Cecilia Francese interviene su Alba Nuova

Alba Nuova ha accumulato 9 milioni di euro di debiti perché il Comune di Battipaglia non ha pagato per i servizi erogati.

Etica per il Buon Governo ha posto domande e ha indicato come far funzionare bene Alba Nuova.

Cecilia Francese

BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento che segue, nella sua forma integrale, di Cecilia Francese, leader del Movimento Etica per il Buon Governo, con il quale intende affrontare la vicenda di Alba Nuova, con tutti i suoi risvolti: politici, amministrativi, gestionali, contabili, di prospettive.

Risvolti che non escludono responsabilità per i debiti che ha accumulato (9 milioni di €), quasi tutti per i mancati pagamenti del Comune di Battipaglia,  e percorsi poco chiari e dispendiosi rispetto alla creazione di due società, non escludendo la fretta di ottemperare ad una legge che da tempo fino a dicembre del 2011 e che il Sindaco Santomauro vuole ignorare..

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VICENDA ALBA NUOVA

di Cecilia Francese

Una delle vicende più “strane” ed ambigue, che hanno caratterizzato questi primi 16 mesi di amministrazione Santomauro a Battipaglia è sicuramente quella relativa ad “Alba-Nuova”, la società, interamente pubblica che da anni gestisce alcuni servizi comunali: dalla nettezza urbana, alla manutenzione.

Qualche mese fa il Sindaco impone al consiglio comunale la ratifica, in tutta fretta, di una propria decisione: sciogliere “Alba Nova” e far nascere dalle sue ceneri due nuove società: “Alba” cui mantenere il servizio della nettezza urbana, e “Nuova” cui affidare il servizio di manutenzione del patrimonio comunale.

LE MOTIVAZIONI: A)L’IMPONE LA LEGGE;B) ALBA NUOVA NON FUNZIONA BENE, TANT’E’ CHE PRESENTA 9 MILIONI DI DEBITO; C)COSI’ FACENDO SI RISPARMIA.

Etica per il Buongoverno, già in sede di discussione in Consiglio Comunale pose alcuni interrogativi:

1) perchè tanta fretta? è vero che l’art.15 del D.L. 135/2009,convertito nella legge 166 del 20/11/2009 prevede che la gestione in “house” dei servizi comunali non sarà più possibile e che bisognerà far entrare nelle società pubbliche almeno il 40% di capitale privato,mediante gara di appalto a “doppio oggetto”,ma la scadenza è fissata al 31/12/2011.
2) la stessa normativa citata,prevede la possibilità di una deroga alla gestione mediante gara d’appalto,quando ci siano evidenti “cause ambientali” che la motivano. E quale causa ambientale più evidente del fatto che in Campania il “businiss” sulla “monnezza” attrae gli interessi della camorra (come anche i recenti fatti di terzigno stanno a dimostrare)? Perchè non si è voluto far ricorso a quella deroga che avrebbe consentito la sopravvivenza di “alba nuova”e spostare la discussione sul COME FAR FUNZIONARE BENE QUELLA SOCIETA?
3)ALBA NUOVA lavora solo per il comune di Battipaglia,se i suoi conti sono in rosso,è perchè quel comune non paga. In altri termini il Comune non paga la propria società di servizi,che lavora esclusivamente per Battipaglia,e poi si lamenta perchè la società presenta un deficit di 9 milioni. Come mai il comune non paga? e che fine faranno quei 9 milioni di debiti,che significano fornitori per lo più battipagliesi che non prendono i soldi?
4)perchè il comune dovrebbe risparmiare facendo nascere due società dall’unica preesistente,sapendo che raddoppiano i costi per i consigli d’amministrazione,che il “cliente unico” delle due società rimane il Comune di Battipaglia, e sapendo che sul personale non si risparmia, perchè gli operai che vanno con “Alba” continuano a mantenere lo stesso contratto “federambiente“, e quelli che vanno con “Nuova” che passerebbero col contratto “edilizia” ottengono la promessa del Sindaco che non si vedranno decurtato lo stipendio?
5) perchè le due società, cosi’ impostate dovrebbero essere in grado di “sopravvivere”,visto che nè allora nè oggi l’amministrazione ha presentato uno straccio di “Piano Industriale“?

Questi interrogativi sono rimasti senza risposta, ma in compenso guadagnarono alla sottoscritta, ed alle donne ed agli uomini di “ETICA”, l’epiteto di “DISSOCIATI”.

Oggi però quegli stessi interrogativi ritornano con forza. A 5 mesi da quella deliberazione consiliare che ratificava la “scissione” decisa da Santomauro,nulla è accaduto:
– il notaio, sembra, si rifiuti di redigere gli atti di costituzione delle nuove società,in quanto non è risolto il problema della “eredità” di 9 milioni di debiti che ha lasciato “Alba-Nuova”;
– le organizzazioni sindacali non firmano l’accordo in quanto continua ad essere mancante il “piano industriale,che dimostri la possibilita’ di sopravvivenza delle 2 nuove società;
– i lavoratori sono in stato di allarme,in quanto non si vedono le garanzie che solo un piano industriale, redatto da tecnici esperti,potrebbe offrire;
– Nel frattempo una più attenta lettura della situazione porta all’insorgere di un dubbio: che il contratto edilizia dei lavoratori di “nuova”è più oneroso di quello “federambiente” che fino ad oggi ha caratterizzato i rapporti di lavoro dentro “Alba-Nuova”, per cui non solo non si vede il risparmio, ma si sta delinendo , addirittura ,un costo in più,che si aggiunge a quelli maggiori dovuti per il raddoppiarsi dei Consigli di Amministrazione;
– infine il Sindaco continua ad affermare una cultura “vecchia ed ammuffita”, secondo cui l’amministratore delle società deve essere uomo di sua fiducia e rivendica la nomina. Non una prova selettiva, capace di selezionare in base al merito ed alla professionalità, ma semplicemente la fiducia del sindaco, in barba agli indirizzi di scelta dei rappresentanti comunali in seno alle società ed i consorzi, deliberati dal Consiglio ad inizio legislatura;
– i lavoratori, delusi e preoccupati da 5 mesi infruttuosi di trattativa, stanno alzando la tensione,col rischio di trovarsi in uno stato sacrosanto di allarme, che dovesse precipitare verso lo stato di agitazione o di sciopero avrebbe una ricaduta negativa sulla città;
e se invece la risposta ai problemi di “alba nuova” fosse stata,come etica proponeva: a) un piano industriale di rilancio di “Alba-Nuova”, da trasformare in s.p.a. con partecipazione del 40% di capitale privato di qualità, da coinvolgere proprio sulla base del piano di rilancio,e valutando,senza pregiudiziali ideologiche l’ipotesi di far ricorso alla “deroga” prevista dalla norma relativamente all’obbligo di “ingressio” del privato nella società;
– un piano di rientro del debito che il Comune di Battipaglia vanta verso la sua società;la scelta sulla base di rigida valutazione meritocratica (da parte di una commissione di selezione interamente composta da tecnici.) di un”management” a livello della sfida;
– coinvolgimento dei lavoratori, al fine del rilancio delle motivazioni e della appartenenza,nelle risoluzione dei problemi della società;
– investimenti da parte del comune in termini di “formazione” e di strumentazione della società.

Su questi dubbi, su queste ambiguità, su queste proposte, il Movimento Etica per il Buogoverno, vuole discutere con i lavoratori,con le organizzazioni sindacali, con le forze politiche (di maggioranza e di opposizione), con i cittadini di Battipaglia tutta. Per questo ha organizzato per venerdì, 1 ottobre un convegno pubblico, che si terrà nella sede del Movimento in piazza A.Moro, in cui relazioneranno: professori universitari, rappresentanti sindacali ed esperti dei contratti di lavoro. quello che uscirà da quel convegno lo tradurremo in una mozione che verrà presentata al Consiglio Comunale per essere votata. Dopodichè,l’esito della votazione su quella mozione lo inoltreremo alla Corte dei Conti, può darsi che ad essa vengano gli stessi dubbi nostri.

Battipaglia 30 ottobre 2010

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