Clandestini di ieri e di oggi: #BattipagliaNostra contro i comunisti

#BattipagliaNostra ricorda  i clandestini del Governo #Prodi, quelli di oggi e accusa i comunisti.

I comunisti e i loro fantasmi non c’entrano nulla. Le ideologie nemmeno. È il Governo di questi incapaci disinvolti ad aver scaricato la Treofan non vigilando sulla vendita, mentre gli indiani se ne fottono e continuano a fare gli “indiani”. E Di Maio? Pensa al risico e gli operai hanno avvertito il suo distacco. 

Lavoratori Treofan al MISE
Lavoratori Treofan al MISE

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – La storia della Sea Watch è dei suoi migranti oggi finalmente sbloccata dopo giorni e dopo una pantomima unita a quella della “Diciotti” che tra l’altro ha procurato non pochi guai al Ministro degli Interni Salvini, per il quale si è richiesta l’autorizzazione a procedere fino a rendere più complicata la vita al Governo Giallo-verde, tiene sempre banco e alimenta il dibattito politico ai vari livelli, e in più alimenta il dibattito sconsiderato e per nulla politico sulle varie piattaforme web, attraverso le quali scienziati di ogni specie postano, accusano, riempiono di fetenzie pronti a replicare ogni cosa, molte delle quali rivedute e corrette e molte aggiunte di proprie considerazioni, dettate più dalla rabbia, dal rancore, che da valutazioni politiche pertinenti.

E così #BattipagliaNostra,  forte delle sue solide radici di destra, facendo la stessa operazione mette in relazione associandole due episodi che si riconducono a due fatti specifici avvenuto a Battipaglia, correlandoli ad altrettanti episodi avvenuti a livello nazionale. Certo se volessimo fare delle dietrologie, verrebbero fuori tanti di quei fatti da associare, passeremo allo schifo che ha contraddistinto la Città di Battipaglia nell’ultimo 30ntennio, alle speculazioni che a quei tempi hanno tenuto banco, a chi governava e a chi si richiamava ideologicamente a quella classe “dominante“. Dobbiamo ricordare lo schifo? Magari anche qualche piccolo episodio di “vendetta” nei confronti di un imprenditore che si vide trasformare la destinazione d’uso di un suolo sebbene avesse già avuto l’approvazione del progetto perché non era allineato? Si trattava di un centro Commerciale che avrebbe ospitato decine di attività commerciali e li pure si parlava di posti di lavoro, in quel caso non c’erano profughi per lo mezzo ma solo eredi di “fascisti”, di quella solida cultura di destra primeggiante a Battipaglia, assurti al potere cittadino che comunque ha usato il “manganello” contro chi era contrario e quindi nulla doveva avere, anche se gli spettava, e magari ad altri in zone sature si concedeva decine di fabbricati. Gli Imprenditori, quelli che operavano nell’area industriale di Battipaglia se la dovevano vedere da soli, erano cazzi loro. Trent’anni di degrado che hanno fatto passare da Battipaglia più commissari Prefettizi e Speciali che Sindaci fino ad arrivare ai giorni nostri passando per le ultime “mezze” amministrazioni che hanno fatto assaggiare anche la vergogna dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione camorristica.

E il seguito? Quello lo conoscono tutti e sappiamo anche il tentativo di azzoppare l’esperienza civica di Cecilia Francese, sebbene non brillante. È chi erano quelli Comunisti? Assolutamente no. Ma con le operazioni a ritroso e mettendo insieme fatti e circostanze diverse non si va da nessuna parte, se non ad arrivare ad incolpare il ventennio fascista, se vogliamo mantenerci vicini o giungere agli Orazi e i Curiazi, e di sicuro troveremo sempre qualche mezza pippa che riuscirà a farsene una ragione e riempire il suo bagaglio “culturale” di oppositori al comunismo di ieri al “romanesimo” dell’altro ieri per sentirsi realizzati.

Ma torniamo a noi e agli avvicendamento dei clandestini di ieri e di oggi alla fabbrica della Peroni e ai suoi 52 operai che allora persero il lavoro fino a giungere alla Treofan di oggi e ai suoi 75 dipendenti che pure stanno soffrendo un brutto momento e si vedono tirati da destra e da sinistra senza che si risolva il loro problema che ieri si contraffacciava con i politici di allora e oggi con le mezze pippe dei politici attuali.

«Quando il governo affondava i clandestini (108 morti) mentre a Battipaglia chiudeva la #Peroni. Dov’erano i comunisti? Al governo! – si chiede e chiede l’associazione politica cittadina #BattipagliaNostra che ha tra i suoi componenti Gianni Corizzo, Carlo Zara, Maurizio Fresa, Francesco Annunziata portando alla memoria fatti similari che portarono alla chiusura dello stabilimento Peroni e all’affondamento di una nave di clandestini e per questo tiene a ricordare – che, nel 1996/1997, il Governo #Prodi + #Comunisti impose il blocco navale nel canale di Otranto, la Marina militare affondo’ un barcone di clandestini, causando 108 morti, mentre a Battipaglia la multinazionale Danone chiudeva la Peroni licenziando 52 battipagliesi.

In merito alla crisi Treofan – scrive concludendo la sua nota #BattipagliaNostra – ed all’impegno dell’attuale governo i neo comunisti, servi del dei banchieri, stiano in religioso silenzio. Grazie». Purtroppo per #BattipagliaNostra, mescolando le questioni che si tenta di attualizzare per dare uno sfogo tardo-ideoligico ad una vicenda politica dolorosa, come la chiusura della Treofan e alla conseguente perdita del posto di lavoro per i dipendenti, non si rende un buon servigi alla risoluzione di una vertenza che ha solo ed esclusivamente come responsabili un Governo di Sfessati che in questa ed in tantissime altre vicende non sa mettere in atto le proprie prerogative.

I comunisti (se non i loro fantasmi) non c’entrano proprio niente e non c’entrano nemmeno i fascisti, c’entra solo non saper fronteggiare le regole del mercato, quel mercato che oggettivamente ha preso il sopravvento nei vari governi di centrodestra guidati dal Cavaliere e successivamente da quelli che li hanno seguiti. Ma ora non hanno niente a che vedere le due ideologie che nell’ultimo 25ennio si sono alternate al governo. Ora c’il Governo del cambiamento  la vendita della Treofan è avvenuta ad ottobre. Che faceva il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico? Giocava a “risico” con i suoi compagnielli? Perché non ha attivato nessuna procedura di salvaguardia e bloccare la vendita o almeno guidare la vendita con l’affiancamento delle garanzie dovute, atteso che la Treofan non era una Azienda in crisi ma al contrario aveva commesse e mercato?

Cosa c’entrano i comunisti ammesso che ce ne siano ancora? E che valore ha l’intervento con questa particolare lettura che BattipagliaNostra pone sul tavolo pensando di dare un contributo alla battaglia disperata dei lavoratori della Treofan? È proprio il contrario e ideoliggizzando una vicenda che di ideologia non ha niente si fa più danni della stessa chiusura dello stabilimento, mentre gli indiani se ne fottono e continuano a fare gli “indiani”. E Di Maio? Pensa al risico e gli operai hanno avvertito il suo distacco.

Battipaglia, 1 febbraio 2019

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