Eboli: Le due condizioni per una alleanza

Eboli, quale “la città futura”? Il PRC traccia il perimetro per un tavolo politico per un progetto popolare e inclusivo. 

Le condizioni del Segretario cittadino dei comunisti di Rifondazione per un’alleanza: “Un sindaco o una sindaca dichiaratamente di sinistra; L’homo novus, uomo o donna che sia”. Per impastare quelle “carni” ci vuole il Padreterno. 

Silvio Masillo

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Maggio è vicino e le “manovre” più che politiche tattiche, si moltiplicano per dare un senso alle tante movimentazioni che si vanno delineando per “giustificare” le alleanze. Tutti, ma proprio tutti, sebbene in precedenza ed in prosieguo sanno bene di non seguire i tradizionali schemi politici riconducibili alla destra o alla sinistra, in ogni competizione elettorale li perseguono, salvo poi a indirizzarsi verso quella tanta invocata “società civile“, alla quale tutti necessariamente devono attingere e nella quale poi tutti si fanno inghiottire anestetizzando partiti e provenienze fino a dare corpo ad aggregazioni civiche per giustificare le disinvolture politiche ed i percorsi che nulla hanno a che vedere con la destra e la sinistra o peggio ancora con centrodestra e il centrosinistra, le due formule che non significano più perimetrazioni politiche-ideologiche, ma semplicemente aree del “tutto e del niente” laddove il passo dal “civismo” al qualunquismo è breve, brevissimo.

Ciò premesso ci giunge, più che un comunicato, un documento politico da Rifondazione Comunista e dal suo Segretario Silvio Masillo che cerca di porre sul “tavolo” ipotetico di una Sinistra altrettanto ipotetica un “canovaccio” nel quale vi sono tracce di indirizzi che vorrebbero essere di guida ad una ipotetica alleanza, non più di partiti ma di uomini e donne, e specie nelle persone che si individuano come guida (Sindaco/a) che siano “possobilmente” di sinistra e inderogabilmente nuovi.

Per impastare quelle “carni” ci vuole il Padreterno9 o un bel po’ di scienza e il risultato non sarebbe immediato e sarebbe comunque un risultato da “laboratorio” 

Di qui si comprende come questo Partito apre ad una discussione per motivare una sua partecipazione ad una possibile alleanza e dare una ragione della propria partecipazione a quel “progetto popolare e inclusivo” dal quale però precisano che “non si faranno irretire” ma verso il quale si vuole creare un campo d’azione, purtroppo minato, come essi stessi indicano. Tutte analisi e condizioni che ci fanno immaginare che da quel tavolo usciranno rafforzate solo le diversità e da quelle diversità se nascerà qualcosa sarà solo simile a quell’altra cosa che si vuole combattere e il risultato sarà solo l’esaltazione del “qualunque”.

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«Al declino politico ed economico che travolge la città, i ceti politici e le eminenze grigie oppongono alleanze spurie e di convenienza. – Si legge in una nota di Silvio Masillo Segretario cittadino del Partito della Rifondazione Comunista di Eboli – Schemi già visti, manovre gattopardesche tese solo a cambiare la titolarità delle mani sulla città e a proporre candidature di carrieristi calati dall’alto con formule che sanno di stantio. Un déjà vu!

D’altra parte, – prosegue Masillo – noi non possiamo esimerci dall’essere protagonisti delle dinamiche politiche della città. A Eboli il Partito Comunista ha sempre svolto un ruolo centrale nella politica cittadina, sia come forza propulsiva di opposizione, sia come forza di governo di cambiamento. Nel dopo guerra addirittura esprimendo un’egemonia ragguardevole, e, del resto, negli ultimi 25 anni il Partito della Rifondazione Comunista ha rinnovato questa storia esprimendo il gruppo consiliare maggioritario e il sindaco per un decennio.

Ovviamente il nostro protagonismo si distingue, come sempre è stato. – prosegue ancora il Segretario cittadino dei Comunisti ebolitani – In primo luogo, riteniamo che sia irrinunciabile che il programma politico della “città futura” sia basato su un modello di sviluppo sostenibile, armonico, riproducibile e inclusivo, che non lasci nessuno indietro, pensato per “i molti e non per i pochi”, e si basi quantomeno su dignità sociale, decoro civico ed equità tributaria: si fermi il declino della città, ma la crisi non la paghino i concittadini più marginali dal punto di vista economico, sociale e della collocazione periferica!

In secondo luogo, riteniamo che i progetti politici capaci veramente di rendere più giusta la città non possono viaggiare su tutte le gambe. Cioè, siamo consci pure che per cambiare la città servono un “progetto popolare” e gambe che lo realizzino che siano credibili ai più in città. In questa fase storica cittadina, ciò ci sembra più efficace rispetto a un progetto meramente ”identitario”, che finisce per parlare solo al proprio ceto politico e non al Popolo; progetto, dunque, che non avrebbe la forza di candidarsi a cambiare l’esistente.

Ciò, stante anche la crisi di fase della sinistra dovuta soprattutto a chi, anche in città, è responsabile di avere voluto scindere l’atomo nella sinistra in cerca di visibilità personale, o a chi ha usato la sinistra radicale, in particolare Rifondazione, come un calesse personale, un trampolino, salvo poi fare impunemente i salti carpiati, con giravolte che si susseguivano a destra e a manca a seconda della convenienza: eletti, dirigenti partitici o spin doctor che siano stati.

Auspichiamo, quindi, che ci sia un progetto politico condiviso ai più. Tuttavia, puntualizziamo fin da subito che non siamo disponibili a transigere sul modello di sviluppo sostenibile della città, mentre, siamo disponibili ad accettare solo due tipi di opzioni per individuare le gambe che dovranno portare avanti il progetto che ribalti radicalmente lo status quo:

  1. La prima ipotesi, un sindaco o una sindaca dichiaratamente di sinistra. Di una sinistra distante dalla coalizione PSE-PPE che esprime l’attuale classe dirigente, e che è anche responsabile della crisi in città.
  2. L’ipotesi alternativa, un “homo novus” civico (donna o uomo che sia, poiché non ci interessano i giochetti sessisti creati ad arte, innanzitutto per evitare che la competizione tra galli faccia saltare equilibri posticci, se non addirittura per tarpare le ali ai propri fidi alfieri cui non si riesce a spiegare che non si può fare sempre asso piglia tutto), ma inoppugnabilmente di animo progressista, e soprattutto la cui biografia sia impeccabile, cioè che non sia stato già consumato da esperienze di governo della città o si sia prestato a esperienze ambigue o comunque sostanzialmente di destra, e che abbia una storia che parli di impegno civile o comunque al mondo del “lavoro” o del “non lavoro”, di ampio respiro.

In assenza di tutto ciò, – conclude il Segretario cittadino del Partito della Rifondazione Comunista Silvio Masillonon ci faremo irretire, ma saremo pronti a rovesciare il tavolo dell’esistente!»

Eboli, 28 febbraio 2020

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