Cuomo querela Rivellini e alla Camera si discute la sfiducia al Governo

Il Parlamentare salernitano smentisce il suo voto favorevole al Governo, rilancia il suo impegno e querela Rivellini per diffamazione.

Cuomo: “Il mio impegno è nel PD, per difendere la Costituzione, le istituzioni, per cambiare la legge elettorale, e dare dignità al Parlamento. Il Governo rappresenta il contrario. E’ un ostacolo alla democrazia”. COLLEGAMENTO CON IL SENATO DELLA REPUBBLICA

Antonio Cuomo

ROMA – E Antonio Cuomo, deputato salernitano e rappresentante ed esponente di spicco dell’area che fa capo a Rosi Bindi, questa mattina accompagnato dal suo legale di Fiducia, l’Avvocato Giovanni Santimone, si è recato nella Stazione dei Carabinieri di Eboli, paese natale del parlamentare, per emettere querela per diffamazione contro l’europarlamentare Enzo Rivellini di Futuro e Libertà.

Rivellini, nel fare un tour elettorale nel salernitano aveva raccolto una serie di voci su parlamentare del PD, e aveva dichiarato alla stampa, che Cuomo avrebbe votato la fiducia al Governo Berlusconi in cambio di un posto da Sottosegretario.

Le dichiarazioni di Rivellini hanno destato in tutti gli ambienti politici un vero e proprio terremoto, per il quale è stato necessario in chiarimento una serie di telefonate sia con la Bindi che con Bersani e gli altri leader del PD, ma ha costretto lo stesso Cuomo che oltre a rilasciare dichiarazioni immediate e precise ha preannunciato di sporgere querela nei confronti di Rivellini,  e questa mattina prima di recarsi a Roma, per partecipare al dibattito alla Camera dei Deputati sulla sfiducia al Governo, si è recato con il suo legale, l’Avvocato Giovanni Santimone, per presentare querela per calunnia e diffamazione nei confronti di Enzo Rivellini.

Enzo Rivellini

L’On. Cuomo raggiunto telefonicamente ha voluto precisare  e fare chiarezza su questa vicenda.

“Rivellini – Ha dichiarato l‘Onorevole Cuomofarebbe bene a guardare nel suo gruppo piuttosto che seminare falsità e zizzania. Ho lavorato alacremente per dare dignità al Parlamento e alla politica e l’unico modo per farlo è quello di sfiduciare questo Governo e Berlusconi. Il mio impegno politico nel PD e istituzionale nel Parlamento – continua Cuomo  – è rivolto solo a dare dignità alle Istituzioni, a difendere la Costituzione, ad affermare il principio della onestà nei ruoli istituzionali e politici che si ricoprono, a lavorare per cambiare a tutti i costi la Legge elettorale. Questo Governo è un ostacolo a tutto questo e mi batterò fino in fondo e nel PD per affermare questi principi“.

Cuomo inoltre, non esclude che queste chiacchiere siano state orchestrate ad arte, per diffondere un clima di sospetto e agitare le acque ritenendo che: – “Il clima di caccia all’untore è la conseguenza di un livello morale che è uno dei motivi per cui il Governo deve passare la mano, ma è anche il segno di una grande debolezza politica che impedisce di ammettere, che al di la del voto in più, a cui mira Berlusconi, si è di fronte ad un fallimento politico, è finita un’epoca ed è finito anche il berlusconismo”.

camera dei Deputati

Intanto Silvio Berlusconi ha già affrontato il Senato, dove dovrebbe prevalere per qualche voto ed ora è in corso nell’aula di Montecitorio l’esame delle mozioni di sfiducia nei confronti del governo. Le mozioni sono state illustrate da Enrico Letta (Pd) e Ferdinando Adornato (Udc) e nella discussione il Premier non sarà in aula, mentre sono sempre in atto pressing sui singoli deputati, quei famosi Peones a cui Berlusconi fa la corte per raggiungere la metà più uno dei voti per respingere la mozione di sfiducia.

Insomma si tira a campare, ma per Berlusconi non è solo un motivo di soddisfazione che sazia il suo cesarismo, è anche un motivo di allontanare ogni probabile pericolo di scivolare senza protezione in un “incidente” giudiziario, e lui ne ha tanti di “incidenti” in corso.

8 commenti su “Cuomo querela Rivellini e alla Camera si discute la sfiducia al Governo”

  1. Avra’ tanti incidenti in corso ma ha sicuramente anche tanti tanti soldini .
    Qualcuno tempo fa mise la mano sul fuoco e se la brucio’ !!!

    Chi vivra’ vedra’ ………

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  2. Finalmente un nostro deputato riesce ad avere visibilità nazionale….. ma è stato tutto uno sbaglio, scatta prontamente la querela e si ritorna paciosi paciosi nell’anonimato.
    Non svegliate il deputato che dorme!!

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  3. Non ho capito cosa vuol fare ,
    uno che da destra passa a sinistra al centro va contro i suoi precedenti alleati, significa che si venderebbe anche la madre. per cui anche se adesso sembra stare dalla parte giusta non vi è posto per lui bei giusti

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  4. Oggi 14 dicembre guardano RAI uno tg delle 13,30 ho visto ANtonio Cuomo negli scanni del parlamento ,che cacchio ci faceva li’.
    Ed io devo pagarlo per essere stato li ad alzare il dito quando gli veniva indicato come Cardiello anche se non l’ho visto . Devo pagare il loro mensile la loro pensione ,da patrizi romani, Quando io che sono fortunato faccio i conti per passare il natale e mettere o apparecchiare una tavola decente per Natale.
    Ma che cavolo vogliono costoro e perche continuano a votarli ,noi fessi popolo non possiamo accettare piu tutto questo ne pagheranno i nostri figli.

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  5. Questa mattina, nel seguire in TV le vicende della sfiducia al governo Berlusconi (bocciata per 314 a 311), mi tornava in mente un ricordo scolastico, “La colonna infame”, storia che il Manzoni espunse dal suo capolavoro “Fermo e Lucia”, perché la ritenne fuorviante per i suoi venticinque lettori.
    Mi rendo conto che per applicare il concetto della ‘colonna infame’ alla situazione della nostra Camera dei Deputati occorre fare una forzatura, perché la colonna infame fu elevata sulle rovine della casa-bottega di uno dei due presunti untori, Gian Giacomo Mora – barbiere (l’altro, Guglielmo Piazza era commissario di sanità). Si sa, erano ancora tempi di profonda ignoranza e di conseguenti processi sommari, la peste faceva paura e mieteva moltissime vittime. Correva l’anno 1630.
    Però questa mattina erano molti i nomi di quei molto poco onorevoli deputati che rinnegavano impegni scritti e militanze decennali, con una faccia tosta incapace di qualsiasi vergogna, stimolati dalla tante altre presenti in Parlamento.
    Mi è sfuggito l’intervento di Tonino Di Pietro (mi trovavo all’INPS assieme al mio ex cappellano don Mario Ferrari per chiarire alcuni suoi profili pensionistici che non avevano avuto fino a oggi soddisfazione), ma poi l’ho recuperato sul suo blog.
    E ho visto tutta la scena, l’intervento di Antonio Di Pietro e la pantomima del presidente del Consiglio che abbandona i banchi del governo, seguito di suoi ministri: un eclatante esempio di ‘democrazia’ e di servilismo.
    L’intervento di Di Pietro era forte nei toni e nei contenuti, ma diceva una sacrosanta verità: un ‘primus super pares’ (almeno così si ritiene da sempre il nostro presidente del consiglio) che si ostina a sottrarsi ai processi, che si difende non nei processi ma dai processi.
    E ancora: che una sconfitta della mozione di sfiducia per pochi voti, poi risultati essere tre, era una vittoria di Pirro. E tale è nella sostanza, salvo a far folgorare sulla via di Damasco altri illuminati parlamentari colti da raptus di fervore mistico nei riguardi del Paolo di Tarso moderno, capace di fulminanti conversioni alla sua religione, oltreché un narcisismo sconfinato e di un ego smisurato.
    Ebbene, il momento non è grave, non si canti vittoria, una maggioranza di 100 parlamentari che si riduce a un misero numero di tre è l’inizio della fine, fulminazioni permettendo.
    Ora è legittimo chiedersi quale errore è stato commesso per il quale il gruppo finiano Fli, da condizionante della maggioranza parlamentare ha perso pezzi di parlamentari che aveva firmato la mozione di sfiducia al governo, non tutti erano i duri e puri, c’era qualche colomba di troppo.
    A mio avviso vi è stata una imperdonabile sottovalutazione della capacità di ‘recupero’ di Berlusconi da parte di Gianfranco Fini, il quale avrebbe dovuto calendarizzare subito la sfiducia, senza perdere tempo.
    E invece? A mio giudizio è stato tradito dal ruolo istituzionale ed ha accettato il suggerimento del capo dello Stato (la c.d. ‘moral suasion’, una prassi costituzionale non presente nella Costituzione) di rinviare il tutto a 14 dicembre, a dopo l’approvazione del bilancio dello Stato, obbligo ed incombenza esclusivi del governo e del suo capo.
    Ora, checché se ne pensi il primo comma dell’art. 68 della nostra Costituzione (“I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”), realizza una condizione di improcessabilità dei parlamentari per i voti espressi nell’esercizio del loro mandato (v. Michele Ainis – La Stampa – 12 dicembre 2010).
    “… non possono essere chiamati a rispondere … per i voti espressi …”.
    Corrotti o concussi, ammesso e non concesso che lo siano stati, non possono essere processati. Altra cosa è se si tratta di corruttori e concussori, ma vallo a dimostrare: ‘probatio diabolica’!
    E allora? E allora bisognerebbe cambiare un’altra volta l’art. 68 Cost. ma non c’è un’altra ‘Mani Pulite’ all’orizzonte.

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  6. i cittadini mandono email e lettere al sindaco Melchionda per spiegare le loro difficolta ,ma lui niente non li legge ne risponde è proprio uin cafone oltre ad essere presuntuoso e strafottende.

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  7. Ogni tanto l’onorevole Cuomo si libera dall’abbraccio di Morfeo e sussulta , sono più di 2 anni che è stato eletto e questa è la prima volta, no anzi la seconda……….. la prima volta venne agli onori delle cronache per essere stato aggredito da uno socnosciuto, che balza agli onori delle cronache. Della sua attività politica nessuna traccia tangibile.
    Leggevo un post in un articolo precedente dove uno dei bloggers facendo un paragone col senatore Cardiello osservava che a differenza di quest’ultimo Cuomo aveva fatto tutta la trafila ( consigliere e assessore comunale, consigliere e assessore provinciale, consigliere regionale e poi deputato) cercando di portare questo elemento come un qualcosa di favorevole a Cuomo. Io al contrario penso che vada a suo discapito perchè se Cardiello non ha lasciato nessuna traccia da deputato e da senatore Cuomo non sarà mai ricordato per un qualcosa che ha fatto durante la sua vita politica per il suo paese è riuscito solo a guadagnare ( sic!) delle retribuzioni enormi e quindi verrà ricordato solo per quello che ha fatto per sè stesso. Credo , infine che con una legge diversa da quella attuale nè Cuomo nè Cardiello avrebbero la benchè minima possibilità di essere eletti.
    Saluti

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