Gli immigrati? E’ solo questione di business

Ormai è solo una questione di business. Gli immigrati rendono più della droga, una nuova forma di mafia nera quella dell’accoglienza.

Migranti tra lavoro e pregiudizi inconsci: è solo una questione di punti di vista, o forse è ormai una questione mediterranea di invasioni “barbariche”?

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di Annamaria Forte
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

ROMA – Ormai è solo una questione di business quella che riguarda i migranti siano essi comunitari o extracomunitari. “Gli immigrati rendono più della droga“, dicevano quelli della banda romana che che si erano impossessati e gestivano l’affare della migrazione, abbandonando anche altri floridi mercati della delinquenza come la droga. E con questi nuovi affari ecco che emergono nuove forme e nuove organizzazioni delinquenziali di mafia così detta “nera” quella “dell’accoglienza“, dove gente senza scrupolo appartenenti a diversi mondi: delinquenza, politica, amministrazione, burocrazia, e semmai “benedetti” anche da organizzazioni che sarebbero vicine al mondo della Chiesa, ovviamente quella lontana di Papa Francesco; insieme realizzano grandi affari se si tiene conto che ogniuno di loro può rendere da 45 a 90 euro al giorno a seconda se si tratta di adulti o di bambini.

Annamaria Forte
Annamaria Forte

Il tema delle migrazioni, degli spostamenti massicci di genti da un luogo all’altro del pianeta, è la questione centrale dei nostri giorni presenti e futuri, il grande tema del destino europeo del ventunesimo secolo. Si calcola dati Eurostat) che entro il 2050 arriveranno in Europa circa 40 milioni di migranti e stranieri. Che sommati ai 30 milioni che già ci sono oggi, raggiungeranno un totale, nel vecchio continente, di 70-80 milioni.

I Corsi e ricorsi storici ci insegnano che  un tempo l’Italia era un paese dal quale si fuggiva in cerca di mete più fortunate, oggi essa è diventata  meta di apocalittiche invasioni. Lo scorso secolo moltissime persone hanno sentito l’esigenza di lasciare l’Italia allora povera, per emigrare in altri stati, che offrivano senz’altro più prospettive. Oggi questo fenomeno esiste ancora e si è fatto ben poco per porvi rimedio. I principali protagonisti dell’immigrazione di oggi provengono dai paesi dell’Africa, dell’India e dell’America Latina. Questi paesi per secoli sono stati sfruttati per le loro ricchezze da popoli europei che li hanno colonizzati. Tutto questo sfruttamento di risorse primarie e manodopera ha impedito la costruzione di un tessuto nazionale e una base economica da dove partire lasciandoli nella povertà e nell’impossibilità di renderli fertili economicamente.

Insomma si vive nel paradosso di chi va e chi viene. Ogni giorno sentiamo storie di ‘cervelli” in fuga,  italiani con valigia  ambiziosi e preparati, le cronache poi raccontano   storie simili di migrazioni con toni diametralmente opposti. Giochi contraddittori  che celebrano il coraggio di chi parte e condannano le speranze di chi arriva.

immigrati (1)
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Negli ultimi tempi è aumentata l’immigrazione nel nostro Paese, un fenomeno che non abbiamo saputo gestire molto rispetto ad altri Paesi dove gli immigrati si sono integrati ormai da tempo. Si palesa una  sorta di difficoltà nel controllare i flussi migratori, non si  agisce in modo che il numero di persone sia compatibile con gli interessi economici dell’Italia. Si cercano, solo poi, metodi efficaci per consentire un buon adattamento lavorativo e sociale. Ma l’inarrestabile flusso migratorio ha fatto in modo che se ne occupassero organizzazioni, in modo criminale e fuori dalla legge, gestendo soprattutto il lavoro degli immigrati clandestini. Per quante misure restrittive e sanzionatorie i governi possano adottare, difficilmente si riuscirà ad arginarne la marea, con un’Europa che invecchia e che sempre più appare una zattera di salvataggio per quei dannati della terra che fanno a pugni per salirci, a rischio di lasciarci la vita, come accade, quasi ogni giorno, sulle coste del nostro paese.

Arginando poi le parole “politicamente corrette” va detto ciò che è tangibile dietro l’emergenza immigrazione, ovvero l’identificazione di un grande business. Cioè, soldi. Si creano Società Cooperative dal nulla, con il compito di ospitare e gestire la numerosa folla di immigrati che approdano nei nostri comuni, usufruendo dei fondi della Comunità Europea che dovrebbe assicurare  il cibo, la pulizia dei servizi igienici, l’interprete, lo psicologo, le attività extra e lavorare per l’integrazione sociale dell’immigrato.

Soldi per tutti, tanti.

Come al solito con gare molto sospette, gestioni sulle quali si allungano ombre. Ci guadagnano tutti, con gli immigrati irregolari, in Italia, tranne loro, gli immigrati stessi.  Il fatto è che se tutti i soldi stanziati dal governo servono ad alimentare burocrazia, cooperative e consorzi, non a dare un servizio di un viaggio dai rischi mortali, ma sono oggetto di scherno, insulti, offese da parte di molta parte della popolazione, che li accusa di rappresentare un costo per il nostro Paese. L’immigrato oggi come capo espiatorio di una politica scorretta che approfitta di chi rischia investendo la propria vita per un sogno. La sopravvivenza.

Roma, 5 settembre 2015

2 commenti su “Gli immigrati? E’ solo questione di business”

  1. sono certo che se dicessi che i barconi di migranti andrebbero presi a cannonate appena violassero le nostre acque territoriali,scatterebbero in piedi non i più etici ma chi più spietatamente ci pappa e lucra sopra.E non parlo dei barconisti.

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  2. Purtroppo il nostro solidale senso del lutto é direttamente proporzionale alla vicinanza dei luoghi dove accadono le stragi,obliando colpevolmente un concetto di basilare umanità,ovverosia che ogni sangue versato é degno di un unanime cordoglio,se siamo tutti fratelli sforziamoci di esserlo davvero.

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