Giovani-anziani.. Convegno a Salerno con D’Alema e Federico Conte

Lunedì 3 aprile, ore 17.00, Grand Hotel Salerno, convegno di Art1, “Giovani-Anziani…” con Federico Conte e Massimo D’Alema.

Dall’incontro di Napoli a quello di Salerno. Un altro passo per capire le ragioni di una scissione e la speranza di un futuro dialogo e di una ricostruzione della sinistra e di un’alleanza. E i problemi del Paese? Quelli di cui se ne è solo impossessato il “Gregge” stellato?

Salerno-convegno-MDP-Federico Conte-Massimo D'Alema
Salerno-convegno-MDP-Federico Conte-Massimo D’Alema

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – Si sono appena spenti i riflettori sulla prima assemblea nazionale dei comitati promotori che si è tenuta oggi, sabato 1 aprile alla Stazione Marittima di Napoli, che ha visto una foltissima partecipazione e una nutritissima delegazione proveniente da Salerno per il “debutto” nazionale di Mdp-Articolo 1. Alla manifestazione sono stati presenti tutti i parlamentari del gruppo MPD e soprattutto i suoi leader tra; i “nuovi” Arturo Scotto, Roberto Speranza, Enrico Rossi; e i “vecchi” Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema; e tutti, nei loro interventi hanno parlato del PD, delle Sinistra, di Matteo Renzi, e tutti hanno mandato a dire o detto direttamente a qualcuno e a Matteo Renzi qualcosa. Tutti contenti di aver trovato la propria “casa” e tutti convinti di aver trovato la loro “gente“.

Roberto Speranza-Napoli-Art 1
Roberto Speranza-Napoli-Art 1

La Stazione marittima era stracolma per la prima assemblea di “Articolo 1” il nuovo partito della sinistra che già da oggi ha avviato la raccolta fondi e ha preannunciato il prossimo appuntamento per il 25 aprile che si terrà a Milano. Erano oltre duemila persone, quelle che hanno partecipato all’Assemblea convocata dai comitati e non poteva essere altrimenti, quando si tratta di Assemblee nazionali i numeri dei presenti non sono affatto indicativi, ora bisogna vedere se sul territorio accadrà la stessa cosa e se quei numeri si trasformeranno in altrettanti consensi

Il primo banco di prova sarà sicuramente lunedì 3 aprile quando Massimo D’Alema sarà al Grand Hotel di Salerno a sostegno di un’altra iniziativa politica a fianco del giovane Federico Conte, primo dei non eletti con oltre 14mila voti alle ultime elezioni regionali in Campania, che proverà a riempire la sala dei Congressi, in un incontro che sarà moderato dal Giornalista e Direttore del quotidiano “La Città” Andrea Manzi, con Giuseppe Cacciatore professore di Filosofia all’Università di Napoli Federico II, e Annibale Elia Prof. di Scienze Politiche e Sociali all’Università di Salerno, e che dibatterà il tema: “Giovani-Anziani, un futuro per le nuove generazioni”.

Un tema accattivante, si comprende già dal titolo, titolo che si presta a tantissime interpretazioni, e che si spera apra una discussione politica, che faccia comprendere a quel popolo della sinistra, perchè mai il suo principale partito sembra così ostinato nel voler cambiare i suoi connotati, al punto tale di non farsi riconoscere più dai suoi elettori, che di volta in volta per rabbia e sconcerto finiscono nelle braccia della demagogia e del populismo. Quel “popolo ritrovato“, come ha detto D’Alema a Napoli che secondo anche Speranza, con “Articolo 1” avrebbe trovato anche la “sua casa”, che lascia presagire l’inizio di un nuovo cammino, che conduca alla ricostruzione della sinistra in primis eded in secundis, di una coalizione di centrosinistra che dovrebbe poi, in maniera rinnovata, guidare il Paese.

Federico Conte-Salerno-Art 1
Federico Conte-Salerno-Art 1

Una speranza? Una Promessa? Un giuramento? Vedremo.

Si spera che dall’incontro di Salerno si riesca a comprendere quello che in maniera generica si è accennato a Napoli e che si comprenda cosa vorrebbe essere questo nuovo Partito e come vorrebbero fosse questa nuova coalizione che dovrebbe affrontare tutti quei temi, divenuti incubi e motivi di protesta per i suoi elettori e i cittadini. Tutte risposte che la classe dirigente di sinistra non ha saputo affrontare e risolvere, lasciando di volta in volta i propri elettori in balia: prima del qualunquismo liberista aziendale e padronale della Destra e del Centrodestra; poi a quello demagogico e popolista e altrettando padronale del M5S e del suo dispotico guru.

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

Ma prima ancora di affrontare quei temi è indispensabile sapere, e piuttosto in fretta, come lo si vuole fare e ovviamente insieme a chi, e quindi sapere se si vuole ritornare ad essere quel contenitore che riuscì, per esigenza del momento, a mettere insieme tutte quelle esperienze politiche provenienti dalle culture che avevano attraversato consolidandosi nel secolo scorso come: il liberalismo democratico, il cattolicesimo democratico, il socialismo liberale, democratico e quello progressista, tutto quel variegato mondo erede dell’esperienza comunista; oppure immaginare nuovi approdi e nuove culture e sensibilità, che al momento sono ben difficili individuare.

Una operazione che non può assolutamente tener conto che esperienze e sensibilità politiche (ideologie), oggi devono fare necessariamente i conti con le mutate condizioni sociali e politiche della società, che man mano hanno fatto arretrare i Partiti e hanno costretto gli attori principali a modificare il proprio approccio alla politica e alle tematiche politiche, delchè si è sostituito: le opinioni con i sondaggi, consentendo ai vari leader di affrontare solo quei temi ritenuti convenienti; la politica programmi con quella tematica, scoprendo che sui temi, al contrario della programmazione che era il frutto di una mediazione culturale, ci si divide; le ideologie con le “posizioni“, scoprendo di non ritrovarsi poi con i compagni di viaggio e cercarne altri o semmai fare scelte di comodo legate al momento; tutte condizioni che riconducono genericamente senza distinzione alla destra e alla sinistra, senza essere nè l’una e nè l’altra e drammaticamente finire per sembrare uguali, tanto uguali, che nessuno più si trova bene dove sta e si costringe i cittadini, gli elettori ad effettuare una mirabolante ricerca, che negli ultimi anni spesso si è conclusa orientandosi a votare contro e non più a favore di un Partito o di una coalizione.

Beppe Grillo
Beppe Grillo

L’altro nodo da risolvere, è dare una risposta esauriente rispetto alla scissione dal PD e alla costituzione di un nuovo Partito che a loro dire, oltre ad aver trovato il proprio popolo e la propria casa vorrebbe ricostruire la sinistra e porre le basi per un dialogo che aiuti a ricomporre un’alleanza di centrosinistra per governare il Paese. E per fare questo era veramente necessario passare attraverso una scissione, con il rischio più che probabile di consegnare il Paese alla destra o al populismo del “gregge” stellato?

Un interrogativo che pur partendo da motivazioni valide non offre risposte comprensibili e altrettanto valide. Una soluzione che si avvia attraverso uno snodo ad una soluzione rischiosa che al contrario porta ad un binario morto perdendo una ultima occasione di raccogliere stazione per stazione i suoi elettori e condurli ad una forma di governo che tenga conto dei reali bisogni, che abbatta le diversità, elimini i privilegi, che ricostruisca dal basso una società nella quale tutti possano avere delle opportunità.

Massimo D'Alema
Massimo D’Alema

Purtroppo con la speranza, le promesse e i giuramenti non si va da nessuna parte. E a proposito mi viene in mente quella regola della grammatica latina: ‘’Spero, prometto e giuro vogliono sempre l’infinito futuro’’; Peccato che nella grammatica italiana l’infinito futuro non esiste, rendendo quei verbi come un dichiarato assunto che traccia una linea certa, indelebile tra la promessa di oggi e la impossibilità di poterla mantenere domani. Peccato ancora che quei temi che il Gregge stellato ha fatto propri, sembra ancora non appartenere al dibattito in corso e che gli elettori di sinistra si aspettano giungano ad una risoluzione, provocando solo l’effetto di farli imbufalire ancora di più.

Purtroppo però ci sono le persone, i gruppi, gli schiramenti, i rapporti di forza, e questa storia sebbene si voglia condirla di politica sembra più un braccio di ferro, una resa di conti, una scappatoia per non contarsi, ma anche una ricollocazione, piuttosto che una necessità politica tendente a schierare da una parte a dall’altra persone e gruppi di persone di sensibilità e storie politiche diverse, che con lo strappo pensano di poter ridiscutere gli assetti futuri e poterne gestire gli eventi, finendo poi di gestire si i processi, ma nella sconfitta.

roberto-vincenzo-piero-de-luca
roberto-vincenzo-piero-de-luca

E se a livello nazionale è stato facile trovare un nemico in Renzi e una ragione, complice la spavalderia e la “guapparia” dell’ex Premier, in provincia di Salerno e in Campania si aggiunge la condizione politica asfittica di una gestione del PD da parte di De Luca sempre più arrogante, e sprezzante, distratta verso le periferie, incurante e minimizzante verso progetti e gli uomini non graditi e fuori dalla cerchia familiare e di quel famoso “cerchione” magico, ma complice anche il deficit politico dello stesso Governatore che non è per niente riuscito a fare quel passo che avrebbe dovuto distinguersi dall’essere un Leader e non un capo. E allora chi per un motivo, chi per un altro ci si trova oggi ad essere distanti e a distanziarsi ancora di più confondendo ulteriormente quel popolo che si è pensato di aver trovato.

Da Salerno ci sarà qualche risposta? Dal sarcastico baffettino D’Alema sarà difficile, dal giovane Federico Conte, per il fervore che ha dimostrato, complice anche il suo bagaglio politico e culturale è possibile, bisogna solo comprendere in che modo possa incidere sulle politiche e le strategie fino ad ora sviluppate da D’Alema. Bersani, Rossi e Speranza.

Salerno, 2 aprile 2017

4 commenti su “Giovani-anziani.. Convegno a Salerno con D’Alema e Federico Conte”

  1. Scriveva GRAMSCI(nello scorso millennio)in QUADERNI DAL CARCERE :
    <>.
    In questo nuovo millennio, con la scomparsa dei partiti, delle organizzazioni sindacali tradizionali, dell’associazionismo culturale ecc… e con l’avvento dei nuovi e super tecnologici mass-media, con twitter, facebook, con la globalizzazione, con la post-verità ed altre diavolerie, la previsione gramsciana è diventata IL MESSAGGIO PERFETTO, mentre tutto si è fatto spettacolo.
    La politica è diventata anch’essa spettacolo in un crescendo post-moderno di nuovi demagoghi insieme ai propri clan familiari ed ai cerchi più o meno magici.
    Questa situazione, al sud, assume caratteri ancora più comici e grotteschi grazie a personaggi come De Luca & Figli, Conte & Figli,o, in alternativa il masaniello napoletano ed il magistrato barese in aspettativa!
    A costoro si aggiungono personaggi politicamente scaduti come Baffetto di Ferro e Lo Smacchiatore di Giaguari nonchè Giovani Speranze allevate dai primi due.
    Ci sarebbe tanto da scompisciarsi dalle risate, direbbe il grande Totò, se non fosse che tutti costoro, insieme ai maledetti toscani, non stessero preparando il terreno al primo e più grande demagogo in circolazione insieme alla banda dei nemici del congiuntivo. Intanto l’Ottuagenario in panne prepara il grande ritorno, coadiuvato sempre dai propri nani e ballerine nonchè sperando nella “grande coalizione” con la Romanaccia de Noantri insieme al piccolo maniaco nordista che, tra qualche giorno scenderà ad insegnare l’educazione a quelli che abitano a 7 km da noi ebolitani.

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  2. La scissione dei demo-progressisti-art1 dal P.D.

    è una operazione di verita’.Al di la’ dei personaggi

    che l’hanno ispirata ,piu’o meno criticabili poli-

    ticamente è un fatto che la Sinistra comunista e non

    non poteva piu’ costituire l’alibi e la foglia di

    fico di politiche neo-centriste e di personaggi

    equivoci volti all’avventura e all’esecizio nudo

    e crudo del potere .Con la sua forza evocativa,la

    scissione ricorda sedimentazioni antiche di avvenimen-

    ti lontani.

    Nella storia che inizia con la nascita del Partito

    comunista d’Italia -sezione dell’Internazionale

    comunista ,sempre sono state presenti l’autonomia

    politica e l’autonomia culturale.su entrambe si

    è costruita l’identita’ comunista del Novecento,

    Sciolto il maniera brigantesca il PCI e persa l’auto-

    nomia politica è rimasta da tutelare l’autonomia

    culturale .Non si poteva consentire che il Renzi-papa

    straniero operasse la distruzione della tradizione

    comunista e di sinistra nate con Gramsci e Togliatti.

    Questa è stata la molla della scissione .Essa deve

    rimettere in piedi una organizzazione capace di misu-

    rarsi con le asprezze del presente,a fronte di una

    politica renziana vissuta come guerra-lampo,il fa-

    milismo e il trasformismo appena celato dalla

    presunta rottamazione.Il rifiuto dell’ipotesi liberi-

    sta ,la convivenza col mercato,non implica automati-

    camente l’accettazione di una societa’ di mercato ,

    nella sua creazione di poverta’,ingiustizia

    e ricchezza per pochi.

    Sull’ingiustizia -dice Agostino-:”Non osservata

    la giustizia ,che cosa sono i regni,se non grandi

    latrocinii?”-

    Di Bersani e di D’Alema ,possiamo fidarci,e con tutti

    i vizi e difetti,non hanno mai tradito.

    Il renzismo non è una ideologia ,è solo una supeficia-

    le distorta modalita’ dell’esecizio del potere :

    curricuuim fiacchi per governare un paese del G7,

    provincialismo nella gestione degli apparati pubblici

    e ancora poche idee nell’affrontare le strategie

    per il futuro.Sull’economia i dati parlano negati-

    vamente da soli.

    La scissione stava dentro le cose ,come un processo

    molecolare si diffonde im tutte le pieghe della

    societa’ italiana ,una scintilla nella polveriera

    della crisi italiana ,un brontolio permanente nel

    sottosuolo di questa nostra società oppressa eco-

    nomicamente e politicamente.

    La crisi italiana ,nel rimandare all’attualita’ del

    pensiero di Antonio Gramsci ,esalta lo scenario che

    prende forma e si chiama Weimar ,la repubblica tede-

    sca che si dissolse nell’inconcludenza rissosa,tra

    gli anni venti e trenta del Novecento-L’esito è noto,

    Weimar è notoriamente il simbolo stesso del suicidio

    della democrazia.

    Il PD-post scissione traballa per la crisi del ren-

    zismo:la vittima è l’intero popolo italiano,diver-

    samente da quel 17 febbraio 1600 ,quando Giordano

    Bruno fu’ arso vivo in Roma ,diventando la vittima

    di un declino politico e morale che somiglia tanto

    ai tempi di oggi.

    peppe leso 8 aprile 2017

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