Solidarietà di Melchionda per il tragico incidente al nordafricano nella pineta

Melchionda: “Sono profondamente addolorato per quanto accaduto. Ed alla comunità nordafricana va tutta la mia solidarietà, non di circostanza.

L’uomo, viveva in un giaciglio di fortuna. Uno dei tanti casi tristi e vergognosi di una società cinica, distratta e piena di scandalose connivenze.

Scoppia la polemica. Il Sindaco Melchionda: “Noi facciamo tutto il possibile per aiutare i migranti che lavorano nel nostro territorio. Anche gli altri enti facciano la loro parte”.

Martino Melchionda

EBOLI – L’Amministrazione Comunale di Eboli, con l’Assessore alle Politiche Sociali Bruno, e il Sindaco Melchionda, è intervenuta sul tragico episodio del giovane nordafricano trovato morto, nella pineta che costeggia la litoranea di Eboli, dove viveva in una dimora di fortuna, a causa, con ogni probabilità, di un tragico incidente.

“La vicenda dichiara l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Eboli Annarita Brunoci rattrista moltissimo. Si tratta di un dramma dovuto alle precarie condizioni di vita di persone che giungono qui per lavorare.

L’Amministrazione Comunale spiega l’Assessore Bruno – mette in campo tutte le iniziative possibili per cercare di aiutare queste persone. Attraverso il Piano Sociale di Zona sono stati attivati due progetti specifici per le problematiche connesse all’immigrazione. Si tratta del progetto ‘ Voci Migranti‘, che prevede una serie di attività volte all’integrazione dei minori che giungono in Italia assieme ai propri genitori, fra cui sostegno socio-assistenziale, integrazione culturale e linguistica e formazione ed avviamento al lavoro. E del progetto ‘Fuori Tratta‘, che pone in essere una serie di azioni a favore di quanti si trovino o provengano da  una situazione di grave sfruttamento.

Anna Rita Bruno

Ancora, noi abbiamo affidato alla Caritas la struttura – confiscata alla criminalità organizzata – di Villa Falcone e Borsellino, dove a rotazione vengono ospitati una ventina di migranti, cui viene proposto un percorso di integrazione e di promozione sociale.

Purtroppo conclude Annarita Bruno – le risorse sono limitate, e occorre una maggiore collaborazione in termini anche economici dello Stato, di Regione e Provincia per poter fare ancora di più”.

Sulla vicenda interviene anche il Sindaco di Eboli Martino Melchionda: “Sono profondamente addolorato – spiega – per quanto accaduto. Ed alla comunità nordafricana va tutta la mia solidarietà, non di circostanza.

Noi lavoriamo ogni giorno, in condizioni difficili, per affrontare una pluralità di problemi, a volte drammatici, che affliggono il nostro territorio. Fra questi il dramma dei migranti, spesso sfruttati da persone senza scrupoli.

Oltre alla varie attività che già si svolgonoprosegue il Sindaco di Eboli – stiamo cercando di trovare le risorse per riavviare lo Sportello per l’Immigrazione, che è una interfaccia utilissima per aiutare gli immigrati e per avere piena cognizione del fenomeno nel suo complesso.

Maconclude il Sindaco – occorre che anche gli altri facciano la loro parte. La ristrutturazione di Torre Barriate è ferma da tempo perché la Regione non si decide a trasferirci i fondi già assegnati per il completamento dei lavori. Chiedo con forza che questo avvenga subito, e che venga messa in campo ogni iniziativa utile ad affrontare questo stato di cose. Noi, come al solito, saremo in prima linea, ma è necessario che gli altri enti mettano a disposizione le risorse indispensabili a svolgere un lavoro ancora più capillare, per mettere in condizione queste persone di affrontare il loro percorso di lavoro e di vita nel nostro Paese con dignità”.

In tutta coscienza si può di re di non essere colpevoli di quello che è accaduto nella Pinetà? E’ l’unico caso o è venuto fuori solo perché si è trasformato in una tragedia?

Una cosa è certa quell’uomo è venuto a morire miseramente in Italia e nella nostra Pineta inseguendo un sogno: quello della “terra promessa“, del lavoro. L’avrà trovato il lavoro? era regolarizzato? lavorava a nero in una delle tante aziende agricole che utilizza manodopera extracomunitaria e di migranti in genere? O era senza lavoro e vivema miseramente in un luogo ormai terra di nessuno?

Poveraccio, che brutta fine. Che vergogna.

Nel nostro Comune sono circa 4500 gli immigrati regolari che prestano le loro braccia all’agricoltura, e ve ne sono altrettanti, che pur lavorando prestano la loro opera come clandestini. Vivono tutti o quasi tutti in condizioni pietose, in abitazioni di fortuna e sovraffollate e in molti casi, in edifici abbandonati e come il poveraccio che ci ha rimesso la pelle, all’addiaccio.

La Pineta poi e gran parte della fascia costiera poi sono terra di nessuno. In quei luoghi accade di tutto: prostituzione, rapine, violenza, incontri “particolari”, insomma ogni cosa è riconducibile ad un reato. Un luogo dove la legalità non ha nessuna possibilità di risiedere, perché le Istituzioni sembra si siano arrese e dove si ha la certezza assoluta, che non vi è nessun controllo, dove qualsiasi cosa accada si ha la certezza che non lo saprà mai nessuno, tranne che non succeda il peggio, come nel caso del povero malcapitato.

Che significa :”gli altri Enti facciano la loro parte?”, vuol dire che c’era qualcosa da fare e non è stato fatto? Ma si è fatto tutto fino in fondo? Per quello che è, per quello che accade, è il caso di dire che se è stato fatto qualcosa in quella zona, vuol dire che non ce ne siamo accorti.

La solidarietà. E’ solo una presa in giro. E’ solo l’ammissione di non aver fatto niente il giorno prima, ed è la consapevolezza della propria impotenza, della rassegnazione, della resa. Che succederà domani? A chi toccherà? Di chi sarà la responsabilità? Chi avrà il coraggio di raccontare un ennesimo caso pieno di tristezza sapendo che non è il primo e non sarà l’ultimo?  Dobbiamo solo vergognarci di essere parte di una società cinica, distratta e piena di scandalose connivenze.

Eboli, 22 febbraio 2012

2 commenti su “Solidarietà di Melchionda per il tragico incidente al nordafricano nella pineta”

  1. Purtroppo la pineta è il grande vero problema di Eboli e del suo sviluppo turistico: dentro ufficialmente non si può fare niente, nemmeno passeggiarci. Gli operatori turistici, il comune, non possono farci niente. Purtroppo l’area SIC, introdotta ed accettata da qualche exsindaco nostrano che forse non sapeva nemmeno cosa fosse in realtà, è la madre, insieme agli altri vincoli esagerati, di questa tragedia e di tante altre che ci sono state e che ci saranno.
    Non vorrei essere di cattivo gusto, ma forse la soluzione sarebbe un bel falò di 8km.
    Un pensiero particolare alla famiglia della giovane vittima, ma come dice admin, a che serve? un uomo è morto!

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  2. signor melchionda se ad eboli ci fosse un amministrazione fatta di gente conpetente determinata capace e con tanta voglia di fare cose buone x migliorare la citta , tutto il degrado lo squallore l abbandono della zona litoranea ormai terra di prostitute sfruttatori senza scrupoli extracomunitari ke vivono come bestie,tutto questo nn ci sarebbe e la zona sarebbe solo un opportunita di sviluppo di crescita x eboli… riflettete riflettete ..

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