Carlo Calenda: No a un Governo Frankenstein

L’intervista a Calenda “Non si risorge con un governo Frankenstein” di Giovanna Casadia su La Repubblica.

L’ex Ministro Carlo Calenda Eurodeputato Dem: “Si possono fare esecutivi con chi ha idee diverse, non con chi ha valori diversi. Lo abbiamo sostenuto fino a 15 giorni fa“. E Matteo Salvini con la sua “Bestia” e i 49milioni di euro spariti governa le notizie, tra terrorismo mediatico e fake news. 

Carlo Calenda
Carlo Calenda

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

ROMA – Nel giorno del discorso di Giuseppe Conte al Senato e a poche ore dalle voci su di un possibile ingresso di Matteo Renzi e dell’ex ministra Maria Elena Boschi in un eventuale esecutivo M5s-Pd, che lo stesso Renzi ha smentito l’ipotesi immediatamente negata dai ministri “grullini” Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede che l’hanno definita una “bufala dell’estate”, pronti sempre a negare anche le evidenze più evidenti, l’ex premier precisa che non entrerà nell’auspicato esecutivo di un “governo istituzionale per evitare l’aumento dell’Iva“.

Insomma tutti quelli che si sono detti peste e corna: M5S, Lega, PD, FI e via di seguito continuano a farlo, e invece di passare la parola agli elettori, cercano di risuscitare il “Mostro”, quel Mostro a due teste “Di Maio-Salvini” che l’ex Ministro e ora Eurodeputato Dem Carlo Calenda ha chiamato “Frankenstein“, battezzato dall’oracolo Romano Prodi. Un “Mostro” che più che governare ha litigato, fatto danni e ora tutti insieme vorrebbero che gli altri riparassero quei danni irriparabili che hanno portato il Paese all’isolamento politico sia dall’Europa e sia dal Mondo.

Il Mostro “Frankenstein” che è stato prigioniero del pericoloso trasformista Salvini che con la sua “Bestia” costata agli italiani 49milioni di euro, spariti e mai chiarito che fine hanno fatto, ne ha condizionato le scelte, promuovendo la sua immagine di arrogante “difensore dell’italianita’, nascondendo la sua totale incapacità di Ministro sfaticato dell’interno, e sempre con la sua “Bestia” aggredendo i suoi nemici e diffondendo fake news.

Similis cum similibus” recita la locuzione latina che ci fa comprendere come Salvini sia così bene con quel  “Frankenstein” e quella “Bestia” con la quale stiamo combattendo ad armi impari (contro quei 49milioni di euro). Ed è proprio a quella “Bestia” – “Frankenstein” – “Salvini” che si incominciano a levare gli scudi anche contro i Renzi, i Prodi e tutti i PD come loro ormai presi dalla più sfacciata “Sindrome di Stoccolma” pronti ad andare con chi li ha fatti e li tiene prigionieri, giunge un forte no da Carlo Calenda che in una intervista alla Repubblica spiega le ragioni di un NO ad un inciucio con il M5S.

«Cosa mi attendo da Conte in Senato? Tutto o il contrario di tutto. È stato il presidente del Consiglio del peggior governo. Spero che il Pd non lo innalzi al ruolo di statista, sarebbe l’ultima beffa». Carlo Calenda, eurodeputato dem, è fermamente contrario a un’alleanza con i grillini.

Calenda, si è arreso all’idea di un governo con i 5Stelle?
«No. Continuo a pensare che rappresenterebbe la fine del Pd. Si possono fare governi con chi ha idee diverse, non con chi ha valori diversi. Ed è quello che abbiamo sostenuto fino a 15 giorni prima della più grande giravolta politica che le Cronache ricordino. Spero che Gentiloni e Zingaretti diano segnali di esistenza in vita. Altrimenti il Pd già oggi spaccato nella base, e pieno di rancori nei vertici, morirà».

Ma è responsabile pensare di andare alle elezioni subito?
«È indispensabile. I progressisti vengono sconfitti in tutto l’occidente perché negli ultimi 30 anni non hanno visto la frattura profonda tra progresso e società che si stava determinando. Non risorgeranno scappando dalle elezioni. I sovranisti si battono con idee nuove, coraggio e una classe dirigente all’altezza. Non con governi Frankenstein che hanno come unico obiettivo l’autopreservazione. Se la classe dirigente dell’opposizione non si sente in grado di affrontare le elezioni, si cambia la classe dirigente non ci si allea con gli avversari antidemocratici per evitarle».

I grillini negano di volersi allenare con Renzi e Boschi.
«Ma figuriamoci. Se c’è una cosa che questa crisi mostra con evidenza è il trasformismo e la spregiudicatezza di tutta la classe politica. Da Grillo a Renzi, da Salvini a Di Maio. È un discredito che amplierà il solco tra cittadini e politica, in un momento in cui dovremmo riportare le persone all’impegno».

Quanto peso ha l’opinione di Prodi che propone una coalizione Ursula?
«Molto. Prodi disegna un percorso lungo con ben due congressi per arrivare a una alleanza tra i partiti che in Ue hanno votato Ursula von der Leyen. Non condivido la sua posizione perché il voto dei 5Stelle era puramente tattico per differenziarsi da Salvini. Però almenola proposta di Prodi è seria nelmetodo. Prevede un percorso diconsapevolezza non una puraoperazione di potere come quellache si va profilando».

Non la spaventa la situazione disastrosa dei conti?
«Moltissimo. E ancora di più la crisiinternazionale che si prepara. E peraffrontarla occorre un governo politico coeso e coerente. E piantiamola sulla necessità di fare questo accrocchio per disinnescare le clausole Iva. Con elezioni ad ottobre ci sarebbe tutto il tempo per farlo. Aggiungo che tutti i partiti vogliono disinnescarle ma nessuno dice come».

Come, secondo lei?
«Bisognerebbe partire dalla cancellazione di quota 100 e dalla revisione del reddito di cittadinanza, cancellando le tante cose ridicole come i navigator. È plausibile che il governo con i 5S lo faccia?».

Hanno ragione i renziani a chiedere di essere difesi dal partito contro gli attacchi grilloleghisti?
«Renzi e i renziani hanno attaccato violentemente fino a due settimane fa i compagni di partito che proponevano anche solo di parlare con i grillini. Renzi ha detto a Franceschini che era un politico finito in cerca di una poltrona. Ora chiama disertore chi è rimasto coerente con le idee che aveva. Hanno portato in politica un fanatismo molto simile a quello dei 5Stelle».

Il suo ultimatum politico — se il Pd sta con i 5Stelle faccio un altro partito — resta?
«Nessun ultimatum. Sono coerente. Ho sempre creduto al rilancio del Pd da quando mi sono iscritto, il giorno dopo la peggiore sconfitta della storia del partito. Ho detto che non sarei rimasto in un partito che tradiva se stesso per andare con i 5Stelle. Non sono l’unico, anzi migliaia di militanti e dirigenti a partire da Renzi hanno scritto#senzadime sui loro social. Vorrei capire cosa intendevano con quell’hashtag che io non ho mai usato peraltro. Spero di restare nel Pd e lavorare alla costruzione di un ampio fronte repubblicano per sconfiggere Salvini, mettendo insieme popolari, liberali e socialdemocratici come vuole Prodi ma guadagnandoci sul campo la vittoria. Altrimenti Salvini, che io considero un bullo di cartapesta, potrà rigonfiarsi con le nostre contraddizioni, giravolte, mancanza di decoro. Non si battono i sovranisti con i governi degli sconfitti e dei timorosi».

Roma, 20 agosto 2019

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