Il senso delle regole in democrazia tra bullismo e populismo politico

CULTURA SCUOLA & SOCIETÁ: Rubriga mensile di POLITICAdeMENTE curata dal dott. Rosario Coccaro

Il senso delle regole in democrazia, tra Bullismo politico e proclami populistici di una casta sempre più aggressiva e vuota.

Rosario Coccaro
Rosario Coccaro

di Rosario Coccaro
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Con questo articolo si apre la collaborazione del dott. Rosario Coccaro con POLITICAdeMENTE. Collaborazione che si manifesterà in una rubrica “CULTURA SCUOLA & SOCIETÁ a cadenza mensile, con la quale Rosario Coccaro svilupperà alcune tematiche, ovviamente seguendo rigorosamente il principio base che ispira questo sito: La libertà di opinione e la libertà di poterla esprimere in maniera altrettanto libera su questioni che interessano la cultura, la politica, la società e la Scuola, quest’ultima, sicuramente, terreno preferito di Coccaro, essendo stato egli docente e Dirigente Scolastico, ed avendo svolto in maniera integerrima sia l’uno che l’altro ruolo, e soprattutto avendo mostrato di aver saputo gestire in maniera brillante gli Istituti scolastici che ha diretto, non ultimo l’Istituto Comprensivo Giacinto Romano di Eboli, risollevandolo da un declino pauroso e riportandolo per conduzione, metodi e programmi nei primi posti sia per i risultati conseguiti che per il numero di alunni iscritti, nel corso degli anni sempre in aumento.

Coccaro inizia la sua collaborazione con un intervento sulle vicende politiche nazionali, uno spaccato che attraversa in maniera orizzontale gli eventi politici degli ultimi mesi, ma che hanno attraversato il nostro Paese attraverso i suoi protagonisti. Da Berlusconi a Renzi, dai metodi e dalle scelte che gli stessi hanno in maniera canonica portato avanti, con provvedimenti che hanno contribuito al declino del nostro Paese ma che hanno portato all’affermazione sempre più scomoda e per questo rifiutata dai più, di una classe dominante (Casta) che è stata ed è l’unica a riceverne vergognosamente benefici,

POLITICAdeMENTE non solo da il benvenuto a Rosario Coccaro, ma è ben lieto di ospitarlo come e quando vorrà, circostanza questa che non verrà mai a mancare, proprio perché tutti i collaboratori di questo sito possano sentirsi come a casa loro, sicuri che esprimendo liberamente le loro considerazioni non potranno che arricchire la discussione che attraverso i forum consente a centinaia e centinaia di lettori di parteciparvi e a migliaia e migliaia di poter leggere sicuri di trovarsi persone che esprimono solo il loro pensiero e per questo da rispettare, anche se non coincide con il loro o quello degli altri.

Bene arrivato Rosario e buon prosieguo di lavoro, perché la tua esperienza e la tua voglia di partecipare ci fa comprendere di come tu sia interessato ad avviare un altro “lavoro”, più difficile di tutti quelli che fino ad ora hai svolto, in maniera del tutto gratuita e questo è ancora più apprezzabile, volto solo a difendere il pensiero e la libertà di esprimerlo, la democrazia e la caparbietà nel difenderla, come il desiderio di difendere tutte le garanzie democratice e di partecipazione cevile volte a favorire una crescita sana ed armoniosa della nostra società. Benvenuto.

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Il senso delle regole in democrazia

di Rosario Coccaro

A seguire le vicende politiche del nostro Paese, non si può fare a meno di ritrovarsi, in proprio, con un pieno di stupore e di meraviglia per quello che i politici di casa nostra riescono a pensare, per quello che dicono o proclamano, per quanto riescono a fare.

L’attuale esecutivo, a guida Matteo Renzi, nasce con una sua regola: una dichiarata vocazione a rottamare il vecchio della politica italiana congiuntamente ai connessi e ricorrenti giochi di Palazzo che di solito sfuggono alla comprensione delle nostre pur vivaci intelligenze poiché obbediscono a logiche di potere che nulla hanno a che vedere con i sovraordinati interessi dei cittadini.

E’ proprio di questi giorni il Decreto Fiscale che, con il condono fino al 3% (qualcuno aveva detto: mai più condoni!), azzera, di fatto, il reato di frode fiscale ancora pendente sul capo di Berlusconi: una vera e propria franchigia cucita addosso all’ignaro interessato.

Dinanzi ad una generale levata di scudi, il Presidente del Consiglio fa marcia indietro e promette agli italiani che tale oscenità (certamente commessa in buona fede) sarà cancellata in Parlamento entro febbraio, ad avvenuta elezione del Capo dello Stato. Come dire: Signor ex Cavaliere, tu fai il bravo sulla nostra proposta  per il Quirinale, e il tuo devoto Pier-Matteo” troverà il modo per assicurarti un servigio di ritorno . Una mano lava l’altra!   

Ecco la nuova regola! Una rottamazione coi fiocchi! Che vergogna!

Abbiamo cominciato dalla coda, ma in nove mesi, il cosiddetto Governo del cambiamento ce ne ha fornito di materiale di cui poter essere fieri!

C’è la vergogna degli 80 €: una mancia pre-elettorale di ben nota ed evidente matrice.

C’è il proclama della quota ’96: poveri sventurati oltre al danno anche la beffa: un giorno si può andare in pensione, il giorno dopo non si può…!

C’è lo scempio del Senato: il bicameralismo o serve ancora e ce lo teniamo a suffragio universale (pare che resista al tempo anche in democrazie molto più mature della nostra), oppure, non serve più e lo eliminiamo. Non è consentito proporre riforme a metà a tutto vantaggio della casta: facciamo finta di eliminarlo il Senato, ma ce lo teniamo a nomina, però, degli EE.LL.

Stessa musica per le Province.

Qui  Signori miei, si sta togliendo potere ai cittadini, si sta perpetrando un attentato al loro diritto di voto e di veto, si stanno cambiando le regole!

Con le liste eventualmente bloccate e con l’eventuale potere di lista accordato ai partiti, marcia in tal senso anche l’Italicum: la proposta di riforma della legge elettorale che si preannuncia come un novello porcellum.

Questa è la democrazia renziana che, tra l’altro, emana da un governo non eletto da tutto il popolo sovrano, ma solo da una parte (c’ero anch’io) che votava, esclusivamente, per eleggere il Segretario di un partito e non già anche il Presidente del Consiglio. Questo spavaldo giovanotto, poi, dilatando a dismisura il senso di quel voto e del successivo europeo, sta stravolgendo l’anima e le storie di un partito e dell’intera sinistra italiana nonché, ed anzitempo, il senso stesso e la regola della democrazia parlamentare e rappresentativa così come l’avevano voluta i padri costituzionali. Irriverente trasformismo ad oltranza, maggioranze alternative posticce ed interessate, cinico recupero delle scene politiche e mediatiche ad indagati e condannati, sono solo alcuni degli ingredienti di una stagione politica stravagante sul corso ed incerta e preoccupante sugli esiti.

E’ ancora vera democrazia quella che vien fuori dalla fiducia chiesta sulla Legge delega relativa la Riforma del lavoro?  E’ fin troppo evidente, che porre la fiducia sulle leggi delega, sconfina nell’incostituzionalità in quanto compromette, di fatto, la libertà di voto dei parlamentari non consentendo loro di far valere liberamente l’eventuale dissenso rispetto ai contenuti della delega.

C’è, poi, il pasticcio dell’Europa. Qui Renzi sta percorrendo una strada che non porta da nessuna parte, non è con la faccia feroce o facendo il bullo con la Merkel che si risolvono i problemi legati al nostro debito pubblico (il più alto d’Europa), meglio sarebbe farsi spiegare da Draghi come muovere da una struttura federata ad una federale dell’U.E. con connessa unità del sistema bancario, fiscale, di bilancio, di debito sovrano e così via.

L’Europa economica diventerebbe volano di una costituenda Europa politica, certamente meglio attrezzata per contrastare/ricomporre integralismi e terrorismo a condizione che i governi nazionali siano pronti alle [necessarie] cessioni di sovranità in vista di quel bene comune che Papa Francesco chiama caritas, agape, ecumenismo e che è il passaggio obbligato per un nuovo umanesimo.

Su questi scenari politici complessivi, nelle intenzioni del Premier, ci sarebbe da mettere su  la riforma per La buona scuola e a farla dovranno essere i cittadini.

Ma può essere vero, o è l’ennesimo proclama alla ricerca di un possibile popolo?

Intanto, La Scuola è un Organo Costituzionale, diceva P. Calamandrei negli anni ’50, [forse il primo]  e per riformarla (diciamo noi) è necessario rispettare innanzitutto la Costituzione cosa che la nostrana casta politica a volte non fa per via di un suo azimo culturale: non è lievitata al senso alto del bene comune e delle regole, per cui ridotte sono le altezze e tanti i vuoti umani, morali, culturali…

Recuperare le altezze e il senso alto del bene comune e delle regole, è certamente oggi un andare controcorrente, ma è proprio allora che comincia la salita.

Eboli, 25 gennaio 2015

1 commento su “Il senso delle regole in democrazia tra bullismo e populismo politico”

  1. Interessante analisi, su cui non si può che essere in gran parte d’accordo. Purtroppo l’analisi omette un importante particolare, e che si può tranquillamente leggere sulle testate di stampa indipendenti, ossia che il Partito Unico della Nazione è oggi praticamente una realtà, e nei prossimi giorni ne vedremo gli effetti a partire dall’elezione del Presidente della Repubblica. Affermare che il Presidente (di tutti gli Italiani!) sarà eletto al quarto scrutinio significa di fatto già asserire che il nome è pronto, ed è un nome che verrà estratto dalle segrete trattative nelle stanze del Nazareno tra due persone, ad una delle quali è precluso perfino il diritto di voto per i reati commessi. Sarà Giuliano Amato come già voci autorevoli sospettano? E la cosiddetta società civile accetterà di buon grado questo nome, con tutte le conseguenze che esso comporterà nei prossimi sette anni? Di queste scelte, ne pagheranno le conseguenze le future generazioni. Mai come in questo periodo bisogna evitare di tacere, per non essere complici.

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