Rocco e Mondillo ricorrono ai Beni Culturali per i Casali di Battipaglia

BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente Comunicato Stampa a Firma del Consigliere Comunale Adolfo Rocco, sulla catalogazione degli antichi casali da preservare per il loro pregio, ricadenti nel Comune di Battipaglia e pubblichiamo anche la richiesta che è stata inoltrata dallo stesso Consigliere Rocco a firma congiunta con il Dott. Antonio Mondillo, indirizzata al Sopraintendente ai Beni Culturali Giuseppe Zampino.

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COMUNICATO STAMPA

Il Comune nicchia sui Casali di Battipaglia, l’MPA ricorre ai Beni Ambientali

Adolfo Rocco
Adolfo Rocco

L’MPA, considerata l’assoluta insufficienza della risposta fornita dal Settore Governo  del Territorio e Ambiente del Comune di Battipaglia alla interrogazione del 7 ottobre 2009 prot. n. 67345, presentata dal D. Adolfo Rocco e dal Dr. Antonio Mondillo, tra l’altro ancora non messa all’ordine del giorno del Consiglio Comunale, relativa alla richiesta di catalogazione e vincolo degli antichi casali di Battipaglia, ha inviato alla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Salerno e Avellino due distinte richieste tese ad ottenere le predette catalogazione e vincolo. Tali richieste sono state corredate da uno studio approfondito della storia degli edifici, che rappresentano l’essenza e la reale identità della nostra città. La relazione su ciascuna opera è stata accompagnata da una planimetria con differenti prospetti che hanno evidenziato la bellezza architettonica e le caratteristiche peculiari dei vari edifici, che ancora oggi potrebbero fare da esempio per la nuova architettura. C’è il rispetto per i luoghi che sono circondati da verde e da piantumazioni, gli stessi edifici si estendono più in larghezza che in altezza e, a ben diritto, una volta ristrutturati, potrebbero essere destinati a siti d’arte. A questo proposito l’MPA, presso il liceo scientifico di Battipaglia, diretto dal Preside Luigi Onnembo illustrerà, tramite il proprio appassionato staff tecnico i ritrovi archeologici che attualmente sono custoditi presso il museo di Eboli e attendono di essere riportati in uno dei casali adibito a museo. Per altri viene lanciata l’idea di luoghi d’incontro culturali e conviviali.

qui di seguito si allega la richiesta

Dott. Adolfo Rocco

Capogruppo MPA

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Al Soprintendente per i BAPPAE di Salerno e Avellino

Dr. Zampino Giuseppe

Via Botteghelle,11

SALERNO


Oggetto: RICHIESTA CATALOGAZIONE ANTICHI CASALI DI BATTIPAGLIA

I sottoscritti Dott. Adolfo Rocco ed il Dott. Antonio Mondillo in qualità di estensori di interpellanze trasmesse in tempi diversi al Sindaco del Comune di Battipaglia aventi ad oggetto la catalogazione degli antichi casali di Battipaglia in particolare l’ultima interpellanza del 7 ottobre scorso alla quale l’Ente, a mezzo di proprio dirigente, non cogliendo in toto il tenore dell’istanza, rispondeva in modo poco esaustivo,

Trasmettono

la nota che segue corredata dagli allegati al fine di avviare le procedure per le attività di cui all’oggetto da parte di codesta Soprintendenza.

Cenni storici

Lungo il corso del fiume Tusciano sorgono numerosi casolari con aie per la trebbiatura del grano, da cui l’origine del toponimo Battipaglia. È probabile che in difesa di queste fu eretto il Castelluccio. Gli insediamenti partono dall’XI secolo e costituiscono un patrimonio assolutamente da salvaguardare, rappresentando l’essenza stessa del territorio. Questi casali, alcuni di forma lineare, sono per lo più insediamenti compositi con più corpi aggregati attorno ad un edificio principale, a corte chiusa o aperta su di un lato, o veri e propri villaggi che sorgono talvolta inglobando strutture preesistenti, spesso evocando tipologie fortificate. I molteplici elementi, gli alloggi dei proprietari, i locali dei salariati, le stalle, i depositi, i granai (corpi cilindrici spesso binati), le torri colombaie, gli impianti per la lavorazione dei prodotti e le chiesette annesse, si giustappongono attorno ad un aia comune che, consentendo di avvistare gli estranei a distanza è concepita anche in funzione difensiva. I fabbricati si articolano, in genere, su due livelli, con i locali di servizio o destinati ai lavoratori, ubicati al pian terreno e l’alloggio del proprietario, disposto al livello superiore e accessibile da una scala esterna. Lo scalone di accesso è elemento architettonico tipico delle masserie, assieme al loggiato e alla torre colombaia, eretta per il controllo dell’area. I materiali adoperati per la costruzione sono quelli locali, con il ricorso a strutture voltate preminentemente al pian terreno (o interrato), a solai in legno ai livelli superiori con l’adozione di coperture a spiovente con travi lignee, embrici e tegole. Verso la fine del ‘700 le tipologie subiscono un’innovazione e le fabbriche iniziano ad adottare forme e stilemi dei palazzi urbani. Con i tratti specifici appena descritti questi antichi casali costituiscono entità peculiari e ben definite nel panorama dell’architettura campana.

ALLEGATO N. 1

Masseria del Fosso

Costruito ad inizio ‘700 è di notevoli dimensioni e impostato su pianta ad ‘L’ con un fronte principale rettilineo ritmato da piccole sporgenze  e bastioni.

ALLEGATO N. 2

Complesso La Morella

Costituita da un imponente blocco ad ‘L’ che ospita al pian terreno i locali delle stalle e al livello superiore le abitazioni raggiungibili attraverso una scala esterna. All’angolo del fabbricato è collocata una piccola chiesa, sormontata da volta a botte. Interessanti sono la torre colombaia dodecagonale, la cantina con scivoli per il trasporto delle botti con le funi. Annesse al fabbricato altre strutture: il pozzo, il forno, il porcile , il pollaio, la concimaia. Tra queste di grande interesse due bufalare settecentesche dove si effettuava la caseificazione delle mozzarelle, tra le meglio conservate della piana.

ALLEGATO N. 3

Complesso di S.Mattia

Monastero le cui prime testimonianze risalgono al 1053. Prima abbazia, poi priorato e infine prepositura, fu distrutto nel 1502 e ricostruito con le caratteristiche di una “grangia”, tipica organizzazione benedettina con le caratteristiche di una grande azienda agricola proprietà della badia di Cava fino al XIX secolo. Necessita d’interventi di restauro.

ALLEGATO N. 4

Casoni rossi Doria

Villa Doria
Villa Doria

Si tratta di due casoni che chiameremo A e B uno destinato alla residenza del signore del luogo caratterizzato da particolari architettonici e decorativi di maggior pregio rispetto all’altro adiacente destinato a locali di servizio e a residenza degli operai. Nel Casone A ritroviamo al piano terra una pavimentazione in basoni antichi, interessanti strutture a volta, uno scalone di rappresentanza caratterizzato da una pregevole balaustra in ferro battuto e gradini in materiale lapideo. Necessitano d’interventi di restauro, in particolare per le strutture di copertura.

ALLEGATO N. 5

Villa Schlaepfer-Rago

Risale nelle sue forme attuali alla metà dell’Ottocento ma ha origini molto più antiche come testimoniano alcuni corpi edilizi inglobati nella parte posteriore. Oggi di proprietà Rago è stata restaurata ed è in ottime condizioni.

ALLEGATO N. 6

Chiesetta di S.Lucia

Menzionata in alcuni scritti del XII secolo, risale nel suo aspetto attuale al Settecento. L’edificio versa in cattive condizioni.

ALLEGATO N. 7

Complesso di S.Lucia

Risalente alla fine del XVII secolo, è costituito da numerosi corpi attorno ad un ampia aia: edifico padronale, stalla a due piani con scala esterna, deposito per attrezzi e ricovero animali, pozzo, lavatoio

ALLEGATO N. 8

Villa Budetta (loc. S. Lucia)

Edificata dai Doria nella seconda metà dell’Ottocento.

ALLEGATO N. 9

Villa D’Amore

Sorto nel corso dell’Ottocento, inglobando una torre circolare preesistente, consta di due edifici principali e un piccolo fabbricato separato.

ALLEGATO N. 10

Tenuta Porta di Ferro

La struttura originaria risale all’inizio del Seicento di proprietà dei Grimaldi duchi di Eboli. Ristrutturata all’inizio dell’Ottocento dai Doria. Caratteristica struttura di grandi dimensioni  dove da un unico portone si accede ad una corte rettangolare con dimora padronale al piano superiore e l’abitazione dei manovali al piano terra. In ottime condizioni, oggi adibita a cerimonie nuziali.

ALLEGATO N. 11

Masseria Farina dell’Aversana

Le più antiche notizie risalgono alla metà del XV secolo. All’inizio del XVII secolo appartiene alla famiglia Genovese cui si deve l’impianto parzialmente fortificato. Il fabbricato e caratterizzato da uno sviluppo lineare e presenta un’imponente loggia ad arcate. Ad esso è inglobata la cappella dedicata ai Santi Giuseppe e Fortunato, nonché la tabella daziaria di Carlo III di Borbone datata 14 agosto 1697.

ALLEGATO N. 12

Torre Caciottoli

Costruita alla fine dell’Ottocento caratterizzata dalla sovrapposizione di due corpi poligonali concentrici in mattoncini. In ottimo stato do conservazione.

ALLEGATO N. 13

Torre di Raj

Il primo nucleo dell’edificio risale all’inizio del Settecento. L’edificio, in condizioni di enorme degrado, è stato recentemente espropriato e destinato ad ospitare gli uffici dell’Interporto di Battipaglia. Necessita d’interventi urgenti che ne preservino la struttura originaria

ALLEGATO N. 14

Torre dei Mussi

Costruzione ottocentesca realizzata in forme neoclassiche. In discreto stato di conservazione.

ALLEGATO N. 15

Masseria del Belvedere

Sorta nel Seicento, ad un nucleo originario rurale, si aggiunge verso la metà del Settecento una parte con caratteri dell’abitazione gentilizia.

ALLEGATO N. 16

Masseria Farina di Fiorignano

Risale nelle sue forme attuali alla fine dell’Ottocento. Presenta una struttura a corte aperta su un lato e tutti gli elementi tipici delle masserie della piana tra i quali lo scalone esterno e i due silos per la conservazione dei cereali. La struttura è in estremo degrado penalizzata anche dalla vicinanza del cavalcavia autostradale.

Battipaglia, 06 novembre 2009

Dott. Adolfo  Rocco

Dott. Antonio Mondillo

Dott. Adolfo Rocco

Via Bruno Buozzi, 47

84091 Battipaglia (Sa)

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Dott. Antonio Mondillo

Via Ricasoli, 3G

84091 Battipaglia (Sa)

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5 commenti su “Rocco e Mondillo ricorrono ai Beni Culturali per i Casali di Battipaglia”

  1. Carissimi dottori ci sono ben altre cose con priorita’ assoluta nella nostra citta’ da tenere sotto banco non ruderi case vecchie e quant’altro.Battipaglia non ha una storia millenaria ne centenaria per sollevare questo problema.Pensate alle persone fisiche che hanno un disagio di vivibilita’ nonche’ di SOPRAVVIVENZA.

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  2. Invece è una lodevole iniziativa. Occorre onorare le nostre radici e l’opera dei nostri padri attraverso la valorizzazione di questi importanti riferimenti storici. Torre Rai, in particolare, versa in condizioni disastrose e si avvia ad un progressivo sgretolamento della struttura. Occorrerebbe, in quella fattispecie, intervenire subito.

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  3. Vorrei chiedere a elis se ritiene che chi abbatte gli antichi fabbricati, che rappresentanto la nostra storia, per far aumentare l’indice di costruzione del proprio terreno e per trarne un vantaggio economico, si preoccupano della SOPRAVVIVENZA del prossimo.

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  4. Elis, purtroppo il tuo commento è inaccettabile sia sul piano etico che su quello culturale perché svilisce il senso della storia e svilisce anche il ricordo di chi in quei “ruderi” ha svolto attività lavorative e quindi di vita. Sono, quei ruderi, se non lo sai vere e proprie “testimonianze storiche aventi valore di civiltà”: Cioè appartengono a quei beni universali che noi definiamo come BENI CULTURALI. E ricorda: chi rinnega la storia e le proprie radici rinnega anche la propria identità, rinnega se stesso. Il passato va tutelato perché solo da esso possiamo capire il presente, secondo la grande lezione di E.H. Carr, di Febvre, e di altri grandi storici…Se poi vuoi rimanere nel vago fai pure, ma chi lotta per difendere i beni culturali in genere lotta anche per difendere i diritti delle persone e il diritto alla cultura è un diritto rivolto alla difesa della dignità di ognuno di noi.

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  5. Vi siamo vicini e se possiamo dare una mano con la nostra associazione contattateci pure.
    La stroria di Battipaglia non puo’ essere legata sempre a “Commissariamenti e Termodistruttore”.
    Speriamo di “portare nel futuro” tutte queste strutture e che non diventino materia prima per i tritasassi.

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