“Dago Red”: Mesolella e Raiz in concerto al Marte di Cava dei Tirreni

Giovedì 30 ottobre 2014, ore 21.30, al MARTE Mediateca di Cava dei Tirreni, concerto di Mesolella e Raiz in “Dago Red”.

Con “Buio al MARTE”, si inaugura il nuovo percorso musicale della mediateca: Atmosfere mediterranee, omaggio allo scrittore John Fante e alla musica classica napoletana riscritta in chiave “word music”.

locandina-rais-per-marte
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da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

CAVA DEI TIRRENI – Il Marte Mediateca di Cava de’Tirreni, giovedì 30 ottobre 2014 ore 21.30, presenta il concerto Dago Red, dall’ultimo lavoro prodotto da Fausto Mesolella (Piccola Orchestra Avion Travel) e Raiz (Almamegretta). La serata si profila come una cena/spettacolo, in collaborazione con la Vineria BUIO di Nocera Inferiore, all’interno del nuovo percorso musicale intitolato “Buio al Marte”.

Il Concerto: DAGORED. Prodotto da Fausto Mesolella e Raiz, il disco contiene 8 brani classici della canzone napoletana riletti e contaminati in modo assolutamente eclettico. “Ipocrisia” è il primo singolo estratto dal nuovo album di Raiz, voce storica della dub band napoletana Almamegretta e Fausto Mesolella, chitarrista e produttore degli Avion Travel.

Dago Red, che potrebbe essere tradotto approssimativamente come “Il vino rosso del terrone”, intendendo cioè il vino “rosso” degli immigrati d’origine italiana, perché Dago era uno dei molti modi in cui, con un certo disprezzo, si potevano chiamare gli italiani d’America, è il titolo di una raccolta di racconti (e di un racconto in particolare) dello scrittore italo-americano John Fante.

I due artisti raccontano: «Ci piaceva molto l’idea del vino rosso paesano, quello che forse non è amato dai palati raffinati dei sommeliers, ma che è forte, sincero ed inebriante. Abbiamo rivisto a nostro modo nove classici della canzone napoletana lasciando lo spazio aperto alla contaminazione con ciò che napoletano non è ma che altrettanto ci appartiene. In questo lavoro la nostra anima rock, soul, blues, reggae fa pace – o ci prova! – con l’altra sua parte, quella che appartiene alla canzone della terra dove siamo nati e cresciuti. Ecco come “a muntagna”, la montagna di “Tu ca nun chiagne” diventa “the mountain” che scalano gli Who in “See me, Feel me” o l’emigrante di “Lacreme Napulitane” è lo stesso “Immigrant Punk” dei Gogol Bordello; nella “Carmela” di Sergio Bruni e Salvatore Palomba ad un certo punto parla Leonard Cohen (“I’m Your Man”) e la guerra descritta in “O surdato Nnammurato” viene esorcizzata da “Give me Love” di George Harrison.

Tutto scorre senza confini musicali, culturali ed ideologici: persino “Maruzzella” fa un bagno nel mediterraneo orientale e si reinventa in ebraico; un viaggio a ritroso in un Sanremo di metà anni ‘70 ci regala l’opportunità di ricantare Angela Luce e la sua “Ipocrisia”. Questo disco è esattamente quello che siamo noi: due artigiani della canzone che propongono una visione della musica (e della vita) senza pregiudizi di nessun tipo».

Cava dei Tirreni, 26 ottobre 2014

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