8 MARZO: Giornata Internazionale della Donna, tra storia e leggenda

8 Marzo giornata internazionale della Donna, attraverso leggende e storia fino al suo fiore simbolo: La Mimosa.

Parità, libertà, cultura per la donna nella società moderna“… Sembra  uno slogan dei giorni nostri. Invece è la “parola d’ordine” del 1962 per  celebrare l’8 marzo secondo l’Unione Donne Italiane.

festa-della-donna-2015
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di Annamaria Forte
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Come ogni anno l’8 marzo si celebra la Festa della donna divenuta forse una delle tante ricorrenze ripetitive e commerciali di cui si è perduto il significato più profondo. Ma perché la Giornata internazionale della donna, o più comunemente Festa della donna, si festeggia proprio l’8 marzo?

La leggenda.  L’origine della Festa della donna risale, infatti, al secolo scorso. Nonostante ciò, la data di inizio non è ben chiara e intorno ad essa è nata, negli anni successivi alla seconda Guerra mondiale, una sorta di leggenda. Infatti si pensa che la festa sia stata istituita nei primi anni del Novecento in seguito alla morte di un gran numero di operaie durante un incendio scoppiato in una fabbrica di New York. In realtà non vi è alcun riscontro storico riguardo a questo episodio di cui esistono differenti versioni in vari paesi che differiscono per luogo, data e numero delle vittime.

Annamaria Forte
Annamaria Forte

Origini e storia. La ricerca del perché sia stato scelto proprio l’8 marzo per celebrare la donna e ricordare le lotte per la conquista dei diritti e dell’emancipazione femminile, è molto più complessa in quanto si intreccia non solo con la storia del movimento delle donne, ma anche con le rivendicazioni delle lotte operaie e con le vicende del partito socialista. La Giornata Internazionale della donna fu istituita ufficialmente per la prima volta dal Partito socialista americano il 28 febbraio del 1909, giorno in cui fu organizzata una grande manifestazione per il diritto di voto alle donne. Nel 1910 durante l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista tenutasi a Copenhagen, venne avanzata la proposta di istituire una giornata dedicata alle rivendicazioni dei diritti delle donne e in diversi paesi europei si introdussero giornate dedicate alle sesso femminile.

Bisogna arrivare però al 1917 perché compaia la data dell’8 marzo. L’8 marzo del 1917 le donne di San Pietroburgo fecero una grande manifestazione per chiedere la fine della guerra, segnando in quella data la prima fase della Rivoluzione russa di febbraio. In ricordo di quell’avvenimento nel 1921, durante il terzo congresso dell’Internazionale comunista, venne proclamata l’8 marzo la Giornata internazionale dell’Operaia.

In Italia. La giornata della donna fu celebrata per la prima volta nel 1922 per iniziativa del Partito comunista:  si festeggiò il 12 marzo, cioè la domenica successiva all’8 marzo.

Nell’immediato dopoguerra cominciarono a sorgere le differenti versioni legate alla ricorrenza, nel tentativo probabilmente di sganciarla dalla specifica connotazione politica che fino ad allora l’aveva contraddistinta. Nel 1977 l’ONU propose ad ogni paese di proclamare un giorno all’anno Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale e l’8 marzo, che veniva festeggiato in diverse nazioni, venne scelto come data ufficiale.

In Italia nel 1945 l’UDI (Unione Donne Italiane) celebrò l’8 marzo di quell’anno la giornata della donna nelle zone dell’Italia già liberate. L’anno successivo, con la fine della guerra, la ricorrenza fu festeggiata in tutto il Paese. Fu allora che la mimosa fu scelta come simbolo della giornata dedicata alle donne. Le organizzatrici della manifestazione erano alla ricerca di un fiore che fiorisse in quel periodo e che non fosse eccessivamente costoso. La scelta ricadde sulla mimosa che fiorisce agli inizi di marzo e che ben rappresenta la solarità e la tenacia delle donne.

Concludendo e lasciando ad ognuno il proprio pensiero, il pretesto o la motivazione storica che crede, purchè l’obiettivo sia sempre lo stesso: ricordare che la donna non è un rametto di mimosa una volta all’anno, ma un riconoscimento del suo essere tutto l’anno, ogni anno.

Eboli, 8 marzo 2015

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