A pagare è sempre e solo l’Ambiente

Il Consiglio di Stato “annulla” la Prestigiacomo

ROMA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Erasmo Venosi, tra i massimi esperti di questioni ambientali, a seguito di una Sentenza del Consiglio di Stato che annulla una Sentenza del Tar Lazio, circa la reintegra di una Commissione VIA, ingiustamente restituita.

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Consiglio di Stato: se paga solo l’ambiente

di Erasmo Venosi

Erasmo Venosi
Erasmo Venosi

Il Consiglio di Stato ha recentemente annullato la sentenza del Tar del Lazio che intimava al Ministro Prestigiacomo di reintegrare i membri delle Commissioni per la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) , per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e il Comitato per le Risorse Idriche (Co.Vi.Ri.)”ingiustamente” destituiti. Tutto questo genera inquietudine e profonda preoccupazione nei tanti, che ancora vorrebbero credere in una giustizia al di sopra delle parti.

Ne prendano consapevolezza riformatori, cittadini, associazioni, soprattutto ora che si decide sul nucleare. L’evidente posizione di conflitto d’interesse del Consiglio di Stato, che è organo del Governo e componente della Magistratura, è questione che deve essere risolta. Il CdS mette la parola fine su questioni fondamentali. Può apparire imparziale un Organo che è “ausiliario del Governo”? Può esistere un Organismo con tale ruolo, dopo che il cosiddetto giusto processo, introdotto recentemente con l’art. 111 nella Costituzione, stabilisce nel secondo comma che: “ogni processo” è “giusto” se “si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizione di parità, davanti a giudice terzo e imparziale”? E’ tollerabile che ministeri ed enti pubblici assegnino a Consiglieri di Stato remuneratissimi incarichi extragiudiziali , anche da 800 euro l’ora e che questi poi si esprimano su questioni che riguardano denunce dei cittadini per le decisioni dei Ministri? Sentenze dei Tar letteralmente stravolte come il Ponte sullo Stretto, il Mose, la Baia di Sistiana, l’Anfiteatro di Ravello , l’Autostrada Valdastico Sud , il raddoppio della base “Dal Molin, la Commissione IPPC , la Commisione VIA, il CoViRi! Un Consiglio di Stato che a 250 anni da Montesquieu , che nello “Spirito delle Leggi” , distingueva tra “dispotismo” e “regime moderato”, utilizza in una sentenza una norma di un regio decreto del 1924 che riconosce che alcuni atti, valutati come politici, non possono essere sottoposti al giudizio.

Insomma la prova della “influenza” del potere politico e il gravissimo precedente di legittimazione della elusione del controllo di legittimità per qualsiasi atto del Governo da parte della magistratura amministrativa. Tutto questo mentre colpevolmente l’attuale Ministro Prestigiacomo e prima di lei, Matteoli e Pecoraro non hanno dato attuazione a quanto previsto dalla direttiva 35 del 2003 sull'”accesso alla giustizia” in attuazione della Convenzione di Aarhus. Accesso alla giustizia che significa garantire ai cittadini interessati ai procedimenti di Via e Aia una procedura di ricorso che sia “equa, giusta, tempestiva e non eccessivamente onerosa”. La direttiva 35 è stata recepita nel dlgs 152/2005, tranne che nella parte relativa all’accesso alla giustizia.

Attualmente il cittadino su questioni importanti come l’ambiente, l’urbanistica, il paesaggio, gli ecosistemi, le infrastrutture, i diritti del consumatore, si trova di fronte all'”ultima spiaggia” del Consiglio di Stato e a “strumenti contundenti” come la norma del 1924 (su alcune scelte del Governo “non possumus”) e i cosiddetti “atti di alta amministrazione” (discrezionalità delle scelte della pubblica amministrazione e ridotta possibilità d’intervento della magistratura amministrativa).Destra e sinistra, ipocritamente parlano di ecologismo ma gli strumenti della legislazione che consentono di coniugare ecologia, economia e diritti naturali sono o inesistenti o inibiti con giudizi di organismi in conflitto d’interesse e strumenti anacronistici e pericolosi , in uno Stato di Diritto.

Erasmo Venosi

dal quotidiano Terra del 24 dicembre 2009

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