Legambiente: No all’Impianto di Rifiuti Ferrosi

Legambiente è contraria alla realizzazione dell’Impianto Rifiuti Ferrosi in Via Irno di Pontecagnano Faiano.

Giancarla Del Mese Presidente Circolo Legambiente Occhi Verdi: “Invitiamo il Sindaco e i consiglieri comunali, avendone le prerogative, ad attivarsi affinché attraverso la modifica e/o il cambiamento della destinazione d’uso della zona interessata, si impedisca che si realizzi un inutile e inopportuno impianto lungo via Irno.

Carla-Del-Mese
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da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

PONTECAGNANO FAIANO – «In occasione del C.C. del 10 aprile 2019, relativamente alla discussione riguardante l’insediamento di un impianto per il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti ferrosi pericolosi e non lungo via Irno, – si legge in una nota pervenutaci dalla Presidente del Circolo Occhi Verdi di Legambiente Giancarla del Mese si è menzionato da più parti e in modo “erroneo e inopportuno”, la presunta posizione che avrebbe assunto il circolo di Legambiente.

Per chiarezza di tutti comunichiamo che, come sempre, i nostri commenti sul tema rifiuti si basano sullo studio approfondito delle proposte che vengono avanzate e la coerenza delle scelte adoperate verso una economia circolare effettiva ed efficace. – prosegue la Presidente Del MeseRelativamente alla questione dell’impianto per rifiuti ferrosi, che un privato vorrebbe realizzare in via Irno, non rientrante nell’interessante discorso dell’eco distretto, di seguito elenchiamo una serie di motivazioni che suggeriscono di contrastare tale insediamento:

  • La zona interessata, come è noto a tutti, ha una notevole valenza naturalistica e storico-monumentale. Essa è confinante con il fiume Picentino che deve essere valorizzato (come riportato nel programma elettorale) attraverso la realizzazione di un Parco Fluviale che esalti il fiume, valorizzi la biodiversità floro-faunistica fluviale, riavvicini i cittadini alla natura e al rispetto della risorsa acqua. In essa è presente una struttura storico-monumentale (prop. Bracale) di notevole pregio e sotto vincolo della soprintendenza. Era la casina di permanenza del Re Vittorio Emanuele che vi dimorava quando veniva per le battute di caccia nei territori nostri e di Persano. Una azione di valorizzazione e tutela sarebbe l’unica azione di senno e di lungimiranza.
  • La zona interessata è compresa in un’area dove insistono insediamenti artigianali e commerciali insieme ad alcuni opifici Agro-Industriali di notevole rilievo. Insediamenti collegati all’agro-industria a basso impatto ambientale sono, a nostro avviso, quelli auspicabili in tale zona. Essi sono sicuramente da favorire in quanto coerenti con le specificità e le produzioni agronomiche che caratterizzano il nostro territorio, favoriscono il conferimento a Km zero dei prodotti locali e contribuiscono concretamente al contenimento del riscaldamento del pianeta.
  • La presenza di un impianto di rifiuti ferrosi comporterà seri problemi di mobilità sul territorio comunale. Una movimentazione di circa 470.000 tonnellate annue di rifiuti ferrosi equivale ad un transito annuo di circa 16.000 camion cassonati che si traducono in un passaggio giornaliero di almeno 50 camion che trasportano ognuno circa 30 tonnellate di rifiuti. È questa una situazione da incubo sia in termini di mobilità che di produzione di inquinanti atmosferici prodotti dagli scarichi degli automezzi da trasporto. Questo ogni giorno e per 365 giorni all’anno!
  • La presenza di un impianto di rifiuti ferrosi comporterà, per l’intera zona che va da via Picentino fino a Trivio Granato (ove ci sono molti condomini residenziali e dove vivono circa 2000 cittadini), seri problemi di inquinamento: visivo conseguente allo stoccaggio di numerosi e differenti rifiuti, acustico conseguente alle operazioni di smontaggio, tranciatura e pressatura dei rifiuti metallici, da polveri sottiliconseguente al trattamento /sgrossatura dei rifiuti metallici provenienti da autovetture dismesse e conglomerati cementizi ferroviari, etc. A ciò bisogna aggiungere i rischi di sversamento, dei prodotti di lavorazione e sgrossatura, nei corpi idrici che attraversano la zona interessata e che attualmente alimentano l’irrigazione delle nostre zone agricole. E anche i rischi collegati al trattamento di gomme, batterie, filtri e tessuti impregnati faranno la loro parte in termini di inquinamento ambientale. Tutto ciò non lascia intravedere la salubrità che la cittadinanza auspica e pretende dalle scelte adoperate da una amministrazione comunale di qualità.

Potremmo approfondire ulteriormente le nostre considerazioni evidenziando altri potenziali rischi collegati alla presenza di un tale impianto per rifiuti ferrosi; – conclude la Presidente del Circolo Occhi Verdi di Legambiente Giancarla Del Mesema l’elenco prima riportato è sufficiente a suggerire la necessità di contrastare in tutti i modi la presenza di un tale impianto sul nostro territorio comunale. Riteniamo che un dovere della politica locale, attraverso i propri amministratori comunali, sia quello di definire una nuova visione dell’identità e dello sviluppo della nostra città (l’auspicato cambiamento!!!), evitando di subire scelte errate ereditate da una passata amministrazione che molto spesso ha mortificato le aspettative di un futuro migliore e di una buona vita attese dalla nostra comunità. Invitiamo il Sindaco e tutti i consiglieri comunali ad attivarsi concretamente, anche attraverso la modifica e/o il cambiamento della destinazione d’uso della zona interessata (prerogativa di competenza del consiglio comunale), per impedire che si realizzi un inutile e inopportuno impianto lungo via Irno.

Pontecagnano Faiano 14 aprile 2019

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