Piani di Zona S5 e gli Incarichi fiduciari: Mutatis mutandis?

I dubbi sull’avviso pubblico del Piano di Zona S5 inducono ad una riflessione sulla legittimità, l’opportunità e la tempistica dell’atto.

La legge vincola la scelta all’individuazione di competenze di alto livello professionale; invece, nell’avviso, i requisiti richiesti appaiono, piuttosto, come un vestito preconfezionato.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Incarichi fiduciari: mutatis mutandis ?

di Giovanni Russo

Giovanni Russo

EBOLI – In queste settimane il nostro Sindaco ha avviato una legittima quanto auspicata revisione sugli assetti organizzativi della macchina comunale, revocando gli incarichi dirigenziali (i cosiddetti capo area) e promuovendo le procedure per l’individuazione dei sostituti.

L’atto mi appare pienamente condivisibile, vuoi per un giudizio estremamente critico sull’azione professionale offerta in 15 anni dai funzionari in questione, vuoi per l’inadeguatezza di simile organigramma nel nostro Comune. Occorre sottolineare, a tal proposito, che l’invenzione dell’allora Direttore Generale Biagio D’Ambrosio di costruire un’organizzazione comunale inventando, letteralmente, le aree come dimensione sovrastrutturale, pur permessa dalla normativa è stata, senza dubbi, una velleità che non ha introdotto economicità, efficacia ed efficienza nella macchina comunale. Una velleità rafforzata dall’invenzione della stessa carica di D.G. voluta dal I Rosania, paradossale per un Ente inferiore ai 50.000 abitanti.

Per la precisione, mi preme sottolineare, tuttavia, come tali scelte siano state reiterate, annualmente fino all’altro ieri; è il caso di dire errare humanum est, perseverare autem diabolicum!

Mi sarei aspettato, in tutto questo tempo, insomma, quel salto di qualità che ad una simile organizzazione comunale è doverosamente richiesto. Invece, mi sembra, il Comune di Eboli non abbia ma varcato tale soglia di distinzione. La fiducia reiterata puntualmente, dal Sindaco, non ha corrisposto di certo a valutazioni idilliache sulle funzioni svolte e sulle capacità manifestate.

Tutt’altro, mi permetto di osservare, è sembrata una rappresentazione comica di una politica che non vede oltre il proprio naso; una politica che a queste competenze dirigenziali null’altro ha chiesto, in questi anni, se non lo sforzo di operare nel regime del signor sì, con l’arduo compito di gestire semplicemente il quotidiano; difatti, mi sembra che alcuno sforzo di propositività organizzativa e funzionale sia stato manifesto, né tantomeno alcuna capacità tecnica di sostegno alle scelte programmatiche di indirizzo siano state offerte ai nostri amministratori, da talune figure apicali. Anzi, potrei richiamare l’attenzione sui numerosi accadimenti che hanno arrecato all’Ente ed ai suoi amministratori non poche difficoltà, di cui le cronache giudiziarie hanno offerto ampie novelle.

Eppure, ex abrupto, ci si accorge che il limite è stato forse travalicato? Bene ma, allora, dovrebbe seguire un’azione realmente riformista da parte del Sindaco. Un’azione volta a individuare un riassetto organizzativo corrispondente alle esigenze della macchina comunale. Invece, spero di sbagliare, così non sembra essere, per la serie ipsa olera olla legit (la pentola sceglie da sé le sue verdure). Non a caso sembrerebbe questo, poichè il primo atto sul quale possiamo esprimere delle valutazioni, relativamente alla vicenda, è l’Avviso pubblico bandito dal Comune, in qualità di Comune capofila dell’Ambito sociale S5 (che racchiude, in regime di convenzione, ben dieci Comuni), per la nomina del dirigente dell’Ufficio del Piano Sociale di Zona.

Ebbene, non sono pochi i dubbi su tale atto, tali da indurre una maliziosa riflessione sia sulla legittimità dell’atto pubblico sia sull’opportunità della tempistica.

Mi sembra, difatti, che il bando presenti vizi nell’individuazione di requisiti d’accesso particolarmente limitanti e poco in linea con la normativa vigente (basta riscontrare l’ordinamento della P.A., le declaratorie relative ai profili e la normativa in materia di titoli di studio equipollenti) che limiterebbe l’accesso alle sole figure che abbiano svolto attività nella P.A. come dipendenti; malizioso, oltremodo, risulta il peso in termini di punteggio attribuito all’esperienza curriculare rispetto al colloquio (rapporto 1/4). Occorre rammentare che trattasi di procedura di affidamento di incarico, alla quale la legge attribuisce un senso preciso, vincolando la scelta all’individuazione di competenze di alto livello professionale; invece, come si potrà riscontrare, i requisiti richiesti appaiono, piuttosto, come un vestito preconfezionato.

Oltremodo, la scelta del momento è sintomatica di una scarsa consapevolezza del ruolo delicato, nella fattispecie, in capo al responsabile di un Ufficio del Piano di Zona, in piena fase di presentazione della programmazione e della progettazione della II annualità del primo triennio del Piano di Ambito, con una imminente scadenza regionale; non a caso, in queste ore tutti gli Ambiti sociali della Regione Campania sono impegnati nel rispondere a questa esigenza gravosa ed impegnativa. Si comprenderà, facilmente, quanto possa risultare inopportuno l’avviare proprio adesso un cambio dirigenziale, decretando, difatti, una rischiosa vacatio.

A dire il vero la medesima criticità è stata sollevata da altri Sindaci che siedono al tavolo istituzionale dell’Ambito sociale S5, ciò determinando una ennesima frizione con il Comune capofila.

Vulpem pilum mutare, non mores! (La volpe cambia il pelo ma non il vizio)

……………..  …  ……………….

Avviso Pubblico per l’affidamento dell’incarico di dirigente responsabile dell’Ufficio di Piano Sociale.

4 commenti su “Piani di Zona S5 e gli Incarichi fiduciari: Mutatis mutandis?”

  1. Caro dott Russo,
    accanto alle sua precise dichiarazioni, bisognerebbe aggiungere che da circa tre mesi stiamo aspettando, una volta con ansia ora con sfiducia, gli esiti di un concorso (per il reperimento di 18 figure professionali) che secondo me porterà solamente un’altra ventata di favoritismi personali e piaceri politici. Dopo essere stati contattati a mo di piacere telefonico da un politico locale, si è caduti nello schifo più assoluto. Noi siamo un gruppo di ragazze laureate e specializzate (3+2+ master) che ha dovuto subire la botta di concorrere come educatori professionali con persone aventi addirittura la maturità scientifica. Nulla contro le maturità, ma la legge è legge. Al colloquio erano presenti persone che nemmeno l’italiano masticavano e di scienze umane erano a digiune, e non sapevano nemmeno cosa fosse il il T.U E.L. Tutto ciò è una vergogna il lavoro nel sociale ad Eboli è nella mani di aguzzini, senza pietà per i ragazzi che gli vengono affidati. Cercare lavoro ad Eboli è come andare dai ladri e qualcuno lo è stato anche. Da Battipaglia siamo venute con la speranza ma Eboli ci ha nuovamente deluse. “Tenetevi tutto questo marciume” cosi ci siamo dette e dopo pochi giorni siamo partite per la Lombardia. 15 giorni e abbiamo trovato posto come educatore professionale, super pagate e rispettate. Il sud vive ancora ai tempi dei Borboni.

    Rispondi
  2. Se l’assessore al ramo non riesce nemmeno a parlare e a scrivere decentemente,, per usare un eufemismo, cosa potevate aspettarvi care ragazze?
    Spesso, per parafrasare il maestro Eduardo, le voci di fuori sono più autorevoli ed obiettive delle voci di dentro. Qui c’è gente che ha venduto il proprio voto per pochi euro.
    Avete usato il termine più calzante possibile – marciume – .
    Il paragone con il nord è improponibile perchè noi non siamo paragonabili nemmeno all’ultimo comune del sud. Il ritardo rispetto al nord è siderale e , secondo me, incolmabile.
    Vi faccio i miei migliori auguri per il vostro lavoro.

    Rispondi
  3. Non posso farti e farvi tanti auguri e che vadano a fan…. tutti quelli che dal 1900 ad oggi hanno distrutto la nostra amata terra.

    Rispondi

Lascia un commento