Regionali Campania: Con Vincenzo De Luca, si cambia

Un anno fa POLITICAdeMENTE lanciò sul web il primo comitato “De Luca Presidente“. Ebbe ragione e con migliaia di adesioni è stato un grande successo.

De Luca: Sono un uomo libero, non ho potenti dietro, né sono il terminale di correnti politiche o di partiti. Non ho padroni”- Sulla Morale: “Non accetto lezioni di moralità semmai è il contrario”

De Luca presentazione candidatura
De Luca - Presentazione candidatura

NAPOLIVincenzo De Luca è il candidato del PD e sfiderà il centro-destra in un’impresa impossibile, ma dalla sua parte c’è il favore popolare. Il viaggio di De Luca parte da Napoli e dall’Hotel Vesuvio, che per l’occasione è pieno come un uovo di semplici cittadini, di amministratori, Sindaci e Deputati del PD e tanti amici. Non si è visto nemmeno l’ombra dei bassoliniani, che hanno dovuto registrare una sconfitta politica e hanno dovuto digerire quella candidatura che hanno avversato in tutti i modi e con tutte le loro forze.

Una giornata frenetica, quella dell’investitura del Sindaco di Salerno. Ci si aspettava di peggio, tra l’altro, in questi ultimi mesi il Partito Democratico ha mostrato tutte le sue debolezze. Per un momento si è  veramente temuto che tutto saltasse, la rottura appariva totale: da una parte Antonio Bassolino tutto proteso a sbarrare la strada al suo “acerrimo ” nemico, candidando prima l’Assessore Regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, poi di striscio l’Europarlamentare Andrea Cozzolino e in ultimo l’ex Sindaco e ora Assessore al Comune di Napoli Riccardo Marone, un vero e proprio agnello sacrificale; dall’altra Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris e il “firmamento” comunista con Gennaro Migliore e Corrado Gabriele, tutti protesi ad escludere De Luca dalla corsa verso Palazzo Santa Lucia.

Le motivazioni erano diverse ma convergenti a “farlo fuori”: Bassolino per affermare il principio, che il Deus ex Machina era lui e che nessuno al di fuori di lui o di un suo “unto” potesse assurgere a quella carica; Italia dei Valori e i Comunisti, con la loro presunzione di stare dalla parte della giustizia pronti a falcidiare chiunque pur di affermare il principio presuntuoso e arrogante di essere i possessori del “Santo Graal” della giustizia, che usano lenti di ingrandimento per De Luca e chiunque altro e misurini da farmacisti per i loro amici.

De Luca - Il discorso
De Luca - Il discorso

Non c’è stato niente da fare la determinazione di De Luca, un poco come è successo in Puglia, e la pressione di centinaia di cittadini e di amministratori specie quelli del napoletano e del casertano, hanno inciso fino a spuntarla.

Proprio questi ultimi hanno convinto Marone a desistere, non avendo l’appoggio nemmeno dei suoi conterranei, ha capito che non c’era niente più da fare se non accettare il “ciclone” De Luca, per evitare il peggio ed esserne travolti. Questo fermento popolare è servito a far passare un principio: i candidati devono rispondere al territorio e devono essere in sintonia con la base.

Il progetto territoriale è risultato essere in antitesi a quello proposto dalla “nomenclatura” del PD dei vari Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema e Antonio Bassolino, che rincorre schemi tecnici, fatti di accordi tra sigle di partiti in una sorta di sommatoria virtuale di consensi, escludendo dal processo decisionale il territorio.

D’Alema, Bassolino e compagni, sono fuori dalla realtà. Non riescono più a capire i bisogni e le ansie della base.

Non sono più, e da tempo, in sintonia con quello che invece, la così detta base vorrebbe, e che invece per certi versi e per molti settori riesce ad intercettare la Lega Nord, Italia dei Valori, e su tutti e più di tutti il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Amendola (PD) - Cesaro (ApI)
Enzo Amendola (PD) -Bruno Cesario (ApI)

Questi progetti che si contrappongono e che rappresentano due vere e proprie filosofie vedono: da una parte la “tecnica elettorale” con le alleanze, che vuole la sommatorie di partiti che dovrebbero orientare e anticipare il risultato elettorale; dall’altra il fermento popolare comunicante con coloro i quali riescono ad intercettarlo ed interpretarlo divenendo tutt’uno i rappresentanti naturali della società.

Vale per De Luca come per Nichi Vendola in Puglia, Massimo Cacciari a Venezia, Sergio Chiamparino a Torino, per Umberto Bossi e la sua Lega che pretende giustamente candidature per connettersi con la sua base, per lo stesso Silvio Berlusconi che riesce ad essere senza vincoli “collegato” con gli italiani. Vale anche per Antonio Di Pietro che con il suo giustizialismo intercetta ed è intercettato per questo da una parte degli italiani che vivono l’antipatia e in certi casi l’odio nei confronti del Premier Berlusconi, ma che si sentono anche “guardiani” della legalità fino alla distorsione più assoluta e divenire odiosamente “giustizialisti”.

Quindi De Luca e quel che rappresenta, in contrapposizione a Massimo D’Alema, Antonio Bassolino, Pier Ferdinando Casini e quanti altri che operano le stesse scelte.

Nel Salone dell’Hotel Vesuvio di Napoli, si è visto un Partito Democratico che per la seconda volta in pochi giorni “ammaina” la bandiera e si presenta disarmato e con tutte le sue debolezze di un partito senza strategia politica e senza ruolo, in balia di uomini di apparato interni arroccati nella difesa del potere, che hanno conquistato e gestito per anni e di partiti ormai in via di estinzione, che di volta in volta vorrebbero decidere i destini degli uomini e delle comunità e dettare agenda politica e indirizzi, oltre che nomi, con la scusa della condivisione.

De Luca - Pubblico Hotel Vesuvio
De Luca - Pubblico Hotel Vesuvio

Ma dove è scritto che quello che è condiviso  dai “maggiorenti” risponda veramente a quello che vuole la gente? Un esempio è la Campania con De Luca e la Puglia con Vendola. E’ vero non hanno ancora vinto le elezioni, ma sicuramente chi li ha voluti è consapevole di proporre un progetto, degli uomini convinti di vincere, ma per niente ossessionati dal perdere.

La distorsione semmai, è quella di mettere insieme persone non volute  dagli elettori che i partiti invece, avendoli proposti nel chiuso delle stanze li condividono, convinti nella loro arroganza di vincere, presi dalla ossessione della vittoria. Non importa poi che nella fase di governo non si condivide niente. L’importante è vincere. Ma così si vince, se veramente si vince? Per come stanno andando le cose negli ultimi anni, il PD ha dilapidato un patrimonio politico ed elettorale sempre per vincere e a tutti i costi.

Un partito deve candidare una politica ma anche degli uomini, nella consapevolezza che deve vincere perché gli elettori devono riconoscere nella proposta le loro aspettative, le loro speranze, i loro desideri, il loro futuro, e deve avere il coraggio di proporsi e diventare maggioranza.

De Luca Hotel Vesuvio Napoli
De Luca Hotel Vesuvio Napoli

Vincenzo De Luca rappresenta in questo momento la speranza di riscatto di una Regione ormai china rispetto al degrado consolidato e condannata a convivere con la Camorra. Ma rappresenta anche la speranza di un riscatto, senza perdere di vista i valori fondamentali che lo stesso ha voluto ribadire senza indugio, nel momento in cui ha detto, che se dovesse scegliere tra la famiglia e la politica, non esiterebbe un solo istante a scegliere la famiglia.

De Luca è un personaggio scomodo ha molti amici e pochi alleati, proprio perché si muove fuori dagli schemi, quelli che definisce : “La politica politicante“, ma è anche un uomo di partito e in quanto tale, se vincerà saprà convogliare nel giusto alveo della politica, rispettando i partiti, la sua azione politica e amministrativa quotidiana, così come ha fatto subito dopo aver vinte le ultime elezioni  che lo hanno eletto Sindaco, contro quel centro-sinistra che non c’é più, ma che allora c’era e che lo escludeva, operando lo stesso discorso che ha accompagnato in questi mesi la candidatura a Governatore della Campania.

Il recupero rispetto al “gap” politico che vede il PD soccombente nei confronti del centro-destra in Campania, viene annullato proprio da Vincenzo De Luca. E’ lui la discontinuità che si invoca, e guarda caso viene dall’interno del Partito dello Stesso Governatore Antonio Bassolino, che al momento incarnando tutto il male possibile si avvia al suo tramonto. Il Sindaco di Salerno, per assurdo, con il suo percorso politico, la sua storia, la sua opposizione al governatore Bassolino, toglie la scena al Centro-destra e al suo candidato Caldoro, mettendo tutto in gioco la partita.

Vincenzo De Luca forte della sua visione del fare ha subito individua i suoi quattro punti base del suo programma: “Lavoro, sanità, sicurezza, burocrazia”. E nel momento in cui sottolinea – Sono un uomo libero, non ho potenti dietro, né sono il terminale di correnti politiche o di partiti. Non ho padroni”-. Proprio per sottolineare di essere il candidato della gente chiede – “l’appoggio di tutti, destra, centro, sinistra per sconfiggere politicanti, clientele, burocrazia”-. Questo il “vangelo” secondo De Luca per vincere e conquistare la Regione.

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17 commenti su “Regionali Campania: Con Vincenzo De Luca, si cambia”

  1. Che De Luca sia uomo del popolo, amato dai salernitani – almeno dalla maggior parte – non ci piove. Che sia stato un buon sindaco per Salerno, il giudizio è soggettivo. Ha fatto tante cose, questo è certo, e quando si fanno tante cose, non tutte le ciambelle riescono col buco, quindi alcune cose sono molto buone altre molto deprecabili, altre cose ancora comunque non sono state fatte, ancorchè auspicabili.
    Mi pongo due problemi, uno di tipo etico-giudiziario, l’altro di metodo. Ha senso pensare che un leader, amato dal popolo, possa essere immune al rispetto delle leggi di questo paese? Perchè, se è vero questo, allora è giusto salvare anche Berlusconi? E non mi si venga a parlare di benaltrismo, qui si sta discutendo un principio e non l’entità delle malefatte o la loro veridicità.
    La seconda questione è di metodo. Il PD si è accorto solo da pochi giorni che a Marzo in Campania si vota, e non avendo tempo per avviare una consultazione popolare, designa De Luca senza che ai cittadini sia ben chiaro il processo che ha portato alla scelta di questo candidato. Questo sminuisce intrinsecamente il valore dell’ex-sindaco di Salerno, che non può essere comunque l’uomo di tutte le stagioni. Governare una Regione non può essere la stessa cosa che governare la città dove si è nati, quindi non è automatico che, se De Luca è stato un buon sindaco (ove fosse stato tale), allora sarà un buon governatore. Male ha fatto il PD a dimenticarsi dello strumento delle primarie, strumento comunque gestito sempre malissimo fino ad ora, ma che almeno rimane un vago tentativo di coinvolgere i cittadini in un discorso democratico dal quale sono anni che vengono esclusi.
    Io aggiungerei una terza domanda a Massimo Del Mese, che appare molto poco imparziale in questo commento: mi piacerebbe leggere sue analoghe valutazioni (in positivo o in negativo, non fa niente) su Roberto Fico.

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    • Per Giuseppe Nobile –
      La teoria dei due pesi e delle due misure non mi interessa e non la pratico. Circa invece la questione delle primarie, concordo con te che sono state gestite male. Il PD e la sua classe dirigente vuole ricorrere alle primarie quando le fa comodo, in qualche caso vengono invocate come una minaccia in altre come la panacea. Le primarie sono un metodo, ma non il vangelo. Nella vicenda campana, le primarie non hanno voluto che si facessero, perché avevano paura di essere travolti dal ciclone De Luca. Il sindaco di salerno è molto popolare e non solo a Salerno. Bassolino e i suoi, hanno dedicato tutte le loro forze nell’unico scopo di sbarrare la strada a De Luca, e fino all’ultimo momento. De Luca, non ha nessuna responsabilità nella vicenda se non quella di essersi presentato alle primarie. E’ noto che volevano far saltare tutto e con la scusa del non gradimento di due partiti comunisti “telecomandati” da Bassolino si voleva candidare persone, sicuramente rispettabilissime, ma che nulla avevano a che fare con la politica e con la gestione della cosa pubblica, come il Prof. Trombetti, Pasquino e del Prof Ennio Cascetta, quest’ultimo assesspre regionale ai trasporti con Bassolino.
      In relazione all’esperienza di De Luca, la stessa osservazione la fece il Vice Presidente della Giunta Antonio Valiante, quando disse che una cosa è governare una Città come Salerno, un’altra è quella di governare una regione. Se c’è riuscito lui che è di Vallo della Lucania e Bassolino che è di Afragola, perché non potrebbe farlo De Luca che a differenza loro ha amministrato benissimo, pur con le riserve.
      Ma che esperienze aveva Alemanno e che esperienze aveva Fitto, o Storace, o Lombardo. Si ricorderà Chiamparino a Torino, nemmeno lo volevano candidare, era inconsistente politicamente parlando, eppure è il più bravo e amato sindaco degli italiani.
      Ognuno porta la sua esperienza e se questa è positiva tanto di guadagnato. Quella di De Luca è tutta positiva.
      Non ho parlato di Roberto Fico, perchè non ne è capitata l’occasione, ma non mi sembra che abbia un’esperienza così significativa alle sue spalle, al contrario Beppe Grillo pare che lo abbia scelto, per sua stessa ammissione, per sentito dire avendone qualcuno parlato bene. Sarà sicuramente una buona persona, ma non te lo so dire. Una cosa è certa che ne parlerò appena me ne capiterà l’occasione.

  2. lo slogan di De Luca : Campania Libera ma da chi? da BASSOLINO uomo del PD siamo perfettamente d’accordo, ELEGGEREMO STEFANO CALDORO per LIBERARE la CAMPANIA

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  3. magari libera da Cosentino (alias famiglia Schiavone), che ne pensi???
    Magari libera da quel vecchiume, in entrambi gli schieramenti,e magari libera da una politica napolicentista, che continua ad ignorare la realtà salernitana, vero e proprio fiore all’ occhiello della Campania.
    Ora si può non essere di sinistra,e non condividere la politica di De Luca, ma sarebbe un reato non cogliere l’opportunità di dare a Salerno un ruolo centrale,nella regione, relegandola per l’ ennesima volta a spalla o parafulmine dei guai Napoletani…
    Vedesi l’ esempio Munnezza!!!, oppure piano evacuazione zone vesuviane…..
    O De Luca presidente, o Salerno fuori dalla Campania!

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  4. BRAVO MALCOM X, O SI CAMBIA ORA O NON VOGLIAMO MORIRE NAPOLETANI!!! TANTO CONSEGUENZIALMENTE, CHI VA VA COMANDANO SEMPRE I “SOLITI”. SIAMO STANCHI DI ESSERE DANNEGGIATI DAI MEDIA X COLPA DI CASERTA E NAPOLI, SIAMO VISTI TUTTI COME NAPOLETANI, E CIO’ CREA NOCUMENTO ALLE NOSTRE TERRE E DI CONSEGUENZA ALLE IMPRESE. ORSU’, CREIAMO IN ALTERNATIVAUNA NUOVA ENTITA’ REGIONALE CON LE ALTRE 2 PROVINCE, OPPURE OGNUN X SE A COSTO DI FARCI ANDARE, COME VALLE DEL SELE, CON LA BASILICATA! INFATTI LA LUCANIA STORICA,PRIMA DI G. MURAT ARRIVAVA FINO AL SELE (v.paleo-insediamenti Lucani) E COL COGNATO DI NAPOLEONE CHE CI ALTERÒ I CONFINI, POI MANTENUTI DAI SAVOIA, AVREMMO ANCHE RAGIONI STORICHE A SUPPORTO. IL VALDIANO ED IL CILENTO CI PENSANO GIA’ DA ANNI, NAPOLI E CASERTA SONO SUE SPUGNE MANGIA-FONDI CHE CI RUBANO IL FUTUTRO…tempus fugit. P.S. si potrebbe rinvigorire il progetto datato della NOVACAMPANIA.

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  5. CARO MARCO, si potrebbe anche porre in essere un porgetto già esistente,e che molti sindaci e giunte comunali, del vallo di diano e del cilento stanno proponendo sotto forma referendaria ai loro cittadini:
    il progetto ha il nome di Grande Lucania..
    magari creare un comitato promotore, qui tra le menti del blog, che chi da una parte chi dall’ altra, sono comunque tutte bene allenate, ed hanno molto per contribuire!!!
    PENSIAMOCI!

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  6. Sono con te, vediamo come vanno le cose, sia Rastrelli sia Bassolino pur su fronti diversi ,hanno fatto”fronte comune” per le loro zone, e chi si crogiola (salernitani) su di una inevitabile vittoria di Caldoro, è il classico personaggio che sega il ramo su cui è seduto!Le aziende nostre agroalimentari vengono penalizzate per l’”affaire”mondezza, (problematica non stanziante nei siti nostri),scoppiata fine anni ’90 sotto Rastrelli,e poi nei fatti miseramente continuata, sia pure come lavoratori e/o studenti (giovani e non) che emigrano al Nord (oggi anche tale valvola di sfogo è venuta meno) siamo visti come camorristi:tutti regali dei Napoletani e dei contigui Casertani. La Basilicata è una regione piccola ben amm.ta, ricca d’idrocarburi (Val D’Agri).e ancora relativamente impermeabilizzata a fenomeni criminogeni di portata elevata, dunque un’eventuale annessione della Piana del Sele, sarebbe volano di benessere e adeguata gestione delle risorse pubbliche. LASCIAMO CORRERE LE “CASACCHE” PARTITICHE, E CONCENTRIAMOCI SUL NOSTRO PROSSIMO FUTURO,SPECIFICAMENTE IL SOPRAVVIVERE…”primum vivere, deinde filosofari”

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  7. Bella idea ma le lobbies di potere non lo faranno attuare, ci “mangiano” in troppi e in tutti gli schieramenti. Certo,sarebbe una cosa positiva per la nostra provincia,o distretto, la piana, ma temo che anche l’iter burocratico sia proibitivo, comunque idealmente vi appoggio!

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  8. Vincenzo De Luca (sindaco di Salerno) è quel politico di professione, capo di un vero e proprio comitato d’affari, che, attingendo fondi all’Unione Europea, è riuscito a gabellare all’Italia intera una fermata di treno per “ metropolitana“, e ha fatto sparire i rifiuti dalle strade solo perchè ordina ai cittadini di tenerli chiusi in casa. Oggi aspira a diventare Governatore della Campania, sulla base di un programma fac-simile di quello impiegato per gestire il comune di Salerno. Se la gente non ha abbastanza dignità per mettere quest’individuo di fronte alle sue responsabilità – e non sono poche – , speriamo che intervenga la magistratura a far luce sul suo frenetico attivismo.

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  9. Vincenzo De Luca (sindaco di Salerno) è quel politico di professione, capo di un vero e proprio comitato d’affari, che, attingendo fondi dall’Unione Europea, è riuscito a gabellare all’Italia intera una fermata di treno per “ metropolitana“, e ha fatto sparire i rifiuti dalle strade solo perchè ordina ai cittadini di tenerli chiusi in casa. Oggi aspira a diventare Governatore della Campania, sulla base di un programma fac-simile di quello impiegato per gestire il comune di Salerno. Se la gente non ha abbastanza dignità per mettere quest’individuo di fronte alle sue responsabilità – e non sono poche – , speriamo che intervenga la magistratura a far luce sul suo frenetico attivismo.

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  10. tra caldoro e vincenzino non saprei scegliere ,l’uno peggio dell’altro .Gente della campania vedo un futuro nero, tra camorra,disoccupazione extracomunitari,sanita scomarsa,governare la campania non è facile non si governacon accordi politici che servono a dividersi solo il potere.Campani ribellatevi a tutto questo siate siflessivi davanti aun dubbio di voto protestate scheda bianca

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  11. de luca sara’ un governatore bipartisan ed essendo svincolato dai partiti e dalla camorra oganizzata sara’ , forte della sua esperienza e del suo legame al territorio ( e’ di origine lucana ma ha vissuto sempre a salerno ) favorira’ e rivitalizzera’ l’economia campana con l’apertura di nuovi cantieri sull’asse caserta-napoli-salerno . Accantoniamo i vari de mita,cosentino,pomicino che sono i veri padrini del pur leale caldoro e votiamo per l’indipendenza e il coraggio di VINCENZO DE LUCA

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