Nuovo PSI: L’Ospedale non si tocca

Il responsabile della chiusura dell’Ospedale di Eboli è Cirielli e la Sig.ra Caropreso, per niente Manager è il suo braccio esecutivo.

Deputati e Senatori, Consiglieri Regionali e Provinciali, Sindaci e Consiglieri si dimettano rispetto alla loro inettitudine.

Ospedale di Eboli

EBOLI – Riceviamo e volentieri Pubblichiamo il seguente Comunicato Stampa del Consigliere Comunale del NUovo PSI Massimo Cariello, il quale interviene sulla vicenda che riguarderebbe la chiusura dell’Ospedale di Eboli, fornendo rassicurazioni dopo un incontro con la Manager Sara Caropreso.

Purtroppo per quello che valgono le rassicurazioni di una Sig.ra, che con il management non ha niente a che fare e che appartiene ad un gruppo che nulla ha a che vedere con il dialogo e con la democrazia, non lascia sperare proprio nulla. Tra l’altro il suggeritore della chiusura dell’Ospedale di Eboli l’On. Edmondo Cirielli, a cui la Sig.ra Caropresa deve la sua gratitudine per la sua nomina, è il vero responsabile di questa decisione e questa insieme ad altre decisioni forzate sono la causa delle dimissioni del Commissario Giuseppe Zuccatelli.

Purtroppo per il nuovo PSI, ci aspettiamo sempre cose peggiori da questi barbari arroganti, che vorrebbero far passare che gli sprechi e i tagli sono solo da fare nella Valle del Sele.

Che si dimettano tutti i rappresentanti istituzionali: Deputati, Senatori, Consiglieri e Assessori Provinciali, Sindaci, uomini inutili e per niente tutori delle loro genti.

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L’Ospedale di Eboli non si tocca

Ho ricevuto rassicurazioni e chiarimenti dal manager Sara Caropreso in merito a quanto apparso questa mattina sul quotidiano “il Mattino”.  Ebbene, la dottoressa mi ha assicurato di non aver paventato la dislocazione nell’area di Battipaglia dell’Ospedale Unico e che lo ribadirà domani in una conferenza stampa. Nell’occasione ribadisco la posizione mia e del Nuovo Psi in merito alla vicenda sanitaria salernitana.

Proponiamo con forza il mantenimento dello status quo strutturale, con la individuazione di una azienda sanitaria indipendente che comprenda gli ospedali di Battipaglia, Eboli, Oliveto Citra e Roccadaspide. Un’entità amministrativa che garantisca, comunque, il mantenimento di tutte e quattro le strutture. E’ la vera soluzione, l’unica auspicabile se si vuol mantenere intatto il livello qualitativo di tutti gli ospedali e, in modo particolare, il prestigio di quello ebolitano e dell’intero distretto sanitario.

Il rientro della crisi del comparto non deve significare l’annientamento del prestigio di un ospedale come quello di Eboli, l’abbattimento dei livelli di specificità ed eccellenza raggiunti dal suo personale che, di contro, va potenziato ed integrato. I tagli sulla spesa sanitaria vanno fatti lì dove si registrano le maggiori perdite, ossia nelle convenzioni, gli appalti esterni, i fornitori.

Noi del Nuovo Psi invitiamo la Regione a considerare l’ipotesi avanzata, chiarendo che difenderemo ad oltranza le eccellenze cittadine, i lavoratori, l’ospedale di Eboli, realtà come l’Hospice in località Acquarita e quelle virtuose strutture private che fanno del territorio ebolitano punto di riferimento della Sanità Campana.

Questo quanto ribadirò in un incontro, da tenersi la prossima settimana, a Salerno con la dottoressa Caropreso che cercheremo di replicare ad Eboli. La nostra resta una posizione netta e chiara: il nostro ospedale non si tocca.

Nuovo Psi Eboli
Massimo Cariello
Consigliere Provinciale

7 commenti su “Nuovo PSI: L’Ospedale non si tocca”

  1. X ADMIN,
    mi scusi la mia considerazione;
    ma le sue riflessioni mi sembrano alquanto inopportune:
    1)la dott.ssa Caropresa, le ricordo, è stata nominata project manager della costruenda Azienda Ospedaliera Autonoma della Piana del Sele, quindi, a pieno titolo può dare rassicurazioni sulle sorti della nostra struttura ospedalieria;
    2) è vero che la dott.ssa Caropresa (persona di grande esperienza) viene nominata in quanto vicina al presidente Cirielli, ma non vedo se non in peggio nessuna differenza di metodo e di merito rispetto alla politica ebolitana. Non ho visto e letto, da parte sua, critiche relativamente alle scorse nomine nel CdA della Multiservizi eppure non mi risulta che i sig. Caputo e Rimoli abbiamo CV che attestino loro studi o esperienze in tal senso; non mi dilungo in altri casi.
    Nel caso della manger Caropresa si è presa una persona di esperienza indubbiamente vicina al pres. Cirielli, nel caso di Caputo e Rimoli faccia lei…..

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    • Per Matteo –
      Le mie considerazioni puoi non condividerle, ma no sono inopportune.
      Stiamo parlando di due cose diverse.
      Per quanto attiene la Sig.ra Caropreso, la quale sarà una ottima Nefrologa, ma non è affatto una Manager. Non ha nessuna esperienza di Manager e il suo ruolo di “tecnico” rispetto ad una struttura nascente, quale quella dell’accorpamento di 4 Ospedali di cui quello di Eboli che è il più completo e antico dei quattro, e tralascio le sue effettive peculiarità, non è adeguato al suo profilo professionale.
      Già questo te la dice lunga, cioè aver messo nelle mani di una persona un incarico che non corrisponde al suo profilo professionale.
      Quello di manager evidentemente lo ha scoperto Il Presidente Cirielli.
      In quel ruolo si poteva mettere Camillo Valitutti, Mario Minervini o se vuoi, e non ne parlo mai per ovvi motivi, mio cugino Paolo Del Mese che di esperienza e di palle ne ha e come, certo non questa signora. (Lo cito per la sua esperienza professionale ma non era in corsa ne era interessato).
      L’unico suo merito è quello di essere stata indicata, per spartizione, dall’On Cirielli, unico e vero responsabile della chiusura dell’Ospedale di Eboli.
      Questi due scienziati neo-manager De Simone e Caropreso, ieri non si sono nemmeno presentati in Prefettura, perché evidentemente non sapevano cosa dire. Loro parlano solo dopo che si sono sentiti rispettivamente con De Mita e con Cirielli.
      Per quanto riguarda la nomina del CdA della Multiservizi, cosa si può dire? innanzitutto quello che avevo da dire lo detto nei modi e nelle forme che mi sono proprie, sono incarichi fiduciali e non tecnici e oltre a criticarne la loro appartenenza e i loro “padrini” politici, non si può fare altro, in quanto ripeto, sono discrezionali.
      Cosa diversa sarebbe stato se si trattava del Direttore Generale o di un Manager (figure anche se di rilievo ma con rapporti di dipendenza).
      Sei, se mi permetti e scusami se te lo dico, sulla strada sbagliata, e pur di difendere una decisione politica che ti toglie l’ospedale, sei disposto a giustificare i responsabili solo per la loro tua stessa collocazione politica, se ti richiami al centro destra. Se invece non sei orientato verse quelle posizioni politiche, è ancora più grave.
      Grazie dei tuoi interventi.

  2. Caro Massimo, i cittadini di Eboli, ma anche di tanti altri Paesi , che negli anni passati “sceglievano” di farsi curare nel “nostro” Ospedale, lo facevano non per le caratteristiche alberghiere , che in verità non sono e “non saranno mai” il top dell’edilizia sanitaria, ma per l’alta professionalità di Sanitari, che erano nel tempo diventati punti di riferimento nella propria specialità.
    Noi che abbiamo vissuto professionalmente l’Ospedale di Eboli, ma che abbiamo anche avuto la fortuna di visitare ed operare in strutture nate COME OSPEDALE e non “adeguato” nei vari secoli a partire da una piccola struttura di tipo “mendicicomiale”, sappiamo bene che il “nostro Ospedale” non è adeguato strutturalmente ad un moderno nosocomio.
    Ma nemmeno quello di Battipaglia, anche se essendo più nuovo ed essendo una struttura nata come Ospedale, così come quello di Oliveto e Roccadaspide, non risponde ai nuovi criteri di edilizia sanitaria. Basti ricordare quante volte sono stati aperti cantieri in quello Ospedale per cercare di migliorarne le condizioni per gli operatori e per i ricoverati.
    Detto questo vorrei ricordarti che ormai da almeno un decennio in Italia e da alcuni decenni nei paesi più avanzati nell’assistenza ospedaliera, l’orientamento è quello di ALLONTANARE DAL CENTRO DELLE CITTA’ gli ospedali, COLLOCARLI in posizioni strategiche rispetto alle vie di comunicazioni, RIDURRE al minimo gli ospedali vicini DOPPIONI, ACCORPARE funzioni simili, insomma come dice Renzo Piano, si cerca di costruire Ospedali a CINQUE STELLE.
    Non serve avere un piccolo ospedale sotto casa, ove , spesso per motivi di parcheggio non si riesce nemmeno ad arrivare e sostare, e in ore di punta si rinuncia ad andare se non è una cosa urgente.
    Pertanto agli utenti serve un ospedale veramente efficiente che abbia queste caratteristiche:

    1) Umanizzazione: Il malato deve essere posto in un ambiente a misura d’uomo, sicuro e confortevole, in cui sia garantita la privacy. Deve essere informato e guidato. Non deve vivere a stretto contatto con gli altri malati. Deve avere la possibilità di ricevere le visite di parenti e amici a qualsiasi ora.
    2) Urbanità: L’ospedale non deve essere avulso dai centri urbani del territorio di riferimento, ma piuttosto diventare un prolungamento delle “comunità urbanizzate”, cioè essere un ‘ospedale al centro di una vasta area servito da strade, ferrovie, eliporto come servizi urbanistici validi ed efficienti.
    3) Socialità: All’interno dell’ospedale vanno riscoperti valori ormai considerati del passato, come solidarietà, senso di appartenenza e interdipendenza.
    4) Organizzazione: Elevata efficacia della diagnosi, della terapia e della riabilitazione, e un diffuso senso del benessere ( anche alberghiero) all’interno dell’ospedale.
    5) Interattività: Il percorso clinico-diagnostico deve iniziare con la prima visita presso il proprio medico di famiglia e continua lungo le diverse componenti del sistema sanitario, secondo una logica di continuum assistenziale, che passa dalla medicina territoriale e che solo alla fine può portare al ricovero in ospedale.
    6) Appropriatezza: Le cure devono rispondere alle reali esigenze del malato e il ricovero va riservato ai pazienti acuti e non autosufficienti. Per tutti gli altri si deve ricorrere al day hospital o all’ambulatorio ed a tutta una serie di servizi assistenziali distribuiti sul vasto territorio dell’Alta e Bassa Valle del Sele, coinvolgendo anche parte della Valle del Calore e alto Cilento.
    7) Affidabilità: Da questo principio, che contempla la capacità diagnostico terapeutica, la sicurezza ambientale, tecnico-costruttiva, impiantistica e igienica, dipendono la tranquillità e la fiducia verso l’ospedale.
    8) Innovazione: L’ospedale deve essere flessibile, pronto a cambiare a seconda delle esigenze sotto tutti i punti di vista: terapeutico, tecnologico, organizzativo e formale.
    9) Ricerca: L’ospedale deve essere centro di ricerca clinico-scientifica che, favorendo il continuo aggiornamento e adeguamento alle ultime novità, moltiplica le capacità assistenziali, il tutto basato su di in rapido ed efficace turnover delle tecnologie ed uno stretto rapporto con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno.
    10) Formazione: L’ospedale deve essere un luogo di aggiornamento continuo, professionale e culturale, per medici interni ed esterni, dirigenti sanitari ( Biologi, Chimici, Fisici, Farmacisti, etc..) , infermieri, tecnici nonché di chi si occupa della gestione tecnica sanitaria ed amministrativa.
    Caro Massimo, NESSUNO dei 4 ospedali di riferimento dell’Alta e Bassa Valle del Sele risponde a questo decalogo.
    Adeguarli, costerebbe molto di più rispetto alla costruzione del NUOVO OSPEDALE UNICO DELLA VALLE DEL SELE. Certo questo non sarebbe l’Ospedale di Eboli, ma nemmeno di Battipaglia, di Oliveto Citra o di Roccadaspide e dico di Agropoli. ma di tutta una vasta area di 350 mila abitanti ed attrattore verso altre zone a supporto di una zona che si spera diventi sempre più un riferimento turistico ( per un grande indotto !!!)
    Allora, Tu ti dovresti battere, affinché il Governatore Caldoro, si faccia sbloccare i fondi per la Sanità in Campania e farsi decretare dal CIPE, tramite l’ UTFP, la somma necessaria come “parte pubblica” per la costruzione del nuovo ospedale COSI’ COME E’ SCRITTO NEL PIANO CONCORDATO fra il Governo Regionale di Caldoro e quello Nazionale di Berlusconi, tuoi nuovi punti di riferimento politico.
    Inventarsi soluzioni, che sono al di fuori dei decreti già definitivamente approvati, serve solo a fare demagogia e far perdere tempo prezioso, consentendo l’apertura di scelte campanilistiche – vedi l’ultima di Battipaglia- dettate solo dalla CATTIVA POLITICA gestionale.
    La dr.sa Caroprese, non ha nessun potere decisionale – basta leggere il suo decreto di nomina- deve solo coordinare ( in quanto project manager) il lavoro COSI’ COME PREVISTO dal Piano approvato e pubblicato da pochissime settimane. Se vuoi, e puoi, hai un bel lavoro da fare, cercando di portare avanti ipotesi PERCORRIBILI- sia normativamente, che nel rispetto delle nuove linee guida in campo sanitario- e non ricercare SOLUZIONI NUOVE per dimostrare a qualcuno di avere “proposte personalizzate”. Questa strada, come ben sai, è perdente sia per Te, che è poca cosa, ma per Eboli e i suoi cittadini. Pensaci bene perché è una grande responsabilità. Se lo ritieni utile, sono pronto a collaborare.

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  3. Delle semplici domande:
    – ma siete o non siete d’accordo all’ipotesi di una costruenda Azienda Ospedaliera Autonoma della Piana del Sele, che offrirebbe ai cittadini una diversificazione dell’offerta sanitaria, consentendo il contenimento dei costi, una modernizzazione dei servizi e l’abbattimento dei fenomeni di migrazione, molto elevati, nella Piana del Sele?
    – siete o non siete d’accordo ad una struttura che servirà le aree più periferiche della nostra provincia, creando un’alternativa all’Azienda Universitaria del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona?
    Se parliamo di prospettive e di alternative ad un taglio dei costi necessario, dobbiamo avere il coraggio di fare una discussione di merito e non ideologizzata o, peggio ancora, prevenuta, perchè – questa volta sì – si rischierebbe di delegittimare azioni politiche solo perchè portate avanti da determinate areee politiche, che, tra l’altro, hanno ricevuto il mandato elettorale per farlo.

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