Il caso Russo-Savastano e lo “strabismo” giudiziario di Cirielli

Il caso Savastano e quello Gambino: Due pesi e due misure per Cirielli e il suo “strabismo” giudiziario.

Si valuterà se la Provincia debba costituirsi parte civile contro Savastano, ma non lo ha fatto per Gambino. E’ solo il risultato della visione della giustizia personalistica: “a pane e puparuoli” di Cirielli.

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SALERNO – La vicenda spiacevole che ha coinvolto il Consigliere Provinciale Nino Savastano e l’Assessore Antonio Mauro Russo tiene ancora banco e difficilmente si concluderà in maniera pacifica, specie dopo l’ultimo Consiglio provinciale, nel quale  con i soli voti della maggioranza, dopo che i consiglieri del PD in segno di protesta hanno abbandonato l’aula,  è stato approvato l’ordine del giorno di condanna nei confronti di Savastano, il quale nel corso del dibattito è stato invitato anche a dimettersi.

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Una condanna severa ma intervenuta ancor prima di un eventuale accertamento delle autorità preposte, e della valutazioni attente degli atti, i protagonisti e i testimoni, Una condanna senza appelo che fa dichiarare al Presidente della Provincia Edmondo Cirielli, che si riserverà “la facoltà di far costituire la Provincia parte civile in caso di procedimento“.

Naturalmente Cirielli adotterà lo stesso criterio che impiegò nei confronti di Alberigo Gambino, in quella circostanza, mettendo in dubbio le indagini degli inquirenti addirittura dichiarò che avrebbe fatto delle sue personali indagini e le fece così bene, che addirittura si trovò nei pressi dell’abitazione nella quale Gambino scontava gli arresti domiciliari.

Il PDL ha ha invitato Savastano a dimettersi, così come fece con Nicola Cosentino quando si è richiesto l’autorizzazione alla Camera dei Deputati per il suo arresto, per gravi commistioni con la camorra dei clan Casalesi. Arresti respinti, ma recentemente reiterati per ulteriori gravi capi di impiutazione nei confronti del Coordinatore Regionale del PDL. Anche in quel caso il Presidente Cirielli stentava a credere alle accuse e naturalmente “pronunciò” con il suo particolare metro di giudizio, una chiara assoluzione, adducendo come motivazione il fatto, che con lui Cosentino si era sempre comportato bene. Cirielli rapporta la giustizia, la colpevolezza e l’assoluzione parametrandola ai suoi personali giudizi: sono colpevoli i suoi avversari politici, indifferentemente se sono dentro il suo partito o nel centro-sinistra; sono non colpevoli i suoi amici.

Edmondo-Cirielli-Alberigo-Gambino

Bene inteso, l’episodio che ha visto come protagonisti Savastano e Russo è condannabile, perché la civiltà non impone, ma suggerisce comportamenti consoni al ruolo che si riveste, e indipendentemente dalle ragioni e dal torto, dalle provocazioni o dalle reazioni sono condannabili, ma sono comportamenti figli del clima di odio e di scontro frontale, intrapreso dal primo giorno di insediamento a Palazzo Sant’Agostino del Presidente Cirielli e della sua Amministrazione, trascinandosi e mai abbandonando, semmai esasperando, il clima da campagna elettorale aggressivo e guerrafondaio, aggravato dall’ultima campagna elettorale di Salerno Città. Cirielli in quella circostanza candidò Anna Ferrazzano al suicidio politico contro l’odiato De Luca. Un’azione politica che certo non ha portato ad ottimi risultati elettorali, che invece ha raccolto e in abbondanza il proclamato rivale: il temibile Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.

Antonio cammarota

Gli episodi sono da condannare, ma non sono paragonabili a fatti di camorra, di fiancheggiamento e di associazione alla camorra, come giustamente faceva rilevare il Consigliere Provinciale del PDL Antonio Cammarota, anch’egli annoverato come nemico, e per questo “appestato”, del Presidente Cirielli, riferendosi al caso Gambino che rappresentava un ruolo di grande fiducia nella struttura del presidente Cirielli.

E’ evidente che i processi si fanno nei tribunali e si attendono tutti i gradi di giudizio prima di poter emettere sentenze di condanna definitive, ma gli uomini delle istituzioni devono tenere bene in conto, che squando vengono sfiorati da dubbi, e quando questi dubbi si riferiscono a commistioni con la camorra, è necessario adottare misure straordinarie e il minimo è farsi da parte, per ridare a se stessi l’onorabilità e per favorire che le indagini abbiano un percorso senza ostacoli e giungano al più presto alla verità.

Nicola-Cosentino-Edmondo-Cirielli

Ma se si adottano due pesi e due misure ebbene si dimostra di non essere all’altezza dei ruoli che si ricopre. Lo “strabismo” giudiziario che prende il Presidente della Provincia Cirielli che lo porta: a condannare senza appello Savastano bollando il suo gesto in una delle sue tante dichiarazioni come “Una vile aggressione con modalità camorristiche“; e ad assolvere Gambino con uno “stento a crederci”; o Cosentino sol perché si è sempre comportato bene con lui; è una versione della giustizia e della legalità personalistica, e come si dice da noi a “Pane e puparuole“, che da un uomo delle Istituzioni, che riveste ruoli di primo piano come Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, e di Presidente della Provincia di Salerno, oltre che per il suo passato di uomo di Legge, servitore dello Stato, non ci si aspetta.

Proviamo per un poco ad immaginare il contrario, se fosse stato Vincenzo De Luca, ad essere sorpreso sotto casa di Gambino, costretto agli arresti domiciliari, e se quelle stesse dichiarazioni su Gambino e Cosentino le avesse fatte De Luca, cosa sarebbe successo? e se magari sarebbe venuto fuori da alcune intercettazioni telefoniche, come riportate da un giornale On line della basilicata, che e lo stesso De Luca fosse stato scoperto a cena con un costruttore in odore di camorra, che cosa sarebbe successo?

Salerno, 21 dicembre 2011

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