Professore Martin Schlumberger, professore di Oncologia all’Università di Parigi, tra i più illustri riferimenti mondiali sul cancro della tiroide, nell’incontro – Conferenza con Cecilia Francese, nella sua doppia funzione di Sindaco e di Medico Endocrinologo, si intratterrà alla presenza di cittadini e della stampa sulle nuove terapie “molecolari” per i tumori tiroidei,  e sui nuovi farmaci “intelligenti”.

Le malattie della tiroide sono le più frequenti fra quelle endocrine e arrivano a colpire dal  5 al 7% della popolazione femminile.  A fronte di un’elevata prevalenza di noduli, la percentuale di forme maligne è bassa (circa il 5-10%), tuttavia l’incidenza dei tumori tiroidei è in progressiva crescita. Sebbene la prognosi di tali patologie è ottima nella maggior parte dei pazienti, in alcuni casi gli strumenti terapeutici tradizionali, quali la chirurgia, la terapia radiometabolica, la chemioterapia e la radioterapia, risultano essere scarsamente efficaci, e la prognosi diventa sfavorevole.

Negli ultimi anni sono stati fatti molti sforzi per ottenere farmaci antitumorali dotati di una maggiore efficacia terapeutica e di una minore tossicità. Questi farmaci sono definiti  farmaci  “molecolari” o  “farmaci intelligenti” in quanto in grado di agire selettivamente sulle vie essenziali per la crescita e la diffusione del tumore, spegnendo l’interruttore sempre acceso nella cellula tumorale, ma lasciando intatta quella sana.

Queste molecole mirano a riparare la cellula tumorale invece di bombardare indiscriminatamente tutto il corpo, col rischio di avere effetti collaterali importanti anche per altri organi che non sono coinvolti dalla malattia. Tali farmaci, spesso assunti dal paziente come capsula una volta al giorno, e sono privi dei più comuni effetti collaterali, comuni nelle terapie chemioterapiche convenzionali.