Tommasetti (Lega): “Qualcuno fermi De Luca”

Il Consigliere regionale della Lega Tommasetti sulle esternazioni di De Luca: “Incitamenti gravissimi, qualcuno lo fermi”. E chi ferma Calderoli, Salvini, la Meloni e le politiche di “assassinio” del Sud? 

Aurelio Tommasetti

POLITICAdeMENTE

SALERNO – “Qualcuno fermi Vincenzo De Luca”. E’ l’appello lanciato da Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, che stigmatizza le ultime esternazioni del governatore. Gli scambi di accuse, anche duri, fanno parte del dibattito politico. Ma qui stiamo andando oltre ogni limite. Non possiamo accettare che un presidente di Regione si rivolga in questo modo al Governo nazionale. Termini, espressioni e toni utilizzati da De Luca sono gravissimi. Incitamenti ai limiti dell’eversivo e forse oltre. Quando si fa accenno alla lotta armata per giustificare una sollevazione popolare significa che gli argomenti sono finiti ed è ora di darsi una calmata. Un governatore che afferma, testuali parole, di essere impegnato in una guerra contro l’esecutivo, non dimostra solo manie di protagonismo, ma di aver perso il controllo.

Tommasetti esprime la sua solidarietà ai Ministri e componenti del Governo che, ormai ogni giorno, diventano bersaglio di invettive deliranti, per non parlare delle offese vere e proprie. Conosciamo bene il personaggio De Luca e siamo abituati a vedergli addossare ad altri i suoi fallimenti. Ma è arrivato il momento di dire basta. Siamo convinti che una svolta la daranno gli elettori nelle urne ma la Campania non può permettersi certe figure. Non è questa l’immagine che bisogna dare al Paese”.

Il consigliere regionale aggiunge una constatazione: “Sono sorpreso dalla mancata reazione del partito di De Luca che dovrebbe invocare il rispetto delle istituzioni e invece resta in silenzio. Evidentemente si applica la regola dei due pesi e due misure”.

Indipendentemente dalle colorite esternazioni del Governatore della Campania Vincenzo De Luca va sottolineato, come il Governo Meloni già solo per la sua costituzione conferma come sia fortemente a trazione nordista, basti pensare che dei 25 Ministri, inclusa la presidente del Consiglio, solo 5 sono del Sud e isole (2 della Campania, 1 della Puglia, uno della Sicilia e uno della Sardegna); al Centro 5 Ministri di Roma, 1 di Tivoli; 15 Ministri sono del Nord, principalmente da Piemonte, Lombardia, Veneto, 1 della Liguria, 2 dell’Emilia Romagna e 1 del Friuli Venezia Giulia.

Vincenzo De Luca

L’autonomia differenziata nella sua pericolosa impalcatura darebbe un colpo di grazia alle diverse materie come Tasse, Scuola, Trasporti, lavoro, e soprattutto al sistema sanitario nazionale, aumentando le diseguaglianze tra regioni, e legittimando normativamente il divario tra Nord e Sud, viola il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini.

Senza dilungarci ulteriormente nell’elencare minuziosamente tutte le motivazioni che ci riportano a bocciare il progetto architettato dal Ministro Roberto Calderoli, bravo, bravissimo nelle “porcate“, come egli stesso definì la sua proposta di legge elettorale, è opportuno ricordare all’attento ma strabico Consigliere Regionale Tommasetti che trattenere sul territorio le tasse dei residenti, al fine di usarle per migliorare i servizi (sic), non è affatto corretto perché darebbe alle regioni le tasse di chi risiede in un luogo ma matura reddito in altre regioni. Inoltre, va sottolineato che non ci sono certezze o studi che possano dire con sicurezza che la frammentazione delle competenze migliorerà l’efficienza dei servizi. 

Insomma al momento come affermano autorevoli voci e non i “porcari” non esiste affatto un criterio oggettivo o tecnico che permetta di stabilire se una Regione sia o meno in grado di fare meglio dello stato negli ambiti di competenze che saranno trasferiti.

La verità vera e che ci sono i nuovi predatori e i vecchi predati, con l’aiuto della inerzia della classe politica del Sud intenta con i suoi rappresentanti ad assicurarsi un posto in Parlamento fino a fare i “collaborazionisti” dei nuovi predatori.

Salerno, 8 febbraio 2024

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