Monti è sereno, oggi sale al Colle per sciogliere la riserva

Monti: “Sono sereno, il Paese ce la farà. In Italia consapevolezza dell’emergenza, tutti disponibili a sacrifici”.

Ricevuto l’OK dai partiti, Mario Monti oggi alle 11,00 sale al Colle, per sciogliere la riserva. Su Letta nell’esecutivo il Pdl insiste e apre ad Amato.

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ROMA Mario Monti ha l’appoggio delle principali forze politiche. Per questo può ora dedicarsi all’elenco dei nuovi ministri così da presentarlo al Capo dello Stato nel più breve tempo possibile. Il professore salirà al Quirinale mercoledì alle 11 per sciogliere la riserva. «Ho fiducia nella solidità delle nostre istituzioni», ha detto Monti in serata, esprimendo soddisfazione per il lavoro fin qui svolto. «In tutti c’è la piena e matura consapevolezza dell’attuale emergenza», ha aggiunto in conferenza stampa. Il premier designato si è detto «sereno»: il Paese, è la sua profonda convinzione, è capace di superare questa fase di difficoltà. Monti ha espresso poi il suo apprezzamento per il fatto che alle consultazioni «tutti hanno offerto contributi concreti di possibili sacrifici parziali in vista di un risultato positivo più generale».

LE CONSULTAZIONI – In precedenza il giro di consultazioni si è concluso con il Pd e il Pdl, che hanno espresso all’ex rettore della Bocconi il loro pieno sostegno, Monti ha incontrato le parti sociali e gli enti locali. «Ha detto che è quasi pronto con la lista dei ministri e punta a un forte sostegno della politica», hanno annunciato sia il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che Ivan Malavasi di Rete Imprese Italia, dopo il colloquio a Palazzo Giustiniani. Nella lista dei ministri con c’è Emma Marcegaglia, come ha confermato la diretta interessata rispondendo alle domande dei cronisti. «Supportiamo fortemente la nascita di questo governo, perché per noi è l’ultima chance per tornare ad essere credibili», ha spiegato la leader di Confindustria.

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I TEMPI – Il premier incaricato scioglierà dunque la riserva mercoledì mattina e forse contestualmente presenterà la lista dei ministri. Pur restando ancora alcuni nodi da sciogliere, l’urgenza di stringere i tempi è ormai ineludibile. Anche di questo avrebbero parlato durante il loro colloquio al Quirinale Giorgio Napolitano e il premier in pectore, entrambi preoccupati per l’andamento dei mercati finanziari. A quel punto la fiducia ci potrebbe essere già giovedì, in entrambe le Camere: al mattino al Senato e al pomeriggio alla Camera. Volatili i listini martedì a Piazza Affari, teatro di una nuova chiusura in rosso. Altra giornata vicina ai massimi per lo spread.

AMATO-LETTA – Della eventuale presenza di politici nel nascente governo Monti, il principale dei nodi ancora da sciogliere, hanno discusso a Montecitorio anche Gianni Letta, il presidente della Camera Gianfranco Fini e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Proprio l’ipotesi che Letta, assieme a Giuliano Amato, venga inserito nel nascente esecutivo fa discutere maggiormente in queste ore Pd e Pdl. Dopo diverse conferme e smentite in merito alla posizione dei democratici, Rosy Bindi ha spiegato che il suo partito non ha posto veti né pregiudiziali. «Non mi priverei di una persona» come Gianni Letta, ha detto dal canto suo il segretario del Pdl, Angelino Alfano, spiegando anche che da parte del partito non c’è nessuna obiezione all’ingresso anche di Giuliano Amato. Una trattativa in tal senso comunque, secondo fonti del Pdl, sembra non aver preso quota. Sull’altro fronte caldo, quello della Giustizia, il Pdl, in serata, ha sottolineato di non nutrire pregiudiziali sull’eventuale nomina a Guardasigilli del presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro.

L’INCONTRO CON ALFANO – Intanto, proprio sui nodi ancora aperti in merito alla composizione del nuovo esecutivo, si è svolto in serata un lungo incontro a palazzo Giustiniani tra Mario Monti e il segretario del Pdl, Angelino Alfano.

LA LEGA – Dal Carroccio, intanto, arriva una doccia fredda per il partito di Silvio Berlusconi. La nascita del governo Monti «segna la rottura nei rapporti tra Lega e Pdl: prendiamo atto di questo che ci assegna un ruolo fondamentale che è quello dell’opposizione», ha detto Roberto Maroni, specificando comunque che la presenza di Letta nella squadra sarebbe una buona notizia.

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«BUON ESITO» – Al termine delle consultazioni a Palazzo Giustiniani, Alfano ha parlato di un «buon esito» sgombrando così le nubi di un possibile precipitare della situazione che una presa di posizione del portavoce Daniele Capezzone in polemica con il finiano Italo Bocchino – diramata proprio in concomitanza con il faccia a faccia tra la delegazione pidiellina e il presidente incaricato – avevano lasciato intendere. L’ex Guardasigilli ha anche voluto puntualizzare che «gli impegni assunti con l’Europa costituiscono il caposaldo del nostro sostegno». Quanto all’ipotesi che tra i punti programmatici del nuovo governo Monti possa esserci la reintroduzione dell’Ici, l’ex ministro della Giustizia ha chiarito che il Pdl sarebbe contrario.

LE POSIZIONI – Pd e Pdl, già alla vigilia dell’incontro con il premier in pectore, avevano dato in linea di massima il loro benestare alla nascita del nuovo governo. Ma il Pdl è alle prese con un fronte di scontenti al proprio interno e con il diniego avanzato dallo stesso Monti ad una serie di richieste sin qui avanzate dal partito del Cavaliere. La durata in carica, ad esempio, che per il centrodestra dovrebbe essere limitata alla sola messa in atto dei provvedimenti previsti dalla ormai nota lettera della Bce, mentre l’economista ha puntualizzato che, ottenuta la fiducia, si porrà come orizzonte temporale la conclusione regolare della legislatura, ovvero la primavera 2013. E a creare subbuglio c’è la dichiarazione di Italo Bocchino che sul Corriere di oggi non ha escluso l’eventualità di un’alleanza futura con il Pd «che preveda Monti come candidato a palazzo Chigi». Una boutade che ha causato oggi la reazione del partito del premier, che con Capezzone ha parlato addirittura di «tentativo Monti messo irresponsabilmente a rischio», costringendo lo stesso Gianfranco Fini a prendere le distanze definendo «un errore» la provocazione del suo fedelissimo.

«MONTI VADA AVANTI» – Pier Luigi Bersani, al termien del colloquio con Monti, è stato di poche parole: «Abbiamo incoraggiato il professore a proseguire con determinazione. E non abbiamo messo un termine al governo». Il leader democratico ha confermato dunque la linea di pieno sostegno all’ex rettore della Bocconi, sottolineando la richiesta di un governo eminentemente tecnico che possa raccogliere il maggiore consenso possibile.

Roma, 16 novembre 2011

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