vera una specie di rappresentazione teatrale. Ci é piaciuta!!!!

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  5. non so se è una boutade,una gratuita pubblicità,la storiella di metà estate,ma vi prego la storia e il giornalismo di inchiesta,forse,sono ben altra cosa…
    buone ferie ancora,e copriamoci il capo,l’insolazione da sempre una pessima lezione!

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  6. Persano sembrava un posto così tranquillo e invece . Vedi te! Io ci credo, altrimenti non si spiegherebbe la misteriosa elezione del presidente del consiglio comunale e la sua rapida ascesa forse a sindaco se il maggiore qui continuerà a somministrare agli ebolitani clisteri di sostanza rincoglionente. Per fortuna, però, abbiamo xxxxxxx xxxxxxxxche ci difenderà! Sembra che nuovi esperimenti spazio temporali verranno effettuati presso il nuovo svincolo dell’autostrada dove, una volta imboccato, si potrà procedere a ritroso nel tempo. Gli infiltrati comunisti, per lo più finte badanti, con dei misteriosi macchinari rubati a Tesla che li teneva nascosti dietro l’orinale sotto il letto, stavano condizionando Martino a costruire una seconda uscita dell’autostrada che ci avrebbe anche essa condotti a ritroso nel tempo, verso l’Amministrazione Rosania, ma per fortuna la lungimiranza politica di Vastola l’ha impedito!

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  7. Ebbene, credo sia giunto il momento per rivelarvi una verità sconvolgente.
    Gesù Cristo è stato crocifisso a Montedoro e Leonardo da Vinci era nato “ind Caccone” (lo chiamavano così perché vuliv venc semp iss).

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  8. Su quest’argomento si è scherzato molto ma quello che è scritto in quest’articolo non va preso troppo alla leggera.
    Ci sono persone molto più importanti di me di Gerardo e di molti di voi che hanno detto e scritto cose che lasciano quanto meno interdetti.
    Che non dobbiamo credere a quello che ci viene detto è sicuro. Il popolo per chi detiene il potere viene trattato come un bambino demente a cui far credere le cose in cui vuol credere e per questo viene preparato con bombardamenti quotidiani di informazioni spazzatura, programmi televisivi lobotomizzanti.
    Su internet, nei circuito dei “complottisti” girano molti filmati interessanti.
    Di seguito ve ne propongo alcuni che vi consiglio di vedere.

    Kennedy
    https://www.youtube.com/watch?v=PBKOjjl-cYs

    Moro ed altro
    https://www.youtube.com/watch?v=TNZvAkcDLN8

    11 settembre
    https://www.youtube.com/watch?v=5I88oNfDWm4
    https://www.youtube.com/watch?v=2nDduW9ZC_A
    https://www.youtube.com/watch?v=Tfgq-p7WAOE

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  9. Scherzando e ridendo si dicono le peggiori verità. Vedete i video postati oppure i maggiori complotti di questo mondo. Da tempo i Servizi segreti usano strumenti, armi e mezzi che noi nemmeno immaginiamo. Questo Gerardo Sorgente che dice e scrive certe cose, come mai proprio Kennedy, perchè proprio ora e non mesi fa quando si ricordava il cinquantesimo dell’omicidio del presidente. Che lavoro fa? per chi scrive questo giornalista? Non sarebbe il primo caso in cui Servizi segreti e giornalismo (…). Roba da Digos insomma.

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  10. Sono nuovo di questo sito e mi permetto un commento veloce. Il sig. Sorgente, ha detto delle cose, orbene ora lo si può deridere all’infinito oppure fermarsi, sedersi e leggere questo che scrivo. Suona strano come un giornalista di provincia tira fuori certi argomenti che al lettore sprovveduto possono sembrare alquanto insolite, quasi da colpo di sole, come scritto da qualcuno dalla ristata facile. Ecco le medesime “cavolate” poi risultate vere comparvero in un testo dal titolo Bella Italia Armate Sponde scritto da Semenzano e Melandri, i due parlavano della presenza di una base NATO super segreta a Mondragone, LA CUI REGINA DI CONTROLLO ERA nel ventre di Monte Petrino, la era operativa lo Static War Headquarters, roba esclusiva della NATO.

    Che questo faccia riflettere…

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  11. Solo oggi ho avuto l’occasione di leggere questo nuovo racconto fantastico di Gerardo Sorgente.
    Ancora complimenti vivissimi all’autore che esprime un raro talento di moderno scrittore di fantapolitica.
    Purtroppo su questo blog non tutti sono in grado di apprezzarne le capacità e di goderne pienamente la lettura.

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