Di Maio da Vespa cambia opinione sull’Europa

“Uscire dall’Europa? Non è più il momento, asse franco-tedesco non più così forte.

Di Maio sull’Europa ci ripensa. Abituiamoci alle giravolte del M5S. Ma gli elettori gli perdonano tutto pur di togliersi di torno quella “elite” partitocratica che fa tutto il contrario di quello che vogliono gli italiani.

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

ROMA – “Uscire dall’Europa? Non è più il momento” perché, evidentemente per l’esperto in politiche europee ed internazionali “Giggino detto Di Maio” come direbbe DeLuca-Crozza, l’asse franco-tedesco non più così forte. Se non è un clamoroso dietrofront del Movimento 5 Stelle sull’uscita dall’euro, è semplicemente una delle rockambolesche capriole a cinque stelle alle quali dobbiamo necessariamente abituarci tra quello che dicono e quello che poi farebbero, riservandosi ovviamente la “terza via“: quello che poi realmente faranno.

Vespa-dimaio
Vespa-dimaio

Una politica “estensibile” e un programma “liquido” dietro il quale, oltre agli interventi di squisita enunciazione di “titoli”, che altro non sono che tutte quelle lamentazioni che il M5S ha raccolto e fatto sue degli italiani, completamente inascoltati dalla Sinistra, dai democratici, dalla Destra e da tutte le coalizioni che si sono alternate al governo di questa sfortunata ma straordinaria Nazione, che sono diventati il “sangue agli occhi” degli italiani e che incuranti di qualsivoglia “imperfezione” del politico Di Maio e di tutti i rappresentanti del M5S, vogliono cambiare e se ne fregano di cosa succederà, ricorrendo a quel famoso detto “non c’è niente più nero della mezzanotte“. Insomma abbiamo tutti gli “zebedei” pieni e tutti scommettono di fargliela pagare a questa combriccola di arroganti sordi rispetto alle grida disperate di noi tutti, muti rispetto a quelle risposte che ci attenderemmo, muti rispetto alle domande e le richieste di un cambiamento radicale, ormai inevitabile.

Non credo sia più il momento per l’Italia di uscire dall’euro perché l’asse franco-tedesco non è più così forte, e spero di non arrivare al referendum sull’euro che comunque per me sarebbe un’estrema ratio”, ha detto il candidato premier del Movimento cinque stelle, Luigi Di Maio, intervenendo da Bruno Vespa a “Porta a Porta“. E questo sarebbe uno di quei tanti dubbi che pare abbia chiarito, attendiamo che ad uno ad uno, egli, nei vari confronti sia con i giornalisti e sia con gli avversari contendenti, chiarisca e senza equivoci, tutti i principali punti di un programma che a “cazzi” ognuno ritiene che il proprio sia meglio degli altri.

E mentre c’è la destra che promette di abolire il Jobs Act e magari Salvini promette anche di eliminare la tassa sulle sigarette elettroniche, Renzi el il PD promettono la 10 €, Di Maio di stabilire il tetto delle Pensioni a 41 anni, non c’è nessuno che si occupa dei promettere il livellamento ai paesi europei degli stipendi e dei salari, manco a dirlo dei pensionati. Di quelli nessuno ne parla magari di adeguare al costo della vita e aggiornare le pensioni ferme da almeno sette anni. A quelle in qualche modo ci pensa Berlusconi: ha promesso di aumentare le minime a mille, delle altre manco a parlarne, così si ottiene l’effetto appiattimento verso il basso. Ma la campagna elettorale è lunga e c’è da scommettere che i vari candidati si trasformeranno tutti in “piazzisti” e vaiii a chi la spara più grossa.

Roma, 10 gennaio 2018

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