Proseguono i lavori al Cilento Outlet Village, il più grande shopcenter della Campania

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Il Cilento Outlet Village sarà un’eccezionale risorsa per lo sviluppo dell’intera area, specie sotto il profilo occupazionale. A pieno regime occuperà 500 addetti.

Proseguono i lavori del Cilento Outlet Village. Costerà 80 milioni di euro. La struttura aprirà alla fine del 2011, avrà 140 punti vendita, 3000 posti auto, e occupa 34mila mq.

Outlet cilento village

EBOLI – Centoquaranta punti vendita, tremila posti auto e una superficie commerciale di 34 mila metri quadrati per un investimento complessivo di 80 milioni di euro. Sono i numeri del Cilento Outlet Village, destinato a diventare, a progetto ultimato, il più grande villaggio dello shopping della Campania.

La struttura, facilmente raggiungibile dalla nuova uscita Battipaglia e quella di Eboli dell’autostrada A3 Salerno – Reggio  Calabria, e proprio per essere un grande investimento, darà lavoro a oltre 500 persone.

La posizione del Cilento Outlet Village è strategica sul territorio e punta su un vasto bacino di utenza che include la Campania centro-meridionale e la Basilicata occidentale: oltre ai 2,5 milioni di residenti nell’isocrona dei 60 minuti, 5 milioni per 90 minuti d’auto. Il Cilento Outlet Village potrà anche intercettare il grande flusso turistico verso le note località balneari, i siti archeologici e le città d’arte della regione, stimato in oltre 6 milioni di presenze all’anno tra italiani e stranieri, oltre a circa 1 milione di transiti interregionali annui.

Cilento outlet Village progetto

Il nuovo outlet sorge nel comune di Eboli (SA), lungo la Statale 18 delle Calabrie, che congiunge Salerno a Paestum e l’intera costa cilentana, collocato in una posizione strategica. aprirà i battenti entro la fine del 2011, ed il programma prevede, che in un primo momento si apriranno una novantina di negozi e successivamente raggiungerà la sua totale completezza.

A 15 mesi dalla presentazione ufficiale dell’iniziativa, si sono conclusi i lavori di sistemazione esterna dell’area, e nei primi giorni di novembre sono stati avviati gli interventi relativi alle strutture in elevazione.

Il Cilento Outlet Village nasce dalla collaborazione tra Promos, property management company specializzata nello sviluppo, promozione e valorizzazione di progetti tematici quali Outlet Village, Shopping Center e Retail Park, e Innovazione CommercialeGruppo Irgenre, società qualificata nella realizzazione di strutture per la grande distribuzione commerciale, con l’assistenza finanziaria di Unicredit Group.

Area Cilento Outlet village

Il Cilento Outlet Village verrà costruito prendendo come riferimento l’architettura rurale cilentana, con materiali e forme caratteristici dell’area mediterranea. Sono previste piazze circondate da spazi porticati e animate da grandi fontane, mentre le strade pedonali che si snodano all’interno della cittadina saranno valorizzate da pergolati e tende sospese. I percorsi del centro saranno abbelliti da piante tipiche e si prevede anche un’area di circa 20 mila metri quadri che sarà adibita ad orto botanico. L’intero progetto sarà realizzato con una particolare attenzione al risparmio energetico, sfruttando anche fonti alternative, al fine di conseguire una classificazione energetica di tipo “A”.

Oltre ai negozi dei brand più prestigiosi della moda e dell’arredo casa, saranno presenti punti di ristoro caratteristici, dedicati sia alla cucina locale sia a quella internazionale, e un’area a misura di bimbo, all’interno della quale i bambini potranno imparare divertendosi. L’importanza delle risorse investite e il forte impatto occupazionale positivo dell’iniziativa fanno del Cilento Outlet Village un’opportunità unica per lo sviluppo della comunità di Eboli e del suo territorio, e di notevole rilievo per la realtà economica della provincia di Salerno e, più in generale, del Mezzogiorno d’Italia.

Roberto Pansa

A tal proposito, la ricerca e la selezione delle risorse umane sono già state affidate allo studio Giordano Associati, partner strategico e punto di riferimento nel mondo della consulenza integrata per la gestione, l’organizzazione e l’amministrazione delle risorse umane sul territorio della provincia di Salerno, attualmente impegnato nello sviluppo di una soluzione tailor-made per il Cilento Outlet Village.

Il Cilento Outlet Village, sarà il più grande villaggio commerciale della Campania. Dichiara il manager Roberto Pansa, responsabile unico della struttura – L’apertura ufficiale al pubblico è stimata per l’autunno 2011. Saranno presenti con gestione diretta dei negozi, i più grandi Brand (marchi) nazionali e internazionali della moda. Ma offrirà anche grandi opportunità di lavoro, basta pensare che a pieno regime occuperà circa 500 addetti”.

Il Cilento Outlet Village, quinto outlet promosso da Promos in Italia, sarà presentato dalla società al Mapic di Cannes, la principale Fiera europea dedicata all’I

14 commenti su “Proseguono i lavori al Cilento Outlet Village, il più grande shopcenter della Campania”

  1. E’ veramente sconvolgente leggere una notizia del genere e spacciarla come un grande evento (a parte la ipotesi di creare 500 nuovi posti di lavoro, che è sempre una buona notizia per chi ne beneficerà). Mi aspetto che tutti i grandi chiacchieratori degli impatti ambientali dei vari parchi fotovoltaici che occupano decine di campi di calcio saltino dalla sedia e comincino a scrivere freneticamente comunicati. Non so se si ha la benchè minima percezione del disastro civile che una struttura di tale genere creerà alle popolazioni locali, altro che guadagno di 500 posti di lavoro. Creare un punto di intasamento di traffico su una strada statale che oggi di statale non ha più niente se non il nome non sarà nient’altro che una vera e propria bestemmia non solo per le popolazioni locali, ma per l’intera Campania che su quel tratto di strada basa la propria difficile economia.
    Mi chiedo: ma si può pensare di tagliare in due l’intera regione Campania con un drastico colpo di ascia senza porsi minimamente il problema delle conseguenze? In qualsiasi posto del mondo che abbia la dignità di chiamarsi civile e non “repubblica delle banane” dove sempre di più questo paese sta scivolando senza colpo ferire, ogni volta che si prova solo ad immaginare di piantare due mattoni sul terreno ci si pone prima il problema dei servizi associati agli stessi due mattoni, ossia strade, metropolitane, mezzi di trasporto vari e, perchè no, chiese, scuole e ogni altra cosa possa servire a rendere vivibile l’area per i cittadini che dovranno averci a che fare.
    In Italia invece no, non esiste neanche lontanamente questo processo virtuoso. Al contrario, prima si crea un disastro ambientale, poi cominciano le bestemmie delle popolazioni locali, poi la cosa va avanti per anni per introdurre i correttivi, che verranno solo progettati ma mai portati a completamento, poi cominceranno gli incidenti, quando qualcuno ci rimette la pelle poi cominceranno i vari grandi fratelli con sociologi e psicologi che analizzeranno come mai guarda caso è successo e perchè proprio lì, poi interverrà la Protezione Incivile che con la sua capacità di intervenire in deroga alle leggi si divertirà ad investire soldi pubblici per introdurre puri palliativi. E nel frattempo la gente si tiene sul groppone il mostro senza che nessuno gli abbia chiesto che cosa ne pensassero. Viva l’Italia!

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  2. Sono d’accordo con Giueseppe.
    Inoltre dico che questo sogno incubo di mega progetto è com e il film Odissea 2001 nello spazio ” una vera stronzata per consumare altro territorio senza nessun utile il primo in primis quello sulla salute della gente del posto. Realizzando questo mostro urbanistico ,eboli centro rimarebbe sempre piu fuori dai circuiti preposti,vedete Val D’agri visto che hanno richiamato utenza della Basilicata,quella zona è stata imbruttita soltando ma l’economia è rimasta solo alle grosse societa di gestione del petrolio.
    La piana del Sele è gia scempiata abbastanza salviamo cio che ne è rimasto ,il Cilento è l’unica zona della campania meno scempiata dall’uomo proteggiamolo paesaggisticamente e da un punto di vista ambientale. Il Cilento e zone limitrofe Hnno tutto per far decollare la loro economia basta organizzarsi e attingere a fondi per lo sviluppo e la tutela del bene pubblico e territoriale. Il paesaggio la natura la macchia mediterranea e i beni artistici e culturali dell’entroterra del cilento sono la risposta al mostruoso progetto altro che 500 posti di lavoro sfruttando le risorse naturali si creerebbero presupposti turistici culturali di notevole rilevanza economico occupazionale in tutti i settori e non solo nel mercato delle grandi marche e concentrati in un sol punto tenendo fuori tutto il resto.
    la valle del sele diventa sempre di piu come l’Agro-nocerino-sarnese,inquinato ,brutto,velenoso socialmente.
    Siamo realisti difendiamo il territorio e non aspettiamo un altro San Nicola Varco.

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  3. non vi sta mai bene niente. incredibile.nemmeno questo.
    per partito preso
    andatevene.siete voi la rovina del sud e di eboli ignoranti idioti

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  4. C’è un settore italiano dell’imprenditoria che ancora è nel bel mezzo del tunnel della recessione. Trattasi delle imprese operanti nel “piccolo commercio”, le quali, anche in virtù del fatto che non vengono aiutate, appaiono costrette a trovare da sole la luce in fondo al tunnel.Ci saranno rischi ed opportunità, nulla è completamente positivo o nocivo nella vita terrena.el nostro Paese ci sono diversi settori del mercato in difficoltà (dalle costruzioni, alla ceramica, etc.) ma non quello della Grande Distribuzione. Sicuramente non stiamo vivendo periodi come gli anni ’90 sino alla metà della prima decade del 2000, dove gli incrementi di fatturato delle strutture di vendita erano la normalità. Da qualche anno, complice anche la crisi economica, i numeri, a mercato omogeneo, sono tendenzialmente negativi, certo si parla di deboli negatività, ma tali sono. A chi si domanda quando si tornerà agli standard degli anni appena accennati, la risposta è, secondo noi, mai.Nel gergo tecnico si distingue tra strutture della Grande Distribuzione (GD) e strutture della Distribuzione Organizzata (DO). Le prime vedono grosse strutture centrali gestite da un unico soggetto proprietario, che gestiscono punti di vendita quasi sempre diretti.Recentemente la GD ha però radicalmente cambiato le sue strategie di crescita, tanto da pareggiare e, solo ultimamente, scavalcare la posizione di dominanza della DO. Un aspetto determinante che ha causato il “cambio di leadership” è proprio da individuare nelle caratteristiche strutturali dei due operatori. Infatti la struttura a rete classica della DO ha rivelato alcuni punti deboli riconducibili alle relazioni negoziali con i fornitori. Sovente infatti nella DO si verificano casi di “sovrapposizione negoziale” a causa della crescita dimensionale (e di conseguenza contrattuale ed economica) di singoli membri appartenenti allo stesso gruppo che non tardano a reclamare maggiore indipendenza dalla centrale, anche per le problematiche di carattere strategico e di governance. I rapporti di fornitura e le condizioni economiche che si riescono a ottenere infatti rappresentano una voce di assoluta centralità nel risultato economico di un’impresa commerciale. Inoltre non va sottovalutata l’eterogeneità dei formati di vendita che spesso va a caratterizzare la DO e che penalizza la capacità di controllo e di coordinamento unitario da parte della centrale.
    In generale, in Italia la GDO soffre una notevole debolezza delle catene nazionali che si trovano soverchiate dalla potenza dei colossi esteri, in particolar modo nei settori discount e ipermercati, rispettivamente dominati da gruppi tedeschi e francesi. Ne consegue anche una totale assenza di gruppi italiani nei mercati esteri, mentre in Germania e Francia dominano le proprie catene nazionali. Nessun gruppo italiano ha una diffusione capillare in tutto il Paese, ad eccezione delle cooperative di consumatori (Coop) e di dettaglianti (Conad). Oltre a Esselunga, attiva solo nel settore supermercati, tra i gruppi nazionali si fanno notare anche Iper, Bennet e Panorama: da notare che questi ultimi due si riforniscono dalla stessa centrale di acquisto Intermedia e si presentano in maniera estremamente simile, ma sono finora diffusi capillarmente solo in aree limitate e diverse del Paese, senza mai farsi concorrenza; un’ eventuale loro fusione, similmente a quanto accaduto nello sviluppo delle catene d’oltralpe, farebbe di questo gruppo il maggiore in Italia, anche davanti a Coop, ma è una realtà abbastanza lontana dal concretizzarsi.Le statistiche sono una cosa, ma la realta’ e’ ben diversa. Ci sono un gran numero di piccoli commercianti, che ormai sull’orlo o del fallimento, e che presto chiuderanno e consentitemi il gigantismo non riuscirà mai a coprire il vuoto del bottegaio,ed il mio non vuol essere un commento patetico…

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  5. Grandi aspirazioni ma alla fine sarà un buco nell’ acqua come tanti centri commerciali fuori mano falliti dopo poco tempo logorati da boutique ed outlet dei centri cittadini……è inutile di abbigliamento è saturo, non penso che ne valga la pena, partire da casa per andare a fare shopping ad Eboli, io abito in centro e ci sono bellissimi negozi ed outlet con ottimi prezzi, non mi parto da casa con l’ idea di acquistare capi di abbigliamento ma lo faccio passeggiando lungo il corso della mia città, passando lungo le vetrine dei negozi con le amiche quello che ci colpisce semplicemente passeggiando, ma non uscendo con l’ idea di acquistare…..penso che un po’ tutti agiscono come me….i migliori negozi sono al centro della città questo è il vero shopping….non quello fuori porta….

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  6. Vorrei sapere gentilmente a chi poter chiedere informazioni riguardo l’apertura di un punto vendita all’interno della struttura o anche possibilità di inviare curriculum per assunzioni dato che si sà…in genere una volta aperto i posti sono già quasi tutti occupati già…prego di rispondermi grazie

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    • In generale nel programma di questo genere di Centri Commerciali vi è sempre una riserva di spazi, per l’inserimento di banner convenienti al Centro stesso, tuttavia un outlet per sua definizione richiede la presenza diretta delle società, quindi dovrebbe rivolgersi ad una delle società produttrici. Relativa
      al posto di lavoro basta andare sul sito ufficiale della “Giordano associati” per inviare un curriculum.

  7. salve io abito propio di fronte alla struttura,dalla finestra delle scale vedo di continuo tutti i lavori,mi piacerebbe lavorare in questa struttura quando ci sara’l’innagurazionesono bravo a fare qualsiasi cosa,contattatemi appena volete……

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  8. Ennesimo scempio concordo con tutti i post negativi a riguardo.questo è un posto a vocazione agricola,non possiamo convertirlo in una zona industriale e urbanizzata soltanto per riciclare 80 milioni di euro che,ahimè,chissà da dove arrivano.. ve lo siete chiesti????? e poi di certo non porteranno ricchezza al nostro territorio visto e considerato che gli imprenditori non sono di certo del cilento e chissò da quale parte del mondo con in mano il loro pc fanno il punto della situazione e gestiscono tutti questi soldi con un click ignorando addirittura dove sia eboli e cosa sia il cilento!!!
    ragazzi,associazioni ambientaliste, sindaci dei territori… fate qualcosa anche se ormai ci sarà posto soltanto per gridi di dolore!!

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  9. Grandi aspirazioni ma alla fine sarà un buco nell’ acqua come tanti centri commerciali fuori mano falliti dopo poco tempo logorati da boutique ed outlet dei centri cittadini……è inutile di abbigliamento è saturo, non penso che ne valga la pena, partire da casa per andare a fare shopping ad Eboli, io abito in centro e ci sono bellissimi negozi ed outlet con ottimi prezzi, non mi parto da casa con l’ idea di acquistare capi di abbigliamento ma lo faccio passeggiando lungo il corso della mia città, passando lungo le vetrine dei negozi con le amiche quello che ci colpisce semplicemente passeggiando, ma non uscendo con l’ idea di acquistare…..penso che un po’ tutti agiscono come me….i migliori negozi sono al centro della città questo è il vero shopping….non quello fuori porta….

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