Un Patto per la Città: Lettera aperta al Sindaco Melchionda di Paolo Polito

Occorre stipulare un nuovo “PATTO PER LA CITTA’. Un patto per un governo di salute pubblica, per il bene comune.

Un Sindaco non può non capire che si è giunti a un bivio: o si cambia tutto o si lascia, tertium non datur. Ammetterlo sarebbe un atto di coraggio e non di viltà.

Polito Paolo

EBOLIPaolo Polito non finisce mai per stupire. Tutte le volte che interviene nelle vicende politiche apre varchi sia per i suoi detrattori che per quelli che invece ne colgono il senso della portata, così come stupisce in questo momento, atteso che con i suoi rilievi critici ha animato l’opposizione e di conseguenza egli stesso si è allontanato dalla Maggioranza. Maggioranza della quale egli si sentiva di appartenere e dava il suo contributo, quella stessa maggioranza, Sindaco Melchionda in testa, che invece ne prendeva le distanze, fino a relegarlo ai margini, e per certi aspetti “vergognadosene”, dal momento che lo stesso Polito, avendo aderito a FLI, il Partito del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, e sebbene questo partito rompendo con il PDL si è schierato al centro insieme all’API e l’UDC,divenendo gli animatori del famoso Terzo Polo, che in ogni caso tarda a venire, non nascondeva il suo passato di uomo di destra, di quella destra che molti vorrebbero catturarne i consensi ma con tutta l’accortezza di nascondere nel ripostiglio chi quei consensi li porta.

Ironia della sorte per Polito sono proprio quegli alleati locali del suo Partito a prenderne le distanze ed ad “espellerlo”: l‘API si ostina a ricordare che l’Alleanza che sostiene l’Amministrazione di Martino Melchionda è formata dal PD, dall’UDC e dall’API; L’UDC, nonostante sono sopraggiunti problemi interni di non facile risoluzione, che comprendono lotte di affermazione interna, scontro di potere e di piazzamenti, defenestrazioni e dictat fino ad arrivare alla richiesta di sfiducia verso il loro Assessore Pierino Infante, nemmeno loro riescono a darsi una collocazione, in ogni caso non includono il “Terzo incomodo“, quell’alleato che andava bene fino a quando era “civico” e che invece ora non viene riconosciuto e viene “marginalizzato” anche dal Sindaco quando ne diminuisce la portata dicendo che il rapporto con Polito è legato alla casualità e non ad un’alleanza definita con il Partito FLI.

Con questi chiari di luna è evidente che Polito prenda le distanze, sebbene a malincuore. E se da una parte prende le distanze e nel corso degli ultimi Consigli comunali è stato il protagonista delle opposizioni, dall’altra con questa lettera se ne riavvicina, e lo fa evidenziando quelli che sono i problemi della maggioranza e dell’Amministrazione, utilizzando uno spirito critico “indicativo”, ma che altro non vuole essere che uno spiraglio, e offrendo timidi consigli che però sottolineano anche la portata della proposta.

E mentre offre al dibattito una proposta politica attraverso un “PATTO per la CITTA‘” e un governo di salute pubblica, per il bene comune“, sottolinea le difficoltà politiche ancorché amministrative e con il “suggerimento” evidenzia come quel personale politico a cui sono state affidate le sorti della Maggioranza e dell’Amministrazione sia inadeguato, sia rispetto alle capacità politiche ed espositive, sia rispetto alla portata e al  momento politico complicato che attraversa la Maggioranza e l’Amministrazione.

In maniera sottile ma pubblica Polito con la sua Lettera aperta “si rivolge a nuora perché suocera intenda”, nel senso che si rivolge alla Classe politica, ma il vero destinatario è Martino Melchionda, poiché è lui ad avere in mano le redini della Maggioranza, e se da una parte gli dice: “guarda che la tua esperienza è finita“, dall’altra gli suggerisce: “vedi che ci sono ancora i margini per salvarti, non perdere l’occasione“. Il messaggio è accattivante, ma ne contiene un’altro che pure va “criptato”, quello che non è più il caso discutere con i singoli, nel senso che che il tutto è possibile solo se si da ai Partiti il ruolo che compete loro, compreso il suo, sottintendendo, che non si va da nessuna parte se non verrà coinvolto anche il FLI. E’ vero, secondo Polito, la maggioranza li ha i numeri, anche senza il FLI, ma con i limiti che ha sottolineato consapevole che quei servizi di assist che ha sottolineato i suoi non sono in grado di poterli offrire.

A buom intenditor poche parole: prendere o lasciare. Una terza via non esiste.

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LETTERA  APERTA Al Sindaco e alla Classe politica

di Paolo Polito

Quando non si è capaci di risollevare le sorti della Multiservizi.
Quando la società costituita per valorizzare il patrimonio immobiliare è abbandonata al suo triste destino.
Quando, dopo 5 anni, non si è in grado di approvare il PUC e l’urbanistica è “materia” di privati.
Quando la Città appare sempre più sporca e la raccolta differenziata un vago ricordo.
Quando la popolazione si allontana dalle istituzioni perché stanca e sfiduciata.
Quando il verbo dell’azione amministrativa è coniugato solo al futuro.
Quando si trascura e si oscura ogni attività culturale.
Quando si approva il bilancio di previsione in piena estate e, quindi, non si riesce a gestire una sana e corretta programmazione.
Quando il personale dipendente perde ogni motivazione.
Quando la politica conta solo al momento delle elezioni.
Quando la giunta non raggiunge, salvo rare eccezioni, gli obiettivi assegnati.
Quando il consiglio comunale è capace solo di autocelebrarsi.
Quando si verifica ciò .. . un Sindaco ha il dovere di fermarsi e riflettere.

Un Sindaco non può non capire che si è giunti a un bivio: o si cambia tutto o si lascia, tertium non datur.

Rinnovare, cambiare integralmente prospettiva e visione dell’attività politica e amministrativa. Da solo, mi dispiace doverlo sottolineare, un Sindaco non può farcela, non ha la forza per “tirare la carretta”.

Ammettere ciò sarebbe un atto di coraggio, non di viltà.

Per fare ciò un Sindaco ha bisogno di chiamare a raccolta le forze politiche responsabili (non i singoli consiglieri) e gli esponenti della società ebolitana disposti a collaborare. Occorre stipulare un nuovo “PATTO PER LA CITTA’.

Un patto per un governo di salute pubblica, per il bene comune.

E’, probabilmente, l’ultima possibilità offerta a questa classe politica, prima che cada nell’oblio. Bisogna farlo, per le tradizioni di questa Città, per le aspirazioni del suo popolo.

Eboli, 2 luglio 2012

4 commenti su “Un Patto per la Città: Lettera aperta al Sindaco Melchionda di Paolo Polito”

  1. Polito parla di un patto per governare,ma quando è entrato con l’U.D.C non aveva già trovato l’accordo con il Sindaco per la politica da attuare???

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  2. l’unico patto è mandare melchionda a casa, caro polito tutti lo sanno che hai chiuso l’accordo con vecchio e cillo per entrare in maggioranza e magari in giunta,tutti e tre morti politicamente.

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  3. Bravo Paolo, come sempre hai anticipato tutti. Ti sei già lanciato in campagna elettorale; stavolta qualcuno una candidatura dovrà pur dartela!!! e che diamine.
    A parte gli scherzi, ma credi veramente che esistano persone buone per tutte le stagioni?
    Gli attori sono sempre quelli; e quelli che fino ad oggi si sono distinti a fare male, cambiando la formula, sarebbero solo capaci di fare peggio.
    Abbi fede dopo le Politiche Melchionda si dimetterà.

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