Al Forum Internazionale dell’Energia si punta su petrolio e nucleare

E’ anacronistico puntare su petrolio e nucleare.

L’obiettivo non dichiarato forse è quello di preparare i pugliesi ad accogliere un paio di reattori nucleari ad acqua in pressione, della cosiddetta terza generazione

Erasmo Venosi

di Erasmo Venosi

BARLETTA – Si è concluso a Barletta la tredicesima edizione del Forum Internazionale dell’Energia, organizzato da Cenacolo con Onice, Animp, Anisgea.

Gli sponsor? Le imprese del nucleare Areva (vende i reattori EPR), Ansaldo Nucleare, Westhingouse (vende il reattore AP 1000), Nukem e i candidati al nucleare italiano come A2A, Enel e le fondazioni filonucleari come Energy Lab. Presente come sponsor anche la Società per la Gestione delle Scorie Nucleari, e, inoltre, imprese energetiche che operano nel campo del petrolio e del gas come Sorgenia, Galsi, IBF, Adriatic LNG.

Il Forum ha affrontato principalmente il tema delle infrastrutture energetiche, e in particolare di quelle nucleari. L’onnipresente Nomisma Energia presenterà un censimento sullo stato di avanzamento delle grandi infrastrutture energetiche in Europa e nel Mediterraneo.

Ci saremmo aspettati una grande discussione su come l’Europa adempierà gli obiettivi della Politica Energetica Europea del cosiddetto tre per venti al 2020. Svolgendosi poi l’incontro in una regione come la Puglia, speravamo anche in una discussione sulle reti di trasmissione e distribuzione, oltre che sulle smart grid. Invece vi è stato ben poco sulla questione centrale delle politiche energetiche, ovvero l’efficienza energetica.

Incidentalmente va detto che, come risultava da uno studio commissionato da Confindustria al CESI, attraverso l’efficienza energetica si risparmiavano ben 85 miliardi di kWh, che sono notevolmente superiori ai 50 miliardi di kWh, che i 4 programmati reattori EPR produrranno, se va bene, nel 2020!

Probabilmente l’obiettivo non dichiarato è quello di preparare l’opinione pubblica pugliese ad accogliere un paio di reattori nucleari ad acqua in pressione, di cosiddetta terza generazione: l’EPR (Evolutionary Power Reactor).

La Puglia è una delle poche Regioni italiane che presenta caratteristiche idonee all’ubicazione delle centrali nucleari, il Salento è la terra ideale: assenza di movimento di faglia negli ultimi 30.000 anni, assenza di eventi sismici, disponibilità di acqua che per un EPR vuole dire 100.000 litri il secondo.

Sul nucleare auspichiamo, quindi, una discussione sui limiti del combustibile utilizzato. Sarà quindi mostrato il diagramma sull’uranio (Worldwide Uranium Resource Utilization), presente nel documento ufficiale degli Stati Uniti denominato “A Technology Roadmap for Generation IV Nuclear Energy Systems – ” del 2002?

Dal Grafico si apprende che le disponibilità dell’uranio, comprese le risorse speculative, quindi non certe, arriverebbero al 2060 con i 438 reattori oggi esistenti.

Diranno che sono 4 le società in possesso degli impianti di arricchimento dell’uranio: Areva, Urenco, Rosatom e Usec? E ancora, diranno che il 40% di uranio è detenuto da Canada e Australia, e che con gli attuali ritmi di consumo copriranno per 20 anni il fabbisogno dei reattori europei e americani?

Francamente, per il nucleare, ci saremmo aspettati una comunicazione sul progetto cui partecipa Bill Gates: il TWR (Traveling-Wave Reactor) che usa uranio impoverito, che come noto è lo scarto del processo di arricchimento dell’uranio naturale. L’alimentazione con uranio impoverito consentirebbe al TWR di produrre energia senza aggiunta di altro combustibile per 100 anni. Negli USA vi sono 700.000 tonnellate di uranio impoverito che, teoricamente, potrebbero fornire a tutta la popolazione mondiale energia elettrica per 500 anni.

Le caratteristiche del TWR consentono di realizzare reattori di piccola taglia, mentre i problemi sono dati: dalla disponibilità di materiali in grado di resistere al bombardamento neutronico per 100 anni, e dalla scelta di usare come refrigerante il sodio liquido che, entrando in contatto con l’atmosfera, produce una reazione esplosiva, e diventa quindi una sostanza di difficile utilizzo.

Invece si parlerà in particolare di centrali nucleari di terza generazione, di oleodotti, metanodotti e rigassificatori!

L’assurdo è costituito dal fatto che, in un paese normale, con politici che hanno una visione strategica, e guardano agli interessi della comunità nazionale, si dovrebbe preliminarmente determinare il fabbisogno energetico su un arco temporale ventennale, e poi modulare le infrastrutture energetiche al fabbisogno.

In Italia invece si parla di rigassificatori e metanodotti con un surplus di capacità infrastrutturale che già oggi è pari a 25 miliardi di metri cubi e che se si realizzeranno le infrastrutture programmate sarà pari a 85 miliardi di mc!

Erasmo Venosi

dal quotidiano Terra del 17 giugno 2010

5 commenti su “Al Forum Internazionale dell’Energia si punta su petrolio e nucleare”

  1. Spesso il nucleare viene presentato come un male da combattere o come miracolosa pozione per risollevare l’economia nazionale.Io non mii riconosciamo in entrambe le visioni. Il nucleare rappresenta un’opzione energetica come le altre con i suoi “pro” ed i suoi “contro”. Proveremo ad elencare i principali vantaggi e svantaggi.

    Il nucleare presenta indubbiamente dei vantaggi:

    Una centrale nucleare non emette CO2
    Le centrali nucleari non producono anidride carbonica ed ossidi di azoto e di zolfo, principali cause del buco nell’ozono e dell’effetto serra.
    Vantaggio nella bilancia dei pagamenti
    La produzione di energia dal nucleare riduce l’importazione di petrolio e la dipendenza delle economie dal petrolio. La copertura del fabbisogno energetico interno tramite il nucleare riduce la possibilità degli shock esterni sull’economia e consente ai governi un minore carico di spesa sulla bilancia dei pagamenti con l’estero. Il tutto si traduce in una maggiore stabilità del sistema economico nazionale..
    Maggiore stabilità politica
    Le principali riserve petrolifere sono concentrate in pochi paesi ad elevata instabilità politica (Medio Oriente) che rischia di trasmettersi anche nei paesi fortemente dipendenti dall’import del petrolio. L’uso del nucleare riduce la dipendenza occidentale dal petrolio mediorientale.
    Vediamo ora quali svantaggi porta l’uso dell’energia nucleare:

    Conseguenze in caso di incidente
    La storia ha già mostrato la gravità delle conseguenze degli incidenti alle centrali nucleari. Le radiazioni a cui la popolazione viene esposta causano un maggiore rischio di morte per leucemia e tumore. Dall’incidente di Chernobyl la sicurezza delle centrali nucleari è diventato uno dei principali aspetti critici dell’energia nucleare per uso civile. Negli ultimi anni il progresso tecnologico ha notevolmente migliorato la sicurezza delle centrali nucleari dotate di reattori di ultima generazione.
    Le scorie nucleari
    Purtroppo le scorie nucleari sono un altro aspetto critico del nucleare. Non possono essere distrutte e l’unica soluzione, per il momento, sembra essere lo stoccaggio per migliaia di anni in depositi geologici o ingegneristici. La ricerca di un deposito sicuro è tra i principali obiettivi della UE e degli Usa. Sono necessari anni di studi e grandi investimenti per l’individuazione delle soluzioni di stoccaggio per centinaia di migliaia di anni.
    Localizzazione centrali nucleari e proteste locali
    Anche il processo di localizzazione di una centrale nucleare o del deposito di scorie è molto difficoltoso. Nessuna comunità locale accetta di sacrificare il proprio territorio per ospitare i rifiuti nucleari. La Sardegna, la Puglia, la Basilicata sono i recenti casi italiani di forti proteste antinucleari (2003). Nello stesso anno una comunità locale cinese si oppose con successo alla decisione del governo di costruire un deposito geologico di scorie attuando una dura e prolungata protesta. In entrambi i casi vinsero le popolazioni locali.
    Il terrorismo
    Viviamo in un’epoca in cui poche persone possono compiere grandi danni all’umanità. Il ricordo della tragedia dell’11 settembre 2001 ai grattacieli del World Trade Center è stato un duro shock per l’intera società occidentale. Il rischio che le centrali nucleari siano prese come obiettivi per atti di terrorismo o come bombe sporche è quindi molto realistico. E’ lecito e razionale preoccuparsi. Le nuove centrali nucleari dovranno includere questo aspetto fin dalla fase di progettazione.Il trasporto di materiale nucleare
    Il trasporto di scorie e di materiale nucleare è uno degli aspetti più critici della questione “sicurezza”. Durante il trasporto, oltre all’opposizione delle popolazioni che vedranno passare treni o navi con carichi radioattivi vicino alle proprie abitazioni, sussiste il rischio di incidenti e di attentati terroristici. In Francia, il treni speciali adibiti al trasporto di scorie nucleari sono scortati da “carri armati” e da poliziotti a cavallo. L’itinerario del treno cambia in continuazione all’insaputa delle popolazioni residenti nei pressi delle ferrovie. Per questi motivi i depositi di scorie dovrebbero risiedere nei pressi delle centrali nucleari evitando in questo modo la necessità del trasporto delle scorie. La ricerca tecnologica e scientifica non ha ancora trovato il modo per distruggere le scorie all’interno delle stesse centrali nucleari. Si attendono ancora risposte in tale senso.“Attenzione alle speculazioni sui prezzi finali dei carburanti”. L’avvertimento giunge dalle vigili associazioni dei consumatori, allertate dal preoccupante black-out che si è verificato ieri nella fornitura di gas proveniente dalla Russia. Il rischio che l’inasprimento della crisi possa riflettere sul mercato del petrolio fa scattare l’allarme, anche in virtù dei tagli produttivi preannunciati all’Opec. Nei contratti italiani di fornitura di lungo periodo, il prezzo del gas è fortemente ancorato a quello del greggio ed il Codacons invita a “rompere il monopolio dell’Eni e incrementare il numero dei paesi fornitori”. Per il presidente Carlo Rienzi, è il momento di ampliare il numero di paesi fornitori, “al fine anche di spuntare condizioni economiche più convenienti per gli utenti” ed accelerare verso fonti di energia alternative “in grado di limitare la dipendenza del nostro paese dal gas”. Perentorio anche il monito di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale dei Consumatori, contenuto nell’ultimo comunicato stampa diramato dall’associazione. Fiduciose sono però le previsioni della società Nomisma Energia: nel 2009 le famiglie italiane dovrebbero riuscire a risparmiare 369 euro tra gas, luce e carburanti.
    Seda gli animi anche Paolo Scaroni, ad di Eni, il quale ha assicurato che il nostro paese affronterà questa seconda crisi russo-ucraina in posizione molto migliore rispetto a quella risalente all’inizio del 2006. “Ci sono riserve che ci consentiranno di passare tranquillamente l’inverno. Da un lato abbiamo aumentato le nostre capacità di stoccaggio e oggi siamo in grado di metter sotto terra quasi 14 miliardi di metri cubi di gas per far fronte all’inverno e a queste emergenze. Poi abbiamo sbottigliato il tubo con l’Algeria, abbiamo completato la messa a punto del gasdotto che ci collega con la Libia e la somma di tutto questo fa sì che siamo in posizione migliore di molti altri Paesi europei di fronte a questa nuova crisi”. C’è chi fa notare che, a tre anni di distanza, la situazione delle nostre fonti di approvvigionamento energetico non sia mutata di molto, visto che solo il 20% del gas necessario allo Stivale non proviene dalla Russia. Inoltre, costituendo quasi il quaranta percento del fabbisogno di energia, il metano è la fonte principale per l’Italia, superando perfino il petrolio. Un dato, quest’ultimo, solo in parte penalizzante, visto che a bruciare metano sono soprattutto le nuove centrali elettriche ad altissima efficienza e a inquinamento ridotto. Ma sulle possibili speculazioni sui prezzi si è espressa anche l’Unione Petrolifera, pubblicando l’analisi congiunturale dei mercati petroliferi. “Dai picchi di luglio, le quotazioni sia del greggio che dei prodotti petroliferi hanno mostrato un accentuato andamento riflessivo che ha permesso un ritorno sui valori del 2003. Una tendenza che ha subito una battuta d’arresto nelle ultime due settimane, dovuta in parte alla decisione dell’Opec di tagliare la produzione per un totale di 3,7 milioni barili/giorno a far data dal mese di novembre, ma anche e soprattutto per le rinnovate tensioni in Medio Oriente e per la guerra del gas tra Russia ed Ucraina”. In conclusione, per l’UP definisce “del tutto priva di fondamento la tesi circa l’esistenza di una presunta lentezza nel recepimento dei ribassi e di una rapidità negli aumenti”.

    Rispondi
  2. caro marco , come sempre i tuoi commenti sono documenti eccezionali.
    io sono a favore del nucleare , ma gestito da uomini di buon senso.

    « Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fanno del loro meglio ma non vanno lontano. C’è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentale per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni come Galileo e Newton. Ebbene Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al mondo ha. Sfortunatamente gli mancava quel che è invece comune trovare negli altri uomini: il semplice buon senso. »
    (Enrico Fermi)

    Rispondi
  3. @ANGELO 6 LORENZO: VI RINGRAZIO DELLA VOSTRA BENEVOLENZA, QUI E’ IN GIOCO IL FUTURO DELLA NOSTRA NAZIONE OLTRE CHE DELL’UMANITÀ INTERA!
    C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.
    Henry Ford

    Rispondi
  4. @ANGELO & LORENZO: VI RINGRAZIO DELLA VOSTRA BENEVOLENZA, QUI E’ IN GIOCO IL FUTURO DELLA NOSTRA NAZIONE OLTRE CHE DELL’UMANITÀ INTERA!
    C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.
    Henry Ford

    Rispondi

Lascia un commento