La movida ebolitana ….al peggio non c’è mai fine

Eboli, città della musica? Tutti a urlare in strada, fino all’una di notte. I vasci napoletani si sono ribellati. Attentare al loro primato è davvero troppo.

Gruppi emergenti sui marciapiedi. Karaoke libero. Prima serata, prima mega cafonata. Una scuola di danza si esibisce e si fa beffa di tutte le prescrizioni. Si perde due reparti in ospedale, chiudono il tribunale, si tollera le prostitute a Campolongo …ma al karaoke no, non togliete il karaoke agli ebolitani.

movida-Trinità dei Monti ebolitana
movida-Trinità dei Monti ebolitana

di Francesco Faenza

per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Era l’evento più atteso, dopo la nomina dei due papi. Era il calendario più affollato, dopo i mondiali di calcio. Eboli, città della musica, tre mesi di trash assoluto.

A pochi chilometri dal “festivalicchio” di Giffoni, al confine con il premio Charlot di Paestum, è nato un evento per gusti grezzi e musicisti mai emersi.

Eboli, città della musica. Tutti a urlare in strada, fino all’una di notte. Da una cafonata notturna così anche Tony Tammaro ha preso le distanze.

Francesco Faenza
Francesco Faenza

Siamo al trionfo del trash più terrone, condividiamo il pensiero di Bossi. Marocchini e algerini sono rimpatriati a nuoto, dopo le ultime notti ebolitane.

Eboli, città della musica. Andiamo a capire cos’è. Canzoni fino all’una di notte. Gruppi emergenti sui marciapiedi. Karaoke libero, con urla da spaventare le belve di Satana.

Un calendario degli eventi ancora non c’è. Sul sito internet del comune è venuto a mancare. All’ufficio commercio ti guardano in palestinese se chiedi notizie.

Il progetto Eboli-città della musica è diventato il trionfo del karoke obeso. Birre in pugno ai tavolini, pance gonfie nelle maglie, ugole strazianti sui marciapiedi. Fino all’una di notte. Senza limiti di decibel. Senza i controlli promessi dai politici.

Il sindaco Melchionda era così entusiasta del progetto che ha staccato il cellulare dal mese di maggio. E così l’evento più traumatizzante dell’estate, promosso da un giovane di maggioranza, Gerardo Lamanna, e da un giovane di opposizione, Damiano Cardiello, ha marchiato a fuoco i nervi degli ebolitani.

Adolfo Lavorgna
Adolfo Lavorgna

Convinti che gli ebolitani attendessero trepidanti alle finestre, ogni notte, per tutta l’estate, un pò di musica assordante, Cardiello e Lamanna ci hanno regalato un festival notturno di cagnara neomelodica. Da Gigi D’Alessio, prima edizione, all’intramontabile Mario Merola, ancora lui…Eboli-città della musica ci ha regalato tremori di vetri e notti magiche con gli occhi sbarrati alla Schillaci.

Prima serata, prima mega cafonata. Una scuola di danza si esibisce in piazza della Repubblica e si fa beffa di tutte le prescrizioni comunali. “All’una di notte staccate tutto, mi raccomando” è stato l’sms dell’assessore Lavorgna agli organizzatori. Alle due di notte, in piazza della Repubblica, sparavano ancora i fuochi d’artificio.

Movida ebolitana-Amarcord
Movida ebolitana-Amarcord

“E mi raccomando – ha aggiunto ancora il sergente Lavorgna – tenete il volume basso, rispettate i decibel e non ci fate perdere la campagna elettorale”. Ma certo, assessore. Alle due di notte, il centro di Eboli sacramentava in coro su facebook contro le urla belluine che provenivano da piazza della Repubblica.

Il giorno dopo, scusa retoriche da parte della scuola di danza. Una ramanzina dal comune e il proclama cantato di Lavorgna: “Non succederà più. Claudia Mori ha chiesto i danni.

Ma al peggio non c’è mai fine. Trascorsi dieci giorni è esplosa la guerra dei karaoke. Roba da trasformare Vittorio Sgarbi in collaboratore di giustizia contro Eboli città della musica.

Nemmeno Barbara D’Urso è arrivata a immaginare cosa si nascondesse nel progetto di Gerardo Lamanna e di Damiano Cardiello. Uno strazio terrificante. Come i giapponesi che squartano le balene, così gli ebolitani affrontano il karaoke. Microfono strozzato, birretta per darsi un tono, pancia grassa e urla ciclopiche.

Gerardo La Manna
Gerardo La Manna

Venerdì 11 luglio, altra nottata alla Riccardo Muti. Da piazza Calò a San Bartolomeo, suoni gutturali da lottatori di sumo, canzoni napoletane abiurate financo da Nino D’Angelo, i peggiori imitatori di Ligabue e Vasco Rossi in sorrisi ebeti, felici di stonare ogni nota e ogni rigo delle canzoni più famose.

Eboli, città della musica? I vasci napoletani si sono ribellati. Attentare al loro primato è davvero troppo.

Questa cafonata senza limite di decibel, senza turn over nei quartieri, con i soliti 10 clienti davanti al bar, farebbe un figurone in molte zone sottosviluppate.

Non succederà più…il proclama Mori-Lavorgniano, però, ha funzionato. Dopo tre ore di strazio, i karaoke all’una di notte si sono fermati. Hanno staccato la spina, rispettosi ed educati.

Gli ebolitani aveano già i rasoi sulle vene, quando è intervenuto Lavorgna a spegnere i microfoni per tenere accesa la sua voglia di candidarsi a sindaco. Il controllo dei decibel è come la cintura di sicurezza, lo prevede il codice ma nessuno la rispetta.

Damiano Cardiello
Damiano Cardiello

I controlli nei bar? Arriveranno, giurano in comune. Il tempo che i vigili tornino dalle ferie, che i carabinieri e la guardia di finanza si mettano d’accordo, il tempo di assumere altre 30 guardie ambientali senza benzina ed Eboli abbatterà la fama di Castrocaro.

I vecchi che vogliono dormire prima delle due di notte, i sepolcri imbiancati che vogliono guardarsi la televisione di sera, i cardiopatici quasi defunti che non reggono il ritmo giovanile di Lamanna e Cardiello sono pregati di salire su un barcone e raggiungere un’isola deserta.

Possiamo perdere due reparti in ospedale, possono chiudere il tribunale monocratico, possiamo tollerare le prostitute a Campolongo…ma al karaoke no, non togliete il karaoke agli ebolitani “perchè siamo in un paese già morto” scrivono i soliti 20 ragazzini che parlano di gruppi musicali emergenti (da 20 anni) che scimmiottano i Modà e i Negramaro in una guerra di decibel e di canne (droghe leggere) che metterebbe a dura prova anche Lapo Elkann.

Eboli, 15 luglio 2014

86 commenti su “La movida ebolitana ….al peggio non c’è mai fine”

  1. ma al karaoke no, non togliete il karaoke agli ebolitani “perchè siamo un paese già morto” scrivono i soliti 20 ragazzini che parlano di gruppi musicali emergenti (da 20 anni) che scimmiottano i Modà e i Negramaro in una guerra di decibel e di canne (droghe leggere) che metterebbe a dura prova anche Lapo Elkann.”

    Ragazzini che parlano di gruppi musicali emergenti(che scimmiottano i MOda’ e i Negramaro) e karaoke. Mi sfugge il nesso. Se oltre a generalizzare,il signor Faenza fosse piu’ preciso e non generalizzasse con accostamenti alquanto improbabili e privi di qualsivoglia legame, l’informazione gliene sarebbe grata. Per quanto riguarda i decibel c’e’ assoluta pertinenza con l’articolo. Ma le droghe leggere cosa c’entrano?! In un articolo in cui si parla di musica o pseudotale? Le solite strumentalizzazioni ridicole di chi scrive articoli per vendere. Ah Lapo Elkan, a quanto ricordo utilizzava cocaina. Non mi pare sia una droga leggera.

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    • A.LAINE.
      sei il bastian contrario delle battaglie perse,parli solo per sfamare il tuo ego di eterno pre-pre-adolescente,che vuol vincere sempre,ti faccio i miei complimenti,stai andando davanti ad una vita irta di delusioni e schiaffi,spero solo,morali..cresci un po.

    • Inquinamento acustico

      La normativa sui limiti acustici in Italia è regolata dalla legge quadro n. 447/1995, dai suoi decreti attuativi e dalle singole leggi regionali che legiferano sulla materia. Questa legge, tuttora in vigore, ha stabilito infatti i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e abitativo dal rumore individuando chiaramente le competenze dello Stato e degli Enti Locali. All’art. 6 stabilisce l’obbligo per i Comuni della “classificazione acustica” del proprio territorio in aree acusticamente omogenee con cui si suddivide il territorio comunale, urbanizzato e non, in classi acustiche in base agli insediamenti, l’effettiva fruizione e la destinazione d’uso del territorio ecc. a cui corrispondono poi i valori limite. Per esempio durante il giorno (tra le 6 e le 22) è tollerato un limite massimo di 50 decibel per singola sorgente sonora nelle aree particolarmente protette, come le zone ospedaliere, scolastiche o vicine ai parchi pubblici, mentre è concessa una rumorosità fino a 65-70 decibel nelle zone ad alta attività commerciale o a traffico intenso. Sono previsti limiti più bassi per gli orari notturni, tra le 22 e le 6 (vedi tabelle 1 e 2).

      La determinazione di questi valori è però delegata a diversi decreti attuativi che sono stati adottati negli anni successivi. I principali decreti che interessano il nostro ambito di applicazione, ovvero locali pubblici di intrattenimento e spettacolo, sono il DPCM 14.11.97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”, DM 16.3.98 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico” e il D.P.C.M 215/99 “Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi”.

      In particolare, quest’ultimo decreto ha stabilito i limiti di rumorosità consentiti all’interno di quei locali pubblici caratterizzati da diffusione di musica ad alto volume, a protezione, soprattutto, degli avventori dall’esposizione al rumore. Il campo di applicazione di tale decreto, durante questi anni, è stato più volte rivisto, assoggettando, inizialmente, a tale limitazione tutti gli esercizi pubblici, quindi anche quei locali in cui l’impianto elettroacustico veniva impiegato esclusivamente come sottofondo musicale, per poi essere successivamente confinato (art. 7 della Legge 31 luglio 2002, n. 179) ai soli luoghi di intrattenimento danzante (discoteche, circoli privati, discopub ecc.) e di pubblico spettacolo (cinema, teatri ecc.). L’art. 2 di tale decreto stabilisce che, fermi restando i limiti generali in materia di tutela dell’ambiente esterno ed abitativo dall’inquinamento acustico, fissati con DPCM 14.11.97 (vedi tabelle 1 e 2), i valori dei livelli massimi di pressione sonora consentiti all’interno del locale sono 102 dBA massima e 95 dBA media. Si tratta di valori che sembrano incomprensibili e sono comunque incalcolabili senza l’ausilio di un tecnico competente, sarà infatti lui a fornire il supporto tecnico al gestore del locale o dell’esercizio per la realizzazione della documentazione prevista dal Decreto.

      Il gestore di un locale è infatti obbligato a:

      – verificare le caratteristiche tecniche degli impianti di diffusione in dotazione;

      – verificare i livelli di pressione sonora degli impianti di diffusione in dotazione anche dopo ogni modifica o riparazione;

      – nominare un tecnico competente in acustica ambientale cui è affidato l’incarico di provvedere alle rilevazioni ed ai collaudi nonché alla redazione di una relazione indicante: l’elenco dettagliato dei componenti corredato dall’impostazione delle regolazioni dell’impianto elettroacustico utilizzate per la sonorizzazione del locale, l’impostazione dell’impianto elettroacustico corrispondente alla massima emissione sonora senza distorsioni o altre anomalie di funzionamento;

      – attuare gli interventi necessari all’adeguamento degli impianti di diffusione in dotazione al rispetto

      dei limiti

      – redigere apposita dichiarazione sostitutiva ai sensi dell’art. 4 della legge 4.01.68 n° 15 – questa dichiarazione corredata della relazione di collaudo redatta dal tecnico competente è conservata presso il locale ed esibita su richiesta dell’autorità di controllo.

      Gli enti di controllo preposti per la verifica dei contenuti del decreto in oggetto sono dal punto di vista delle autorizzazioni e delle concessioni edilizie il Comune, mentre le funzioni operative di vigilanza e controllo spettano alle Provincie che si possono avvalere delle ARPA (in mancanza di queste le ASL) quale organi tecnici.

      In caso di infrazione, le sanzioni possono andare dalla semplice ammenda pecuniaria (da 1.032,91 fino a 10.329,14 euro) fino ad arrivare alla chiusura temporanea o definitiva del locale.

  2. ma al karaoke no, non togliete il karaoke agli ebolitani “perchè siamo in un paese già morto” scrivono i soliti 20 ragazzini che parlano di gruppi musicali emergenti (da 20 anni) che scimmiottano i Modà e i Negramaro ”

    La generalizzazione si sa è nemica dell’informazione. Chi sono questi fantomatici gruppi?In quale occasione han manifestato tale necessita’? Perche’ ironizzare sul fatto che devono emergere da vent’anni (e non emergono?

    “in una guerra di decibel”

    Giusto rimarcarlo. In attinenza con l’articolo

    “e di canne (droghe leggere) che metterebbe a dura prova anche Lapo Elkann.”

    Cosa c’entrano le droghe leggere in questo caso? Lo so che dovete vendere e la parola droga ha sempre un forte richiamo,ma qui, come è evidente ,si parlava d’altro. Ah Lapo Elkan utilizzava cocaina se non sbaglio. Tu chiamale se vuoi droghe leggere.

    i

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  3. una movida sana si,un fracasso barbaro,neanche a parlarne,e non sia la scusa dell’economia il passpartout di simili comportamenti,che arrecano + nocumento che altro,in specie ai disgraziati residenti!

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  4. non ci posso credere…….senza parole!!!!
    MA SI pane et circenses,POI IL RESTO VADA IN MALORA,FINCHE’ C’E’ BIRRA E MUSICA C’E’ SPERANZA!

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  5. PATENTE A PUNTI PER I GESTORI:
    Che mancano specie per loro le opportunità di un serio progetto di vita (non credo sia un progetto di vita prevedere di andare ogni settimana a fare la movida…)? Che non andranno mai da nessuna parte rilassandosi o ciondolando ciucchi fuori dai bar? Chi ci comanda vuole proprio che la gente se ne stia beata davanti ad una partita di pallone o ad un bicchiere di birra, così non avrà il tempo di pensare alla salute del ns Stato Italiano e non farà il casinaro per contestarne la politica….. Ma gli errori e le contestazioni del passato non sono serviti proprio a niente?

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  6. ottimo pezzo,pessima situazione ad Eboli,Ah già forse in Spagna sono ancora peggio di noi ma non lo prenderei come esempio di vita. Quante persone tolleranti in casa altrui…

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  7. guardi la foto dell’articolo e provi ad immaginare che la sua camera da letto sia lì sopra e che c’è gente che parla, quando non urla fino alle 2 o 3 di notte. E poi chiarisca il motivo per il quale noi residenti non dobbiamo lamentarci. Altrimenti i bar non guadagnano a sufficienza? Dimenticavo, il solito interesse economico che sovrasta il diritto dei residenti.

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  8. Mmmmmm…articolo scritto a caxxo di cane, da giornalaio emergente che scimmiotta un giornalista. Proponi un minestrone di notizie discordanti, ti permetti di esprimere critiche musicali non avendo nessuna qualifica e nessuna capacità per farlo. È un bene che l’ospedale chiuda è vessillo dell’incapacitá di chi governa e di chi ci lavora, aborto della politica contiana e delle assunzioni a raccomandazioni. Xx xxxxxxxx, e ti tratto hai notato, dati alla mano, che la movida fracassona ha ridotto gli episodi violenti notturni e sai perché…perché si fa aggregazione sociale e si isolano le teste di caxxo. Ma tu che vuoi sapere nonti ho mai visto per strada.

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  9. Guardiamo alle città un attimino più grandi,ci basta spostarci di nemmeno 30km,già a Salerno la sera almeno c’è qualcosa da fare,se un ragazzo vuole uscire ci sono pub,feste,musica,insomma posti dove andare.
    Eboli,sera tarda,viale principale deserto,cosi come la piazza,e dopo notizie di accoltellamenti e tentati stupri ci credo,cerchiamo una soluzione,cerchiamo di spingere i ragazzi ad uscire senza timore,magari organiziamo qualcosa di bello per chi ha ancora la gioventù davanti ma…..ALT
    Proprio non capisco,Eboli sta diventando un luogo sempre più degradato e pericoloso,si sentono notizie di cronaca (Anche nera) costantemente nell’arco di mesi e quando qualcuno cerca di organizzare qualcosa al di fuori delle ordinarie feste patronali,sagre e festicciole tradizionali qualcosa dove i ragazzi possano divertirsi,ritrovarsi,fare nuove conoscenze e stare insieme senza avere il timore di ricevere una lama nel fianco o un mattone in testa subito appare chi fa il bastian contrario,come in ogni cosa d’altronde.
    Capisco che magari la notte tarda l’alto volume dia fastidio,non lo metto in dubbio,ma anche qui basterebbe il semplice dialogo e non uno sfottio generale a tutta l’organizzazione,trattando i ragazzi a pesci in faccia come una massa di decerebrati e drogati,icordatevi che qui si parla di figli di persone che probabilmente conoscete,per la maggiorparte studenti scolastici ed universitari che potrebbero dare un futuro a questo paese che si stanno mettendo in gioco.Continuando così allora non dovrete lamentarvi quando Eboli diventerà un “Jurassic Park” di persone,magari anche un tantino più pericoloso.

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  10. LE ULTIME RIGHE DI QUEST’ARTICOLO SONO SPETTACOLARI!!! se la movida vuol dire ascoltare fino alle 2 di notte in pienissimo centro tutti questi presunti “dj” che girano i loro preziosi dischi per ore e ore (alias: fann burdell senza sosta), magari con qualche vocalist sguaiato peggio di loro, e circondati da orde di ubriachi e cannaioli vari, per non parlare poi dei vari karaoke che farebbero invidia ai peggiori Tommy Riccio, Gigione e Donatello, allora forse era meglio non dare nemmeno il via a questa movida. Tutto questo tra l’altro rigorosamente senza i famosi controlli da parte di chi di dovere. La colpa però è innanzitutto dei locali e dei proprietari di bar, pub ecc. e purtroppo nella città di Eboli il livello oggi è in gran parte questo.

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    • over 38,sei nel giusto, invece gli altri nel cattivo gusto!
      si spaccia per musica ed arte qualsiasi roboante cacofonia,basta che condita di fumo ed alcol sia!
      poi tutti a razzolare per le vie del centro,tirando e calciando bottiglie,con discorsi rumorosi da vero beone,tanto “che me frega”, domani si dorme tutto il giorno,e affanculo chi di contro, lavora o deve sostenere un esame,chi è anziano e malato,chi solo vuol dormire,ne ha diritto alle 2-4 di notte,mi pare che il tramonto serva a questo nei bioritmi umani! n.b. bulli permettendo ed ad autorità piacendo!

    • MEGLIO ANDATE A SOLLAZZARVI A SALERNO,MA STATE ATTENTI

      LI VI E’ UN SINDACO VERO,E CHI SBAGLIA PAGA…

  11. Peggio non poteva scrivere…
    Usa il peggio in fatto di musica ,il kara oca,per colpire un bersaglio Nobile La Musica d’autore.
    Deve fare parecchia attenzione chi scrive ed allega foto
    Specie se il luogo e i fatti e le immagini non corrispondono al vero
    Non ero ad una serata con karaoke!!

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    • Per Pippo (sa)Baudo,
      Carissimo,
      le foto non si riferiscono allo scritto ma sono di repertorio. Appartengono ad un altro articolo scritto da me, di altro tenore che invito a linkare dal titolo “GIU’ LE MANI DAI GIOVANI E DALLA MOVIDA EBOLITANA“. Dicendo questo non significa era meglio di quello che ho ospitato a firma di Francesco Faenza, ma solo per dire che forse il mio punto di vista è diverso, ma non per questo, si debbano per forza sdoganare scostumatezze varie e prevaricazioni.
      Riguardo poi a cosa penso nello specifico, ebbene penso altro, e senza etichettare niente e nessuno, ritengo che il genere musicale, da quello piu’ raffinato a quello piu’ popolare fino ad arrivare a quello che viene definito “cafone”, aggiungendovi anche quello partecipativo del karaoke, hanno diritto di esistere e dovremmo tutti fare uno sforzo a non disprezzare niente e nessuno.
      Purtroppo ai vari personaggi che a vario titolo intervengono, mi viene da dire: non si puo’ avere la botte piena e la moglie ubriaca; nel senso che vorremmo che determinate iniziative imprenditoriali e commerciali, ivi compreso, quella che si riferiscono alla ristorazione- ricreazione – divertimento funzionassero, e che siano di supporto ai nostri giovani altrimenti diretti altrove e poi in concomitanza vorremmo imbavagliarle e magari imbalsamarle, facendo sempre salve le esagerazioni e la maleducazione facendo sempre attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio rispetto a singoli e fastidiosi episodi di delinquenza, verso i quali non vi può essere nessuna comprensione, cadendo nell’errore di colpevolizzare tutto e tutti.
      Si tratta solo di stabilire le regole, osservarle e farle osservare, e in quelle regole sia se si canti la traviata o si suoni il rock o si faccia il karaoke poco importa, vuol dire che si potrà scegliere e magari si eviterà scrupolosamente e ma senza criminalizzare nessuno il genere che non ci piace.
      Una ultima notazione: ritengo che questa Citta’ ha una forte tradizione culturale e musicale, prova ne e’ la presenza di decine di gruppi e singoli musicisti, che si esprimono liberamente, con professionalita’ e riscuotendo ottimi successi sebbene non siano supportati da nessuno, potrei citarne tanti, basta vedere nel mio sito. POLITICADEMENTE e’ sensibile ai fermenti culturali e da sempre molto spazio a quelle iniziative.
      Credo, per finire, che si debba aprire un dibattito serio su questa vicenda e ognuno dire la sua con civilta’, evitando di farsi trascinare in facili strumentalizzazioni usando molto, ma molto equlibrio ed evitando di offendere e di compiere azioni di repressione culturale che di certo non giovano a nessuno, tantomeno alla movida, allo spirito che la anima, che non è solo momento di aggregazione sociale, di espressioni artistiche, culturali e musicali, ma anche di attività imprenditoriali e commerciali che producono e che hanno tutto il diritto di continuare a vivere facendo sempre salve, tutte quelle forme di prevaricazioni, che sono sicuro i primi ad esserbne interessati sono proprio loro.
      Bisogna farlo pubblicamente e bisogna accettare tutte le varie posizioni, isolando i prepotenti, i delinquenti, gli strumentalizzatori e tutti quelli che fanno solo finta di interessarsene ma che al contrario non se ne fottono proprio.
      Massimo Del Mese
      Massimo Del Mese

  12. tu che hai scritto questo articolo la sai a xxxxxx? io si! i bassi napoletani? un ignorante come te nemmeno lo facciamo entrare a Napoli. so meglio gli xxxxxxxxx di te. adesso ti segnalo a tutti i giornalisti seri. così la prossima volta ci pensi 2 volte prima di nominare Napoli. e scrivo anche io un articolo su di te.

    Rispondi
    • Per io,
      immagino che stai scherzandoi e che non sei per la gogna giornalistica. Credo si debba esprimere le proprie opinioni ma evitando di essere “repressivi” di quelle degli altri.
      Grazie per il tuo intervento.

    • Conosco i napoletani x naja e per frequenza balneare,sono la vergogna del meridione,della cafonaggine il campione,Napoli una città di serie b in tutti i sensi,fatevi nazione a parte,e lasciateci in pace

  13. Articolo ben colorito, come sempre, dell’amico Francesco.
    Devo ammettere che quelle poche volte che ho visto i tanti giovani frequentare “la movida” mi dava un senso di piacere, di una città(?) “viva” con tanta bella gioventù che preferisce restare in casa. Con il tempo ascoltando anche tante lamentele dei residenti e commercianti ho incominciato a vedere le adunanze anche con occhi, e orecchie, diverse. E’ vero, alla fine purtroppo, emergono maleducazione, la completa “anarchia” intesa nel senso più spregiativo del termine. E mi fa sorridere, amarezza, la descrizione di Francesco circa “pancia grassa, urla ciclopiche, mega cafonaggine, etc, etc…”.
    Ma scusate, questo non è lo specchio della Eboli di oggi? Basta girarsi intorno ed osservare. C’è una miseria di ogni specie (morale, culturale, economica, ambientale).
    Certo esistono anche buoni esempi, lodevoli iniziative ma sono una minoranza della minoranza e chi può, tra questi, volentieri esporta questi rari e buoni esempi fuori le mura della nostra città(?). Esce.
    L’unica speranza è che si sveglino le coscienze sane e si cominci a dare una spinta positiva nella direzione giusta (e mi riferisco non solo nel senso politico ma anche culturale, economico, professionale, istituzionale) affinché la nostra amata e martoriata Eboli possa riappropriarsi di quel ruolo di autorevolezza, di rispetto e di buon esempio che ha avuto nella storia e che ha perso da almeno un paio di decenni.
    (Coincidenza: dall’avvento dei nuovi moralizzatori)

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  14. una proposta di buon senso,
    No alcol dopo le 23,scommetto protesta in tutta la Movida.
    La questione è sempre la stessa: dormire o produrre? città fruibile o città dormitorio? vero che ci sono delle esagerazioni, ma il problema forse sta nella mancanza di severi controlli.
    per il resto, nessuno può pensare di attirare turisti o anche solo la clientela locale disponendo il (quasi) coprifuoco che i residenti spesso invocano.
    Concordo sulla collaborazione tra cittadini residenti e gestori per una movida estiva controllata ed educata;
    non concordo in maniera assoluta sugli orari che non corrispondono alle disposizioni di legge; ritengo gravissima mancanza la zonizzazione acustica non ancora realizzata;nell’ordinanza manca la destinazione delle due belle piazze alla classe I dove si può suonare fino 35dB e fino alle ore 24,00. tutto è rimasto come prima: chiasso, musica assordante ecc. Sindaco Sig.consiglieri etc cà nisciuno è fesso:

    Rispondi
    • Ciao, in una biblioteca silenziosa si raggiungono i 40db. In una camera da letto di notte ci sono 30db. Se due persone fanno conversazione (senza alzare i toni) sono circa 60db. 🙂

    • dibi,Da trent’anni nelle vertenze giudiziarie per immissioni di rumore nelle abitazioni i Giudici hanno applicato come “normale tollerabilità” dell’art. 844 del codice civile il limite massimo di 3 dB oltre il rumore di fondo. Le misurazioni deI CTU del rumore disturbante e del rumore di fondo (in assenza del rumore disturbante) sono state di livello sonoro istantaneo, senza applicare alcun limite “assoluto” minimo alla validità del limite dei 3 dB e per qualsiasi tipo di sorgente del rumore lamentato.

  15. Del mese del mese questo cognome mi ricorda qualcuno di incompetente sul comune….o me ne ricorda 2 incompetenti…..bha e srivono….ANDATE A LAVORARE

    Rispondi
    • Per Mauro,
      ti ricordi male, sia se ti riferisci a me e sia se ti riferisci a qualcuno della mia famiglia.
      Non posso esprimere al contrario giudizi su di te perché non ti conosco, ma in scarsi due righi ti sei presentato.
      Ho ospitato questo articolo e indipendentemente dal contenuto ritengo sia civile dicuterne e manifestare anche la propria contrarietà e non scrivere cose, tra l’altro che non sono per nulla attinenti come quelle tue due righe, che vorrebbero essere minacciose e presuntamente rivelatrici di non so che. Questo è un metoido che non si può altro che respingerlo, attribuendolo a sistemi e ideologie passate e serpeggianti nella bassa cultura, che tenderebbero screditare piuttosto che contrastare con legittime opinioni.
      Se non si è daccordo con l’articolo di Francesco Faenza non si deve insultarlo e magari arrivare ad insultare anche me che l’ho ospitato perchènon si condivide, bisogna motivarne le ragioni contrarie.
      L’anno scorso vi fu un’altra discussione sulla movida e in quella circostanza scrissi un articolo che invito a linkare dal titolo “GIU’ LE MANI DAI GIOVANI E DALLA MOVIDA EBOLITANA” nel quale esprimevo tutta la mia contrarietà rispetto alla “criminalizzazione della movida e del livello delle serate portando ad esempio alcune di esse come quelle rappresentate dalle foto che ci sono nell’articolo di Faenza, che erano serate di grandissimo spessore culturale e di grande aggregazione tra i giovani e meno giovani come me che in ogni caso frequenta la notte e che se scrive, non lo fa mai a sproposito.
      Per questo non capisco la tua pochezza rispetto ad allusioni che oggettivamente non mi appartengono, perché posso essere anche un incopetente intanti settori, poiché naturalmente non posso esserlo per tutto lo scibile umano, ma non lo sono affatto rispetto alle mie attività, essendo un tecnico apprezzato e per essere un stimato e bravo professore, avendo insegnato per 36 anni.
      Rispetto alla mia attività politica, non sono stato affatto incompetente, legando a tantissime realizzazione il mio impegno amministrativo e non mi sembra il caso fare l’elenco.
      La mia famiglia, così come è numerosa, avendo ben otto tra fratelli e sorelle, così mi piace ricordare che sono tutti eccentrici e tutti hanno manifestato competenza e successo nelle loro attività professionali e culturali, annoverando fra loro , pittrici, scrittrici, Manager e alti funzionari, insomma uomini e donne di successo e di valore, e fiore all’occhiello mio fratello che già sta nei libri di storia, essendo tra gli strutturisti più bravi del mondo, se ti dico che è al primo posto potrebbe sembrare presuntuoso, ma è così e nella sua brillante carriera ha legato il suo nome alle opere più famose in tutto il mondo, dal Medio oriente all’Asia, alle Americhe e in tutta europa, e per la sua attività ha ricevuto oltre ad aver ricevuto tantissimi riconoscimenti ha ottenuto anche una Laurea onoris causa dalla facoltà di Architettura del politecnico di milano, unico italiano di tutti i tempi a ricevere un simile riconoscimento.
      Ma naturalmente questo non centra per niente, ma l’ho voluto ricordare, aggiungendoti, che il tuo subdolo linguaggio non solo non mi scalfisce ma ti confina, e mi dispiace per te, in un bassissimo livello.
      La pubblicazione è la prova di quanto sia fuori luogo e di come, al contrario, sono aperto alle critiche, anche se le tue non sono per nulla pertinenti e avevano lo scopo di voler ferire balbettando larvati giudizi.
      In ultimo, oltre a ricordarti che quel “andate a lavorare” forse era rivolto ad altri e non a me, poichè fin da quando avevo 14 anni ho sempre lavorato onestamente in Italia e all’estero, facendo tutti i mestieri anche quelli più duri e umili, e per questo quel nome che a te ricorda qualcosa io lo porto con orgoglio, mentre non mi pare possa dire altrettanto di te che al contrario non lo esponi evidentemente perché forse non ti senti di poterlo portare con altrettanto orgoglio o perché magari temi il confronto con chicchessia.
      In ogni caso ti ringrazio per il tuo post, perchè evidenzia quanto sia debole la difesa della movida se a farlo siano persone come te che non hanno argomenti, dando fiato a chi al contrario tende a criminalizzarla per vari motivi momenti di grandi aggregazioni sociali e di straordinari fermenti cultural musicali.
      Massimo Del Mese

  16. Se ci fate caso, mentre leggete l’articolo, in sottofondo si distingue distintamente il suono dell’imbarazzo che imperversa.

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    • NON STUDIO, NON LAVORO, SONO UN NEETFUGA DI CERVELLI,NEL SENSO CHE NON LO USANO!
      Poco educati, incompetenti e incolti: ecco perchè i giovani non trovano lavoro.
      Due milioni di giovani italiani non studiano e non lavorano. Tra tutte le nere notizie che ci affliggono, questa è la più desolante. La retorica sulla disoccupazione e sui diritti dei giovani glissa su un aspetto essenziale: che il lavoro è sì un diritto, ma anche un dovere, nel senso che richiede l’impegno di volerlo fare bene
      L’Italia ha il primato europeo di giovani che non studiano e non lavorano, risultato sono schiere dei ragazzi che bighellonano tra le superiori e l’università senza realmente impegnarsi negli studi. Occorrerebbe far passare il concetto che lo studio non è solo un diritto inalienabile, ma è soprattutto, una volta intrapreso, un lavoro e come tale dovrebbe essere anche retribuito, come già fanno in Germania. Non può e non deve essere un percorso obbligato per tutti. Occorrerebbe sviluppare nuovamente i mestieri legati all’agricoltura, all’allevamento, allo sviluppo del territorio, a tutti quei mestieri che sono alla base dell’economia.

  17. uno degli articoli più orrendi e ignoranti che abbia mai letto….se noi giovani ebolitani a eboli non spendiamo più un’euro se eboli è una città morta è anche e sopratutto per gente come te!!!

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  18. Purtroppo questo articolo evidenzia il fatto che a Eboli organizzare qualcosa per i giovani è come lottare contro un mare di bigottismo e provincialismo.Vorrei far notare,a voi che vi definite “giornalisti”,e che vi improvvisate critici musicali e critici d’arte,che la critica dovrebbe essere uno strumento finalizzato al confronto e alla crescita,non uno strumento atto a screditare ed offendere,per di più dei ragazzi che impegnano il loro tempo e dedicano il loro impegno ad attività che hanno come finalità l’aggregazione giovanile;se questo è il vostro modo di intendere il giornalismo e l’informazione lasciatevi dire che svolgete un lavoro a dir poco PESSIMO.

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    • con la scusa dei giovani del ciufolo si dovrebbe ovviare al vivete civile,si lamentano del lavoro che manca,ma poi i soldi per gozzoviglie li cacciano
      andate a pulire i Portobuffolè

  19. i bassi napoletani sono una vergona riconosciuta dagli stessi partenopei,e tu con il tuo atteggiamento da guappo di cartone confermi i peggiori stereotipi su Napoli e i suoi abitanti,un motivo in più per staccarci da gente portatrice di violenza.
    le canzuncelle e i babà rimangano a voi,non sappiamo che farcene

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  20. @ io e @ francesco faenza. Francè ti stimo e ti voglio bene; ma siamo stati giovani anche noi e abbiamo fatto, chi + chi – , caciara anche noi. Se ce un po’ di confusione nella gestione, adolfo che è una persona seria, non c’entra niente, la responsabilità va cercata nei due soggetti che hanno proposto l’evento, che , aimè, non so come cazzo hanno fatto ad essere eletti. Ma il popolo è sovrano!!. Per io : perché ti arrabbi ? è proprio il caso di dire che la verità fa male.

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    • ARTICOLO CRITICATO?
      ARTICOLO CHE HA COLPITO UN PUNTO NEVRALGICO.
      CHI SI RIZELA SA DI AVERE TORTO.
      BRAVO FAENZA.
      BRAVO ADMIN.
      A TUTTI GLI ALTRI,DICO.. CRESCETE,E TROVATEVI UN LAVORO VERO..PERDIGIORNO!

    • guarda,non riuscirei a mediare con gente cosi,ci vuole sempre il classico buon senso dell’educazione.
      spero che anche tu trovi la tua di strada,magari di ramazza,non ti farebbe male.

  21. Prima di iniziare la solita cantilena del “ad Eboli non c’è mai niente da fare, una volta tanto che si fa qualcosa c’è chi insorge ecc ecc…”, si dovrebbe riflettere sulla QUALITA’ della “movida” proposta agli sfortunati residenti di questa landa desolata. Vogliamo parlare, oltre che del centro, del supplizio al quale sono sottoposti coloro che abitano nei dintorni dello stadio Dirceu ormai da giorni?? Specifico che sarei il primo a fare i salti di gioia se si organizzasse in quello spazio fantastico un ciclo di Concerti, pagherei volentieri il biglietto per andarli ad ascoltare. E invece si è costretti a subire improbabili competizioni di freestyle rap sparate ad un volume da denuncia, discoteche a cielo aperto ricettacolo di spacciatori e della loro clientela, autocelebrative esibizioni di danza che poco aggiungono allo già scarso livello culturale della movida ebolitana. L’unica speranza è che qualche temporale estivo in più ci regali qualche ora di sonno extra!

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  22. ottimo pezzo,sarcastico e realista al punto giusto,la gioventù ebolitana,tranne poche lodevoli eccezioni è questa,fatta di ciondoloni nullafacenti,una generazione non studio, non formazione non lavoro,non ricerca,si campa con la paghetta di mamma e papà,sui nonni ancora in vita,e con lo sfruttamento del fessacchiotto di turno per spillarci birra sigaretta chiamata al cell,passaggio,che campioni!.
    questa è la società ebolitana ed italiana,un futuro nero ci attende,le nuove generazioni pensano prima al divertimento e mai come guadagnarselo!

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  23. MI RICORDO AD UNA SUA LEZIONE DI MARKETING,CHE LEI FACEVA IL PARAGONE DI EBOLI,E DI COME SI VOLESSERO ADOTTARE PARAMETRI DI VITA DA BRIANZA O NORD-EST,MA CON GIOVANI E MENO,ABITUATI A DORMIRE SINO AL MEZZODI’ E SOSTARE DAVANTI A ESERCIZI RICREATIVI NOTTETEMPO,E CI E SI CHIEDEVA:
    “FINO A QUANDO”?
    ECCO FINO A QUANDO SARA’ POSSIBILE UN TALE “modus vivendi”?
    I GENITORI E I NONNI NON CAMPANO IN ETERNO,SIAMO AL DECADENTISMO MADE IN ITALY,MA QUELLO ECONOMICO,NON DELLE LETTERE!
    La felicità, come la ricchezza, ha i suoi parassiti.

    Rémy de Gourmont,

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  24. come sono iperattivi questi giovani,pronti a fare levatacce per mare e scampagnate,le ore piccole tra party e feste,ma mai vedo la fila al centro dell’ impiego al molinello,ma si—–

    CAMPA CAVALLO
    warning
    la festa finira’ a breve e questi andranno di matto con le loro abitudini spenderecce,saranno tutti potenziali clienti di psicoterapeuti,ma con il gap di non poco conto,impossibilitati a potesserlo permettere!
    auguri scansafatiche,ne avrete a breve bisongo,visto l’andazzo generale.

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  25. discutere nel merito di cosa si deve cambiare e di cosa va migliorato è un conto,scrivere un articolo offensivo e denigratorio per rappresentare il pensiero di una cerchia di persone è un altro…..e vorrei dire a mediatore civile che l’articolo viene criticato non perchè ha colpito un punto nevralgico ma perchè ha il solo fine di offendere entrando nel merito della qualità delle serate e quant’altro,cosa che credo non spetti giudicare ai residenti,ma a chi a quelle serate prende parte….chi sta a casa perche il giorno dopo deve lavorare deve preoccuparsi del rispetto delle regole,non del se vale la pena fare la serata…questo lasciatelo dire a chi a quelle serate prende parte….

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  26. Fermo restando che l’articolo è scritto con i piedi, il problema c’è. Ma non è la qualità degli eventi musicali il problema, piuttosto è il non rispetto delle regole. Se i vigili facessero il loro mestiere staremmo bene tutti quanti.

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    • VITTORIO LEGGO E TRASECOLO NEL EVIDENZIARE UN GRANDE ASSENTE,IL RISPETTO DEGLI ALTRI:
      DI COLORO CHE NON VOGLIONO PARTECIPARE AGLI “HAPPENING”E NE POSSONO ESSERNE TRASCINATI A FORZA!
      IL MERITO DELLE SERATE,CARO SCRIVENTE, ENTRA NEL MERITO DELLE VITE(serali del weekend) DEI RESIDENTI.
      CONTINUANDO,LA QUALITÀ’ DEGLI EVENTI NON VA COMMISURATA AI DECIBEL CHE CI DOBBIAMO SCIROPPARE.
      LA LIBERTA’ MIA FINISCE DOVE INIZIA LA SFERA DELL'”ALTRO” neminem laedere.

    • a forestiero=
      tu forse sei forestiero o alieno,scegli un po, anche alle minimali regole del vivere civile.

      a) i primi VIGILI DOBBIAMO ESSERE NOI,in una società civica,I CITTADINI DEBBONO FARSI PARTE ATTIVA NELL’OTTEMPERANZA DEL VIVERE QUOTIDIANO,NON DELEGHIAMO COME FACILE LAVABO DI COSCIENZA SEMPRE GLI ALTRI,

      b)di contro,una presenza PIU’ ATTIVA DEI VV.UU NON FAREBBE ALTRO CHE PIACERE,QUESTO SI.

    • @indigeno Falso. L’attività di controllo del rispetto della legge è compito esclusivo delle forze dell’ordine.
      Al più uno può fare delle segnalazioni, ma non di più.
      Non si può pretendere dal singolo cittadino di fare lo sceriffo….c’è gente pagata per fare questo …lo facesse.

    • caro forestiero,come sempre o non comprendi o fai finta di farlo,oltre un obbligo di civiltà di scolastica rimembranza,educazione civica,l’art 388 cpp,Facoltà di arresto da parte dei privati, o in casi gravi ‘obbligo di denuncia vige anche nei confronti del cittadino in tre ipotesi:

      ai sensi dell’art. 364 del codice penale “il cittadino che avendo avuto notizia di un delitto contro la personalità dello Stato, per il quale la legge stabilisce l’ergastolo, non ne fa immediatamente denuncia all’Autorità indicata nell’art. 361 ”
      chi venga a conoscenza di fatti e circostanze riguardanti il sequestro di persona a scopo di estorsione, anche solo tentato, ai sensi dell’art 630 del Codice Penale e dell’art. 3 del decreto-legge n. 8 del 15 gennaio 1991
      chi detenga, oppure venga a conoscenza, di detenzione di armi o di esplosivi da parte di persone che non possiedono l’autorizzazione della questura del luogo in cui le armi sono tenute, tranne che per le armi di cui al decreto del Ministero dell’interno n. 362 del 9 agosto 2001.
      certo sono casi che vanno oltre schiamazzi e musica alta,oltre la normale tollerabilità,L’art 844 del codice civile,Cassazione civile , sez. II, sentenza 17.01.2011 n° 939
      In materia di immissioni, mentre è senz’altro illecito il superamento dei limiti di accettabilità stabiliti dalla leggi e dai regolamenti che, disciplinando le attività produttive, fissano nell’interesse della collettività le modalità di rilevamento dei rumori e i limiti massimi di tollerabilità, l’eventuale rispetto degli stessi non può far considerare senz’altro lecite le immissioni, dovendo il giudizio sulla loro tollerabilità formularsi a stregua dei principi di cui all’art. 844 c.c.,ad un esempio: se il criterio della normale tollerabilità così come definito e consolidato nella giurisprudenza italiana (quindi il limite dei 3 decibel) troverà di norma piena applicazione nel caso del rumore che il proprietario di un immobile per civile abitazione situato in un centro abitato subisce ad opera dell’incauto proprietario di un locale limitrofo o attiguo, costituiscono inoltre una seria e pericolosa minaccia al prioritario bene della salute costituzionalmente rilevante e tutelato dall’art. 32 della costituzione potendo comportare danni sia di natura fisica che psichica.
      come vedi, il CITTADINO DEVE O PUO’ RENDERSI PARTE ATTIVA IN TALUNE IPOTESI!

    • tenerezza o meno,questo è lo stato dell’arte dal punto di vista delle norme,che poi quando si applicano son poco tenere:
      si spaccia per musica ed arte qualsiasi roboante cacofonia,basta che condita di fumo ed alcol sia!
      poi tutti a razzolare per le vie del centro,tirando e calciando bottiglie,con discorsi rumorosi da vero beone,tanto “che me frega”, domani si dorme tutto il giorno,e affanculo chi di contro, lavora o deve sostenere un esame,chi è anziano e malato,chi solo vuol dormire,ne ha diritto alle 2-4 di notte,mi pare che il tramonto serva a questo nei bioritmi umani! n.b. bulli permettendo ed ad autorità piacendo!

  27. Non mi pace l’articolo di Faenza, né il suo tono né la sua deriva quasi razzista, ma ha il merito di aprire un dibattito su un problema grossissimo per la gran parte dei cittadini ebolitani.
    Anche se un miliardo di anni fa, sono stata giovane anch’io, amo la musica di ogni genere, e sono sempre stata non solo tollerante, ma addirittura una entusiasta dei momenti di aggregazione e organizzazione spontanea di attività giovanili. Ma qui si parla d’altro. Dalle istituzioni, anche da giovane, mi aspettavo che mi offrissero opportunità di lavoro non che mi organizzassero il divertimento: io e quelli della mia generazione siamo sempre stati in grado di organizzarcelo da soli e nel più totale rispetto degli altri. quando un paese si preoccupa più di come i giovani debbano sbronzarsi e stordirsi con pessima musica sguaiata (perché il karaoke non è musica), spendendo soldi che non guadagnano e che vengono forniti loro dai quei poveracci che devono alzarsi, dopo una notte insonne, per andare a lavorare, credo che siamo ormai alla frutta. Non c’è nulla, in tutto lo scempio cui assistiamo ogni sera, che sia pensato a favore dei giovani, anzi si promuove il loro delirio, il sonno della loro ragione, del loro senso critico e soprattutto della loro cultura musicale. Abbiamo avuto anche noi il nostro karaoke fatto di chitarre suonate intorno al fuoco senza casse-fracassa-timpani e zebedei, abbiamo ballato sui lidi d’estate, alle feste fatte in casa, ai concerti fuori e dentro le città, soprattutto non abbiamo mai permesso a politici e commercianti di speculare e guadagnare sulla nostra pelle e sulla nostra sana gioia di vivere e di divertirci.
    Pe quanto ne so, bere e mangiare a crepapelle non è mai stata una attività da giovani ( per queste attività ci vogliono soldi che per definizione i giovani non hanno o non dovrebbero avere visto che in un paese civile i giovani dovrebbero studiare) ma da adulti piuttosto disperati e avanti negli anni a cui non resta altro che il mangiare e il bere compulsivo.

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    • anche io sono il là con gli anni,e condivido il divertimento sano,ma qui si esagera..
      UN RIMPIANTO,QUELLO DELLA LEVA OBBLIGATORIA,RENDEVA UOMINI TANTI LAVATIVI.

  28. Ma è mai possibile che in questo paese, in un modo o in un altro, occorre sempre esagerare?
    Francesco Faenza, rimanendo fedele alla sua velenosa ironia, cerca di dare colore ai suoi articoli, e con questo credo abbia voluto solo puntare il dito contro un malcostume tipicamente italiano quello cioè di pensare che fregarsene bellamente delle regole e del rispetto altrui sia segno di libertà.
    Però vi prego, basta giustificare tutto con l’economia che langue e che può ripigliarsi solo se si lascia libero campo al delirio collettivo.
    Credo che possano convivere tranquillamente la tranquillità del quartiere da una certa ora ed il divertimento: immaginate quanto sia carino da una certa ora in poi mandare nelle casse tanta bella musica soft (anche classica, perché no) che favorisca il “dopo serata”?
    Sarebbe anche piacevole, per gli abitanti della zona, ascoltarla.
    Non vi pare?
    Ma è proprio così bello urlare sconnessamente parole di una canzone che spesso se ne disconosce anche il significato?

    Eboli, solo chi la ama la rispetta!!!

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  29. Residenti «in rivolta» per il disturbo (Movida rumorosa in Centro,MUSICA E VOCIARE) della quiete pubblica?
    sarebbe opportuno contemperare le esigenze ludiche e commerciali,con il diritto alla quiete dei residenti,una apposita ordinanza ad hoc,non guasterebbe!
    Non si vieta nulla si chiede di divertirsi rispettando gli altri. Si inizia prima per finire prima. I residenti non ne possono più di schiamazzi, rumore, alcol.
    Vogliono più Polizia, regole più severe per la vendita di alcol e un controllo dei decibel emessi.
    un monitoraggio costante sarebbe un segno di civiltà,a tutela di tutti,anche di chi si diverte,nel suo pieno diritto,da chi vuol far solo chiasso!

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  30. Salve a tutti, mi chiamo Francesco Faenza, sono giornalista, lavoro in questo settore da 18 anni e ho letto molte delle vostre biliose mail. Mi complimento sorridente con gli improvvisati professori di giornalismo e con i maestri di mandolino.
    Partiamo da una regola prioritaria. Nel giornalismo si mette la faccia, si mette la firma. Qui vi nascondete quasi tutti. Dove sono le vostre firme, dove sono le vostre facce?
    E’ facile ingiuriare una persona dietro la maschera molto coniglia dell’anonimato. Ma erano cose che si facevano alle scuole medie. Crescendo, non solo all’anagrafe, qualcuno vi avrà spiegato che i propri pensieri vanno accompagnati con una firma, con un pò di coraggio.
    Il gioco a chi la spara più grossa, tanto siamo anonimi, è nevropatico.
    Pensavo di vivere in una repubblica democratica, a leggere i vostri commenti mi trascinate nella medievale Corea del Nord.
    In attesa che qualcuno metta il nome, volevo solo precisare che il mio articolo era ironico.
    Credo l’abbia capito anche un quindicenne semiscolarizzato, leggendo le prime righe dell’articolo. Dai vostri commenti anonimi noto che molti di voi avranno solo guardato le foto o letto un rigo e saltato i dieci successivi.
    Il mio era un articolo sarcastico su una vicenda accaduta venerdì scorso (11 luglio), quando in diversi quartieri del centro di Eboli si è scatenata la voglia selvaggia di karaoke urlato. Un esperimento cavernicolo, il karaoke senza limiti di tempo (fino alle due di notte) e senza limiti di decibel. Non vi parlo di codice penale, quello tocca ai carabinieri farlo rispettare. Scrivevo di convivenza civile.
    Quel venerdì sera, credo, anche in Corea siano sbiancati per le urla ciclopiche partite da Eboli, per le strazianti repliche di canzoni stuprate da ugole adatte ad altro.
    Nel mio articolo ci sono molte battute sarcastiche sui politici. Sugli amministratori di maggioranza e di opposizione che hanno promosso questo progetto chiamato Eboli-città della musica.
    Controllo dei decibel, legalità e rispetto delle regole, orario inflessibile, sono parole usate dai politici in conferenza stampa. Perchè vi siete offesi voi, non l’ho mica capito.
    Scettico, annoto, il vostro viscerale amore per il karaoke urlato. Ma siete fuori strada.
    Qualcuno anche fuori legge. Ma non mi riferisco a voi. State sereni.
    Ironizzando sul progetto dei politici, infatti, ho notato che i baristi si sono innervositi. Parlando con i vigili urbani, in questi giorni, ho scoperto il motivo. Il giornalista oltre a metterci la faccia, a metterci il nome, deve scavare, incuriorsi e indagare.
    Scavando scavando…è venuta fuori una situazione penalmente rilevante.
    Molti profeti della movida ebolitana, dell’urlo musicale fino all’alba e senza limiti di decibil, paucis verbis, molti baristi non hanno mai pagato le tasse comunali. Occupano il suolo pubblico ma non pagano le tasse.
    Anche un quindicenne semianalfabeta, juventino di nascita e berlusconiano d’adozione avrà capito che qualcosa non quadra.
    Que viva la movida, me le tasse chi le paga? E le regole chi le rispetta? Mi rispondete voi, senza conigliesco anonimato?
    Io ho girato le domande al giovane Cardiello, al meno giovane La Manna, al più scafato Lavorgna. In tono ironico, ovviamente. Ma le regole di convivenza civile chi le rispetta?
    Vi aspetto alla prossima conferenza stampa sulla movida ebolitana. Portate le vostre facce e i vostri nomi, però.
    Poi magari parleremo anche di giornalismo. Non di fumetti e ingiurie infantili, di narrativa adolescenziale condita di frustrazioni esistenziali.
    Vi invito, nelle more, a dare una scorsa ai siti web su quello che sta accadendo da Londra a Roma, da Cava de’ Tirreni ad Angri, a proposito del rispetto delle regole di convivenza civile.
    Su Google trovate tutto. Niente paura, non vi chiederanno nome e cognome. Informarsi è gratuito, polemizzare è democratico. Metterci la faccia, è una questione di stile e di cultura. Con un pizzico di coraggio, ce la farete.
    Ad maiora.

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    • Nonostante lei faccia il giornalista da 18 anni non sa come funziona un blog? E’ la prima volta che entra in contatto con uno strumento del genere? Se va a dare un occhiata alle grandi testate giornalistiche sul web (repubblica.it, corriere.it, tutti insomma) vedrà come autorevoli suoi colleghi pubblicano il loro articoli e si espongono ai commenti di centinaia se non migliaia di lettori anonimi che applaudono quando l’articolo merita, spernacchiano altrimenti. Nessuno di questi suoi colleghi si sogna di andare a piagnucolare per i commenti anonimi, spesso feroci, ricevuti. Hanno l’intelligenza di capire quanto questi commenti possano spingere a migliorarsi e quanto aiutino a capire il sentimento comune nella nostra società. E’ il web bellezza, siamo nel 2014, si aggiorni.

  31. Ho letto articolo e commenti,il primo sardonico ed intelligente,votato con la provocazione sarcastica ad una denunzia di costume,i secondi in troppi,troppi casi livorosi e al limite del buon gusto.
    Ad onor del vero,molti critici non si son firmati,come pure tanti che plaudevano direttamente o meno all’articolo,solo pochi “ci hanno messo la faccia” e va dato loro merito.
    “Siamo giornalisti, non postini”: fu questa la formidabile risposta che Enzo Biagi fornì, da direttore del telegiornale, a una precisa richiesta dell’allora presidente del Consiglio, Amintore Fanfani
    Fare il giornalista non è assolutamente una cosa semplice: bisogna usare un linguaggio corretto, essere obiettivi e saper raccontare qualcosa di interesse pubblico nel modo migliore.
    Questo non basta quando si affrontano argomenti molto delicati e al contempo importanti.
    Persino essere obiettivi ed imparziali dando lo stesso spazio alle due controparti può suscitare delle reazioni poco piacevoli da parte dei fanatici.
    Oggi il lettore ha acquisito un potere maggiore rispetto al passato, è un lettore attivo, alcuni lettori attivi sono attivisti è per questo che, per il giornalista, fare il proprio mestiere può significare muoversi in un campo minato.
    Le norme che regolano il comportamento del giornalista sono in gran parte contenute nel D.Lgs. n. 196/2003 (Codice della Privacy)nel codice di deontologia dei giornalisti del 1998 e, con riferimento alla cronaca su minori, nella Carta di Treviso,e poi il lavoro dei giornalisti nell’età delle reti” ovvero come sta cambiando il ruolo e il compito del giornalista nell’era dei media civici?
    Tutti questi limiti possono indurre il giornalista ad auto censurarsi per timore di insinuare, di diffamare e quindi essere querelato, di essere diffamato e di essere minacciato,la vicenda di Michele Albanese,il giornalista degli “inchini” alla n’drangheta,ne è un contemporaneo,triste, esempio.
    I SOCIAL MEDIA SONO UN BEL GIOCATTOLO,NOI COMMENTATORI CERCHIAMO DI NON ROMPERLO CON ATTEGGIAMENTI INURBANI,SAREMMO UN PO PIÙ POVERI TUTTI.
    Sereno Weekend

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  32. scusami ma io,come gli altri che commentano, non sono un giornalista,sono un lettore,ma penso che questo non mi vieti,una volta letto un articolo a mio avviso penoso(si era capito che era sarcastico,ma è penoso comunque),di esprimere la mia opinione su un lavoro che secondo me viene svolto male;diversa è la posizione,a mio avviso,di chi scrive un articolo e espone giudizi offensivi su chi frequenta la “movida ebolitana”(non parlo del karaoke ma di come sono stati definiti i ragazzi di questo paese);e poi non capisco cosa c’entra l’anonimato;io,come tutti quelli che commentano,esprimiamo la nostra opinione su un articolo,e sulla professionalità di chi lo scrive,che io mi chiami giovanni,pasquale o nicola cambia poco,quello che ti dovrebbe interessare è il contenuto dei commenti(a meno che non offendano in maniera personale,sia chiaro),a meno che tu non abbia intenzione di rispondere alle critiche sul tuo lavoro con attacchi personali,come nella migliore tradizione berlusconiana,cmq io il mio nome te lo dico:Vittorio Cioffoletti;ma credo che ti servirà a poco perchè dico solo quello che penso e a differenza di tanti altri parlo solo per me stesso…..

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    • Per Vittorio,
      ho sempre difeso l’anonimato e continuerò a farlo, tralascio i motivi per non ripetermi, tuttavia rispetto ai giudizi espressi su questo articolo mi piace notare che si è andato ben oltre, e molti post non hanno espresso valutazioni rispetto ai contenuti contrapponendo altre valutazioni, e altri se lo hanno fatto, si sono lasciati andare e hanno espresso invece giudizi così detti “professionali”, sbagliando.
      “Così detti” professionali perché non ritengo che quella del giornalista sia una professione, sebbene oggi si è dato anche corpo ad una valutazione professionale istituendo corsi di studi universitari e percorsi che portano poi alla iscrizione all’Albo professionale dei giornalisti, che successivamente darebbero titolo e origine ad una “così detta” professione di giornalista, salvo poi a sfruttare la grande massa di chi segue queste strade e consegue quel “titolo” di giornalista che l’Ordine professionale” impone, pogandoli nella maggior parte dei casi con pochi euro.
      Ma il mio è un giudizio personale, tanto personale da essere contrario all’Ordine dei Giornalisti, ritenendo che il giornalista non può essere vincolato da un “ordine” e ritenendo che per svolgere quella che viene definita una professione non è necessario avere una “Laurea in Giornalismo” o peggio ancora essere iscritti all’Ordine dei giornalisti, e magari non poter aprire un Giornale se non si è iscritti a quell’Ordine.
      E come dire ad un poeta o a un pittore o ad un qualunquissimo artista: non puoi scrivere poesie, dipingere quadri e così via, perché non sei iscritto all’albo dei poeti o dei pittori e magari perché non hai frequentato l’Università o un corso di poesia o di pittura ecc., conseguito una laurea o una delle tante scuole di giornalismo pagate fior di quattrini, sarebbe la fine di quella spontaneità e di quella libertà a cui un artista deve necessariamente rispondere, ma anche la fine di quella spinta espressiva che caratterizza l’individuo creativo libero, al punto tale da essere punto di riferimento per i lavori artistici e per quello che singolarmente esprimono attraverso le loro produzioni.
      Detto ciò, un giornalista come un poeta o un pittore ecc. deve rispondere alla sua morale e deve raccontare ed esprimersi seguendo quelle caratteristiche che lo devono rendere libero e incodizionabile nei giudizi e nelle produzioni, del che un poeta non deve necessariamente seguire la rima scolasticamente parlando, un pittore non deve seguire la forma e le tecniche “scolastiche” e magari rappresentare un volto in maniera diversa da quella che una persona qualsiasi riesce a vedere e così via, del che, tornando al giornalista e alla sua libertà, indipendentemente poi se incontra il favore o la contrarietà di chi lo legge, racconta ed esprime fatti, commenti, opinioni, in base a quello che egli riesce a vedere e guai se al contrario per rincorrere il consenso scrive quello che tutti vorrebbero leggere.
      A prescindere che sarebbe impossibile, ma sarebbe una noia e andremmo verso quel pensiero unico che sarebbe la morte dell’individuo e delle sue diversità, che al contrario dovrenmmo coltivare, alimentare e difendere.
      C’é da dire anche che non bisogna abusare, ma chi di noi si può permeettere di dire nel momento in cui asserisce che si deve perseguire la libertà di espressione e poi magari operare una determinata selezione fino a scartare, escludere o segnalare che quella libertà non si è esercitata e quindi è una pseudo libertà?
      Credo nessuno.
      C’é da dire ancora, nella genericità, proprio perché si è voluto dare un approccio professionale e “scolastico” alla figura del giornalista, che questa figura non è poi tanto libera e non può esserlo inquanto più che rispondere alla propria morale, deve rispondere alla linea editoriale del giornale, oltre che ai vincoli capestro perché egli possa esercitare quella “così detta” professione di giornalista, e poiché in Italia i giornali fingono di essere liberi ma non lo sono, essendo come e forse più che nel resto del mondo in mano a pochi gruppi economici, che per controllare e veicolare informazione sono diventati anche gruppi editoriali, non praticano quella che al contrario avviene altrove con la dichiarazione di “appartenenza” politica o economica o finanziaria che sia (endorsement), e i giornalisti, tranne che non siano penne nazionali di primissimo piano, non praticano questa volontà finendo per adeguarsi al “coro” mortificando quella loro vena di libertà e fornendo un servizio che non risponde a quella morale ma ad un tecnicismo “guidato” da quella linea editoriale pseudolibera nella quale si confinano i giornali facemndo finta di essere superpartes.
      Il risultato è disastroso, e prima o poi saremo costretti ad adeguarci al resto d’Europa, e così veramente non ci sarà più bisogno di passare per le forche gaudine dell’Ordine dei giornalisti e scriverà veramente chi è più bravo, più sagace e più libero, e finirà anche lo sfruttamento di tanti giovani corrispondenti che vengono mortificati con il compenso di 3/5 euro per ogni pezzo e senza superare un determinato lnumero di articoli per evitare si possa configurare un rapporto diverso da quello saltuario e di casualità.
      Per la verità molti, e non per colpa loro, non avendo nessuna “scuola” non intesa come scuola tradizionale ma come “maestro” o maestria, non imparano ne a cogliere e ne a rappresentare quella realtà che si presenta e non fanno un buon servizio all’informazione, molti altri invece valgono e come e sono sfruttati.
      Purtroppo per quei giornali, questo loro comportamento, che si richiama a quello che ha postato Marco Naponiello, sempre attento, equilibrato ed interessante nei suoi interventi, citando Enzo Biagi con la risposta che diede all’allora Presidente del Consiglio Amintore Fanfani, entrambi giganti del giornalismo e della politica: “Siamo giornalisti non postini”; fa si che proliferano quei siti come POLITICAdeMENTE, proprio perché segue con il cuore quel mondo che lo circonda e si esprime secondo quei canoni di libertà assoluta, ma seguendo quel codice non scritto ma impresso come il dna della morale.
      Per questo scrive e ospita persone libere e libere di poter dire quello che vogliono seguendo la propria morale e raccontando quello che i loro occhi, le loro orecchie vedono e sentono, e Francesco Faenza è uno di quelli che non deve necessariamente piacere e magari talvolta potrebbe sembrare addirittura antipatico e/o cattivo proprio perché interpetra bene quel ruolo facendo emergere una questione che al contrario viene trattata con superficialità non rendendo giustizia alla portata sociale del racconto, ripeto sarcastico e pungente ma anche pieno di riferimenti che al contrario bisognerebbe approfondire più che condannare, aprendo ad una discussione che non deve asolutamente scalfire quella “così” detta professione di giornalista, ma deve fiancheggiarla e stimolarla a fare di più perchè quelle sommersioni che affliggono il nostro vivere quotidiano emergano.
      Non a caso POLITICAdeMENTE, mi piace ricordarlo e ne sono orgoglioso, sta ricevendo un successo per nulla cercato o sperato essendo tra i più visitati in campania e nel mezzogiorno trattando solo politica e cronaca politica, perché apre una nuova finestra sull’informazione che si può definire come un “dietro le quinte”, facendo veicolare notizie, raccontando, commentando, esprimendo opinioni e facendo emergere quelle che spesso sono verità, o magari solo nostre verità ma offerte al dibattito attraverso l’interattività del socialnetwork.
      Quindi tralasciando giudizi professionali che nessuno è ingrado di esprimere, Francesco Faenza ha scoperchiato una pentola che stava facendo bollire banalità e il numero delle visite, come la maggior parte degli articoli similari che appaiono su POLITICAdeMENTE, confermano di aver colto nel segno: al momento a 54 ore dalla pubblicazione le visite dell’articolo “La movida ebolitana ….al peggio non c’è mai fine” sono di 5552, come ha verificato con piena soddisfazione anche lo stesso Faenza, dando per numero e per risonanza ad una vicenda un respiro di tipo nazionale.
      In ogni caso per Vittorio e chiunque altro, è giusto criticare e guai a non farlo, ma cerchiamo di cogliere lo spirito giusto che viene veicolato e cerchiamo di trarne le giuste conseguenze, solo in questo modo avremmo dato un contributo valido e utile al nostro impegno di cittadini onesti, laboriosi e liberi innanzitutto.
      Grazie per i tuoi interventi.
      Massimo Del Mese

  33. tante parole per niente, imparate dai campagnesi che in estate accolgono tutti in tutti i modi oppure andate a vivere in campagna

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  34. Fresola sei fuori luogo. Vedo che non hai colto il senso “alto” delle parole di Massimo Del Mese. Se, come dici, Campagna offre qualcosa di meglio del paese dove vivi, ti invito calorosamente a cambiare residenza.
    A te Massimo esprimo pubblicamente, come ho fatto privatamente, i miei più affettuosi auguri ringraziandoti per lo spazio che hai saputo creare dove finalmente, in maniera anonima o meno, hai permesso a molti di continuare a ragionare – nel bene e nel male – ma finalmente a farlo.
    In un periodo di politica locale dove c’è chi cerca di ghettizzare chi la pensa diversamente, dove si ha paura di girare per gli uffici con in mano un giornale “non allineato”, chi viene messo alla gogna solo per aver criticato il feudatario del momento, estremamente mortificante per un paese che nella sua storia ha espresso sempre menti di grande valore, è una fortuno che questo blog esista.
    Signori “contro”, se avete l’opportunità di manifestare il vostro dissenso lo dovete anche a gente come Massimo del Mese e a questo blog.
    Cordialmente

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  35. Quello che volevo sottolineare è che l’unica cosa trash a me sembra questo articolo;esprimersi come giornalista in maniera libera non vuol dire scrivere “Da una cafonata notturna così anche Tony Tammaro ha preso le distanze”,”Siamo al trionfo del trash più terrone, condividiamo il pensiero di Bossi. Marocchini e algerini sono rimpatriati a nuoto, dopo le ultime notti ebolitane”,” Canzoni fino all’una di notte. Come i giapponesi che squartano le balene, così gli ebolitani affrontano il karaoke. Microfono strozzato, birretta per darsi un tono, pancia grassa e urla ciclopiche.Gruppi emergenti sui marciapiedi. Karaoke libero, con urla da spaventare le belve di Satana”.”Il progetto Eboli-città della musica è diventato il trionfo del karoke obeso.Birre in pugno ai tavolini, pance gonfie nelle maglie, ugole strazianti sui marciapiedi. Fino all’una di notte”,e per finire,”ma al karaoke no, non togliete il karaoke agli ebolitani “perchè siamo in un paese già morto” scrivono i soliti 20 ragazzini che parlano di gruppi musicali emergenti (da 20 anni) che scimmiottano i Modà e i Negramaro in una guerra di decibel e di canne (droghe leggere) che metterebbe a dura prova anche Lapo Elkann…..dico solo che lo spirito che viene veicolato,che lei mi esorta a cogliere,e che io colgo,è solo quello di una contrapposizione generazionale,la rappresentazione di un’idea bigotta farcita di luoghi comuni e stereotipi culturali,…se il sig.Faenza ha un merito non è certo quello della sensibilizzazione verso l’argomento,almeno nel suo comune,il suo merito è solo quello di aver aizzato gli animi,perchè in tutta onesta non vedo possibilità di confronto in merito alle frasi sopra citate,e non credo che l’unico modo per aprire un dibattito sia l’offesa o la generalizzazione….io non dico che questo non è giornalismo o questo tipo di giornalismo non deve esistere,anche in merito alle ragioni che lei ha citato,o che l’argomento non abbia riscontro anche in tante altre realtà,dico solo che e un modo di fare giornalismo e di rappresentare le cose che io trovo fra i più bassi,la vedo come un “và bene tutto purchè se ne parli”,un pò alla Sgarbi,per intenderci; come ha scritto Aino Laine nel suo commento “la generalizzazione non ha mai fatto informazione”,e io sono completamente d’accordo.

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  36. Ca…o, Massimo, sono orgoglioso di essere un tuo amico.
    Quella che hai fatto a tutti noi è una lezione magistrale, e solo chi ti conosce sa come veramente ci credi in quello che hai scritto.
    Non sei mai banale e non sei mai volgare, e naturalmente , gli spaccati che ci offri sono pieni di riferimenti politici, sociali, culturali che non possono che arricchirci, e se per noi sono un arricchimento per quelli che tu non condividi, e mi riferisco ai giornalisti professionisti e all’albo dei giornalisti, sono solo una lezione che li fa arrossire.
    Sei veramente libero.
    Quello che non capisco, perché non vuoi pensare a candidarti come Sindaco.
    Credo che noi abbiamo proprio bisogno di un sindaco onesto, capace e soprattutto libero.
    Pensaci.

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  37. Professore, sei sempre elegante nelle tue dissertazioni. Ti ho sempre ammirato per la tua stravaganza e per i tuoi incoraggiamenti. Oggi sono mamma e ricordo i tuoi amorevoli consigli e le tue lezioni improvvisate senza seguire il libro ma interessandoci.
    All’inizio, la libertà che ci concedevi noi la interpretammo come un poter fare quello che volevamo, poi capimmo e veramente uscivamo solo per andare al bagno o per distrarci.
    Lo apprezzammo in seguito così come apprezzammo il tuo modo di farci lavorare in classe realizzando i gruppi elettivi e facendoci poi scambiare per evitare di stringere relazioni e lasciare indietro i meno bravi e quelli più timidi.
    E la valutazione che ci facevi utilizzando il giudizio singolo e quello di gruppo faceva giustizia dei nostri impegni.
    I compagni delle altre sezioni ci invidiavano, i loro professori li parcheggiavano a disegnare e loro si annoiavano, e i progetti chefacevamo e che poi ognuno di noi portava a casa. Ricordo che le prime volte mio padre disse “Chist è natu strunz ca ce fa spenne i sold pe strunzate” quando poi portai a casa il leggio, che prima progettammo e poi realizzammo e tutti gli altri lavori, come quella bellissima madonna che sembrava una vera icona con la vernice dorata e il velluto rosso, mio padre era così orgoglioso di me e quando venivano a trovarci esibiva quei lavori come trofei.
    E quando ti presentasti con il fornellino elettrico le buste di latte e il caffè con i cornetti con le fette di pane e la marmellata che avevamo precedentemente comprato e ci facesti fare la prima colazione in classe e poi ci spiegasti il contributo calorico dei singoli elementi e ci facesti la lezione di alimentazione? Gli altri ragazzi degli altri corsi erano invidiosi, e poi come ci difendevi.
    Stai difendendo questo Faenza, che io non conosco perché non sono di Eboli, con la stessa poassione che mettevi quando difendevi noi, anche se oggettivamente non condivido il suo articolo.
    Professore, sei veramente bravo.
    Sei sempre lo stesso: generoso altruista e di sinistra.
    Ti ho apprezzato allora e ti apprezzo adesso e ti seguo sempre con piacere, cerco di imitarti come insegnante, e spero che prima o poi ci riesca sarebbe bellissimo.
    Bravo professore.
    Valentina C.

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  38. faccio mio con entusiasmo sincero l’endorsement di cui sopra,Cicirinella),sarebbe una cosa opportuna e giusta avere a guida della comunità,chi ha il polso della città stessa,sta a contatto con le persone,tutte,senza spocchia o superficialità preconcetta.
    Oggi a chi và ad amministrare il nostro comune viene richiesto di lavorare con alacrità, onestà, spirito di sacrificio , sottovoce e con umiltà creando le basi per rilanciare la società e l’economia, infondendo alla propria azione principi di rispetto, attenzione, equità. Senza lasciare nessuno indietro,ricucendo gli “strappi” aperti e avvicinando le posizioni anche socialmente più distanti.
    E poi,il tempo per avviare una campagna in tal senso c’è.è fattibile,anche se le forze che non saranno della medesima opinione daranno battaglia,ma le battaglie son fatte per essere combattute e vinte.

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  39. Bravo Massimino. Non saresti un cattivo Sindaco, anche per come ti stai esponendo a difesa dell’Ospedale e della sanità. E’ più efficace la tua azione che tutte le altre stronzate.
    Io non condivido per niente quello che ha scritto Faenza ma lo rispetto.
    La questione dei giovani e della movida deve essere regolamentata come pare sia stato fatto ora indipendentemente dal valore dei gruppi o dei singoli musicisti e magari anche di quelli più appezzottati poco importa, importa invece che rispettino anche gli altri e che si osservino le regole. E i vigili o chicchessia devono intervenire senza reprimere ma solo assicurarsi che le regole si rispettino. Poi per quanto riguardano i giovani, anche quì la questione è delicata ci sono di tutte lòe specie da quelli educati a quelli scosdtumati e qualche delinquente, ma da quì a criminalizzarli è troppo così come criminalizzare il contesto anche se utilizzndo il sarcasmo.

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  40. NON VOLEVO INTERVENIRE. NON SONO ESPERTO DI KARAOKE.
    Ma appena ho letto il godibilissimo articolo di Faenza mi son fatto un sacco di risate.
    Purtroppo non tutti sono in grado di comprendere il sarcasmo e l’ironia nonchè l’onesto sfottò che le libere penne giornalistiche, dotate di questo talento, offrono ai propri lettori.
    Ma mentre per la carta stampata ciascuno è libero di comprare il proprio giornale di riferimento, godendo della lettura di tali articoli, sul blog le cose si mettono diversamente
    Qua c’è gente anonima che, probabilmente, non ha letto mai un giornale e quindi non allenata o addirittura incapace di comprendere la vena ironica dell’ottimo Francesco Faenza che invano ha tentato di spiegare ai più ottusi il vero spirito del suo bellissimo articolo.
    Quindi penso sia inutile entrare nel merito della discussione perché so già che da questo momento anche su di me, che sto difendendo l’articolista, pioveranno improperi, offese, calunnie e chi più ne ha più ne metta!
    Una volta si diceva QUESTO E’ IL BELLO DELLA DIRETTA. Oggi invece, caro Massimo, dobbiamo dire
    QUESTO E’ IL BELLO DEL BLOG.
    Ovvero CHI VA PER QUESTI MARI, QUESTI PESCI PIGLIA.
    Purtroppo, debbo concludere amaramente, che la tua opera di informazione ma anche di educazione civile, sociale e politica non sempre sortisce gli effetti desiderati.
    Anzi, quasi sempre, i “cosiddetti anonimi”(tranne qualche rara eccezione) , da te tanto difesi, utilizzano questo grande strumento di democrazia popolare come sfogatoio personale e/o come gratuita MACCHINA DEL FANGO verso chi ha il coraggio di mettere la faccia alle proprie idee. Idee che possono apparire giuste o sbagliate a seconda dei rispettivi punti di vista ma che vanno sempre rispettate nel gioco della dialettica democratica.

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  41. Eboli è morta. L’unico elemento di vitalità è proprio quello della movida. meno male che ci sono tutti quei giovani. Naturalmente non lo so cosa farei se avessi l’abitazione vicino a uno di quei locali, dovrei augurarmi solo che osservino il silenzio ad una certa ora come credo sia giusto.
    Per i, resto Faenza è un bravo giovane e anche se è stato un po’ pesante nella sua ironia provocatoria ha detto la sua. non possiamo crocifiggerlo come se quello che dice fosse il vangelo. E’ solo un suo modo di non condividere le esagerazioni.
    Così come ho apprezzato l’intervento di Admin, come al solito sempre attento e sempre disponibile a ogni possibile confronto.
    Credo come qualcuno ha ipotizzato che Massimo Del Mese non sarebbe un cattivo Sindaco, ma immagino che solo a pensarlo già viene l’orticaia a tutti quei tromboni o trombette che si stanno preparando ad abbassare ancora di più il livello politico di questa città. Poi tutto è possibile, ma non si può fare nessun conto senza l’oste.

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  42. Anche se Massimo potrebbe certamente occupare un posto così prestigioso, ridandone dignità, avrei anche qualche altro nome: Erasmo Venosi. Mente alta, ma occorre coagulare intorno a lui persone di analogo spessore e capacità (Eboli ne è piena). Questo è l’una forma democratica per contrastare l’ignoranza e l’arroganza di certi pseudo amministratori che passano in consiglio le giornate come se stessero davanti ad un bar, si leggono le carte solo all’ultimo minuto o chiedono al vicino di cosa si sta discutendo. Signori, il destino di questo paese è nelle mani di questa gente. Ed io che avevo sperato che uno svecchiamento avrebbe portato buoni frutti. Mai pensiero peggiore ho fatto. Rispetto profondo per alcuni assessori dei quali rispetto la preparazione e la serietà (politiche sociale e turismo)

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  43. Ma è un articolo serio o finisce (per usare il metodo di scrittura che tanto piace a questo giornalista) con uno striscione “scherzi a parte” ??
    Tralasciando la noiosità di così tante e tanto inutili metafore con i personaggi famosi, reputo ASSAI discutibile proprio il contenuto. I problemi di Eboli sono ben altri, se hai problemi di sonno ti regaliamo un paio di cuffie per la notte.
    indignato

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  44. Il rispetto degli altri

    di MARCO LODOLI
    Non sono uno di quelli che la sera “sta tanto bene a casa sua”: esco, vado al cinema e ai concerti, nelle piazze e nei bar per un bicchiere di vino o per due chiacchiere con gli amici, e proprio per questo mi sembra che la nostra città non sappia più gestire le sue serate allegre, le ore di buio e di luce che corrono nella notte verso l’alba.

    Non si può vivere come se gli altri non esistessero, come se Roma fosse una sorta di parco divertimenti che ignora beatamente, barbaramente, le necessità di chi la mattina si alza alle sei per andare a lavorare, di chi è anziano e vuole riposarsi, di chi sta male in un letto di pena. La giovinezza ha la sua fisiologica tracotanza, ma dovrebbe avere anche una sua naturale sensibilità; dovrebbe esprimere tutta la sua voglia di vivere, di amare, di esagerare, ma insieme capire che il mondo è fatto anche di gente che si merita un po’ di pace. Invece purtroppo il nostro tempo dimentica le persone in difficoltà, o semplicemente le persone normali, quelle che ogni giorno tirano la carretta e alla notte chiedono riposo per ricaricarsi e ricominciare da capo la mattina dopo.

    Non si può essere indifferenti o peggio cinici, sparare la musica in faccia a chi spera nella quiete della notte, imporre la propria volontà di potenza ai più deboli. E non si può nemmeno offendere la bellezza della città, seminare lattine e bottiglie ovunque, pisciare e vomitare negli angoli, fare di una bella piazza un brutto porcile. A forza di negare ogni minima regola della civiltà, ogni ovvio rispetto, ogni decenza si finisce per esasperare gli animi e creare fastidio, ripulsa, intolleranza.

    Quando si ha vent’anni è giusto viaggiare dentro la notte alla ricerca di incontri e divertimenti, baci ed emozioni, ma non si deve calpestare malamente la pace e la bellezza: altrimenti prima arriva una secchiata d’acqua gelata e poi la polizia, ed è un finale triste per una serata d’estate che prometteva divertimento e sogni d’oro.

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