Battipaglia politica- Rosania interviene sulle Pari Opportunità

Se non si discuteva di “donne”, ma di altro l’atteggiamento sarebbe stato lo stesso? dietro quell’atteggiamento c’è o no una logica misogena?

Il mondo femminile è ben più complesso delle sole politiche sociali.

di Gerardo Rosania

Consiglio comunale

BATTIPAGLIA – Io credo che quello che è avvenuto nel consiglio comunale di Battipaglia sia di una gravità inaudita, e che bene abbia fatto Cecilia Francese a dichiararsi offesa. Offesa come donna, non come consigliera comunale o come rappresentante di una forza politica, come donna. E bene abbia fatto a precisare che lei parlava come rappresentante dell’altra metà del mondo, fra l’altro unica rappresentante femminile in consiglio comunale, che si vedeva arrivare in consiglio una proposta che prevedeva la costituzione di una commissione per la pari opportunità, cosa di per sè encomiabile, che nascondeva però una logica maschilista ed irriguardosa francamente insopportabile.

Cosa prevedeva questa commissione? Innanzitutto la sua costituzione da parte della Giunta. E perché non una consulta costituita dal Consiglio ne che quindi avesse nel consiglio il suo interlocutore primario? Le consulte, nello Statuto di Battipaglia hanno questa funzione di interlocuzione, di consulenza, di parere al consiglio (che rimane il massimo organo di rappresentanza della città).

– Perchè le donne non potevano avere questo “rilievo” istituzionale?
– Una questione marginale, perchè “non c’è il marcio” come qualcuno anche in questa discussione ha sostenuto?

Sarà! ma io mi limito a leggere che all’art. 75 dello statuto di Battipaglia, fra le prerogative delle consulte c’è quella di esprimere pareri obbligatori (nel senso che debbono essere, comunque, acquisiti da parte degli organi deliberanti!), anche se non vincolanti sulle grandi scelte di programmazione del comune.

Il  che significa che se un organo deliberante di quel parere non tiene conto, deve motivare il perchè si muova in modo difforme da quel parere. La Commissione viene nominata dalla Giunta, che sceglie in una rosa di nomi (tre) forniti dalle singole associazioni.

– Naturalmente anche qui non ci sarà il marcio, ma  volete spiegarmi perchè deve essere la giunta a  scegliere fra rose di nomi, ed in base a quali criteri avviene questa scelta?
– e perchè questa procedura non avviene anche in occasione della nomina di altre commissioni?
– E perchè solo le associazioni?

Il mondo femminile è ben più complesso delle sole politiche sociali.

– Ci sono donne impegnate in politica, perchè i partiti politici non possono esprimere una propria rappresentanza in quell’organismo (visto che esso deve discutere della “soggettivita’ “femminile!)?
– E le donne impegnate nel lavoro o nel mondo della produzione perchè non possono avere una loro rappresentanza?
– E le studentesse, visto che a Battipaglia c’è una ricca rappresentanza di istituti superiori?

Cecilia Francese

A me sembra che quella proposta di composizione, già allucinante per il fatto che è la giunta che sceglie fra le rose (così la presenza corre il rischio di rispondere a criteri altri rispetto a quelli che si vogliono affermare:il criterio della “spartenza” ad esempio, o quello della scelta della più “innocua”, quella che dà meno fastidio. Ma noi non dobbiamo cercare il marcio ci hanno detto.

Bene, allora perchè non si motiva questa modalità di scelta dei componenti, e perchè non si motiva questa logica ad escludere pezzi fondamentali dell’universo femminile? corra il rischio di essere estremamente limitata nella rappresentanza della complessità femminile. Ed infine il colpo di grazia: la presidenza spetta al Sindaco Santomauro o suo delegato (e per cortesia lasciamo stare l’amenità, che pure ho sentito: ma quella verrà poi delegata al vicesindaco che è donna. Non ci si rende conto che è ancora più offensivo!)

Il problema sta nell’idea implicita in quella scelta di mettere l’organismo di rappresentanza delle istanze femminili, sotto tutela della Amministrazione. Una idea già malsana in sè, che comporta un’altra considerazione: le donne che non sono in grado neanche di autogovernarsi nell’organismo che gli deve assicurare voce a livello  istituzionale.

Bene ha fatto Cecilia ad assumere una posizione ferma su questa vicenda. Brutta, bruttissima l’immagine che ha dato il Consiglio, ma soprattutto pezzi della maggioranza, dove si è creato un clima da “cantina” (dice bene Cecilia) dove fra battute salaci, risatine al confine fra lo scherno e la commiserazione, disinteresse totale per quello che stava avvenendo.

Brutta pagina.

– La domanda è sempre la stessa: ma se non si discuteva di “donne”, ma di altro tema (diciamo di commercianti!) l’atteggiamento sarebbe stato lo stesso?
– Allora il dubbio viene: dietro quell’atteggiamento, quella proposta, c’è o no una logica misogena?

Altro che problema ideologico. Altro che ricerca del marcio. Altro che fare proposte (fra l’altro Cecilia ha illustrato in consiglio una proposta alternativa di costituzione, di composizione e di funzionamento di quella commissione, che non è stata neanche discussa, e mi accorgo dal dibattito che probabilmente, appunto, non è stata neanche ascoltata), qui  su questo episodio ci sono forze politiche della maggioranza che dovrebbero riflettere, e che bene farebbero a chiedere scusa, non a Cecilia in quanto consigliere comunale o rappresentante di forza politica, ma in quanto donna, e dato che ci sono se chiedessero scusa alle donne tutte non farebbero cosa sbagliata.

3 commenti su “Battipaglia politica- Rosania interviene sulle Pari Opportunità”

  1. Le donne si dovrebbero solo indignare rispetto a questo atto irriguardoso, leggero e irresponsabile dell’amministrazioone Santomauro. Si dovrebbero vergognare anchei partiti di sinistra o pseudo sinistra che sorreggono questo ormai sindaco di nessuno.

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