Rientra il satellite UARS: Scongiurato il pericolo, resta quello dell’Asteroide APOPHIS

Dopo 20 anni è rientrato il satellite UARS Cover generando non poche apprensioni per l’impatto sulla Terra.

Il nostro Pianeta ha sfiorato più volte l’impatto con Asteroidi:  giugno 2002, marzo 1989, nel 1937, nel1950. Il rischio d’impatto per la Terra con l’Asteroide Apophis, secondo la NASA, è previsto per Pasqua 2036.

UARS_COVER

di Erasmo Venosi

ROMA – Si è conclusa l’ apprensione  per il rientro dello ‘Upper Atmosphere Rsearch Satellit (UARS), posto in orbita 20 anni fa dallo Shuttle discovery è forse  utile sapere che tale   evento è nulla rispetto alla possibilità d’impatto con corpi più o meno pericolosi, provenienti dalle regioni più remote del Sistema solare.

Duecento anni fa si verificò l’episodio “Tunguska”, ma sul nostro pianeta sono stati identificati 170 crateri d’impatto. Gli astronomi ritengono che la nostra atmosfera distrugga o frantumi, durante la fase di caduta, corpi metallici che hanno un diametro massimo di 40 m, e corpi rocciosi fino  a 200 metri di diametro massimo.

Sudbury_Cratere

Un oggetto di grandi dimensioni impatta sul suolo, generando un cratere di grandi dimensioni. Degli impatti di circa due miliardi di anni fa resta il cratere Sudbury nell’Ontario (Canadà), lungo circa 60 Km, 30 km di larghezza e 15 Km di profondità. Fu un asteroide con un diametro di 10 Km a determinare questo cratere.

Nel Quebec, l’impatto con un asteroide di 5 Km di diametro, determinò un cratere di 72 Km di diametro. L’ipotesi che giustifica l’estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa è quella dell’impatto con un meteorite. Un cratere di 170 Km di diametro, risalente a 65 milioni di anni fa, fu rinvenuto nella penisola dello Yucatan in Messico, avvalorando l’ipotesi sulla causa dell’estinzione dei dinosauri.

Ulteriori prove sono costituite dalla presenza, nelle rocce terrestri di quel periodo, di elevate concentrazioni d’iridio, che è scarso nelle rocce terrestri e presente abbondantemente nei corpi cosmici. Il più grande cratere d’impatto si trova in Arizona denominato “Meteor Crater”, formatosi cinquantamila anni fa a seguito dell’impatto con un asteroide di 40 metri di diametro.

Meteor-Crater-Winslow-Arizona

Nel sistema solare esistono zone occupate da numerosi asteroidi: la zona denominata “Fascia di Kuiper” (orbita interna a Nettuno). Tali asteroidi non si spingono oltre l’orbita di Giove, quindi non costituiscono un pericolo per la Terra. Gli asteroidi che costituiscono un potenziale pericolo per la Terra si trovano nella cosiddetta “Fascia Principale“, compresa tra le orbite di Giove e Marte, e sono denominati NEO (Near Earth Objects ovvero “oggetti prossimi alla Terra”).

Si stima l’esistenza di milioni di asteroidi ma ne sono stati classificati circa 200.000, che vanno dal più grande Cerere di circa 1000 Km di diametro, ad asteroidi molto piccoli. Un NEO costituisce pericolo per il nostro Pianeta quando transita a una distanza inferiore a 8 milioni di Km, e il diametro è non inferiore a 100 metri.

Apophis

Il nostro Pianeta ha sfiorato più volte l’impatto con asteroidi: il 14 giugno 2002, nel marzo 1989, nel 1937, nel1950. Il rischio d’impatto per la Terra con un asteroide, secondo la NASA, è previsto per la Pasqua del 2036 e l’Asteroide si chiama 99942 Apophis.

Inquietante il nome assegnato all’asteroide, Apophis: il dio egiziano detto il “distruttore”. Le stime degli esperti, dell’eventuale impatto, quantificano in termini di  energia un equivalenza  pari  a 66.000 volte l’energia emessa dalla bomba su Hiroshima.

Recentemente la NASA ha affermato che solo alla prossima osservazione radar del passaggio dell’asteroide, che avverrà nel 2013, si potrà valutare con maggiore precisione la posizione di Aphosis nei prossimi decenni. L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) sta sviluppando il progetto “Don Quijote”, per sperimentare la possibilità di deviare la traiettoria di un asteroide di circa 500 metri di diametro. Esistono anche pericoli più grandi per il pianeta Terra, come l’esplosione di una supernova o i lampi di raggi gamma, provenienti dall’esterno del sistema solare. Ma questa è un’altra storia di cui parleremo un’altra volta.

Roma, 18 ottobre 2011

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