Il Referendum è fallito, non raggiunto il quorum: bisogna pensare a un nuovo "Istituto"

Lega e UdC: bipartitismo bocciato

Fini: «L’esito era prevedibile»

Pier Ferdinando Casini
Pier Ferdinando Casini

ROMA – Il quorum non è stato raggiunto e il referendum sulla legge elettorale fallisce. I dati non sono ancora del tutto definitivi ma danno una affluenza intorno al 20%, una delle più basse nella storia.  A gioire è la Lega Nord, con il Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, che parla di fallimento del referendum.  Per Casini «Il bipartitismo è stato bocciato», nello stesso tempo si augura che «i promotori si mettano il cuore in pace, senza pensare a complotti, gli italiani hanno l’intelligenza per capire che dare il 25% di voti ad un partito e consentirgli di prendersi il 55% dei seggi sarebbe stato un salto nel buio».  Calderoli dal canto suo ha affermato : «questo referendum era stato concepito per cercare di distruggere la Lega e perciò, visto il risultato, possiamo dire che è stata una vittoria della Lega».

Per il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, l’esito referendario era prevedibile anche perché – “i quesiti sono troppo tecnici ed i cittadini non sempre li comprendono in pieno. Credo che rinunciare a partecipare sia sinonimo di una certa stanchezza nei confronti del dibattito politico, nei confronti del funzionamento della democrazia, e questo ci deve fare riflettere tutti” -.

Anche Vannino Chiti del Partito Democratico plaude al mancato raggiungimento del quorum definendolo «una buona notizia». Anche per lui vi è la necessità ora di trovare una ampia intesa in Parlamento per la riforma della legge elettorale.

Quorum a parte, per tutti e tre i quesiti referendari il Sì ha vinto alla grande: il primo e il secondo quesito referendario i SI vanno intorno al 79 %; per il terzo quesito invece la percentuale dei SI si attesta intorno all’89 %. E’ evidente che vi è stato nel corso degli anni un uso sconsiderato del ricorso ai referendum. Allo stesso modo in tutti questi anni il Parlamento non ha esercitato il suo ruolo in maniera corretta recependo le istanze dei cittadini proponenti. La prova più eclatante è stata la dichiarazione di voto per il SI del Premier Silvio Berlusconi, il quale pur disponendo di una maggioranza parlamentare di tutto rispetto, sperava nel Referendum per “darsi” maggior peso parlamentare. Bisogna pensare senza tentennamenti ad un nuovo “istituto”.

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