“Chiudi il rubinetto”: La campagna di Battipaglia contro gli sprechi d’acqua

«Chiudi il rubinetto….. non sprecare l’acqua»: È la campagna del Comune di Battipaglia contro lo spreco di acqua.

Innanzitutto ammoderniamo e manutentiamo la rete idrica cittadina, individuiamo e ripariamo le rotture che generano sprechi di oltre il 30% di acqua potabile. Ci aspettiamo dal Comune una nuova campagna: «Tu chiudi il rubinetto e risparmiamo acqua, noi (Comune e ASIS) ammoderniamo e manutentiamo la rete idrica».

Battipaglia-campagna contro sprechi di acqua
Battipaglia-campagna contro sprechi di acqua

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – «Chiudi il rubinetto, un gesto semplice, non sprecare l’acqua” è lo slogan che appare su un manifesto che campeggia sulle mura cittadine, scelto dal Comune di Battipaglia per lanciare una campagna contro lo spreco e a favore del buon utilizzo dell’acqua pubblica. Giù di li una serie di informazioni a sostegno dell’iniziativa che ci portano a sapere che a Battipaglia ci sono solo 24 fontanelle pubbliche provviste di rubinetti e i relativi consumi di ognuna di esse e così sappiamo che ogni fontanella fornisce:

  • Mezzo litro di acqua potabile in 10 secondi;
  • 3 litri di acqua potabile ogni minuto;
  • E tutte le 24 fontanelle che ci sono sul territorio battipagliese consumano 72 litri di acqua al minuto.

Informazioni che vogliono indurre i cittadini a farne buon uso e semmai a non lasciarle aperte per evitare questo spreco. Tuttavia in questi giorni di calura la presenza di fontanine pubbliche è importantissima per dissetarsi e perché con il caldo si perde acqua e l’organismo ne potrebbe risentire, si raccomanda anche ai più volenterosi di favorire l’accesso all’acqua anche per gli animali, perché anche loro hanno sete e anche loro hanno bisogno di bere.

I più accorti non trascurano di portare con se bottigline di acqua minerale che poi divenuta calda viene abbandonata nei cesti dell’immondizia quando ci sono o altrimenti per terra, perché è vero che bisogna bere, ma a nessuno piace bere l’acqua calda, tranne che non ci si trovi nel deserto, e potendo piacerebbe dissetarsi con l’acqua fresca, che ovviamente i fontanili pubblici forniti di rubinetti se sono chiusi non garantiscono la freschezza, anzi nel caso in cui non si apre per qualche ora addirittura potrebbe essere pericoloso, perché bacino di “copulazione” di batteri, ove mai ce ne fossero e berla solo per il calore potrebbe causare altri effetti collaterali spiacevoli.

Tuttavia, una campagna che allerti i cittadini ad un uso più responsabile non è affatto sbagliata e gli Enti pubblici che abbracciano questa iniziativa potrebbero fare molto ma molto di più che un manifesto, innanzitutto manutentendo la rete idrica cittadina e individuando e riparando le numerose rotture delle reti che generano sprechi. Recenti analisi hanno stimato che la dispersione idrica tocca punte fino al 55%, e tra queste ci sono ai primi posti le Regioni del centro Sud con le loro città e le loro condutture colabrodo, nella Capitale come a Napoli alcune associazioni nazionali che hanno commissionato degli studi si è scoperto che si arriva fino ad un abbondante 40%, in Sicilia e in Campania non ne parliamo proprio. Non sono da meno Torino e Milano con circa il 27% di dispersione idrica, dispersione che nelle Città italiane viene stimata mediamente intorno al 30%. Del che ne deriva che per ogni mille litri che passano nelle reti idriche 300 di questi vanno dispersi nel sottosuolo, generando altri problemi di sicurezza e soprattutto di pericolosità non garantendo la tenuta e quindi soggette ad inquinamenti di diversa natura. Quella dispersione però viene caricata sui cittadini, come sui cittadini si caricano gli interventi manutentivi, se sono di ciclica regolarità.

AZZ direbbe il più genuino dei nostri interlocutori conoscendo questi numeri: AZZ; diciamo noi traducendo questa notizia in numeri che non può non aver pesantemente influito sul grave momento di crisi che l’approvvigionamento idrico sta vivendo. Conoscendo questi numeri si comprende quanto semplici siano le voci economiche  per i detentori della gestione della rete e quanti quelli per la fornitura del servizio e se immaginiamo che su 100 € di acqua consumata circa 35 sono le spese aggiunte per le riparazioni e quindi caricate sugli utenti, si comprende come per chi gestisce la rete idrica, sia più conveniente intervenire di continuo per le riparazioni, quelle che si vedono, piuttosto che intervenire ammodernando la rete che dovrebbe essere solo a loro carico, centrando gli obiettivi degli utili mancando clamorosamente invece quelli sulla dispersione di quel 30% di acqua potabile.

Pertanto a completezza di tutto sarebbe stato giusto fare una campagna e un manifesto con un messaggio altrettanto incidente come: «Tu chiudi il rubinetto e risparmiamo acqua, noi (Comune e ASIS) ammoderniamo e manutentiamo la rete idrica»; Ovviamente accompagnando queste “pie” intenzioni sarebbero utili un’altra serie di provvedimenti che vanno dai controlli agli impianti serricoli circa la realizzazione di canali e vasche di raccolta delle acque piovane non trascurando il controllo della sistemazione dei terreni per meglio utilizzare sia le acque di irrigazione e sia il normale deflusso. Allo stesso modo bisognerebbe insistere, semmai inserendo nei regolamenti edilizi anche delle premialità in termini di concessioni volumetriche, sia per i nuovi edifici che per adeguare quelli esistenti, se inseriscono sistemi di raccolta e riutilizzo di acque piovane per gli scarichi igienici e anche qui utilizzando insieme ad altre misure apparecchi utilizzatori che consentono a priori un risparmio di acqua.

Pertanto più che tenere chiusi i rubinetti delle fontanelle cittadine sarebbe utile che i cittadini bevano acqua fresca e quella che al contrario non viene usata per non farla perdere si potrebbe incanalarla in sistemi di raccolta utili per annaffiare piazze ed aiuole cittadine, oppure come ci suggerisce una lettrice, la Dirigente scolastica dell’Istituto Superiore “E. Ferrari” di Battipaglia Daniela Palma di – “chiedere ad aziende importanti una sorta di sponsorizzazione” – Questa è sicuramente un’idea che potrebbe tradursi in “diamo i fontanili pubblici in affido“, come si fa per le aiuole, gli spazi pubblici, i monumenti e via di seguito.

Battipaglia, 16 agosto 2018

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