Chiusura Tribunale a Eboli. La Sinistra accusa: Per il Sindaco “non c’era niente da fare”

Sulla chiusura delle sede di Eboli del Tribunale l’Amministrazione Melchionda non se ne è occupata.

Sinistra Unita e Rifondazione: “Non c’e’ niente da fare”, rispose con arroganza il Sindaco, infastidito dalle interrogazioni e dalle sollecitazioni sulla questione!

Tribunale-di-Eboli
Tribunale-di-Eboli

EBOLI “La notizia è di questi giorni: – si legge in una nota di Rifondazione Comunista e Sinistra Unita il movimento Politico fondato da Gerardo Rosania che pone in discussione la Chiusura della Sezione distaccata di Eboli del Tribunale di Salerno, facendo rilevare come nessuno si sia mai e veramente interessato affinché si scongiurasse – il 26 settembre il Consiglio Regionale della Campania ha aderito all’iniziativa di altre regioni italiane per promuovere un referendum per la abrogazione della legge 148 del 2011 e dei decreti legislativi 155 e 156 del 2012, che comportavano la chiusura dei tribunali in tante realtà italiane e della stessa Campania.

Abbiamo letto le dichiarazioni dei vari Consiglieri regionali della Campania. Chi ha parlato contro la chiusura del tribunale di Sala Consilina, chi ha parlato contro la chiusura  del tribunale di Ariano Irpino e di Sant’ Angelo dei Lombardi…….ma di Eboli nessuno ha parlato!

Martino-Melchionda-Referendum
Martino-Melchionda-Referendum

E perchè avrebbero dovuto, visto che neanche l’Amministrazione Melchionda ha inteso occuparsene?

Questa Amministrazione – ricordano nella nota Rifondazione e Sinistra Unita – era stata invitata dal Consiglio Comunale a esperire tutti i tentativi ed a seguire tutte le strade per impedire la chiusura della sezione staccata del tribunale di Salerno presente ad Eboli. A questa Amministrazione il Consiglio Comunale chiedeva di riferire sulle iniziative intraprese entro qualche mese.

Ebbene, sono passati circa due anni ma il Consiglio Comunale non e’ stato più chiamato a discutere di questa vicenda ( e di cosa dovrebbe discutere il Consiglio comunale se non di queste vicende che toccano nel vivo la comunità ebolitana? delle varianti che interessano sindaco & soci, su cui la maggioranza si spacca perché non trovano l’equilibrio di “spartenza”?). “Non c’e’ niente da fare“, rispose con arroganza il sindaco, infastidito dalle interrogazioni e dalle sollecitazioni sulla questione!

Anna Grimaldi e Gerardo Rosania
Anna Grimaldi e Gerardo Rosania

E mentre questo sindaco, – accusano – in altre faccende affaccendato, liquidava la vicenda del tribunale come qualcosa di irrimediabilmente chiuso, su cui non perdere tempo, a Sala Consilina una intera città, sindaco in testa, scendeva in piazza per protestare; gli avvocati del foro ebolitano avviavano ricorsi e ottenevano primi ascolti presso tribunali amministrativi che disponevano sospensioni nella attuazione della legge; ed ora il Consiglio regionale lancia questa iniziativa del referendum abrogativo ai sensi dell’art. 75 della Costituzione Italiana.

Vuoi vedere che, forse, qualcosa da fare per evitare la chiusura della sezione staccata  del tribunale  di Salerno presente ad Eboli c’era?

Lo chiederemo a Melchionda & soci quando, partita la campagna referendaria, si presenteranno alla popolazione  a rivendicare il “merito”.

Già da oggi Rifondazione Comunista e Sinistra Unita – conclude la nota politica congiunta – invitano i cittadini ebolitani  ad andare a votare in massa, quando si svolgerà il referendum, per evitare la chiusura del tribunale e per affermare che se c’e’ qualcosa da chiudere ad Eboli quella e’ l’esperienza amministrativa di Melchionda che ha fatto già troppi guai inquesta Città!!”

Eboli, 10 ottobre 2013

4 commenti su “Chiusura Tribunale a Eboli. La Sinistra accusa: Per il Sindaco “non c’era niente da fare””

  1. Sto sperimentando la spendig review al Tribunale di Salerno:
    alcuni uffici ancora non informatizzati,chissà a quando la cittadella giudiziaria,altri dove bisogna prendere il numero,come nelle Poste, per interloquire con gli ausiliari dei magistrati,Cancellieri in testa,un mare di faldoni in deposito,altri in transito ed alcuni “in terra di nessuno”,dove non si sa se son oppure no partiti dalle ex sedi di Eboli e Sala,con personale GIUSTAMENTE AL LIMITE DI UNA CRISI DI NERVI,ma non si toccano i privilegi,un esempio,le pensioni sopra i 5.000 €
    MA SIAM SICURI DI UN EFFETTIVO RISPARMIO PER LO STATO,I CITTADINI AVRANNO COSTI MAGGIORI ED E’ APPURATO!
    Come era facile prevedere, la giustizia, a causa della riorganizzazione, è nel caos più totale. A pochi giorni giorni dagli accorpamenti si continua a lavorare al trasferimento di uffici e fascicoli dalle sedi distaccate d, ormai soppresse, a quella centrale oppure alle due rimaste aperte,che grazie alla deroga funzioneranno rispettivamente altri cinque e due anni per smaltire le cause pendenti.
    La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del decreto legislativo n. 155 del 2012 limitatamente alla disposta soppressione del Tribunale di Urbino proprio perchè la città delle Marche è co-capoluogo di 15mila abitanti della Provincia di Pesaro -Urbino, nonostante insista nella stessa Provincia anche il Tribunale di Pesaro.ALTRE SEDI BEN + POPOLOSE LANGUONO.

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  2. CHIUDETE LA FACOLTA’ COME MINIMO X 25 ANNI!
    Una notizia sconvolgente ma non troppo,la città di Salerno è prima in italia per numero di avvocati iscritti all’albo,1 su 101 abitanti,e senza contare anche i praticanti,pure la provincia “si difende bene”.
    UN elemento che contraddistingue la totale mancanza di programmazione,unita all’insistenza di tali nostri professionisti legali su di un suolo povero di imprese e manchevole di finanze floride,da l’immagine di un’oceano di proletari in toga!
    LA CHIUSURA DI TRIBUNALI E SEDI AUMENTERÀ COSTI E DISAGI,MAI TROPPO SOTTOLINEATI!!!!

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  3. I TRIBUNALI SI CHIUDONO,GLI OSPEDALI SI DISMETTONO E LE PROVINCIE RESTANO!
    E’ intollerabile! E’ incredibile il trucco di usare addirittura una questione cosi’ distante come il femminicidio per combinare l’ennesima furbata.
    Abolizione Province, nel decreto sul femminicidio l’emendamento che annulla la riforma:
    nel testo un articolo che blocca il prolungamento dei commissariamenti imposti da Monti. In assenza di legge di riordino la conseguenza sarà il ritorno alla legislazione quo ante. E quindi al voto per le inutili e dispendiose province.
    La provincia, è un ente intermedio,autorizzato per incassare soldi e distante territorialmente per non aver controllo,un buon “medium”!
    Sprechi amorali, compensi sovradimensionati ai dipendenti, ancor di più ai dirigenti,i progetti inutili, consulenze ad amici professionisti o tali presunti!..e nessuno controlla l’efficacia unita all’efficienza della P.A.
    UNA SOLUZIONE:
    delocalizzazione tecnica.
    Potere decisionale a livello regionale o con introduzione del principio di responsabilità diretta per i politici, ovverosia al potere decisionale avranno responsabilità anche di controllo . Se chi è alla base ruba, correo sarà anche il politico che non ha vigilato,solo cosi…

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  4. BAILAMME GIUSTIZIA…DAL FATTO QUOTIDIANO 25/11:Giustizia, giudici di pace in sciopero: “Precariato intollerabile. Sarà un caos”
    Siamo i precari della giustizia. Nonostante 2 milioni di procedimenti l’anno, che coprono il 60% dell’attività di primo grado in materia civile, non abbiamo le tutele previste dalla legge”. Così i giudici di pace di tutte le sedi italiane spiegano le motivazioni che li hanno spinti a incrociare le braccia per due settimane, a partire da lunedì 25 novembre e fino al 6 dicembre. “Si tratta – spiega Gabriele Longo, presidente dell’Unione Nazionale Giudici di Pace – di una condizione di precariato intollerabile ed illegale, senza alcuna tutela previdenziale, della maternità e della salute e nessuna garanzia di indipendenza e autonomia”. “Attualmente – prosegue – abbiamo dei contratti quadriennali che possono essere rinnovati solo per tre volte. Non si può svolgere un compito del genere con contratti a termine”. Altra richiesta fondamentale è la previdenza. “Non abbiamo maternità, malattie e contributi – afferma Oliviero Campana, un giudice di pace di Roma – tutti diritti costituzionalmente garantiti”. Il disegno Caliendo all’esame del Senato va, invece, nella direzione contraria, perchè prevede di assumere come giudici di pace giovani di 25 anni per 8 anni. Questo vuol dire solo creare altri disoccupati. di Annalisa Ausilio

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