Fernando Zara: Il PUC è senz’anima. Frutto di schemi partigiani e interessi speculativi

Se fosse necessario costruire 1600 nuovi alloggi, chi e perché prevede di costruirli giù a mare?

Il PUC di Battipaglia è privo di un’anima, è frutto rinsecchito e marcio di tecnici asserviti a schemi di potere partigiani, di interessi speculativi.

Per come si presenta, è sprovvisto di una visione in grado di abbracciare e sostenere la tutela ambientale come la riqualificazione urbana. Una nuova Battipaglia che trova spazi a mare e non in collina, lasciando invece a morire una zona ASI o l’ipotesi di un’area PIP lungo gli assi autostradali.

Zara Fernando
Zara Fernando

di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)

BATTIPAGLIA – La presentazione di qualche giorno fa del Piano Urbanistico Comunale da parte del Commissario Prefettizio Mario Rosario Ruffo, è sembrata come un’irruzione a “gamba tesa“, e pare, a giudicare dalle reazioni, che si sia commesso più di un fallo, ma come al solito la speranza non è mai l’ultima a morire, specie nel momento in cui si è aperta una discussione, politica, tecnica e di programmazione che coinvolge il destino di una Città maledettamente sfortuntata, se si pensa alla sua classe dirigente, che nell’ultimo ventennio non è stata capace di portare a termine una sola consiliatura, interrotte da risoluzioni istituzionali, con la nomina di ben 5 commissari prefettizi, a seguito di scontri politici che hanno lasciato sul campo uomini e speranze, almeno quelle poche che attenevano alle scelte politiche.

Ma Battipaglia nonostante tutto è riuscita nei suoi settantanni di vita a conquistarsi diversi primati, che ne certificavano la vivacità propria allo spirito dei suoi abitanti e propria anche alle capacità di quei “pionieri” che si rimboccarono le maniche e diedero il meglio di se stessi in tutti i settori della produzione, dall’agricoltura all’industria, dal commercio ai servizi, ivi comprendendo anche il settore dell’edilizia, facendola diventare una fucina di ricchezza, la “Eldorado” dell’economia. Negli anni cinquanta e sessanta la ricchezza era la caratteristica dei battipagliesi e di Battipaglia, si percepiva ogni giorno, e quella comunità che prima era precipuamente contadina con il rinforzo di tanti altri volenterosi che nel frattempo furono attratti dalla “Città Nuova” per antonomasia, si trasformò e quei pionieri sembrava fossero presi da una gara a fare meglio e di più, ma purtroppo quell’anello mancante della congiunzione perfetta è stata sempre la politica e la classe dirigente che la interpretava, incapace di accompagnare o favorire nuovi processi, perché avvitata su piccole e nemmeno tante piccole questioni politiche e di interessi politici, sempre legati a quel mattone e a quel cemento che ancora oggi costituisce quella frattura tra quella parte di società che non vuole vivere in un contesto urbano, sociale e politico rimaneggiato e che al contrario ha acquisito quella coscienza e quella maturità che riesce a respingere quei tentativi antichi come metodi e moderni come proposizzione che vorrebbero ripetere quelle esperienze e chiudere definitivamente ogni speranza.

Questa città naturalmente fortunata e istituzionalmente sfortunata, si trova a ricominciare sempre d’accapo come nel caso degli ultimi episodi che l’hanno proprio azzoppata nel cuore e appunto si pensava che si potesse mettere un punto e ricominciare, e l’occasione era quella di una figura “terza” che potesse garantire quella ripresa morale, ma anche quella spinta giusta non per rimettere insieme i cocci ma per cambiare proprio contenitore, per poterlo riempire di tutto quello che ha bisogno una Città moderna, a partire dalle regole ma anche per dotarla di tutte quei servizi che per correre dietro ai palazzi non si sono mai realizzati.

Il Piano Urbanistico Comunale è uno di quei mezzi che può indirizzare quel cambiamento ed incidere in maniera forte sui percorsi e sulle scelte a breve e a lungo termine che capace di colmare quelle lacune e ridurre quelle differenze e quei ritardi di cui Battipaglia è vittima. E attraverso il PUC non pensare solo ai palazzi e al cemento per Battipaglia, ma soprattutto alla parte pubblica, del tutto ignorata e ostacolata in tutti questi anni dai suoi “carnefici“, ma prima di iniziare qualsiasi discorso è necessario sgomberare il campo da tutti i dubbi che nel frattempo si stanno addensando e che si riferiscono alla brutta avventura che ha visto prima arrestare il Sindaco Giovanni Santomauro, poi sciogliere il Consiglio Comunale, nominare il Commissario Prefettizio, nominare una Commissione di accesso agli atti, per cercare di monitorare tutti gli affari “intesi come atti amministrativi” che si sono trattati nel Comune e stabilire se vi sono connivenze tra funzionari, amministratori, politici, imprese, con la camorra, se esiste un sistema malavitoso che ha indirizzato le scelte, e se quelle scelte sono state orientate da sodalizi camorristici.

In soldoni è indispensabile addivenire a delle risposte per sapere se realmente vi è nella Città di Battipaglia il pericolo di infiltrazioni malavitose che hanno condizionato e fatto incetta di appalti, insomma vogliamo sapere:

  • Nella Città di Battipaglia c’é la Camorra?
  • Gli atti dell’Amministrazione Santomauro sono stati orientati e condizionati dalla Camorra?
  • Ci sono funzionari o amministratori collusi con la Camorra?
  • Quali sono gli appalti che sono stati orientati dalla Camorra?
  • Quali sono le imprese compromesse?
  • Potrebbero esserci dubbi anche sull’orientamento degli indirizzi nei vari comparti (PUA) e nelle linee guida del PUC?
  • Le aree individuate sono riconducibili a persone legate alla camorra?
  • Gli orientamenti favoriscono o danneggiano qualcuno?
  • Chi sono i proprietari dei terreni nei vari ambiti individuati?

E per fugare ogni dubbio non è affatto opportuno si possa prendere in esame le risoluzioni della Commissione Urbanistica Comunale pensata e voluta da Santomauro se non si esprime compiutamente prima un giudizio su tutto quello che ha avuto a che fare con l’ex sindaco, comprendendo che proprio da questo dibattito che si è aperto si spera si riesca a chiarire tutti questi dubbi perché si possa arrivare ad una condanna o ad una assoluzione, politica naturalmente, lasciando alla magistratura fare il suo corso, sperando sia breve, anche per restituire la serenità a chi a vario titolo ne è coinvolto. Dubbi che si affiancano a scelte politiche poco condivise e che i vari soggetti politici cercano di intervenire per offrire il proprio contributo, come ha fatto l’Architetto Brunello Di Cunzolo e come ha fatto il Consigliere Regionale ed ex Sindaco di battipaglia Fernando Zara che ha inviato un suo intervento che si pubblica quì di seguito integralmente, con il quale esprime la sua contrarietà al PUC che il Commissario Prefettizio si accinge ad approvare, ritenendolo senza anima e manchevole di quelle risoluzioni che al contrario la città si aspetta e ne ha maledettamente bisogno, ma anche adombrando dubbi su scelte che egli ritiene siano il “frutto rinsecchito e marcio di tecnici asserviti a schemi di potere partigiani, di interessi speculativi“, facendo calare gravissimi dubbi sulle scelte operate.

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 Il PUC è senz’anima

di Fernando Zara
(Consigliere regionale)

Alla presentazione della proposta preliminare del PUC, impostata dal cosiddetto “laboratorio tecnico politico”, è parso di assistere a uno spettacolo di illusionisti che mentre da un lato distraggono la platea, dall’altra, con il cilindro in mano, ti cacciano fuori un bel coniglio. A quel punto, il pubblico sbigottito sta sempre lì a chiedersi in quale oscuro doppio fondo fosse tenuto nascosto l’animaletto.

Fuor di metafora: com’è possibile che uno strumento fondamentale per lo sviluppo della città, a due passi dalla presunta approvazione, lasci fuori ogni ipotesi di partecipazione della cittadinanza, partendo dagli imprenditori per finire ai rappresentanti delle diverse categorie professionali, passando per il mondo del volontariato, dell’associazionismo e di chiunque avesse voglia e ragioni per esprimere una propria idea.

Il punto è proprio questo: il PUC del Comune di Battipaglia è privo di un’anima, è frutto rinsecchito e marcio di tecnici asserviti a schemi di potere partigiani, di interessi speculativi.

Ha ragione l’architetto Di Cunzolo quando nel suo intervento definisce l’elaborato del PUC quantomeno inquietante. La verità, è che risulta sprovvisto di una visione in grado di abbracciare e sostenere la tutela ambientale come la riqualificazione urbana, l’implementazione dei servizi quanto la possibilità di prevedere, di vedere prima, in quale direzione e perché, s’intende immaginare una nuova Battipaglia che trova spazi a mare e non in collina, lasciando invece a morire una zona ASI o l’ipotesi di un’area PIP lungo gli assi autostradali.

Mi si viene a dire della costruzione di 1600 nuovi  alloggi da farsi in zona agricola, in quella parte che affaccia sul nostro litorale, e allora ne chiedo il motivo, mi chiedo perché il terreno della Piana debba essere devastato, mi viene risposto che presumibilmente nei prossimi anni la densità demografica dovrebbe aumentare di circa 5000 unità. E allora? A me il dato pare ridicolo, oltre che non corrispondente al vero. Che io ricordi, Santomauro, a fronte dell’ultimo censimento ha dovuto fare i salti mortali perché la nostra città non risultasse tra quelle al disotto dei 50 mila abitanti. Non capisco dunque sulla scorta di che si prevede un incremento della popolazione.

Bene, e seppure fosse necessario costruire 1600 nuovi alloggi, chi e perché prevede di costruirli giù a mare?

Non mi dilungo. L’ipotesi presentata, quella curata dell‘Architetto Parente, non mi piace e non mi convince fondamentalmente per due ragioni. La prima: parte da premesse assolutamente false. La seconda, arriva a conclusioni assolutamente false. Il PUC battipagliese è una chimera.

S’ipotizza, in Regione Campania, un’eventuale proroga dei termini previsti per l’approvazione dei PUC di tutti i comuni, che spero trovi concretezza, se così non fosse, ricordo al Commissario Ruffo, riconoscendogli ovviamente l’autorità per farlo, qualora si dovesse procedere, di verificare se e quali interessi, con i soldi di chi e sui terreni di chi, può immaginarsi un tale attentato al buon senso e alle reali ragioni di sviluppo della città di Battipaglia.

Battipaglia, 28 settembre 2013

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