2000 posti di lavoro a rischio al Manifattura “Sigaro Toscano”

L’Unione Europea mette a rischio 2000 posti di lavoro allo Stabilimento Manifattura “Sigaro Toscano” di Cava de’ Tirreni.

PCI e PRC cavesi: “Invitiamo i lavoratori, le forze sindacali, gli amministratori e i nostri concittadini, già cosi colpiti nelle proprie attività e in difficolta economica per l’inflazione, a mobilitarsi contro l’ennesimo tentativo di desertificazione industriale”. 

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POLITICAdeMENTE

CAVA DEI TIRRENI – «L’Unione Europea è risaputo, cosi come strutturata, è in mano alle banche e non faccia gli interessi dei lavoratori europei. – Si legge in un comunicato congiunto Sezione “Antonio Gramsci” del Partito Comunista, e Circolo “Francesco Gagliardi” del Partito della Rifondazione Comunista di Cava de’ Tirreni – Noi Comunisti lo denunciamo da tempo, infatti in questi giorni abbiamo una conferma su quanto potrebbe accadere allo stabilimento di “Sigaro Toscano” di Cava de ‘ Tirreni.

Dopo la chiusura dell’ex Manifattura Tabacchi, la Manifattura “Sigaro Toscano” è uno degli ultimi stabilimenti attivi sul territorio cavese, una fabbrica storica che, da oltre 100 anni, fa parte della nostra realtà sociale, dando lavoro a tantissime famiglie cavesi. – si chiedono e chiedono i Comunisti cavesi preoccupati per la ricaduta economica er la perdita di migliaia di posti di lavoro – Che cosa sta accadendo?

L’UE sta per aumentare le tasse e bloccare/ridurre la produzione dei prodotti aromatizzati, quindi ne consegue che la produzione di punta dello stabilimento di Cava de’ Tirreni “il sigaro” è sotto attacco. Anche la fabbrica di Lucca sarebbe interessata con una ricaduta generale su circa 380 dipendenti con un indotto di 2500 tra coltivatori e addetti. – prosegue la nota congiunta del PCI e PRC di Cava dei Tirreni – La scusa dei tecnocrati europei è quella secondo la quale, in una recente relazione della Commissione, c’è stato un aumento del 10% dei volumi di vendita di questi prodotti in più di cinque Stati membri e, nel complesso, nell’Ue, i prodotti del tabacco riscaldati hanno superato il 2,5% delle vendite totali di prodotti del tabacco: in realtà vi è un’operazione di riduzione della produzione nel nostro paese con una dismissione verso altri siti.

La proposta sarà ora sottoposta al parlamento europeo e poi dopo la pubblicazione gli stati membri avranno un anno per recepirla. Anziché trovare altre soluzioni, l’Europa dei banchieri, di questi “imbecilli consapevoli”, usa la scusa del proibizionismo stile anni 20 (che rischia di trasformarsi in un regalo per il mercato nero del tabacco) per fare gli interessi dei pochi: un aiuto alla delocalizzazione visto anche la situazione del Gruppo Maccaferri e l’idea di mercato globale propria dell’AD del gruppo Montezemolo. – conclude il Comunicato congiunto Sezione “Antonio Gramsci” del Partito Comunista, e Circolo “Francesco Gagliardi” del Partito della Rifondazione Comunista di Cava de’ Tirreni – Invitiamo i lavoratori, le forze sindacali, gli amministratori e i nostri concittadini, già cosi colpiti nelle proprie attività e in difficolta economica per l’inflazione, a mobilitarsi contro l’ennesimo tentativo di desertificazione industriale: Non possiamo perdere nemmeno un posto di lavoro! Chi ha la responsabilità se la assuma, ora e subito, domani potrebbe essere troppo tardi!»

Cava de’ Tirreni, 7 novembre 2022

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