1° Vespa-raduno a Santa Cecilia di Eboli

Domenica 19 maggio 2013, a partire dalle 8.30, in Viale Eburum di S. Cecilia di Eboli, I° Vespa-raduno: L’incontro con il “Mito”.

L’evento organizzato dal Club “Vespa il Mito” è patrocinato dai Comuni di Eboli e Postiglione e dalla Provincia di Salerno, e si svolgerà tra Eboli e Postiglione con giro turistico, pranzo e cerimonia di premiazione.

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EBOLI – Il Club “Vespa il Mito” organizza, a Santa Cecilia di Eboli, il 1° raduno della Vespa, interamente dedicata al mitico mezzo a due ruote più famoso al mondo: la Vespa. L’evento è patrocinato dal Comune di Eboli, dalla Provincia di Salerno, e dal Comune di Postiglione si terrà domani, domenica 19 maggio 2013, a partire dalle ore 8:30, presso il Viale Eburum, da dove partirà un giro turistico con sosta alla Reggia di Persano e proseguirà poi per Postiglione, per poi finire con un Pranzo e la cerimonia di premiazione.

1° Vespa-Raduno

a S. Cecilia di Eboli
Domenica 19 maggio 2013, a partire dalle ore 8:30

Programma:

8:30: apertura iscrizioni e consegna gadget

10:30: partenza per giro turistico, con sosta nella Reggia di Persano

Il giro proseguirà a Postiglione, con un una breve visita al centro storico, pranzo e cerimonia di premiazione.

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La Vespa: Un viaggio nella storia

Fondata a Genova nel 1884 da Rinaldo Piaggio, all’epoca ventenne, la società Piaggio si dedica inizialmente alla costruzione di arredamenti navali per poi estendere la propria attività alla costruzione di carrozze e vagoni ferroviari, motori, tram e carrozzerie speciali per autocarri.

Nel frattempo, con la prima guerra mondiale, Piaggio entra nel settore aeronautico, un business in cui opererà per i decenni a venire. Inizia così la produzione di idrovolanti e aeroplani, come pure l’acquisizione di nuovi stabilimenti: nel 1917 una fabbrica di aerei a Pisa, quattro anni dopo un piccolo stabilimento a Pontedera che sarebbe divenuto il centro della produzione aeronautica di Piaggio (eliche, motori e aerei completi, incluso l’avanzatissimo Piaggio P108 nelle versioni passeggeri e bombardiere).

Negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, e durante il conflitto, Piaggio è uno dei maggiori produttori italiani di aerei. Proprio per questo rappresentano un obiettivo militare strategico e gli stabilimenti Piaggio di Genova, Finale Ligure e Pontedera escono distrutti dalla II guerra mondiale.

VESPA 125 U, 1953 Prodotta in soli 7.000 esemplari la Vespa 53 U è tra gli scooter più ricercati dai collezionisti. Foto © Archivio Piaggio
VESPA 125 U, 1953
Prodotta in soli 7.000 esemplari la Vespa 53 U è tra gli scooter più ricercati dai collezionisti. Foto © Archivio Piaggio

L’invenzione del 1946

I figli di Rinaldo Piaggio, Enrico e Armando, immediatamente dopo la guerra curarono il nuovo avvio della produzione industriale. Il lavoro più duro toccò a Enrico, cui spettava la ricostruzione del grande stabilimento di Pontedera, anche recuperando parte dei macchinari trasferiti a Biella, in Piemonte. Enrico Piaggio optò per una totale riconversione industriale, puntando sulla mobilità individuale di un Paese che usciva dalla guerra. Avrebbe realizzato la sua intuizione, creando allo stesso tempo un veicolo destinato a grandissima celebrità, grazie allo straordinario lavoro progettuale di Corradino D’Ascanio (1891-1981), ingegnere aeronautico e geniale inventore.

La nascita di un mito

La Vespa nasce della determinazione di Enrico Piaggio a creare un prodotto a basso costo e di largo consumo. All’approssimarsi della fine della guerra, Enrico studia ogni soluzione per rimettere in moto la produzione nei suoi stabilimenti.

A cominciare da quello di Biella, dove venne realizzato un “motorscooter” sul modello delle piccole motociclette per paracadutisti. Il prototipo, siglato MP 5, venne battezzato “Paperino” per la sua strana forma: ma non piacque ad Enrico, che incaricò Corradino D’Ascanio di rivedere il progetto.

Il progettista aeronautico non amava però la motocicletta. Secondo lui era scomoda, ingombrante, con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura; e oltretutto, per via della catena di trasmissione, sporcava. L’ingegnere trovò tuttavia tutte le soluzioni del caso attingendo proprio alla sua esperienza aeronautica.

Per eliminare la catena immaginò un mezzo con scocca portante, a presa diretta; per rendere la guida più agevole pensò di posizionare il cambio sul manubrio; per facilitare la sostituzione delle ruote escogitò non una forcella ma un braccio di supporto simile appunto ai carrelli degli aerei. E infine ideò una carrozzeria capace di proteggere il guidatore, di impedirgli di sporcarsi o scomporsi nell’abbigliamento: decenni prima della diffusione degli studi ergonomici, la posizione di guida di Vespa era pensata per stare comodamente e sicuramente seduti, anziché pericolosamente in bilico su una motocicletta a ruote alte.

Dal nuovo progetto di D’Ascanio nacque un mezzo che con il “Paperino” non aveva più nulla a che vedere: una soluzione assolutamente originale e rivoluzionaria rispetto a tutti gli altri esempi di locomozione motorizzata a due ruote. Con l’aiuto di Mario D’Este, suo disegnatore di fiducia, a Corradino D’Ascanio bastarono pochi giorni per mettere a punto la sua idea e preparare il primo progetto della Vespa, prodotto a Pontedera nell’aprile del 1946.
Il nome del veicolo fu coniato dallo stesso Enrico Piaggio che davanti al prototipo MP 6, dalla parte centrale molto ampia per accogliere il guidatore e dalla “vita” stretta, esclamò: «Sembra una vespa!». E Vespa fu.

Eboli, 18 maggio 2013

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