Il degrado riguarda immobili comunali per un valore di circa 3,8 milioni di euro e diventa un “caso Eboli” così come avviene in Italia: Un’opportunità di sviluppo soffocata dalla demagogia politica. Le cartoline del degrado son divenute affreschi storici! La situazione italiana, con oltre 3,8 milioni di immobili non produttivi, rappresenta una sfida nazionale che richiede un’azione urgente e coordinata. Se da un lato il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, la definisce una “grande opportunità” per rilanciare l’edilizia e creare nuove aree urbane, dall’altro la realtà locale, come quella di Eboli, dimostra l’inefficienza cronica delle amministrazioni succedutesi.

POLITICAdeMENTE il Blog di Massimo Del Mese
ROMA-EBOLI – in Italia ci sono oltre 3,8 milioni di immobili non produttivi di reddito, come ruderi e aree urbane inutilizzate, stando ai dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare. Antonio Lombardi, presidente di Federcepicostruzioni, definisce questa situazione non un problema, ma una grande opportunità. Sostiene che recuperare questi immobili potrebbe rilanciare il settore dell’edilizia, soddisfacendo la richiesta di nuovi spazi abitativi e produttivi. Lombardi chiede che il governo e le amministrazioni locali creino una strategia nazionale per la riqualificazione, usando strumenti già esistenti come il Piano Casa e il Superbonus, e guardando a soluzioni innovative come l’housing sociale. Il suo messaggio finale è che il rilancio dell’edilizia deve passare dal recupero e dalla rigenerazione del patrimonio esistente, piuttosto che dalla semplice costruzione di nuovi edifici.
Cicero pro domo sua ex Pastificio Pezzulo e Parco Fusco ad Eboli.
L’area dell’ex Pastificio Pezzullo a Eboli, di Proprietà comunale, è da decenni al centro di dibattiti politici e progetti di riqualificazione che, finora, non hanno portato a risultati concreti. Nonostante siano stati presentati numerosi piani e rendering, il sito rimane in uno stato di degrado e abbandono, con strutture fatiscenti e la presenza di rifiuti, rappresentando un vero e proprio “ecomostro”.…, come ecomostro è il Parco Fusco (Questi privato).
Cronologia dei progetti e delle problematiche
Nel corso degli anni, l’area è stata oggetto di tentativi di riqualificazione attraverso diversi meccanismi, come il project financing. Già nel 2011, fu presentata la bozza di un progetto che prevedeva la realizzazione di un centro direzionale, con spazi commerciali, uffici e parcheggi, per un costo stimato di oltre 23 milioni di euro. L’area fu anche ceduta a una società (Eboli 2010 srl) per la gestione del progetto.
Tuttavia, questi tentativi si sono scontrati con ostacoli di varia natura:
Contenziosi legali e amministrativi tra la società incaricata e il Comune hanno bloccato i lavori.
Progetti definiti “obsoleti” e non più economicamente sostenibili, rendendo difficile trovare investitori privati.
Annunci politici di avvio dei lavori che non sono stati seguiti dai fatti, contribuendo a un senso di sfiducia.

A oggi, la situazione rimane critica. Non ci sono evidenze che l’ex Pastificio Pezzullo sia stato inserito in progetti specifici finanziati dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), anche se il Comune di Eboli sta attingendo a questi fondi per altri interventi in aree periferiche e per la riqualificazione di alcuni edifici pubblici. La speranza, più volte ribadita, è che un’area così vasta e strategica possa essere recuperata per fini sociali e commerciali, mettendo fine a un degrado che dura da oltre trent’anni e rappresenta anche un potenziale pericolo ecologico, tra ratti, eternit ancora insistente e pericoli per le persone che si intrufolano, giovani alla ricerca di brividi od poveri disgraziati senza tetto.
Altro punto dolente ma di proprietà privata é il Parco Fusco al Rione Paterno di Eboli, da decenni l’emblema di un fallimento urbanistico. Si tratta di un complesso di palazzi mai completati, i cui diversi scheletri in cemento armato sono oramai fermi dalla fine degli anni ’80 per diverse cause, ma anche per inerzia delle varie Amministrazioni comunali che si sono avvicendati nel corso degli anni.
POLITICAdeMENTE, con dovizia, come per altre vicende, negli anni, si è prodigato sempre per portare un contributo fattivo agli amministratori ma anche per tenere informati i lettori, e purtroppo ad oggi però la situazione è rimasta invariata, descritta come una vera e propria rinuncia ad affrontarla così che si identifica come una piaga che affligge il rione, per il:
- Degrado e pericoli strutturali: Gli scheletri dei palazzi sono a rischio strutturale e rappresentano un pericolo costante per la sicurezza dei residenti.
- Rischio ambientale: L’intera area è invasa da erba alta e vegetazione incolta che si incendia periodicamente, soprattutto durante l’estate, creando allarme e minacciando le abitazioni circostanti.
- Simbolo di inerzia politica: Il complesso è diventato il simbolo dell’incapacità di trovare una soluzione a un problema che si trascina da oltre trent’anni, nonostante promesse e annunci di riqualificazione.
- Requisizione per pubblica utilità: Il Comune può requisire un’area o un bene solo in casi eccezionali, per motivi di pubblica utilità e seguendo una procedura ben definita che prevede il pagamento di un’indennità al proprietario. Questo non è legato direttamente al fallimento.

A oggi, il Parco Fusco rimane anch’esso, una testimonianza del degrado e dell’abbandono, habitat a cinque stelle per fauna e flora indisedirate, senza un progetto concreto che ne preveda realmente la demolizione o il completamento, od al limite con un grande classico estivo: l’incendio (doloso o meno) delle sterpaglie.
In conclusione si possono con molto rammarico sottolineare che le situazioni dell’ex Pastificio Pezzullo e del Parco Fusco a Eboli sono esempi lampanti di un problema più ampio e diffuso in Italia: quello dei “mostri ecologici” abbandonati, che sono diventati simbolo di un’inefficienza politica e amministrativa trentennale. Entrambi i casi evidenziano un ciclo di promesse elettorali, rendering e annunci che si scontrano con la realtà di un fallimento strutturale, contenziosi e totale inazione. Questa inerzia è la dimostrazione della demagogia denunciata: i siti in questione vengono rispolverati ciclicamente durante le campagne elettorali come “problemi da risolvere”, per poi essere dimenticati una volta passate le elezioni. È una strategia politica che ha permesso di perpetuare un degrado che mette a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini, oltre a sottrarre preziose aree urbane alla collettività.
La necessità di agire con i fondi PNRR è svanita e nemmeno si è provato con i Fondi Strutturali.
Oggi, però, la situazione, che poteva essere cambiata radicalmente, rimane paurosamente irrisolta sia per non aver saputo sfruttare le risorse europee (Pnrr) piovute senza precedenti, rende l’inerzia non più giustificabile rendendo vana una storica opportunità per affrontare il problema in modo serio e strutturale, con progetti solo accennati nelle campagne elettorali e mai affrontati nel corso degli anni. Una inerzia voluta o mossa da incapacità progettuale adagiandosi ad un contesto dormiente ma che suona anche come rinuncia “programmata” per non “guastare” rapporti con le varie persone o Associazioni che a vario titolo occupano l’intera area del complesso denominato Ex Mattatoio Comunale, anche questi inizialmente oggetto di un Project-Financing, clamorosamente insabbiati negli ultimi 5 anni. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce l’intervento e l’allarme lanciato dal Presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi. Messaggio più che mai attuale quando egli rivolgendosi al Governo, ma non solo sostiene che: “è il momento di agire, non di costruire nuovi edifici, ma di recuperare il patrimonio esistente” . Questo non è solo un imperativo ambientale e sociale, ma anche economico.
Basta demagogie elettorali

Aggiungiamo noi. Le elezioni non dovrebbero più essere il palcoscenico per semplici annunci, ma il momento per presentare piani concreti e cantierabili. La politica ha l’obbligo di uscire dall’immobilismo burocratico e di agire con una strategia nazionale che utilizzi pienamente i fondi a disposizione prima della loro scadenza. Il recupero di siti come l’ex Pezzullo e il Parco Fusco o l’area dell’ex Mattatoio, non solo risolverebbe problemi di sicurezza e degrado, ma creerebbe un circolo virtuoso di investimenti, occupazione e riqualificazione. È una prova di maturità e competenza per qualsiasi amministrazione, un banco di prova per dimostrare che la politica può essere un motore di cambiamento e non solo un amplificatore di promesse vuote.
Ma questo è un pio desiderio, ovviamente, tenuto conto dello schiaffo ricevuto dalle “SPECTRE” che operano prepotentemente sul nostro territorio e che oltre a realizzare infrastrutture per nulla condivise dai territori, loro sponte hanno ridotto i “ristori” per i danni Permanenti causati da 36 milioni di euro a 18milioni di euro. Quali saranno ancora i sacrifici che dovremmo subire proni? Lo sapremo solo quando non si potrà più intervenire. Quali le opere promesse salteranno? Vuoi vedere che salteranno anche i fondi da impiegare negli Impianti Sportivi cittadini? Apprenderemo gli elenchi, solo quando le decisioni saranno irreversibili, ma non dall’amministrazione, quella come al solito, comunica racconti tutti suoi, drammaticamente differenti dalla realtà.
Che DIO ci aiuti. Ma più che aspettare DIO, forse dovremmo utilizzare quell’altro detto: AIUTATI CHE DIO TI AIUTA; Le elezioni sono vicine.
Eboli, 21 agosto 2025