I Pensionati CUPLA sulla Manovra economica Monti: ciascuno faccia la sua parte

I pensionati del CUPLA sono consapevoli che il Paese non può uscire dalla crisi senza l’impegno di tutti. Nessuno si può sottrarre, ma ciascuno faccia la propria parte.

Il Governo non pensi solo all’aspetto economico, tenga nella giusta considerazione l’aspetto sociale, i problemi reali ed i bisogni delle fasce di popolazione più deboli.

Pensionati

SALERNO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal  responsabile provinciale dei pensionati della Confederazione Italiana Agricoltori, Paolo Sessa, una sintesi del documento approvato dal Coordinamento Nazionale delle Associazioni del pensionati delle organizzazioni professionali dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio.

“Non ci sottraiamo ai sacrifici, siamo consapevoli che il Paese non può uscire dalla crisi senza l’impegno di tutti. Ma ciascuno deve fare la propria parte. L’impegno richiesto dal Governo per superare la profonda crisi in cui versa il Paese evidenzia gravi carenze di equità nella ripartizione dei sacrifici fra le diverse categorie sociali, scarsa attenzione ai criteri della sostenibilità e della ripartizione in funzione delle singole capacità contributive, inadeguata attenzione agli aspetti sociali della vita dei cittadini”.

Questo il commento del documento politico del CUPLA-Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo promosso dalle otto sigle di rappresentanza dei pensionati FIPAC-Confesercenti, 50&PIU’ Confcommercio, CNA Pensionati, ANAP Confartigianato, FNPA Casartigiani, Sindacato Pensionati Confagricoltura, Federpensionati Coldiretti e Associazione Pensionati CIA, alla manovra del Governo Monti.

Lo Stato Sociale, già fortemente compromesso da precedenti manovre, sembra essere nei pensieri di questo Esecutivo più per le risorse che si possono risparmiare che per il suo ruolo indispensabile di riequilibrio delle opportunità e delle tutele assistenziali e previdenziali che uno Stato moderno deve offrire a tutti i suoi cittadini.

E’ necessario dunque, secondo il CUPLA, che accanto all’aspetto puramente economico, il Governo tenga nella giusta considerazione anche l’aspetto sociale, i problemi reali ed i bisogni delle fasce di popolazione più deboli.

Oltre alla sospensione per due anni della rivalutazione automatica delle pensioni al di sopra dei 1.400 euro e alle norme eccessivamente penalizzanti che riguardano i futuri pensionati, il Governo Monti mette nel conto anche la nuova imposta sulla casa, che non salva i pensionati con i redditi più bassi, né quelli che hanno particolari problemi di salute o di handicap.

Se a questo aggiungiamo il brusco incremento dell’inflazione, che torna sopra il tetto del 3%, e la forte contrazione delle assistenze che – a causa del taglio delle risorse destinate al welfare locale – si sta verificando sul territorio, si palesa in tutta la sua gravità la difficile situazione in cui versano numerosi pensionati le famiglie e le categorie meno abbienti. Occorre pertanto, a giudizio del CUPLA, intervenire certamente con misure rivolte ad attuare il piano di rilancio più volte annunciato per dare competitività alle nostre imprese, promuovere l’occupazione, specialmente giovanile, ma nel contempo è assolutamente indispensabile procedere con altrettanta determinazione per attuare anche quegli interventi che interessano direttamente i pensionati e gli anziani come categoria sociale. Alla luce di queste considerazioni il CUPLA chiede al Governo di intervenire sulle seguenti questioni di fondamentale interesse:

  • una efficace azione di salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni da attuarsi attraverso la revisione del paniere ISTAT per la rivalutazione dei trattamenti, l’aggancio delle pensioni alla dinamica salariale e la neutralizzazione del drenaggio fiscale
  • la eliminazione di tutte le discriminazioni tra lavoro dipendente e lavoro autonomo: assegni familiari, accesso al pensionamento, quattordicesima mensilità etc., anche perché con il calcolo contributivo per tutti e con l’aumento delle aliquote contributive per i lavoratori autonomi, trattamenti differenziati non sono più giustificabili.
  • una più equa redistribuzione dei carichi fiscali e delle risorse, al tempo stesso combattendo con estrema determinazione ogni forma di evasione, di lavoro nero, di abuso, di rendita parassitaria. Si propone di cominciare con la detassazione parziale o totale delle tredicesime, riducendo la pressione fiscale sui redditi fissi. Nel contempo è necessario ampliare la NO TAX AREA per gli anziani.
  • la reintroduzione dell’IMU (o ICI) sulla prima casa deve essere corretta, distinguendo i possessori della sola casa di abitazione dai multiproprietari, legando l’imposta agli altri redditi posseduti, escludendo da essa gli anziani a basso reddito che abitano in case grandi perché vi hanno allevato i figli, gli anziani e/o disabili ricoverati permanentemente in case di riposo.
  • la eliminazione dei previsti aumenti dell’IVA, specie se sulle aliquote ridotte, in quanto fanno fare un ulteriore balzo al costo della vita, che si ripercuote soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione.
  • la revisione degli interventi assistenziali che deve essere occasione per fare un po’ di pulizia sugli abusi e per razionalizzare la materia: infatti non sono accettabili limitazioni di diritti legittimi sanciti dalla Costituzione o smantellamenti del welfare pubblico.

Salerno, 5 maggio 2012

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