20 anni fa la Strage di Capaci: Giovanni Falcone, la moglie e la scorta persero la vita

Il Comune di Eboli aderisce all’iniziativa della Cgil siciliana: una pietra da ogni comune d’Italia  per costruire la tomba di placido Rizzotto a Corleone.

Il Sindaco Melchionda ricorda Falcone, la moglie e la scorta vittime della Mafia: “la mafia si combatte con la cultura della legalità, evitando gli allarmismi fuori luogo e tenendo alta la guardia sul rispetto della legge’”.

Giovanni Falcone

EBOLI – Oggi, 23 maggio 2012, in occasione del ventennale del barbaro agguato che portò all’uccisione del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e della scorta, il Comune di Eboli invita i cittadini ad esporre un drappo bianco alle finestre. Il Comune di Eboli accoglie la proposta lanciata dalla CGIL di costruire il sepolcro di Placido Rizzotto con una pietra proveniente da ogni Regione o Comune d’Italia, al fine di dare il chiaro  ed inequivocabile segnale di unità, da parte dell’intero Paese, contro la mafia e le sue vittime.

A causa del suo nobile impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre, Placido Rizzotto, la sera del 10 marzo 1948, fu rapito dalla mafia e poi ucciso.Dopo ben 64 anni, i resti di Placido Rizzotto sono stati rintracciati. Ora finalmente familiari, amici, compagni avranno un luogo dove recarsi per ricordarlo ed onorarlo.

Proprio per questo il 24 maggio, all’indomani del ventennale delle stragi di Capaci e via d’Amelio, verranno celebrati i funerali di Stato, un omaggio dovuto a chi, contrastando la mafia, ha onorato l’Italia e le istituzioni democratiche. L’Amministrazione Comunale ha deciso di aderire all’iniziativa; invierà, dunque, una pietra tipica di Eboli, che andrà ad unirsi alle altre provenienti dai comuni italiani aderenti. Un atto simbolico, che, in un unico e semplice gesto, stringerà l’intero Paese intorno al suo martire.

Strage-Capaci-giovanni-falcone

“Mai come in questo momento – interviene il Sindaco di Eboli Martino Melchionda credo che serva recuperare la memoria ed il rispetto nei confronti di uomini come Placido Rizzotto, che in nome della libertà, della dignità e della giustizia, ha sacrificato la propria vita, rifiutando e ribellandosi alle losche dinamiche delle organizzazione mafiose.

Oggi, più che mai, servono esempi come questi, per non dimenticare, per rinnovare il ricordo di un nobile gesto e per educare alla legalità.

La mafia, infatti, – continua il sindaco di Eboli – si combatte  riaffermando ogni giorno – nei comportamenti concreti – la cultura della legalità, promuovendo il rispetto delle regole e delle istituzioni democratiche. Ed evitando inutili e sterili allarmismi che, quando non sono suffragati da elementi  concreti, servono soltanto a ingenerare confusione ed un  clima di sospetto.

La lotta alla mafia – come affermava Paolo Borsellinodeve essere innanzitutto un movimento culturale e morale che coinvolge tutti, e specialmente le giovani generazioni, che si oppone al compromesso morale, dell’indifferenza e alla complicità.”

Domani 23 maggio ricorre il ventennale della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e tre poliziotti della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro. L’Amministrazione Comunale, per ricordare l’atroce attentato, esporrà un drappo bianco presso la sede municipale, ed invita i cittadini a fare altrettanto, in onore dei cinque martiri, vittime della criminalità mafiosa.

Eboli, 23 maggio 2012

2 commenti su “20 anni fa la Strage di Capaci: Giovanni Falcone, la moglie e la scorta persero la vita”

  1. Anni difficilissimi viverli, sono stati ancora più drammatici. Speriamo che nel futuro queste scene di terrore non possano eesere più vissute. Oggi come allora nel ricordo della famiglia di Giovanni Falcone e della sua scorta.

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  2. Anniversario della strage di capaci 1992-2012:La sua morte, era stato deciso, doveva avvenire “in modo eclatante”; doveva servire, secondo gli strateghi di Cosa Nostra, ad alzare il prezzo di quella “trattativa”, tra la mafia e lo Stato, che molto probabilmente era già stata avviata prima e non subito dopo la morte del giudice Falcone.La strage di Capaci, festeggiata dai mafiosi nel carcere dell’Ucciardone, ha segnato una delle pagine più tragiche della lotta alla mafia ed è strettamente connessa al successivo attentato di cui rimase vittima il magistrato Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone.
    Viaggiavano su una Fiat Croma color marrone che è stata investita in pieno dall’onda d’urto dell’esplosione e catapultata a un centinaio di metri di distanza dall’autostrada. I tre agenti aprivano il corteo blindato che stava scortando l’auto su cui viaggiavano il giudice Giovanni Falcone, sua moglie, Francesca Morvillo, e Giuseppe Costanza, l’autista giudiziario, seduto sul sedile posteriore.L’indagine sulla strage ha portato a investigare sui servizi segreti e a chiedere che venisse tolto il segreto di Stato su alcuni fascicoli, per indagare sulla presunta collusione tra servizi segreti e mafia.
    Anche Gioacchino Genchi ha parlato di un coinvolgimento dei servizi segreti.Gli adulti e Giovani,uomini e donne sono state tragicamente colpite, e, con loro, la Repubblica intera. La nostra speranza. La Repubblica potrà risollevarsi solo nel segno della giustizia, della verità e con QUESTA Costituzione.Capaci + Brindisi, cui prodest?

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